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Autore Discussione: Stupido, si porta le "ragazze" in casa e si rende ricattabile...  (Letto 4452 volte)
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« inserito:: Giugno 20, 2009, 06:40:58 pm »

Nelle registrazioni audio che la D'Addario ha eseguito a Palazzo Grazioli sono raccontati gli incontri col premier.

Si distingue la voce del premier

Quell'invito del premier a Patrizia "Vai ad aspettarmi nel letto grande"

La mattina dopo, lui la chiama. Lei ha la voce rauca: "Strano, questa notte non ho sentito strilli"

di CARLO BONINI


BARI - Cosa documentano le registrazioni audio che Patrizia D'Addario ha clandestinamente inciso nell'autunno dello scorso anno a Palazzo Grazioli e quindi consegnato alla Procura di Bari a sostegno dell'attendibilità del racconto delle sue due visite?
La magistratura, mercoledì scorso, le ha secretate, apponendo i sigilli agli originali dei nastri su cui sono incise, e ha disposto che non ne venissero effettuate le trascrizioni. Negli ultimi otto mesi, quelle registrazioni sono state libere da vincoli, perché nella piena ed esclusiva disponibilità della donna.

Ora, tre fonti diverse e indipendenti che hanno avuto nel tempo accesso diretto all'ascolto delle registrazioni, o, quantomeno, ad alcuni dei loro passaggi salienti, riferiscono a Repubblica parte del contenuto. Con indicazioni coincidenti. A cominciare dalla cattiva qualità del sonoro, disturbato da fruscii di fondo.

Eccone dunque il dettaglio.
Ottobre 2008. Patrizia D'Addario è per la prima volta a Palazzo Grazioli. La si ascolta mentre si presenta con un nome di battesimo che non è il suo ("Alessia", come racconterà al Corriere della Sera il 17 giugno scorso) al presidente del Consiglio, la cui voce, a sua volta, si riconosce benché sovrapposta ad una musica di fondo che accompagna la conversazione. La D'Addario dice di essere la titolare di un'agenzia immobiliare. Aggiunge che non è facile per una donna single mandare avanti un'attività di quel genere. Si sente quindi ancora la voce del presidente del Consiglio impegnato a mostrare quelli che si intuisce siano dei quadri.

4 Novembre 2008. Patrizia D'Addario è per la seconda volta a Palazzo Grazioli. Non è un giorno qualunque. Mentre in Italia si fa notte, negli Stati Uniti mancano poche ore allo spoglio che dichiarerà presidente eletto Barack Obama.

Si distingue la voce del presidente del Consiglio che si rivolge a Patrizia spiegandole che si assenterà per fare una doccia e mettere un accappatoio. Il presidente invita la donna ad aspettarlo nel "letto grande". Patrizia risponde affermativamente - "Sì nel letto grande" - aggiungendo un dettaglio che si riferisce al letto e non risulta comprensibile all'ascolto.

Una successiva sequenza registra un qualche trambusto con voci di estranei che avvertono il presidente dell'elezione di Obama e lo sollecitano ai suoi impegni istituzionali. Patrizia - riferiscono due fonti diverse - spiegherà che il personale di Palazzo Grazioli ha urgenza di ricordare al presidente che è atteso da un appuntamento esterno. Una circostanza, questa, che per altro trova conferma in un dato obiettivo. In quelle ore, Silvio Berlusconi è atteso allo spazio Etoile a Roma dove la Fondazione Italia-Usa ha organizzato una serata ufficiale (ripresa in diretta da Skytg24) per la notte elettorale americana. Un evento cui partecipano almeno 500 ospiti, tra cui un centinaio di parlamentari, e onorata da un messaggio video dell'allora ambasciatore americano in Italia Ronald Spogli e a cui il Presidente del Consiglio (la cui presenza era stata annunciata da almeno due settimane) non arriverà mai.

