UMBERTO ECO.
Arlecchino:
12 motivi per considerare Eco un genio
Pubblicato: 23/02/2016 09:54 CET Aggiornato: 23/02/2016 09:54 CET
Non ce l'ho fatta a trattenermi dopo aver letto numerosi commenti sui social relativi alla morte di Umberto Eco. Mi rendo conto che ormai è un ambito dominato da dinamiche rituali assurde, senza alcuna pertinenza con la realtà, però da lettore di Eco non potevo tacere.
Innanzitutto c'è questa nuova moda un po' snob di stare a bacchettare gli afflati retorici dovuti alla morte di un grande personaggio (cosa che è già capitata di recente con David Bowie) e che forse tradisce una grande nostalgia di elitismo intellettuale in questo panorama di populismo kitsch.
Ma veniamo a Eco. Occorre fare chiarezza su alcune cose: se è molto ma molto riduttivo liquidarlo come un romanziere manierista e alessandrino, è davvero un orrore scientifico sostenere come alcuni fanno che non abbia contribuito allo sviluppo di alcuna nozione scientifica. Se sulla prima posizione posso limitarmi a dire che può essere una questione di gusti, la seconda è una semplice questione di ignoranza. Cercherò pertanto di elencare alcuni motivi del valore filosofico e scientifico di Eco, senza nessuna pretesa di esaustività ma solo sulla base della mia personalissima frequentazione dei suoi testi da quando avevo circa venti anni.
1) Eco resta uno dei massimi esperti di estetica medievale degli ultimi 50 anni, non esiste ricerca in questo campo che non lo citi;
2) Eco ha il merito di aver contribuito allo sviluppo di una estetica contemporanea non crociana in un momento in cui il crocianesimo era egemone e parrocchia;
3) Eco ha introdotto categorie di analisi dell'industria culturale che sono ormai classiche quanto il Super Io di Freud in psicologia e mi riferisco ad espressioni come "apocalittici e integrati", "superuomo di massa", "opera aperta", piacciano o non piacciano esistono;
4) Eco ha introdotto in Italia la semiotica, nello specifico quella di indirizzo analitico e ne è stato uno dei massimi studiosi a livello mondiale;
5) Come conseguenza o in abbinamento al punto precedente, Eco ha introdotto in Italia il pensiero di autori come Peirce, del quale non è stato solo un promotore italico ma uno dei massimi studiosi a livello internazionale;
6) Eco ha partecipato come critico dei costumi italiani inventandosi una nuova forma di pamphlet saggio quasi sconosciuta nel nostro paese, peraltro facendoci ridere tanto;
7) In ambito filosofico, insieme ad altri autorevoli esperti come Garroni, ha approfondito e riproposto il tema dell'attualità del trascendentalismo kantiano come questione centrale dei processi di classificazione razionale e di organizzazione dell'esperienza (mi riferisco al libro Kant e l'ornitorinco);
8) Con grande acume ha approfondito aspetti della storia delle idee del Seicento, occupandosi con grande competenza di autori come Athanasius Kircher;
9) Allo stesso modo si è occupato della teoria della cospirazione e delle logiche sociali legate alle organizzazioni esoteriche moderne e contemporanee;
10) Ha svolto costantemente una azione di critica degli aspetti più autoritari della società italiana con testi come Pampini bugiardi oppure con i saggi sulla semiotica del fascismo;
11) Sempre in questa direzione per primo ha parlato del "populismo mediatico" italiano;
12) Parallelamente a tutte queste cose, ciascuna delle quali basterebbe a far fare una carriera straordinaria a ciascuno di noi, Eco è stato un divulgatore rigorosissimo dal primo e rivoluzionario manuale di storia dell'arte con Eugenio Battisti pensato per le medie ma così ben riuscito da essere adottato all'università, alle recenti enciclopedie del Medioevo, dell'Antichità, del Rinascimento, che sono un ottimo modo per conoscere quelle realtà storiche.
Ora questi sono solo alcuni dei motivi per cui Eco resta il più importante e conosciuto intellettuale italiano degli ultimi decenni. E non ho fatto riferimento all'Eco romanziere la cui fama tutti conosciamo. La cosa che mi viene da aggiungere come conclusione: tutta questa stizza e acredine tese alla diminuzione del personaggio sono fondate sulla conoscenza del personaggio? Oppure è solo un modo per liquidarlo sulla base di impressioni e di antipatie soggettive, magari anche alimentate da una certa spocchia dello stesso personaggio?
Mettetevi l'anima in pace, Eco poteva apparire spocchioso ma restava geniale.
