GRILLO...
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17/9/2007
O Grillo o Dio
SAPEGNO
Vorrei chiedere a Beppe Grillo solo due o tre cose. Per esempio, vorrei chiedergli se è davvero convinto di fare antipolitica. E poi vorrei chidergli se è incensurato, o se è sicuro di esserlo, visto che fa il paladino della buona politica.
E con questo non è che gli farei un'accusa. Anzi. Io con il mio lavoro è difficile che riesca a stare incensurato, perché c'è sempre qualcuno che ti querela, che ti denuncia, che ti riempie di guai, e c'è pure molto spesso qualche giudice che gli dà retta. Uno potrebbe pure disquisire che molte volte anche le condanne sono ingiuste perché sono le leggi a essere ingiuste. Però, lasciamo perdere. Non è questo il problema.
Ma come fa a scagliare la prima pietra chi è colpevole di qualcosa? Glielo chiederei solo per curiosità, mica per attaccarlo, perché a me Grillo è sempre stato simpatico, anche quando non stava sulle prime pagine dei giornali, anche quando non stava da nessuna parte dopo che l'avevano esiliato. Per il resto, come si fa a dar torto a Grillo: in fondo dice più o meno le cose che pensiamo tutti, che sentiamo dentro. Parla alla pancia, e parla al cuore. E qualche volta spara pure sulla Croce Rossa.
I ds stanno così male come non sono mai stati che difatti si sciolgono e finiscono nel nuovo partito. Hanno avuto il primo segretario della loro storia che ha votato per sbaglio le leggi del governo Berlusconi (lo fece, mi sembra, ma non vorrei sbagliarmi, per la legge sulla tv e fu beccato da una telecamera: vedi gli scherzi della vita), un bravo signore torinese che in tutta la sua vita non hai mai detto una cosa cattiva contro nessuno, neppure contro i suoi nemici, che se uno gli spara contro dice che forse aveva pure ragione quello, che qualche motivo gli è stato dato, anche se la ragione non sta mai da una parte sola e poi non bisogna solo pensare alla ragione ma allargare la vista...
Certo, se io devo farmi difendere da qualche parte, scelgo tutta la vita uno come Grillo al posto di Fassino. Non so perché, ma così, d'istinto. Magari mi sbaglio, ma Fassino sarebbe capace di dare ragione all'accusa, perché bisogna essere obiettivi e bisogna sforzarsi di capire e dare il buon esempio, o altri salamelecchi come questi. Però, voi da che parte state? Mica per Fassino. Dico su Grillo e la politica, Grillo e la casta. Dove soffia il vento? Dove ci porterà?
da lastampa.it
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19/9/2007 (15:14) - I SIMPATIZZANTI DEL COMICO TORINESE
Il gran rifiuto dei grillanti "Non seguiremo Beppe nelle sue liste civiche"
Gli Amici torinesi di Grillo riuniti ieri sera in via Martini 4
Non piacciono le proposte di un nuovo partito e del bollino-imprimatur
LUCIANO BORGHESAN
TORINO
Grilli, grillini o grillanti? Grill-esi, torinesi e cortesi, ma non chiamateli «falsi». Della sincerità, di più, della schiettezza hanno fatto la loro qualità. Come lui, Beppe (per l’amico Antonio Ricci «Giuseppa, ma non posso dirvi perché») il fondatore.
Qui, in città, si riuniscono dal luglio 2005. Guarda caso, la partenza è avvenuta in corso San Maurizio a pochi metri dal luogo dove si trovavano i «ragazzi che volevano fare la rivoluzione», a inizio Anni Settanta, con Adriano Sofri, nell’ultima sede di Lotta Continua. Altra storia, gran parte degli Amici di Grillo non erano neppure nati.
«Noi ci siamo trovati in una pizzeria, da Mamma Mia», ricorda Simone Lattes, 24 anni, studente con il sogno di diventare direttore d’orchestra, una famiglia che si occupa di editoria.
Che cosa ha spinto i web-viaggiatori a conoscersi a due passi da Palazzo Nuovo? «Andavamo a sentire Grillo, agli spettacoli si rideva, ma c’era da piangere. Eravamo presi dallo sconforto. Che cosa possiamo fare? Proviamo a incontrarci. Pensavamo di essere quattro gatti. Ci demmo appuntamento attraverso il blog. Dagli iniziali quaranta siamo arrivati a 1400», ai giovani si sono aggiunti pensionati e madri di famiglia.