5 novembre 2008. Patrizia D'Addario registra una chiamata telefonica in entrata. Si riconosce la voce del presidente del Consiglio che le chiede "come va". La donna risponde di essere "un po' rauca". Il presidente, di rimando, si dice ironicamente sorpreso perché la notte precedente non ha sentito "strilli".

Quello stesso giorno, c'è una seconda telefonata registrata. L'interlocutore di Patrizia è Gianpaolo Tarantini, l'imprenditore che le ha negato il compenso pieno (2000 euro) pattuito per la prima volta a Palazzo Grazioli ("Perché non ero rimasta", spiega lei nella sua intervista al "Corriere della Sera").
La D'Addario è arrabbiata. Dice di aver ricevuto soltanto "una tartarughina" per la notte e chiede conto dei 2000 euro.

Alle registrazioni si accompagnano, come detto, anche delle fotografie, scattate dalla D'Addario con il suo telefonino all'interno di Palazzo Grazioli.
Di queste, "Repubblica" ha avuto conferma solo di un dettaglio, per altro anticipato dal Corriere della Sera, due giorni fa. Vale a dire, un'immagine che ritrae la foto incorniciata di Veronica Lario. Le altre istantanee - per quanto è dato sapere al momento - ritraggono altrettanti dettagli delle stanze della residenza privata del presidente del Consiglio.

(20 giugno 2009)
da repubblica.it
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« Risposta #1 inserito:: Giugno 20, 2009, 06:43:49 pm »

Barbara racconta le visite a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa

"Dopo la cena io me ne andai. Patrizia, che faceva la escort, restò col presidente"

"Io, Silvio e le altre ragazze tutte lo chiamavano Papi"

"Reclutata" da Giampaolo Tarantini.

Difende il premier: "E' stato simpaticissimo Mi ha regalato dei gioielli e una busta con una cifra generosa solo per la presenza"

di PAOLO BERIZZI e GABRIELLA DE MATTEIS

 
BARI - Barbara Montereale ha 23 anni. È di Modugno. È una bellissima madre single di una bimba di un anno e tre mesi. Sull'avambraccio sinistro ha tatuato: "Sbagliare e soffrire". Ha vissuto per un periodo a Milano con un uomo che, all'epoca era bodyguard di Domenico Dolce.

"Lavoro come modella in un atelier per abiti da sposa", dice Barbara. Ha partecipato a "Uomini e donne" e - aggiunge - ha fatto altre comparsate in tv. "Quando ci riesco faccio la ragazza immagine. Per esempio sono stata Billionerina per tre anni. Ricordo che Fede mi promise di fare la Meteorina. Ci tengo però a dire che non sono una escort".

È Barbara "l'amica modella" con cui Patrizia, nel novembre del 2008, entra a Palazzo Grazioli. È lei la ragazza che "riscontra" con la Guardia di Finanza il suo racconto. È lei che, reclutata da Gianpaolo Tarantini, incontrerà il Presidente una seconda volta, nel gennaio di quest'anno, a Villa Certosa. È lei che, ora, svela "il metodo" del Presidente.

Andiamo con ordine. Ricorda come, quando e chi la introdusse a Palazzo Grazioli?
"Il giorno esatto non lo ricordo. Inizi di novembre del 2008, direi. La mia amica Patrizia mi chiese se mi andava di accompagnarla a una festa a Roma. E io accettai".

Come arrivaste a Roma?
"Non lo ricordo".

In aereo?
"Probabile, ma davvero non ricordo anche perché viaggio molto per lavoro".

Lei pagò per il viaggio?
"No".

Chi pagò?
"Seppi dopo che pagava Gianpaolo Tarantini".

Patrizia le disse che era una festa a casa del
Presidente del Consiglio?
"Sì. E, dopo, ricollegai una cosa accaduta, sempre a Roma, una settimana prima di quel viaggio. Ero con Patrizia all'inaugurazione di un negozio Versace. Un tipo che Patrizia mi disse essere uno degli autisti di Berlusconi le disse: "Carina la tua amica. Portala alla prossima festa"".

