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Autore Discussione: RICHARD NEWBURY.  (Letto 4043 volte)
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« inserito:: Novembre 28, 2009, 03:42:11 pm »

28/11/2009

La lap dance può salvare l'economia
   
RICHARD NEWBURY


Nel 1720, al tempo della Bolla dei Mari del Sud, un membro del parlamento britannico propose che tutti i banchieri fossero chiusi dentro sacchi pieni di vipere e gettati nel Tamigi. Nonostante l’ampio appoggio pubblico, la proposta non diventò legge. Gli elettori britannici oggi sono dello stesso umore. Volenti o nolenti, si trovano azionisti di maggioranza di banche internazionali «troppo grandi per fallire», coinvolti personalmente perché, attraverso il governo, hanno garantito interventi per un miliardo di sterline.

Non solo le banche hanno evitato qualunque «rischio morale» ma oltre mille banchieri della City, com’è riportato nel Walker Report commissionato dal governo e presentato ieri, hanno ricevuto bonus superiori al milione di sterline. Una cifra che è almeno il doppio di quanto i loro nuovi azionisti - cioè i britannici - guadagnano mediamente in tutta la loro vita. Se il governo usasse qualcosa di più delle parole per bloccare questi bonus, i banchieri si sposterebbero all’estero dalla sera alla mattina. E considerevole sarebbe la perdita di tasse e di reddito.

Che cosa si dovrebbe fare per placare l’ira degli elettori senza affondare il vivacissimo settore dei servizi finanziari che, quando viene accusato di non concedere maggiori crediti all’industria britannica e alle famiglie, replica che i profitti - sui quali sono calcolati i bonus - sono necessari per reintegrare le riserve inquinate dai titoli tossici? Per far quadrare questo cerchio serve quel genere di pensiero laterale intuitivo di cui Maynard Keynes era maestro. Fosse vivo, oggi suggerirebbe questa strategia.

Quando i banchieri d’investimento o i trader in azioni, materie prime, valute o futures finiscono la loro giornata, spesso si rifugiano in uno di quei club di lap-dance di Peter Stringfellow, dove guardano ballare davanti ai loro occhi ragazze poco vestite ma intoccabili esattamente come le perdite e i profitti che turbinano sugli schermi dei loro uffici. Lì, nei club di lap dance, troviamo il modello di business che soddisferà sia gli elettori che i banchieri.

Le ballerine sono pagate in proporzione alla loro attività: 20 sterline a danza e 200 per mezz’ora di «tempo dedicato». Quanto più la ragazza è affascinante e determinata, tanto più lei guadagnerà e Stringfellow incasserà. Succede lo stesso con i banchieri. Un trader in valuta estera riceve il 15 per cento di ciò che fa incassare alla banca. Dando lavoro a un trader, la banca mette potenzialmente un’immensa quantità di denaro sulla sua strada. C’è però una differenza tra trader e ballerine: mentre Stringfellow chiede alle sue ragazze cento sterline a notte per il diritto di lavorare nei suoi club, i banchieri d’investimento ricevono uno stipendio-base di 50-200 mila sterline.
Questo è assurdo. E qui sta la soluzione al problema che tormenta Brown, Obama e Sarkozy.

Quanto dovrebbe costare il «diritto di lavorare» alle ballerine di lap dance e ai banchieri d’investimento? Alzare troppo il «diritto-club» allontanerebbe le ballerine, riducendo con i costi anche le entrate. Abbassare la retribuzione da 20 a 15 sterline per danza farebbe andare via quelle brave, mentre quelle meno brave resterebbero.
Alzare il «diritto-club», invece, allontana le cattive ballerine, che non sono sicure di lavorare tanto da ripagarlo. Le banche dunque dovrebbero fare delle aste, in cui potenziali trader offrono una cifra annua per lavorare: quanto più sono bravi, tanto più sono disposti a pagare.

Commerciare in «options» è un mercato vitale e proficuo nella City, ma non nel mondo del lavoro. Ora c’è qualcosa di nuovo da vendere e comprare. Una «call option», una opzione di acquisto, dà a chi la detiene il diritto, ma non l’obbligo, di comperare qualcosa a un prezzo prestabilito. Se al momento di vendere il prezzo di mercato è più alto, l’opzione può essere esercitata con un guadagno. Se è più basso, chi la detiene può rinunciarvi, perdendo solo il prezzo d’acquisto.