I primi organizzatori erano un ragazzo di cui non si ricorda più il nome e Cristina, che continua, saltuariamente, a partecipare alle serate. Poi - febbraio 2006 - il compito di trovare sedi e stilare ordini del giorno passò ad Andrea Sacco, 35 anni, titolare di un negozio di arredamenti, e dal luglio scorso ad «Alissa» Elena Sargiotto, 42 anni, impiegata («Ancora per poco, temo che tra qualche mese sarò disoccupata»). In questi due anni il gruppo si è occupato di ambiente, energia pulita, di informazione. Anche di elezioni.
«In occasione delle amministrative in cui fu rieletto Chiamparino, un partito chiese di candidarmi - racconta Sacco -, ne parlai al gruppo, decidemmo per il “no”, un orientamento già mio». Riecco il problema: ieri sera, in un locale di via Martini (ospitati dal Partito Umanista), i Grill-esi si sono cimentati con l’idea dell’artista-leader sulle liste civiche. Sono emerse più contrarietà che adesioni: no al metodo, al bollino-imprimatur. «Se faranno liste, mi comporterò come con gli altri partiti, li misureremo sui fatti», commenta Alissa. «Io temo liste civetta o che il meetup venga etichettato come partito di Grillo», dice Simone. Ma che cosa non va di questo mondo? «Il partitismo, l’economia, l’informazione». Perché? «Scadenti. Tutti succubi dei poteri. Nessuno fa bene la propria parte». E i Grill-esi? «Controlleranno».
da lastampa.it
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24/9/2007 (7:21) - UNO CONTRO TUTTI
L'ultima di Grillo. Attacca il Papa sul lavoro nero
Da Jesolo il comico contro il Vaticano: «E' l'amministratore delegato tedesco»
MARCO I. FURINA
ROMA
Il Papa? «Un amministratore delegato tedesco che gestisce due milioni di lavoratori in nero». Nella sua foga polemica Beppe Grillo non risparmia neppure Joseph Ratzinger e dal palco di Jesolo dove è in tournée con il suo spettacolo attacca tutto e tutti, nessuno escluso. E dopo aver invitato ieri i grillonauti ad affollare le sale dei consigli comunali d’Italia, torna a sferzare il mondo della politica: Il Parlamento? Con una media di un pregiudicato ogni 10 parlamentari - attacca il comico -, «spaventa perfino il Bronx, dove di pregiudicati ce n’è solo uno su 15».
Ma le parole più dure il comico genovese le riserva a Clemente Mastella. L’ultimo post lasciato da Grillo sul suo blog è tutto per il ministro della Giustizia: «Parlare di Mastella è come sparare su un tonno in scatola. Non riesco più a stargli dietro». Questa volta a finire sul banco degli imputati è il blog di discussione aperto dal leader dell’Udeur, che non garantirebbe la totale libertà di espressione tipica di internet. «La Rete è nata libera - spiega il comico -. Una delle sue leggi è la trasparenza. Non si può nascondere nulla in Rete e non si possono raccontare balle.
La Rete è la fine dei politici che dichiarano una cosa e ne fanno un’altra». Mentre Mastella «ha aperto un blog per dialogare con i cittadini, ma - ironizza Grillo - non pubblica le migliaia di commenti negativi. Quelli positivi arrivano solo da Ceppaloni. La Rete non tollera questo tipo di comportamento». E Grillo, che sul sapiente uso del web ha costruito il suo successo, gongola per la sorte dell’avversario, ribattezzato per l’occasione «ministro dell’indulto»: «Hanno clonato il suo blog per poter commentare. Quando il Ministro dell’Indulto pubblica un post lo pubblicano subito anche loro consentendo i commenti». Commenti del tipo: «Mastella ha uno sguardo da banconota falsificata male».
Non è solo il Guardasigilli il bersaglio del comico più discusso del momento. Destra e sinistra, il leader del V-day ha una parola per tutti. A Pier Ferdinando Casini che il giorno del V-day lo aveva definito un terrorista risponde così: «Si deve vergognare: proprio lui che fa il genero di Caltagirone di professione, e nel cui partito c’era Mele (il deputato dimessosi dal gruppo dell’Udc dopo essere stato scoperto in un festino a base di droga e sesso, ndr) e che va al Family day con due famiglie». Di Walter Veltroni ripete: «Un topo Gigio alla guida di un Partito democratico nato morto».
