MAMMAMARIA ci scrive:

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mammamaria:
Rispondo anche io all'appello, anche se un pò in ritardo... problemi di connessione.
Confesso un leggero disorientamento: mai partecipato ad una esperienza di questo genere, per cui non so da che parte cominciare. Ma ci sono.
Nord, meridionale, interessata ai problemi del sud, al "femminile", e ai temi legati all'"integrazione" (preferisco parlare in questi temini di immigrazione se permettete), alla scuola. Insomma, non so se si è capito mi devo un pò "ambientare" prima di esprimermi.

p.s. per aiutarmi ad "ambientarmi", sarebbe possibile dare una sbirciatina a quei documenti che qualcuno ti ha inviato in privato, cui hai fatto cenno sul forum, Arlecchino?

mammamaria:
Vediamo se riesco a dare un senso ed una forma ai miei pensieri.
Parto per questo dalla lettera di intenti della U, dalle modifiche apportate da Darwin, e da quello che vedo tutti i giorni nel forum.
Per questo parto da ciò che non comprendo: non riesco a capire perchè continuare a parlare di Ulivo. Non che sia esperienza da accantonare, ma perchè vedo che se ne parla come di cosa altra dal PD. Perchè Ulivo e non PD? Perchè mantenere una posizione quando è in atto una evoluzione?
Se è una questione di "nomi" e "simboli" si sbaglia in partenza. Se è una questione di identità anche.
Credo che il PD, che magari dopodomani lo potremo chiamare "AMBROGIO", sia negli intenti la crescita dell'Ulivo. Ma "crescita" in senso evolutivo, venendo dietro a darwin un pò come il passaggio dall'Homo erectus all'Homo sapiens.
Quello che percepisco molto inquesto cammino è la difficoltà di staccarsi da una identità, per cui i vari mal di pancia dei vari nati tondi che non desiderano morire quadri, che paralizza questo passaggio evolutivo. Quello fondamentale di costruirsi una identità. Una identità che sia, come avviene in tutte le "evoluzioni", eredità delle precedenti, ma fuse in qualcosa di nuovo.
E' importante che tutte le radici di questo qualcosa che si sta creando abbiano giusta e pari dignità, ma devono pervenire ad una unica pianta, in cui non sia possibile individuare di specifico da quale dotto di preciso arrivi l'acqua.
Condivido chi, in questo gruppo di studio, non pensi ad una linea programmatica precisa, per ora, in quanto è il momento di specificare ed individuare la linea, direi, "culturale. Ed allora bisogna partire da ciò che siamo e ciò che ci accomuna.
Senza specificare nomi, bandiere, simboli, proveniamo tutti, come attivisti, o come simpatizzanti, o come semplici elettori, da una cultura di centro ed una cultura di sinistra che condividono una serie di punti. Individuiamoli, perchè sono il punto di partenza: capiamo bene su cosa siamo daccordo.
Credo non siano ne di centro ne di sinistra la "solidarietà", l'"apertura", l'"integrazione", il "rispetto".
Partiamo da questo. Che arrivi da un profondo senso cristiano, o da una cultura basata sul senso della comunione del "bene", credo valga per tutti noi il principio che le differenze sono arricchimento e non motivo di lontananza: da cui il principio di inclusione di etnie, sessualità ed estrazioni sociali diverse. Credo valga per tutti la necessità di una distribuzione delle forze, delle economie di un paese, volte a sostegno dei meno fortunati con la collaborazione di tutti, in maniera proporzionale alle diverse fortune di questi "tutti". Credo valga per tutti il riconoscimento dei fattori sociali che determinano eventi, "devianze", azioni. Credo che per tutti valga il fatto che un "delinquente" non nasce tale per profonda cattiveria innata, ma perchè le situazioni circostanti, ambientali, sociali, economiche influiscono notevolmente sul futuro di una persona.
Credo valga per tutti che le scelte sessuali siano fatto privato, e come tale indiscutibile dalla comunità, a meno che non venga ad essere di danno FISICO, MATERIALE per qualcuno. E questo sia che gli orientamenti sessuali vengano vissuti come fatto naturale  sia che vengano vissuti come "malattie".
Credo che valga per tutti la necessità di far ripartire l'economia: le imprese devono lavorare e produrre e creare lavoro... da questo dipende la ricchezza del paese. Ma questo non deve significare vantaggio per l'impresa a spese di chi lavora. Credo sia valido per tutti che un dialogo con l'impresa deve servire non a creare per que4sta canali preferenziali, ma trovare soluzioni perchè queste si sviluppino garantendo allo stesso tempo crescita, benessere e sicurezza per i lavoratori.
Credo siano molte le cose che valgano per tutti.
Per tutti coloro che provengono da una certa cultra di sinistra, così come da una certa cultura cristiana.