Un banchiere d’investimento potrebbe fare una «opzione di acquisto» sui suoi risultati: se fa guadagnare alla banca dieci milioni di sterline, riceve un milione e mezzo; se fa perdere 10 milioni, non ne perde personalmente un milione e mezzo. Questa «opzione» avrebbe per il trader un valore considerevole. E anche per la banca, che selezionerebbe i migliori. E per i politici, che tratterrebbero chi guadagna bene e le sue tasse, oltre a mostrare agli elettori che i bonus sono onestamente guadagnati. E per la gente comune, che potrebbe partecipare alla lotteria per un posto di trader. E per Stringfellow, che avrebbe nuovi clienti. Keynes troverebbe tutto questo un’intuizione laterale molto soddisfacente.

da lastampa.it
« Ultima modifica: Maggio 31, 2010, 10:22:44 am da Admin » Registrato
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« Risposta #1 inserito:: Maggio 07, 2010, 05:24:26 pm »

7/5/2010
Brown tradito dall'elettore fluttuante
   
RICHARD NEWBURY


Cos’è successo al New Labour, che con Tony Blair nel 1997 aveva vinto con una maggioranza di 179 seggi, infliggendo ai Tory la loro peggior sconfitta dal 1832?

Come mai il New Labour è finito così? Perché i Conservatori, guidati da un privilegiato come David Cameron, e i Libdem, guidati da un altro privilegiato come Nick Clegg, hanno avuto risultati così buoni? Una risposta è che il Labour di Gordon Brown è parso abbandonare quella zona sfuggente chiamata centro per quella più confortevole dell’organizzazione tribale socialista e della guerra di classe. Questo ha certamente puntellato il voto dello zoccolo duro e consentirà al partito di vivere per nuove battaglie, ma significa anche che il Labour di Gordon Brown non sta pescando là dove potrebbe intercettare quei voti fluttuanti indispensabili a una strategia vincente. Nel 2005, all’inizio delle tre settimane di campagna elettorale, i sondaggi davano Blair sconfitto con 60 seggi. Invece vinse con 65. Cos’era successo? Con il suo istinto politico, aveva intuito dove fossero le zone erogene economiche del voto fluttuante e quanto fossero progredite socialmente. L’aveva capito anche perché lui, a differenza di Brown che era nato nella «tribù» laburista scozzese, aveva «scelto» di entrare nel partito e ne era diventato il leader scalandolo dall’esterno. Per lui era stata una scelta da consumatore, come lo è quella dell’elettore fluttuante, pronto a cambiare partito come a cambiare chiesa. Nelle società pluraliste, c’è un mercato degli adepti che va conquistato.

Lo zoccolo duro degli elettori sostiene il suo partito come fosse una squadra di calcio - che vinca o che perda. L’elettore fluttuante invece sceglie secondo il suo tornaconto personale e segue il successo. E’ impossibile vincere un’elezione senza attrarre questi elettori spesso volubili, e ai partiti tocca sedurli. Tuttavia, come il centro, anche loro sono in continuo movimento. Dove vadano, è la storia della Gran Bretagna post-bellica.

Furono i reduci della Seconda Guerra Mondiale a votare massicciamente per il Labour, portando la pianificazione centralizzata del tempo di guerra nella previdenza sociale e nell’economia. I conservatori, accettando la nuova distribuzione della ricchezza, ma promettendo di regolarla meglio, nel 1951 vinsero e governarono per 13 anni. Quello che nel 1964 li fece perdere fu il fatto che venivano visti come estranei al Paese, degli aristocratici ex allievi delle grandi scuole private. Così in effetti erano Eden, MacMillan e Home. Vinse la meritocrazia nella persona del laburista Harold Wilson.

Margaret Thatcher «rubò» al Labour «Syd», l’operaio specializzato, e lo sedusse con il miraggio della proprietà. Ispirati dalla sua mossa leninista contro il Partito conservatore del «noblesse oblige», nel 1983 Tony Blair, Gordon Brown, Peter Mandelson e Alistair Campbell progettarono il New Labour per riconquistare «Syd» che però nel 1992, come ben capì Blair, era diventato un po’ più ricco e si era trasformato nel «Mondeo Man»: artigiano autonomo, con villetta bifamiliare gravata da mutuo e Ford Mondeo. Anche lui era diventato un conservatore e Blair capì che, tassando i ricchi, tassava le sue aspirazioni. Così il socialismo si trasformò nella Terza Via e nel 1997, con una maggioranza travolgente di 170 voti - un’autentica sorpresa -, il New Labour scoprì che i Mondeo Man erano milioni.