Da -http://www.huffingtonpost.it/manuel-anselmi/12-motivi-per-considerare-eco-un-genio_b_9295722.html?utm_hp_ref=italy
Arlecchino:
Umberto Eco, esce il nuovo libro Pape Satan Aleppe per sopravvivere alla liquefazione della società
Pubblicato: 26/02/2016 15:36 CET Aggiornato: 26/02/2016 15:51 CET
Essere consapevoli "che si vive in una società liquida che richiede, per essere capita e forse superata, nuovi strumenti". È l'unico modo che abbiamo per sopravvivere, nell'interregno in cui ci troviamo, alla liquefazione. Umberto Eco ci lascia questo grande messaggio nel suo ultimo libro dal titolo dantesco (Inferno, VII, 1) 'Pape, Satan, Aleppe', che esce oggi, a una settimana dalla sua morte, avvenuta il 19 febbraio. S'inaugura così La nave di Teseo, la nuova avventura editoriale che ha fondato con Elisabetta Sgarbi, direttore generale ed editoriale.
"Cronache di una società liquida non a caso è il sottotitolo di questo libro in cui Eco ha raccolto, come spiega nella prefazione, le Bustine di Minerva degli ultimi 15 anni. "Dal 2000 al 2015, calcolando ventisei Bustine all'anno, di Bustine ne avevo scritte più di quattrocento e ho ritenuto che alcune fossero ancora ricuperabili. Mi pare che tutte (o quasi tutte) quelle che raccolgo in questo libro possano essere intese come riflessioni sui fenomeni della nostra 'società liquida', di cui parlo in una delle Bustine più recenti, che pongo a inizio della serie" dice l'autore de 'Il nome della rosa'. Fino all'ultimo lo scrittore ha lavorato a 'Pape Satan Aleppe' che aveva rivisto, corretto e consegnato e per il quale aveva scelto un titolo in cui c'è tutta la confusione e la "sconnessione" che viviamo. Sono parole, come spiega Eco nella prefazione, che "confondono le idee, e possono prestarsi a qualunque diavoleria. Mi è parso pertanto comodo usarle come titolo di questa raccolta che, non tanto per colpa mia quanto per colpa dei tempi, è sconnessa, va - come direbbero i francesi - dal gallo all'asino, e riflette la natura liquida di questi quindici anni".
La passeggiata di Umberto Eco nel suo "bosco narrativo"
L'uscita era prevista a maggio, e farlo arrivare in libreria a così pochi giorni dalla morte di Eco, è stata davvero una corsa contro il tempo per gli amici con cui era salito su La nave di Teseo, fra i quali l'editor di una vita Mario Andreose che ne ha parlato come un'opera di grande "intrattenimento" con alcune parti di "pura comicità". Come quella in cui Eco dice di Papa Francesco: "Credo che si sbagli a considerarlo un gesuita argentino: è un gesuita paraguayano. È impossibile che la sua formazione non sia stata influenzata dal "sacro esperimento" dei gesuiti del Paraguay". Ci sono molti parti in cui viene ridicolizzata la banalità che ci circonda. Così, alla frequente domanda su quale sia il libro preferito risponde: "attendo con impazienza il libro che sconvolgerà i miei cento anni". L'idea di società liquida, che come ricorda Eco, dobbiamo a Zygmunt Bauman, percorre tutto il libro in cui viene raccontato il crollo delle ideologie, dei partiti, delle memorie. Siamo in un mondo in cui si è persa la certezza del diritto, dove domina l'individualismo sfrenato, il consumismo che rende subito gli oggetti obsoleti. Un vuoto in cui l'unico punto di riferimento è l'apparire a tutti i costi. "A questo bambino che cresce parrà allora naturale vivere in un mondo dove il bene primario (ormai più importante del sesso e del denaro) sarà la visibilità" scrive Eco rivolgendosi al nipotino nella sezione "Fare ciao ciao con la manina".
Questa raccolta diventa così un viaggio che ci mostra chi siamo e in che realtà ci muoviamo, dove protagonista è anche l'invasione della tecnologia. "I giornali sono spesso succubi della rete" dovrebbero invece dice Eco nella Bustina che chiude il libro "dedicare almeno due pagine ogni giorno all'analisi di siti Web (così come si fanno recensioni di libri o di film) indicando quelli virtuosi e segnalando quelli che veicolano bufale o imprecisioni".
Da - http://www.huffingtonpost.it/2016/02/26/umberto-eco-libro_n_9326394.html?ncid=fcbklnkithpmg00000001
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