Il premier è di nuovo «il valium Romano Prodi che ha l’encefalite letargica». E al viceministro dell’Economia, Vincenzo Visco chiede: «Dove sono finiti i soldi che mancano derivanti dagli appalti sulle concessioni dei macchinari per i giochi d’azzardo. Pari a 4 Finanziarie». Ma non è per nulla tenero nemmeno col ministro delle Telecomunicazioni, Paolo Gentiloni, colpevole, a suo dire, di tergiversare sulla questione di Rete 4: «Dice di essere nato vecchio e che ora si sente giovane ma è nato solo str... e rimane str...».
Le critiche a 360 gradi del comico al mondo delle istituzioni e dei partiti non scoraggiano però gli esponenti politici dal tentare un’analisi del fenomeno Grillo. Per il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero su «moralità politica», esigenza che la «politica riprenda in mano l’economia» e «lotta alla precarietà», Grillo ha ragione. Mentre un uomo di spettacolo come Gerry Scotti invita a non fidarsi dei proclami del comico: «Grillo è bravo, furbo, intelligente e con delle caratteristiche uniche», ma sinceramente - dice il presentatore di Canale 5 - sono stupito «dal fatto che tutti sono riusciti a cascarci».
da lastampa.it
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26/9/2007 (8:17) - RETROSCENA
Ma è già nata l'oligarchia dei grillanti
Liti e scomuniche: come in un partito
JACOPO IACOBONI
E su, ci vorrebbe anche un «vaffa» autoironico, che Beppe Grillo si alzasse e urlasse «not in my name», non vi scannate tra voi a nome mio. Ecco, e sia scusata visto il tema la franchezza: quand’è che Grillo manderà affanculo anche i custodi dell’ortodossia del V-day?
Già perché fa un po’ ridere quel che sta capitando nel mondo dei fan di Beppe, i grillanti già si dividono e litigano, un’aristocrazia che si sente legittimata direttamente dal comico attacca quelli che invece usurperebbero il marchio “V” come se fosse il simbolo di una Udeur qualsiasi; oltretutto è probabile che tutto accada malgré Beppe, come spesso succede a chi ha fatto detonare una bomba, e non può sapere quante schegge ci saranno, e se colpiranno i bersagli voluti oppure no. Lunedì un gruppo di fan del comico ha creato un falso blog di Casini in cui l’ex presidente della Camera assicurava di esser pronto a entrare a Palazzo Chigi, stampellando la maggioranza.
Per un po’ qualcuno c’ha creduto - sorpreso semmai che Casini lo dicesse. I giornali l’hanno riportato. Anche Pier ne è venuto a conoscenza, e ha querelato i burloni. Tutto normale, «ce l’aspettavamo», dicono adesso questi grillanti di serie B; perché esistono, si scopre ora, quelli di serie A, gli oligarchi o i sacerdoti del verbo: che ieri li hanno scomunicati un po’ come si faceva a Campo de’ Fiori.
Ricordate? Una delle trovate più sussiegose seguite al V-Day è stata l’idea di marcare con un bollino i meet-up autentici, i comitati di grillanti di origine controllata. Parve fin da subito idea meno travolgente della raffica di vaffa che ci aveva fatto sganasciare a Bologna, qualunque cosa pensassimo delle accuse di populismo rivolte al comico. «All’inizio era un grande show, e almeno in parte doveva restare così», dice uno dei grillanti di serie B, tra gli autori della burla ai danni di Casini. Ma siamo tutti così seri, in Italia...
E Casini, querelando, non è neanche stato quello che s’è arrabbiato di più; a prendersela davvero sono stati i grillanti che «siamo noi i veri grillanti», quelli della purezza tradita, che già vedono la Forza originaria dell’Idea sbiadire in un «cazzeggio demenziale» (parole loro). Ma non era nato tutto appunto dal «cazzeggio»? E quand’è il momento della vita (o della storia) in cui si diventa irrimediabilmente seriosi? I grillanti di serie A l’hanno doppiato alla velocità della luce se accusano gli altri con toni così, «siete dei c..., se volete prendere iniziative personali (e ovviamente potete), non nascondetevi dietro il simbolo del V-day! Cosa c’entra il V-day, scusate?».
Qualcuno ha difeso i reprobi, «non cadiamo in errore, dare una forma al V-day significa dare la possibilità di minarlo e strumentalizzarlo»; ciononostante il peso degli insulti è stato così forte da indurre i falsari a un classico alla Giordano Bruno: le scuse sulla pubblica piazza (la Rete, stavolta). «Su richiesta di molti abbiamo tolto il simbolo del V-day. Con tutti i problemi che ora abbiamo non vogliamo scatenarci contro anche 300 mila persone (delle quali abbiamo fatto parte anche noi), per carità. Certo è che non ci aspettavamo che la V fosse diventata più sacra della Madonna di Loreto.