Torniamo a novembre 2008. Patrizia le fece il nome di Gianpaolo Tarantini prima di partire?
"No. Conobbi questo Gianpaolo solo quando arrivammo a Roma. Lo incontrammo all'hotel De Russie. Mentre noi eravamo alloggiate all'hotel Valadier".

Tarantini era da solo?
"No. Con il suo autista".

Ricorda il nome dell'autista?
"Dino".

Eravate solo lei, Patrizia e Tarantini?
"C'era anche un'altra ragazza di Bari, che non conosco".

Il nome?
"Non lo ricordo".

Che vi disse Tarantini?
"Ci disse che saremmo andati a casa del Presidente del Consiglio".

Concordaste un compenso?
"No. Non dissi nulla a Gianpaolo perché mi aveva portato Patrizia".

Come andò la cena?
"Mangiammo e scherzammo con il Presidente. Ebbi un'impressione straordinaria. Il Presidente è una persona bellissima e disponibilissima. Mi regalò degli anelli e delle collane che, disse, disegnava lui. Mi diede anche il cd di quel cantante napoletano, come si chiama...?".

Apicella?
"Apicella".

Eravate solo voi ragazze e il Presidente?
"No. C'era anche Gianpaolo".

Che rapporti hanno Tarantini e Berlusconi?
"Gianpaolo dà del lei al Presidente. Il Presidente gli dà del tu. Noi, comunque, avevamo capito che Gianpaolo lavorava per Berlusconi".

Finita la cena, cosa accadde?
"L'accordo era che io, Gianpaolo e l'altra ragazza lasciassimo sola Patrizia con il Presidente e così facemmo".

Perché Patrizia rimase?
"Per lavorare".

Lavorare?
"Sapevano tutti a quella cena che lei era una escort".

Anche il Presidente?
"Presumo proprio di si".

Dunque, ve ne andate e dove?
"Io e Giampaolo veniamo riaccompagnati nei nostri alberghi. E la mattina dopo, alle 8, rientrò anche Patrizia nella stanza che condividevamo".

Le disse qualcosa?
"Mi raccontò di aver avuto un rapporto sessuale con il Presidente. E aggiunse di non essere stata pagata. Aggiunse anche però che non le interessavano tanto i soldi quanto che lui le desse una mano con una questione che riguardava la costruzione di un residence".

Lei venne pagata per quella cena?
"No".

Sentì di nuovo Tarantini?
"Sì. A fine novembre 2008. Ero con Patrizia a Dubai, in vacanza. Mi chiama Gianpaolo al telefono e dice che il Presidente mi vuole incontrare di nuovo. Io mi lamento che la prima volta non ho neppure avuto il gettone di presenza. Lui risponde che questa volta è tutto a posto. Che avrei avuto i soldi e mi avrebbe pagato i biglietti aerei. A quel punto, Patrizia si arrabbia. Prende il telefono e grida a Tarantini: "Ma come, te l'ho portata io e adesso tu vuoi lei e non me?"".

E come finì?
"Non se ne fece niente".

Rivide il Presidente del Consiglio?
"Si. A Villa Certosa".

Quando?
"Metà gennaio di quest'anno. Fu sempre Tarantini a chiamarmi. Questa volta mi diede mille euro di gettone e andai".

Come ci andò?
"Una macchina con autista, sempre Dino, da Bari a Ciampino. E qui in aereo".

Che aereo?
"Un aereo privato. Piccolo".

Ricorda insegne dell'Aeronautica militare?
"No".

Chi la accolse a Villa Certosa?
"Licia Ronzulli. È lei che organizza la logistica dei viaggi delle ragazze. Che decide chi arriva e chi parte. E smista nelle varie stanze".

