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Autore Discussione: SCUOLA: EPIFANI, SE NON SI CAMBIA E' SCIOPERO GENERALE  (Letto 3360 volte)
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« inserito:: Settembre 27, 2008, 05:41:36 pm »

2008-09-27 15:45

SCUOLA: EPIFANI, SE NON SI CAMBIA E' SCIOPERO GENERALE


ROMA - "Se le cose non cambiano ci sarà lo sciopero generale di tutta la scuola". Lo ha detto il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, nel corso del suo intervento a Roma alla giornata di mobilitazione della Cgil contro la politica economica del Governo.

Epifani ha poi sottolineato "di sperare che" un'eventuale iniziativa di questo genere "possa essere presa unitariamente".


Lo sciopero - ha spiegato Epifani ribadendo di auspicare una decisione unitaria con le altre confederazioni - avrebbe lo scopo di ''contrastare le politiche dei tagli e la controriforma del Governo''. ''Cosi' non va'' ha detto Epifani parlando dei servizi pubblici per i quali ''paghiamo di piu' per avere di meno e favorire la sanita' e la scuola privata''.

Il leader della Cgil ha criticato le recenti misure del ministro dell'istruzione Gelmini: ''come si fa a dire che i bambini meno stanno a scuola e piu' imparano? Capirei per i liceali e per gli universitari ma in quale testo di pedagogia e' stato prelevato questo concetto? E' questa - ha concluso Epifani - la funzione della scuola primaria? Perche' distruggerla?''.

Mobilitazione della Cgil in 150 piazze italiane per protestare contro la manovra economica del Governo che secondo il sindacato deprime crescita e consumi, riduce la domanda pubblica e colpisce i redditi dei lavoratori e dei pensionati. Il segretario generale a Piazza Farnese a Roma; in tutta Italia 45 manifestazioni, 16 comizi, 59 presidi.

BONANNI, CGIL HA ABBANDONATO CONVOGLIO UNITARIO - "Non ho capito perché la Cgil ha abbandonato il convoglio unitario per farsi una sua manifestazioncina in tutte le piazze. Questo è un mistero e noi siamo preoccupati". Lo ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, commentando l'iniziativa di mobilitazione messa in campo oggi in 150 piazze d'Italia dalla Cgil. E' sbagliato da parte di taluni dividere il movimento sindacale", ha sottolineato Bonanni nel corso di una conferenza stampa nella sede della Cisl, precisando che il suo movimento è venuto a sapere di questa iniziativa "a mezzo stampa. Questo - ha aggiunto ci ha molto offeso e molto preoccupato perché notiamo che la Cgil più che dare forza al movimento sindacale sta rovinando un ottimo lavoro fatto negli ultimi 2 anni e mezzo". Spero - ha concluso Bonanni - che qualcuno dia spiegazioni plausibili sul perché si ascolta la pancia interna e ci si separa dagli altri".

PARTE IL 4 OTTOBRE MOBILITAZIONE NAZIONALE - Il 4 ottobre la Cisl indice una giornata di mobilitazione nazionale che proseguirà con una serie di iniziative sul territorio, per denunciare e difendere i problemi che riguardano i lavoratori e i pensionati. L'iniziativa è stata annunciata dal segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, nel corso di una conferenza stampa organizzata proprio nel giorno in cui la Cgil ha promosso una serie di iniziative nelle piazze italiane su temi analoghi. "Il 4 ottobre la Cisl riunirà tutti i suoi quadri al Palazzetto dello Sport a Roma per riproporre la propria battaglia da fare e chiama le altre confederazioni ad unirsi", ha detto Bonnani. "Dal 5 in poi in tutte le città italiane chiameremo i nostri quadri, militanti e iscritti a sostegno della piattaforma", ha aggiunto il leader della Cisl, sottolineando: "Ci tenevo ad annunciarlo proprio oggi che la Cgil fa la manifestazione da sola". 


da ansa.it
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« Risposta #1 inserito:: Settembre 27, 2008, 05:42:40 pm »

«Perché oggi la Cgil va in piazza»


Guglielmo Epifani


Nella giornata di oggi, in oltre 150 piazze, scenderanno in campo decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori, pensionati, giovani e studenti, cittadini per dire che le politiche economiche del Governo sono profondamente sbagliate, fanno male al Paese e alle persone e che devono essere cambiate.