Nel 2001 l’uomo qualunque era diventato una donna, la Worcester Woman: casa più grande nei sobborghi, auto 4x4, due bambini. Voleva più soldi per scuole e ospedali e meno tasse. «Rubando» ai Tory lo schema del partenariato pubblico-privato (Private Finance Initiative) - il privato costruisce scuole, ospedali e carceri e li affitta al governo - Blair riuscì di nuovo a comperare gli elettori fluttuanti.

In questa elezione 2010 l’elettore fluttuante è stato identificato in una nuova entità socio-economica: Motorway Man, l’uomo dell’autostrada. Lui/lei vive in una delle aree residenziali costruite negli ultimi cinque anni lungo le autostrade, perché è un tecnico o un junior manager che viaggia per ore, mangia e naviga in rete nei caffè delle aree di servizio e sogna di possedere una casa più grande - e magari mandare i figli a una scuola privata diventando senior manager. L’ultima volta ha votato per Blair, ma ora non pensa più che i conservatori, e soprattutto Dave Cameron, siano estranei rispetto alla sua realtà e alle sue aspirazioni, mentre è preoccupato che la sua casa ora valga meno del mutuo.

Così la stazione di servizio dell’autostrada è diventata il campo di battaglia di questa elezione: lì, a parte gli addetti alle pompe di benzina, ci sono ben pochi elettori dello zoccolo duro Labour. Il Motorway Man ha lo stesso Dna dell’elettore fluttuante che è stato la doppia elica nel corpo Labour come in quello Tory almeno dal 1945. Tony Blair l’avrebbe identificato e inglobato in un nuovo Centro: quello dove la battaglia si vince spingendo l’avversario alle ali estreme, perché essere visti come «moderati» fa vincere le elezioni ed essere visti come «estremisti» le fa perdere.

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=7314&ID_sezione=&sezione=
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« Risposta #2 inserito:: Maggio 12, 2010, 09:57:26 am »

12/5/2010
Una coppia molto "easy"
   
RICHARD NEWBURY

Sono state elezioni alla Mick Jagger. Nessuno dei tre partiti ha ottenuto la «satisfaction» che voleva. Ma è stato il risultato che gli elettori volevano. Brown ha lasciato la terra di mezzo occupata per un decennio da Blair, non tanto quella del New Labour ma del Not Labour che nonostante ciò lo votava lo stesso. Nick Clegg poteva essere il nuovo Blair ma gli elettori sono andati a vedere le carte e hanno scoperto che era molto più «estremista»: sull’Europa, sul seggio permanente all’Onu, sul nucleare. Cameron è stato più bravo di lui a spostarsi al centro, non altrettanto si può dire del suo partito: anche se Cameron ha spazzato via l’idea che i Tories rappresentassero «il bianco 75enne che odia il suo Paese», non è andato fino in fondo e non ha ottenuto il mandato pieno. Ma la corsa verso il centro porta dritto verso un’intesa di lunga durata tra Cameron e Clegg.

Se la fisica indicava un’alleanza logica tra laburisti e libdem, la chimica tra questi due quarantenni «aristocratici alla mano» ha avuto la meglio. I dettagli contano, come quando si sono visti davanti alla telecamera con la barba vecchia di un giorno, un atteggiamento «easy», come quello di Blair davanti a Dowing Street in jeans, che indica la via della nuova Inghilterra cameroniana (e clegghiana). Non è il ‘79, non abbiamo una Thatcher pronta alla rivoluzione neoliberista. La strana coppia, ma neanche troppo, vuole governare per quattro anni, senza strappi né guerre ideologiche. Sull’economia l’intesa è fatta. Li divide qualche visione strategica, l’Europa, e l’euro, se durerà più a lungo di loro.

http://lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=7340&ID_sezione=&sezione=
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« Risposta #3 inserito:: Maggio 14, 2010, 12:23:36 am »

13/5/2010

L'arte inglese di andarsene con eleganza
   
RICHARD NEWBURY

Abbiamo appena visto il cambio del premier britannico, al 10 di Downing Street, svolgersi con la stessa ritualità del cambio della guardia a Buckingham Palace.

E come quei soldati che sono appena tornati da una guerra sanguinosa in Afghanistan, così il primo ministro uscente e quello entrante hanno un «vero» lavoro da fare.