Chi c'era nella villa?
"Una ventina di ospiti. Molte ragazze e qualche uomo.
Oltre a Berlusconi e Tarantini, ricordo Susanna Petrone, quella che sta con Marco Borriello, il calciatore. E ricordo anche Carolina, quella del Grande Fratello che poi doveva fare una fiction".

Che si faceva nella villa?
"Balli, canti. Coreografie tra ragazze brune e bionde. C'era anche Apicella che cantava".

Incontrò Berlusconi?
"Sì, dopo che aveva finito di fare un massaggio mi portò insieme ad altre ragazze con la macchinina a visitare il parco. Giocammo con il cane che gli ha regalato Bush".

Lei come si rivolgeva a Berlusconi?
"Io lo chiamavo Silvio. Tutte le altre lo chiamavano Papi".

Tutte?
"Tutte. Io non avevo confidenza e mi limitavo a Silvio".

C'erano minorenni nella villa?
"Non saprei. Eravamo tutte molto giovani".

Vi parlaste?
"Fu molto dolce. Come un padre. Gli raccontai che avevo perso i genitori. Che la mia bimba non stava bene. Che non ce la facevo a tirare avanti da sola. Lui mi diede un bacio sulla fronte e prima che partissi mi consegnò una busta".

Cosa c'era dentro?
"Una cifra molto generosa in contanti. Fu un gesto bellissimo. E io, lo giuro su mia figlia, con lui non ebbi nessun rapporto sessuale. Posso solo dire che Tarantini diceva a noi tutte che per chi andava con il Presidente c'era la busta con cifra a piacimento. Io, lo ripeto, ho avuto la busta ma senza fare nulla perché non sono una escort".

Fu invitata di nuovo?
"Si. Un'altra volta, alla fine di febbraio, sempre a Villa Certosa, ma la cosa saltò perché morì la sorella del Presidente".

Anche quella visita doveva essere a gettone?
"Sì. Fosse stato per Tarantini mi avrebbe pagato ogni visita. Perché questo è l'accordo che aveva con me".

Sapeva che Patrizia aveva deciso di raccontare la sua storia?
"Patrizia meditava vendetta da Natale scorso. Mi disse che avrebbe fatto lo scoop perché non era stata aiutata dal Presidente. Io non ero d'accordo. Perché quello che penso io è: "Meno male che Silvio c'è". Scrivetelo, mi raccomando. Ci tengo. Difenderò Berlusconi fino alla morte".

Lei è mai stata invitata a presentarsi alle elezioni con il centro-destra?
"Sì, alle ultime elezioni ero candidata alle comunali nella circoscrizione Madonnella a Bari con la lista "La Puglia prima di tutto". Ho preso 91 voti".

Chi le ha offerto la candidatura?
"Patrizia".

Quello che lei ci ha appena riferito lo ha detto anche alla Finanza?
"La Finanza mi ha fatto meno domande di voi. Ma le cose che ho detto sono le stesse".

(20 giugno 2009)
da repubblica.it
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« Risposta #2 inserito:: Giugno 20, 2009, 07:00:55 pm »

Le accuse a Berlusconi e le feste sarde di Tarantini

di Carmine Fotina
 

Giampaolo Tarantini l'arte delle public relations l'ha appresa in fretta e a menadito. Ma il suo uso sofisticato e spregiudicato ha condotto altrettanto rapidamente il 34enne imprenditore pugliese al centro di un'inchiesta della Procura di Bari con l'ipotesi di induzione alla prostituzione di ragazze - tra cui Patrizia D'Addario, in arte «Brummel» - che avrebbero partecipato a feste organizzate a Palazzo Grazioli. Il segreto non era poi così complicato. Bastava affittare per un'estate una villa lussuosa in un luogo esclusivo della Sardegna; organizzare feste delle quali si sarebbe parlato per giorni; conoscere nell'occasione personaggi glamour che conoscessero a loro volta l'"illustre vicino" di "villa per eccellenza" sull'isola. Così, secondo il gossip che circonda da giorni l'imprenditore barese, sarebbe nata la scorsa estate l'originale conoscenza tra Tarantini e il premier Silvio Berlusconi. Di qui la svolta: il giovane rampante della Bari-bene avrebbe messo con decisione in secondo piano l'attività di famiglia nel settore delle protesi e delle forniture ospedaliere, attratto dal profumo della politica e dalle stanze del potere.