Non rivendicheremo solo una generica necessità di cambiamento ma, come abbiamo indicato nelle centinaia di assemblee organizzate in preparazione delle manifestazioni, avanziamo precise richieste che sono poi quelle definite con Cisl e Uil nei mesi scorsi. Mi auguro che sugli stessi temi si possa arrivare rapidamente ad un percorso comune con le altre organizzazioni confederali, certo è che nelle centinaia di piazze che riempiremo il sentimento di tutti sarà profondamente unitario anche se non rinunciamo a marcare il punto di vista della Cgil.

Per noi le manifestazioni di oggi rappresentano l’inizio di una vasta campagna di mobilitazione perché la gravità della situazione non ammette sottovalutazioni. La manovra economica del Governo deprime il Paese e, rinunciando ad investire nello sviluppo, nella conoscenza e nella qualità, lascia ancora più esposta l’Italia di fronte ad una crisi mondiale che si annuncia di dimensioni drammatiche. Non a caso le retribuzioni e le pensioni stanno subendo un salasso molto consistente perché non c’è restituzione del fiscal drag, perché i rinnovi contrattuali battono il passo in troppi comparti, a partire da quelli pubblici, e perché la dinamica dei prezzi è assolutamente fuori controllo. Aumenta il numero delle persone che non arrivano a fine mese o che devono mettere mano ad una serie di espedienti. Colpisce che il Presidente del Consiglio non abbia mai ritenuto le condizioni di chi lavora anche un suo problema.

Ma le scelte economiche del Governo non lasciano inalterato alcun settore. È di poche ore fa la decisione di bloccare tutti i processi di stabilizzazione per decine di migliaia di giovani precari come previsto dalle precedenti leggi Finanziarie, per loro ora il futuro si tingerà di ulteriore incertezza e di “lavoro” sempre meno garantito. L’attacco al welfare conosce una pesantezza inedita. Il riferimento è alla sanità, con la conseguente riduzione delle prestazioni, e alle inaccettabili decisioni sulla scuola che non solo riscrivono il ruolo della scuola pubblica previsto dalla nostra Costituzione ma segmentano la scuola in base al reddito di chi la frequenta, colpendo dal tempo pieno, alla riforma della scuola elementare all’obbligo scolastico.

Si tagliano gli investimenti e le infrastrutture cancellando il mezzogiorno dall’elenco degli impegni del Governo rendendolo solo terra per l’invio di contingenti militari ma senza che ci sia traccia di una forte ed organizzata lotta a tutto ciò che favorisce la malavita organizzata, a partire dall’evasione fiscale.

Infine, noi denunciamo la scelta di semplificare la vita sociale cancellando il ruolo del sindacato e le regole della contrattazione per ritornare alla peggiore occupazione da parte della politica dei temi relativi alla contrattazione. Come leggere diversamente la recente decisione in base alla quale i ministri possono distribuire salario direttamente ai lavoratori in assenza di ogni contrattazione con il sindacato? Oggi alla nostra protesta si aggiunge un altro tema, la salvaguardia della libertà di informazione. Infatti, il blocco retroattivo dei finanziamenti pubblici a testate cooperative, sindacali e del movimento democratico se non verrà modificato è destinato a produrre la chiusura di decine di testate determinando un impoverimento per tutto il Paese. Nella giornata di oggi abbiamo però un motivo di grande soddisfazione che, nel contempo, indica anche la via giusta per risolvere i problemi. La vertenza Alitalia è chiusa e la nostra azione ha prodotto, con la previsione di almeno un partner straniero, le condizioni perchè Alitalia voli davvero. Inoltre sono state introdotte significative conquiste sui precari, sui diritti dei lavoratori e sulle loro retribuzioni. Insomma, il confronto di merito è risultato vincente. Esattamente ciò che il Governo ha evitato di fare su tutti i provvedimenti che contestiamo in centinaia di piazze.

