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Autore Discussione: FEDERICO PACE Cgil: "Legge solo per pochi precari  (Letto 2701 volte)
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« inserito:: Marzo 13, 2009, 04:11:00 pm »

ECONOMIA     

Per il sindacato il 90% degli atipici rischia di rimanere senza sostegno

"Anche per loro si deve applicare la disoccupazione ordinaria"

Cgil: "Legge solo per pochi precari

E l'aumento è un'elemosina"


di FEDERICO PACE
 


Cifre irrisorie. Requisiti troppo stringenti. Misure ancora inadeguate. Per Nidil Cgil, la struttura sindacale che rappresenta i lavoratori atipici, la misura appena passata al Consiglio dei ministri è "un'elemosina, niente di più". Il "pacchetto per i precari" prevede, per gli atipici che perdono l'impiego, l'incremento dell'una tantum dal 10% al 20% dell'ultima retribuzione annua. Ma per Roberto D'Andrea della segreteria nazionale di Nidil Cgil, il Cdm non è intervenuto sui punti cruciali e il tipo di sostegno offerto agli atipici rimane insufficiente.

"Innanzitutto non hanno modificato i criteri di accesso (ancora troppo stringenti) a questa una tantum". Un collaboratore, spiega D'Andrea, "che non si vede rinnovato il contratto, per ottenere l'una tantum deve avere avuto un solo datore di lavoro, avere guadagnato l'anno scorso un reddito annuo tra 5 mila e 13 e 800 euro. E non basta. Deve avere tra tre e dieci mesi di versamenti. E nell'ultimo anno in corso deve avere avuto versamenti per almeno tre mesi".

Senza considerare che l'azienda in cui si opera deve essere "decretata" nell'area di crisi. Un'area non ancora definita da alcun decreto. " Per questo gli "atipici che potranno riuscire ad avere l'una tantum non potranno superare il dieci per cento del totale della platea di circa 800 mila persone, contando solo i monocommittenti. Al massimo 80 mila". L'unica committenza non vuole dire che gli altri non ne hanno bisogno. "Infatti se un collaboratore guadagna meno di 6 mila euro l'anno e ha due committenti è escluso dall'una tantum".

Ma quanto può arrivare a valere questa una tantum? "Il ministero parla di cifre comprese tra i 1.000 e i 2.600 euro. Ma sono valori un po' gonfiati. I redditi medi degli atipici sono pari a 8.000 euro lordi l'anno. Basta fare i conti. In media, in realtà, si deve parlare di una cifra pari a 1.600 euro. Noi denunciamo che nel fondo Inps c'è un attivo spaventoso. Questo proprio perché le prestazioni sono molto difficili da avere".

Non solo. "Fino ad ora il governo ha solo diramato questo comunicato stampa. Non c'è altro. Non ci sono testi ufficiali. Nel comunicato semmai, si parla della concessione ai lavoratori atipici di poter fare lavori con redditi di piccola entità non superiori 3 mila euro annui." Inoltre, dice D'Andrea, "è sorprendente che le misure a favore dei precari vengano inserite, così come ha detto il ministro Sacconi, nel pacchetto che riguarda l'auto e altri beni durevoli".

Le cifre sembrano rimanere irrisorie. E per una platea troppo ristretta di persone rispetto a quelle che rischiano di venire coinvolte da un mancato rinnovo contrattuale. "Gli atipici rimangono ancora esclusi, di fatto, da misure più strutturate. Questo pacchetto è insufficiente. Lo capisce chiunque. Per gli atipici - conclude D'Andrea - si deve applicare la disoccupazione ordinaria. Anche i precari che perdono il posto devono avere il diritto all'assegno di disoccupazione. Anche loro devono avere un assegno mensile. Per loro si deve fare molto di più. Non basta aumentare l'elemosina".

(13 marzo 2009)

da repubblica.it
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« Risposta #1 inserito:: Marzo 13, 2009, 04:12:04 pm »

Governo, via libera al pacchetto-precari

Sacconi: assegni in 20 giorni

Per i Co.co.pro. indennità fino a 2.600 euro

Misure per incentivare la riassunzione

 
 
 
 ROMA (13 marzo) - Velocizzazione delle procedure per la concessione e l'erogazione degli ammortizzatori sociali e raddoppio dell'indennità di disoccupazione dei Co.co.pro. dal 10% al 20% dell'ultima annualità percepita. Sono alcune delle novità introdotte
dal nuovo pacchetto di norme per i lavoratori precari approvato dal Consiglio dei ministri.

Le novità diventeranno emendamenti al decreto legge incentivi. Le misure riguardano il «completamento e la semplificazione per gli strumenti di protezione dei lavoratori sospesi o licenziati».

Si accorciano i tempi per accedere agli ammortizzatori sociali. «Dai 120-140 giorni che servivano per l'erogazione degli strumenti ordinari - ha detto il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi  - con le misure adottate oggi ci sarà una drastica semplificazione del procedimento per arrivare a 20-30 giorni».

L'indennità di reinserimento per i collaboratori a progetto (co.co.pro) con un solo committente «è innalzata al 20% di quanto percepito l'anno precedente in un intervallo che va da 1000 a 2600 euro circa». Il raddoppio costerà 100 milioni di euro per il 2009. «Useremo 100 milioni ulteriori di disponibilità del ministero», ha spiegato Sacconi, sottolineando che «ragionevolmente prorogheremo anche nel 2010 la misura, ma attualmente la copertura è per il 2009. Rinunceremo a qualche ricerca», ha aggiunto.

Chi riceve sussidi potrà «accettare lavori per un massimo di tre mila euro per la parte restante del 2009. In questo modo, potranno fare un'integrazione all'80% del reddito che ricevono dagli ammortizzatori sociali».

Misure per incentivare la riassunzione. Il ministro spiega che i «i lavoratori che hanno sussidi straordinari potranno portare con sè i sussidi e così ci sarà un abbattimento del costo del lavoro».

A regioni anticipati 151 milioni. «Abbiamo messo a disposizione, con una anticipazione, alle regioni 151 milioni di euro presso l'Inps, come conto aperto su cui le singole regioni in base a un primo riparto possono attingere». Sacconi spiega che «presto potremo ripartire altre risorse».

La crisi attuale. Il ministro ammette che si tratta di un momento difficile che potrà peggiorare, «ma occorre relativizzare» i dati e procedere a un «confronto con le serie storiche».  I dati relativi al mercato del lavoro saranno forniti dall'Istat nei prossimi giorni, ma molto probabilmente «il tasso di occupazione si attesterà intorno al 59%» e il numero di occupati stabilmente sarà di «circa 23 milioni», ribadisce il ministro.  «L'età di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro è drammatica - aggiunge - perché ci sono dei giovani vecchi che iniziano a lavorare a 30 anni con un titolo di studio debole. Una cosa è essere precari a 22 anni, altro esserlo a 30».
 
da ilmessaggero.it
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