Cisono cose invece che separano.
Ed anche da queste bisogna partire, perchè il dialogo sia sereno, e la coesione si rafforzi per arrivare a questa identità di "AMBROGIO".
I temi che separano sono per lo più quelli etici, ma in fondo non solo. Avverto ad esempio una molto diversa percezione della sicurezza: diversa in maniera del trutto trasversale. Percezione diversa che nasce più che da una origine dalla scarsa conoscenza di determinate realtà: dall'ignoranza le paure e quindi i pregiudizi.
Se si avesse conoscenza delle diverse culture dei popoli racchiusi nella generica definizione di Rom, molti di noi non li sentirebbero come un pericolo imminente. Se si avesse conoscenza delle diverse sostanze psicotrope che vengono genericamente bollate come droghe non si bollerebbe tutto come "tossicodipendenza".
Ma soprattutto i temi etici: la più grossa spaccatura, quella sulla base della quale nascono i mal di pancia di chi nato tondo non vuol morire quadro.
E su questo piano non posso che condividere questi timori. Da una parte e dall'altra.
I temi etici riguardano la sfera più precisamente del rivato, dell'intimo. Le proprie scelte individuali. Su questo bisogna fare un lavoro profondo. E non me ne vogliano i cattolici del gruppo. E' un lavoro soprattutto loro, cui i non cattolici devono partecipare con responsabilità. Evitando di bollare tutto quanto nasca da quel sentimento religioso. Sempre che quel sentimento religioso nonfinisca col voler regolare la vita di tutti.
Lo sforzo maggiore lo devono fare proprio gli amici cattolici: temi come l'aborto, la fecondazione assistita, l'eutanaasia o il testamento biologico, i rapporti sessuali possono essere oggetto di dibattito, ma non devono diventare oggetto di "programma". Non nel senso che non si debba pensare ad una regolamentazione, ma che questa sia LAICA. Non può avere importanza cosa IO penso sia la vita o cosa pensi TU che questa sia. Non è importante quando IO credo che inizi o finisca, come non è iumportante quando TU ritieni inizi o finisca. E' importante che per le proprie scelte private ognuno sia responsabile, ma che non diventi responsabile delle scelte degli altri.
C'è certezza sul momento in cui nasce la vita, sul momento in cui un gruppo di cellule rappresenta un individuo? No: studi di parte sostengono tesi diverse. Questo implica che non esistano certezze in merito, allora l'unica è poggiare le proprie valuazione e le regole da applicare su quanto condivisibile da tutti. GIusto per un esempio: è condiviso da tutti che alla 9 settimana di gestazione il feto ha delle caratteristiche che lo portano ad identificare come individuo? qualcuno ritiene prima, qualcuno ritiene dopo.... il limite condiviso è 9 mesi. Bene. In virtù di tale limite condiviso poi ognuno, nell'intimo della sua coscienza agisce diconseguenza, senza imporre agli altri cosa fare o non fare.
E' un principio fondamentale. E' l'unico modo in cui, persone diverse, con idee simili ma comunque diverse, con analogo modo di percepire i diritti ed i doveri ma con diverse sensibilità possano stareinsieme e dialogare.
Se non si parte da questo ogni progetto non può che naufragare.
Che non si sia margheritini o diessini, che non si sia socialisti o radicali. Ma che sulla base del rispetto delle singole "emozioni", facendo confluire tutte le radici in un unico tronco, si arrivi ad una unica identità comune.
Credo e tempo che chi non ha voluto entrare in questo cammino evolutivo che ha portato al PD non abbia voluto far confluire la propria identità in una identità comune. E credo che all'interno dell'ulivo questo ancora accada. Ma solo costruendo questa identita, basandoci appunto su quei punti di partenza che ci trovano vicini smetterà di essere un problema morire comunisti o democristiani.
Siamo disposti a farlo?

orango:
Io concordo quasi in toto(qualche differenza di opinione su percezione sicurezza,rom) con quello che ha scritto mammamaria. Anche a mio avviso non ha più senso parlare di Ulivo poichè il PD è l'evoluzione naturale dell'Ulivo.

Admin:
Orango,

come è possibile sia l'evoluzione dell'Ulivo se l'attuale tattica ha escluso la cultura di sinistra (bada dico cultura non personaggi).

Una delle ragioni per cui non ho seguito i transfughi di "perulivo"? Perchè spero che la strategia (di più lungo respiro) del PD sia d'avvicinarci alla soluzione dei problemi posti dalla sinistra di governo.

Come spero anche ci si allontani dai "cattodipendenti" dal vaticano.

gianni

orango:
Gianni, mi spiegheresti un po' meglio!  Soprattutto sul fatto di aver escluso la cultura di sn dal PD?

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