Tra medici, manager delle Asl e direttori di cliniche quello dei fratelli Tarantini è un nome noto da anni, da quando l'azienda di famiglia ha iniziato a ingranare la marcia. Molto più recente sarebbe invece l'ascesa di Gianpaolo, 34 anni, quattro in più di Claudio, nel mondo delle public relations, delle feste mondane in località esclusive e locali di classe. Ed è intorno a questo repentino cambio nello stile di vita del giovane imprenditore barese che i magistrati stanno lavorando per trovare nuovi riscontri dopo le dichiarazioni e le audiocassette registrate dalla escort Patrizia D'Addario.

È nell'estate del 2008, in Sardegna, che Gianpaolo avrebbe posto le basi della sua conoscenza con il premier Silvio Berlusconi. Nella splendida villa affittata per la stagione estiva a Capriccioli, poco distante da Cala di Volpe, Gianpaolo avrebbe movimentato diverse serate con feste aperte a giovani e vip invitati attraverso un ex impiegato della azienda di famiglia, la "Tecno Hospital di Tattoli srl", trasformato per l'occasione in promoter. Berlusconi, secondo ricostruzioni di ambienti vicini a Tarantini, non avrebbe mai partecipato agli eventi mondani organizzati da Gianpaolo ma avrebbe conosciuto il giovane imprenditore a villa Certosa. Gianpaolo sarebbe infatti stato introdotto al Cavaliere da alcuni dei suoi ospiti e da lì sarebbe scoccata la conoscenza che ha gradualmente avvicinato il giovane della Bari bene alla politica, terra fino a quel momento sconosciuta. Fino a un posto nelle prime file della platea del congresso del Pdl, con l'ambizione sussurrata a diversi amici di entrare in qualche modo nello staff o tra i collaboratori del premier.

Una svolta improvvisa, dopo anni trascorsi a dedicarsi a protesi per anca e ginocchio. Il business della Tecno Hospital per la verità, nonostante il boom di fatturato degli ultimi anni, non sembra entusiasmare più di tanto il più grande dei fratelli Tarantini anche perché le Asl pagano, quando va bene, con il contagocce. Per giunta la Procura barese, dopo una precedente inchiesta che porta alle dimissioni dell'ex assessore regionale alla Salute Alberto Tedesco, torna d'impeto sul tema della sanità puntando dritto alle forniture d'oro della "Tecno Hospital di Tattoli srl" che avrebbe beneficiato di sponde favorevoli tra medici e cliniche di riabilitazione (oltre ai fratelli Tarantini, sono indagati il primario del Policlinico di Bari Vincenzo Patella e l'imprenditrice Ilaria Tatò).

L'inchiesta dei magistrati è in qualche modo la classica goccia, perché Gianpaolo cede la sua quota societaria e punta tutto su Roma e nuove passioni da imprenditore con l'obiettivo di diversificare. Magari restituendo smalto al business di un'altra partecipata, la Adrimare srl, azienda barese che si propone con i suoi servizi nelle infrastrutture anche come partner della Protezione Civile. Nasce poi, circa quattro mesi fa, la G.C. Consulting con uno sconfinato oggetto sociale che va dai servizi di consulenza all'organizzazione di eventi e di pr. Public relations che nel frattempo Gianpaolo, sempre secondo versioni che sarebbero in corso di accertamento, cura nei confronti del premier e di interlocutori politici fino a poco tempo prima estranei al suo mondo.