Pubblicato il: 27.09.08
Modificato il: 27.09.08 alle ore 10.32   
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« Risposta #2 inserito:: Settembre 28, 2008, 12:02:26 pm »

La Cgil: «Governo, svegliati» Prima di tutto le persone

Da Torino a Enna, 150 manifestazioni

Paola Zanca


«Governo svegliati! Il Paese sta perdendo colpi e l'occupazione sta andando indietro. Governo svegliati perché una parte del Paese non ce la fa più». Guglielmo Epifani, segretario della Cgil, prova a lanciare un disperato appello al governo. Il suo, quello a scendere in piazza contro le politiche economiche di Tremonti, l’hanno raccolto in decine di migliaia in tutta Italia. Centocinquanta manifestazioni, da Torino a Enna. Solo a Roma, secondo gli organizzatori, sono diecimila.

Piazza Farnese, in effetti, è stracolma. Sono pensionati, studenti, madri e padri, lavoratori di ogni categoria: tutti scesi in piazza perché non ne possono più di sentir parlare di tagli. Quelli alla scuola, sabato mattina, sono quelli che meno vanno giù. Perché non riguardano solo chi tra i banchi ci lavora e rischia il posto, ma riguarda tutte le famiglie, preoccupate non solo del livello di istruzione dei loro figli, e delle ricadute del maestro unico voluto dalla Gelmini, ma anche delle conseguenze che la riduzione dell’orario scolastico avrà sulle loro vite. Perché se non hai la certezza di avere un figlio a scuola, devi trovare alternative: rinunciare al lavoro, o trovare i soldi per pagare una baby sitter. Per questo, ha annunciato Epifani, «se le cose non cambiano andremo allo sciopero generale».

Si torna in piazza a pochi giorni dagli attacchi del governo alla Cgil, accusata di essere irresponsabile, di non lavorare per l’interesse collettivo. E ora che si è firmato, Epifani si aspetta «le scuse da parte di chi voleva fare senza la Cgil e ha accusato la Cgil di giocare allo sfascio: noi volevamo salvare l'Alitalia – ha spiegato il segretario - rispettando la dignità dei lavoratori, dicendo no a ultimatum e ricatti, facendo il nostro lavoro, niente di più niente di meno. C'erano 3mila precari di cui nessuno parlava, abbiamo ottenuto per loro una speranza. Questo è l'orgoglio nostro più grande, questo è l'orgoglio mio personale più grande».

Ma in piazza ci sono anche altri lavoratori, quelli delle mille Alitalia che ogni giorno sfiancano il Paese. Cooperative che chiudono, licenziamenti in tronco, contratti che scadono ogni tre mesi, gravidanze non gradite. Insomma, quelli che stanno vedendo morire i loro diritti. Per questo la Cgil è in piazza, dicono dal palco, per «riportare le persone alla luce». E in così tanti hanno avuto voglia di tornare a “farsi vedere”, come dice una mamma alla figlia che si lamenta perché ha sonno: «Ti ho fatto alzare perché devi capire che non tutto è scontato».

E sulla scuola Epifani annuncia: «Spero unitariamente, ma se anche non fosse unitariamente, se le cose non cambiano andremo allo sciopero generale di tutta la scuola».

Parlando della riforma messa a punto dal ministro della Pubblica istruzione Gelmini, Epifani si è chiesto «con tutta umiltà, in quale testo di pedagogia antica o moderna sono sttati rintracciati i principi» alla base di cambiamenti annunciati per la scuola primaria. «Perchè -si è chiesto Epifani- dobbiamo distruggere la scuola italiana che funziona meglio, cioè quella primaria?». E, ancora, il leader dalla Cgil, si è chiesto come fa il ministro Gelmini «a dire che meno sta a scuola un bambino più impara». 



Pubblicato il: 27.09.08
Modificato il: 27.09.08 alle ore 21.34   
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