Harold Macmillan diede le dimissioni nel 1963 dal suo letto di ospedale. Subito un tecnico entrò nella sua stanza per staccare il telefono rosso, la linea diretta con il Cremlino. Appena un nuovo primo ministro entra a Downing Street il capo gabinetto lo conduce alla Cabinet Room per inviare ordini scritti a mano con le istruzioni per i capitani dei quattro sottomarini nucleari britannici nel caso il governo non esistesse più. Fatto definito, con pragmatismo inglese, dalla cessazione delle trasmissioni della Bbc. Fu in questo momento che un altro premier, John Major, tornò a casa per un weekend per decidere se accettare o no.

La buona educazione nel cambio della guardia segna il passaggio dalla politica all’arte del governo, dal capo tribale al leader nazionale. Un primo ministro con una maggioranza parlamentare è stato definito «un dittatore eletto» e così ha bisogno di una liturgia per rafforzarlo e allo stesso tempo ricordargli che ha assunto uno «straordinario», ma transeunte, potere.

Quanto temporaneo sia questo potere fu spiegato con la massima chiarezza a Winston Churchill che, dopo aver guidato il suo Paese da Dunkerque allo sbarco in Normandia e a Berlino, fu sconfitto a valanga alle elezioni subito dopo la guerra. Stalin naturalmente non poteva credere a quanto era successo. Ma queste sono le regole del gioco.

Le regole sono anche influenzate dalla forma del campo. Quando la Camera dei Comuni venne distrutta dal bombardamento nazista del 1941, ci fu un dibattito per decidere come ricostruirla. Doveva avere la forma di un ferro di cavallo? Essere moderna? Doveva restare a Londra? «Noi diamo forma ai nostri edifici e loro danno forma a noi», rispose Churchill. La camera dei dibattiti, una cabina in pratica, così piccola che quando è piena alcuni parlamentari devono sedere per terra, è l’istituzionalizzazione delle guerre civili del Seicento, e dal Settecento è diventata il campo di gioco del governo e dell’opposizione.

Le due linee rosse sul tappeto verde non possono essere oltrepassate. Sono alla distanza di una spada. La violenza del Question Time a cui si sottopone il premier, che non ha eguali nel mondo, è regolata dallo Speaker con norme severe e decoro. E nessuno discute con l’arbitro. Non per niente l’Inghilterra ha esportato in tutto il mondo sport come il rugby e il cricket. Uno può tirare una palla a 120 chilometri all’ora in testa del battitore, se lo fa rispettando le convenzioni e vestito decentemente. John Major, un premier che lasciò con eleganza, se ne andò a vedere un partita di cricket. Se Gordon Brown avesse continuato a impuntarsi contro la decisione dell’elettorato se ne sarebbe andato con ignominia e il peggiore degli insulti per un inglese: antisportivo.

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« Risposta #4 inserito:: Maggio 31, 2010, 10:15:34 am »

31/5/2010

Il partner che fa la differenza
   
RICHARD NEWBURY

Per il primo mezzo secolo della mia vita e per parecchi secoli prima, la parola Partner stava a indicare qualcuno che non riceveva più lo stipendio da una Partnership professionale di avvocati, architetti, medici o commercialisti ma, grazie ai suoi buoni risultati, era stato promosso a Partner e di conseguenza riceveva una «parte» dei profitti. Con la moderna mania di non offendere alcun orientamento sessuale o forma di legame, poligamia compresa, il termine partner è stato scippato come parola vaga e buona a tutto, usata per descrivere qualunque relazione di qualunque durata e con qualunque altro essere umano. «Civil Partnership» (Unione civile), però, riferita a coppie sia omo sia eterosessuali, è - per via della condivisione legale di doveri e responsabilità - correttamente definita una partnership - per esempio, dei diritti alla pensione.

David Laws, uscito dal King’s College di Cambridge nel 1987 con una brillante laurea in economia, è diventato un banchiere altrettanto brillante. Prima di lasciare quell’attività per diventare consigliere economico dei liberaldemocratici nel 1994 e deputato nel 2001, era stato due volte Partner - alla JP Morgan dal 1987 al 1992 e alla Barclays De Zoete Wedd dal 1992 al 1994 - diventando milionario. Lui conosce, come la conosciamo noi, la differenza tra «partner» e «amante» - ma quest’ultimo è un termine troppo preciso per finire nella camicia di forza di quella burocrazia così stigmatizzata da George Orwell nel suo saggio «La politica e la lingua inglese».

I meschini avranno molto da soffrire per la perdita di un uomo che rinunciò a una fortuna per diventare la star politica universalmente riconosciuta di questo governo. Un uomo che l’opinione pubblica e il parlamento - sia a destra sia a sinistra - reputavano quello giusto su cui contare per fare gli immensi tagli necessari nella spesa pubblica - soprattutto nella burocrazia!

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