Una rete di rapporti che potrà emergere con maggiore chiarezza nel corso dell'inchiesta. Intanto dall'indagine per corruzione e appalti nella sanità è stata stralciata la parte relativa all'induzione alla prostituzione (in cui, dei fratelli Tarantini, sarebbe indagato solo Gianpaolo) emersa attraverso alcuni colloqui intercettati dai magistrati baresi, in cui sarebbero coinvolti anche alcuni esponenti locali del Pd. Nelle stesse intercettazioni si parlerebbe anche della fornitura di dosi di cocaina apparentemente per uso personale. Restano da verificare le dichiarazioni di Patrizia D'Addario, in arte Brummel, la quarantaduenne escort dal burrascoso passato. Le audiocassette sono state acquisite dal pm Giuseppe Scelsi, chiuse in un plico e sigillate presso la Guardia di finanza di Bari. «Qui - avrebbe detto D'Addario al magistrato consegnando le audiocassette - ci sono le prove dei miei due incontri romani con il premier Silvio Berlusconi; ascolti e si renderà conto che dico la verità». In un altro fascicolo sono contenuti invece i verbali di interrogatorio di altre tre ragazze che hanno parlato delle loro visite a Palazzo Grazioli.

I magistrati intendono ora trovare conferme al racconto delle donne, verificando i loro spostamenti e i soggiorni negli hotel della capitale. Di certo i pm non si aspettano sorprese sulla titolarità dell'inchiesta: la Procura di Bari ritiene di essere competente ad indagare sul reato di induzione alla prostituzione in quanto le ragazze che avrebbero partecipato ad alcune serate a Palazzo Grazioli sarebbero state ingaggiate nel capoluogo pugliese.

da ilsole24ore.com
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« Risposta #3 inserito:: Giugno 23, 2009, 09:58:27 am »

22/6/2009 (7:27) - IL PREMIER. INCHIESTA DI BARI

Le nuove prove degli incontri a Villa Certosa
 
Altre foto e registrazioni audio consegnate oggi ai magistrati baresi

GUIDO RUOTOLO
BARI


Domenica di ballottaggio comunale e di referendum. Il Papa è a San Giovanni Rotondo, per Padre Pio, e anche i rappresentanti delle istituzioni locali hanno fatto penitenza. Ma, intanto, l’inchiesta sul giro di prostitute d’alto bordo, sulle «ragazze-immagine» in trasferta a Roma e in Sardegna, per i festini di Silvio Berlusconi, riserva nuove sorprese.

Non c’è solo l’episodio del 4 novembre scorso, di Patrizia e delle sue colleghe Barbara e Lucia al centro delle indagini del pm Pino Scelsi. Ma anche in altre occasioni l’imprenditore Gianpaolo Tarantini avrebbe procurato ragazze per farle incontrare col premier. Davvero mai come in questo caso le intercettazioni telefoniche, attivate per una inchiesta sulla malasanità, hanno portato gli inquirenti e gli investigatori a incappare su storie molto private. E anche pubbliche. All’attenzione degli inquirenti, le attività di Tarantini, e i suoi rapporti bipartisan coi politici locali. Nei giorni scorsi era filtrata l’indiscrezione che nel giro delle «ragazze-immagine» gestite da Tarantini fosse incappato anche il vicepresidente della Regione Puglia, l’assessore all’Industria Sandro Frisullo (Pd).

Secondo altre indiscrezioni, vi sarebbe un episodio che ha incuriosito gli investigatori. Si tratta di una cena elettorale del Pd, finanziata da Tarantini e organizzata da Frisullo. Sarebbe avvenuta nel marzo del 2008 al ristorante «La Pignata» di Bari. Una novantina di invitati, imprenditori del settore farmaceutico, per conoscere i candidati del Pd. Ospite d’onore Massimo D’Alema (che non avrebbe mai avuto rapporti con Tarantini).

