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Autore Discussione: BONDI pubblicizza un paese che non c'è (per stupidità o faziosità?).  (Letto 2351 volte)
Admin
Utente non iscritto
« inserito:: Ottobre 20, 2009, 10:22:29 am »

20/10/2009

Ma il paese poi sceglie Berlusconi
   
SANDRO BONDI


Caro Direttore,
nella cultura della sinistra italiana sopravvive l’idea secondo la quale il partito, in quanto intellettuale collettivo, rappresenti un’avanguardia politica depositaria delle leggi della storia e perciò della volontà e degli interessi, consapevoli o meno, di tutti i cittadini.

Venuta meno la filosofia della storia sottesa a questa convinzione, non è venuta meno però la presunzione da parte della sinistra post comunista italiana di interpretare la volontà della maggioranza degli italiani anche quando il responso elettorale ridimensiona le velleità della sinistra e attribuisce ad altre forze politiche il consenso della maggioranza della popolazione.

Questo spiega perché la sinistra in Italia non accetti di fatto il verdetto popolare, a meno che non coincida con il proprio successo elettorale. In questo caso, la volontà della maggioranza degli elettori legittimata dalle regole della democrazia coincide con la volontà della maggioranza reale rappresentata per definizione dalla sinistra politica e intellettuale.

Berlusconi è tanto odiato dalla sinistra perché la sinistra non sa spiegare con gli strumenti della politica e della conoscenza della realtà il consenso popolare che da oltre sedici anni il Presidente del Consiglio ottiene democraticamente, nonostante tutti gli attacchi che ha ricevuto.

Per la sinistra è inspiegabile che un uomo come Berlusconi, icona ai propri occhi di ogni male possibile, possa vincere le elezioni e rappresentare la volontà della maggioranza degli italiani.

La ragione di questo successo non può non risiedere nella storica corruzione del popolo italiano e negli strumenti di controllo del potere messi in opera dal «despota», secondo l’espressione di Di Pietro, soprattutto attraverso l’uso delle televisioni e dei mezzi di comunicazione. Anzi, l’infezione del popolo sarebbe avvenuta proprio attraverso il modello culturale delle televisioni commerciali di Berlusconi e ora con il bavaglio imposto alla libertà di stampa. Siccome c’è una piccola contraddizione in tutto questo ragionamento - come spiegare ad esempio perché questo popolo corrotto in certi momenti ha attribuito la propria preferenza alla sinistra? -, ecco allora che Walter Veltroni escogita una nuova categoria ermeneutica, quella della «maggioranza civile» contrapposta alla maggioranza democraticamente legittimata a governare il Paese.

Questa maggioranza civile sarebbe stanca di Berlusconi. Peccato che tutte le ultime competizioni elettorali abbiano indicato un vasto consenso a Berlusconi e una certa stanchezza verso la sinistra, ma questo si spiega - sulla base del teorema di Veltroni - con il fatto che questa maggioranza civile «forse ancora non riesce a farsi sentire» (sic).

La verità è che questa sinistra - come ha scritto Biagio De Giovanni - è incapace di valutare adeguatamente il progetto di Berlusconi e di conseguenza l’antiberlusconismo è lo specchio della propria crisi, cioè dell’incapacità di comprendere l’Italia e gli italiani. L’Italia appare così a Veltroni come a Saviano, a Saramago, e a tutta quella pletora di intellettuali che hanno rinunciato a capire la realtà, come una landa desolata e infelice, attraversata da «rissosità, odii, diseguaglianze, conservatorismi, illegalità».

Per fortuna l’Italia vera non è quella descritta da Veltroni o da Saviano. L’Italia è un Paese straordinario che, nonostante tutti i suoi problemi e le sue difficoltà, molte delle quali ereditate dai governi consociativi del passato e dall’esistenza di una sinistra che non esita a calpestare l’immagine del proprio Paese nel mondo per meschini calcoli politici, ha riacquistato peso e credibilità politica internazionale.

Un Paese che, nonostante tutto, ha fiducia nel futuro, ha voglia di crescere e di svilupparsi. Un Paese soprattutto che avrebbe bisogno di una sinistra moderna e riformista, responsabile e costruttiva. Una sinistra capace di comprendere la realtà, di rinnovarsi e di conquistare perciò il consenso della maggioranza degli italiani attraverso le libere elezioni. L’Italia ha bisogno di una sinistra umile che non pretenda di essere la parte migliore del Paese, una sinistra che non presuma di rappresentare la maggioranza civile del Paese, una sinistra che non rivendichi una superiorità morale, una sinistra che rinunci ad alimentare l’odio nei confronti di Berlusconi, una sinistra infine che ami e rispetti davvero il nostro Paese.

*Coordinatore nazionale del Pdl
da lastampa.it
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