Non sapevamo che ci fossero dei sacerdoti custodi del pensiero puro». Pensavano che la protesta potesse declinarsi in diverse forme, che non ci fosse un canone, un vangelo sacro della contestazione. «Non avevamo capito che Grillo fosse diventato un guru e che ci fossero degli adepti superortodossi da non offendere, non ci eravamo accorti che ne fosse nata una nuova religione. Eppure ci era sembrato che lo stesso Beppe avesse fatto capire più di una volta che “sta storia del guru è una c...”».
Come i fratelli grillanti, anche i fratellastri sono ragazzi con parecchio tempo libero nella giornata; ma sono poi colti, autoironici, raffinati, colpe insopportabili in ogni transizione dalla rivoluzione al termidoro. Il loro portavoce, scusandosi di aver turbato gli ortodossi, sul blog si firma Diadorim Riobaldo, unendo i nomi di due personaggi del «Grande Sertão», il romanzo di João Guimarães Rosa, storia di briganti, di uomini in guerra, di donne inafferrabili; storia di un ex bandito, Riobaldo, narrata da lui stesso a un dottore silenzioso in viaggio nel Sertão. Un ex bandito? Coi grillanti? Era chiaro che non gli avrebbero dato il bollino chiquita.
da lastampa.it
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POLITICA
Il comico-politico genovese spara a zero dal suo blog contro l'Europa a 25 e chiede perché non è stata fatta una moratoria o, "almeno un serio controllo all'ingresso"
Grillo: "I rom sono una bomba a tempo Sconsacrati dai politici i confini della Patria"
ROMA - "Una volta, i confini della Patria erano sacri, i politici li hanno sconsacrati". Beppe Grillo riparte all'attacco e, questa volta, sul suo blog si occupa dei rom. "Una bomba a tempo" la definisce "che va disinnescata".
"Un Paese non può vivere al di sopra dei propri mezzi - scrive Grillo sotto il titolo "I confini sconsacrati" -. Un Paese non può scaricare sui suoi cittadini i problemi causati da decine di migliaia di rom della Romania che arrivano in Italia". Ed ecco la critica diretta a Prodi e al suo governo: "L'obiezione di Valium è sempre la stessa, 'la Romania è in Europa', ma cosa vuol dire Europa? Migrazioni selvagge di persone senza lavoro da un Paese all'altro? Senza la conoscenza della lingua, senza possibilità di accoglienza? Ricevo ogni giorno centinaia di lettere sui rom. E' un vulcano, una bomba a tempo. Va disinnescata".
"Si poteva fare una moratoria per la Romania, è stata applicata in altri Paesi europei. Si poteva fare un serio controllo degli ingressi. Ma - recrimina Grillo - non è stato fatto nulla". "Un governo che non garantisce la sicurezza dei suoi cittadini a cosa serve, cosa governa? Chi paga per questa insicurezza sono i più deboli, gli anziani, chi vive nelle periferie, nelle case popolari. Una volta - conclude - i confini della Patria erano sacri, i politici li hanno sconsacrati".
E nel suo blog, Grillo rafforza il concetto citando un ampio stralcio di una lettera di un certo Nicola B. che ha casa, amici, azienda e parenti in Romania, ma non sopporta i romeni e ritiene "una follia" l'allargamento a 25 dell'Europa: "Mia moglie è rumena! Mia nonna era croata! Ma io sono italiano! I miei figli saranno italiani! Mia moglie è diventata italiana! Dà un contributo anche lei alla mia famiglia... alla mia casa... a questa nazione! Chi non lo merita BASTA! fuori! Fuori da questo Stato! Schengen non è servito a nulla! Non serve a noi italiani o ai tedeschi! Serve solo a questi ad approfittarne per venire qui e fare quello che vogliono! Lottiamo ogni giorno contro la mafia! La povertà! Di problemi in Italia ne abbiamo infiniti! Non siamo neppure noi pronti ad accoglierli! Non possiamo dargli le case! I nostri padri hanno sudato e lavorato per costruire questa nazione! BASTA! Sono di sinistra... ero di sinistra! Ora basta! Fuori il marcio dai nostri confini... dalle nostre carceri... dalle nostre strade!! Benvenuto chi invece ha voglia di lavorare e progredire insieme! VIVA l'ITALIA!"
(5 ottobre 2007)
da repubblica.it
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