Induzione alla prostituzione, il filone che coinvolge Silvio Berlusconi, l’«utilizzatore finale», per dirla con la battuta infelice del suo legale Niccolò Ghedini, delle donne procurate da Tarantini. Gli inquirenti baresi non nascondono la loro «preoccupazione» per avere verificato che, «durante le feste, l’accesso a Palazzo Grazioli è incontrollato».

Se si trattasse di un privato cittadino, non sarebbe un problema. Ma trattandosi della residenza del presidente del Consiglio, ed essendo diventata, Palazzo Grazioli, anche sede di incontri istituzionali, come per Villa Certosa e gli scatti rubati di Antonello Zappadu, si pone un problema di sicurezza e degli apparati che dovrebbero garantirla.

Patrizia, Barbara, Lucia, nelle loro deposizioni hanno confermato di essere entrate a Palazzo Grazioli senza nessun controllo. Nessun metal detector o ispezione all’ingresso, per capirci. Tanto è vero, e questo rappresenta un’ulteriore conferma della solidità del racconto di Patrizia D’Addario, che la notte di «Obama for President», lei, la candidata che ha raccolto soltanto due preferenze alle comunali, ma anche l’amica Barbara, riuscirono a scattare diverse fotografie (Patrizia anche a registrare le conversazioni con Berlusconi).

E quelle foto, come anche altre audiocassette, saranno consegnate stamani agli investigatori. Gli scatti di Barbara - quelli che pubblichiamo in questa pagina - sono stati realizzati in un bagno di Palazzo Grazioli la sera del 4 novembre scorso. La prima delle tre immagini: la ragazza sulla sinistra è Lucia Rossini, l’altra è Barbara Montereale. Sono vestite in nero, con il trucco non troppo leggero. Confermando così le direttive impartite da Gianpaolo Tarantini. Nella seconda immagine si vede la «fotografa» Barbara (la sua immagine è riflessa nello specchio) che ritrae (con una macchina digitale) Lucia che gioca con un fon. Sull’attaccapanni della porta del bagno, un accappatoio bianco. Nell’ultimo scatto, Lucia fotografa Barbara in posa, con il fon in mano e il braccio destro aggrappato alla lampada.

Ieri, intanto, il settimanale londinese «The Sunday Times» ha pubblicato un’ampia intervista a Patrizia D’Addario, con un servizio fotografico esclusivo. Patrizia si sofferma sui due incontri a Palazzo Grazioli. E racconta particolari. La prima volta, il 15 ottobre: «Ci siamo seduti a tavola intorno alle 23,30. Il menù? Tagliatelle con porcini, hamburger e patate, torta allo yogurt, tutto servito da camerieri in livrea».

A un certo punto, Berlusconi fissa Patrizia e ad alta voce dice: «C’è una ragazza che non si fida più degli uomini, ma io le farò cambiare opinione». Lei risponde piccata: «Che fai, scherzi sulla mia vita?». «Sì - taglia corto Berlusconi -, io conosco tutto». Durante la cena, scrive il settimanale londinese, Berlusconi si alzava in continuazione e tornava, con un grande sorriso, pieno di regali per tutte le donne. Il presidente ha invitato Patrizia a ballare un lento: «Abbiamo ballato davanti a tutti. Mi stringeva forte, ma quello che mi ha colpito è che lo faceva davanti a tutti».

da lastampa.it
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« Risposta #4 inserito:: Giugno 23, 2009, 10:00:24 am »

Nessuno controllava gli ospiti a Palazzo Grazioli. Nel giro più di 30 ragazze

Sotto esame il ruolo della transessuale Manila, amica del cuore della D'Addario

Prostituzione, 5 incontri sospetti si allarga il filone della cocaina

di GABRIELLA DE MATTEIS e GIULIANO FOSCHINI


BARI - Nell'inchiesta sull'induzione alla prostituzione della procura di Bari non c'è soltanto la serata del 4 novembre 2008 a palazzo Grazioli. Sul tavolo del pm, Giuseppe Scelsi, ci sono almeno altri quattro incontri sospetti, quattro occasioni nelle quali Gianpaolo Tarantini potrebbe aver reclutato donne da portare al premier Silvio Berlusconi. D'altronde, sabato, è stato lo stesso Tarantini ad ammettere e chiedere scusa al presidente del Consiglio: "Non sapeva nulla di quello che facevo - ha dichiarato - E in ogni caso i soldi che io davo alle ragazze erano soltanto dei rimborsi spese".

Una mossa con cui l'imprenditore barese, in queste ore sotto una fortissima pressione, prova a spezzare il doppio filo che ormai lo annoda al presidente del Consiglio ("l'utilizzatore finale" per utilizzare le parole dell'avvocato Niccolò Ghedini). E' chiaro che i due fossero in ottimi rapporti personali, tanto che nelle intercettazioni sulle utenze dell'imprenditore ci sono almeno due conversazioni dirette tra loro. L'obiettivo della difesa di Tarantini è ora quella di allontanare del tutto la figura di Berlusconi (che non è indagato) e tentare di scardinare l'assunto dell'accusa ragazze-droga-appalti.

La verità, infatti, è che l'indagine con il passare dei giorni si fa sempre più solida. Gli investigatori sono ormai convinti che il numero di ragazze coinvolte sia molto più ampio: nel taccuino della Guardia di Finanza ci sono una trentina di nomi di donne che verranno ascoltate nei prossimi giorni.

Tutte reclutate da Tarantini - o da persone a lui vicine - per le sue feste (a Bari, Milano e in Sardegna) o per gli inviti a cena nelle case di Berlusconi. Ecco perché in queste ore gli investigatori stanno scandagliando tutti gli ambienti di un certo tipo vicini a Tarantini: un ruolo, in questo, lo avrebbe la transessuale Manila Gorio, amica del cuore di Patrizia D'Addario e conduttrice di un reality trasmesso da una tivù locale ("La Masseria" su Teleregione) in cui, peraltro, ha partecipato Barbara Montereale.

Proprio questo numero crescente di ragazze coinvolte apre per altro un nuovo capitolo dell'inchiesta che gli stessi investigatori definiscono "molto preoccupante". Dall'indagine è emerso infatti chiaramente che l'accesso a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa era incontrollato. Perché così ha raccontato agli inquirenti Patrizia D'Addario, così ha confermato ieri nell'intervista a Repubblica Lucia Rossini, ricordando che per far aprire le porte è bastata soltanto una telefonata di Gianpaolo.

Sia Patrizia D'Addario sia Barbara Montereale hanno potuto registrare o scattare foto all'interno della casa, dalla legge ritenuta assimilabile a residenza di Stato. Non solo: Barbara racconta che nessun controllo c'è stato nemmeno a Villa Certosa, dove c'erano anche ragazze straniere non riconducibili al giro di Tarantini.

Insomma, la falla è enorme soprattutto se si pensa che quelle stesse stanze sono abitate normalmente dai grandi del mondo. E difficilmente, ragionano gli inquirenti, si può parlare di inadeguatezza dei Servizi. Dal racconto delle ragazze si evince infatti come quella di non controllare agli ingressi o all'interno fosse una disposizione arrivata dal presidente o comunque dal suo staff.

Infine, la droga. E' questa la terza pista che la procura di Bari e la Guardia di Finanza continuano a seguire. C'è almeno un indagato e negli interrogatori gli investigatori chiedono a tutti riscontri all'ipotesi di un traffico lungo la direttrice Bari-Civitavecchia-Olbia. Dalle intercettazioni telefoniche emerge, infatti, che alcuni dei partecipanti alle feste sarde e alcuni dei collaboratori di Tarantini facevano uso di sostanze stupefacenti.

(22 giugno 2009)
da repubblica.it
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