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Autore Discussione: Uno è un mistificatore seriale che lavora per mantenere florido il suo orticello  (Letto 243 volte)
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« inserito:: Maggio 19, 2025, 12:40:31 pm »

   

Paolo Migliaro
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Uno è un mistificatore seriale che lavora per mantenere florido il suo orticello, l’altro uno storico legato sentimentalmente alla Russia. Il risultato? Ieri sera a Torino degli appartenenti dell’Anpi hanno caricato con violenza chi manifestava con le bandiere ucraine insieme a quelle europee.

Marco Setaccioli su X:
“Nelle varie gradazioni di indecenza degli articoli di @marcotravaglio, l’editoriale di due giorni fa merita di diritto un posto nella top 10, quanto meno per aver condito le classiche menzogne filorusse con una buona dose di revisionismo storico.
Il pretesto è la sortita, per la verità discutibile, del governatore del Piemonte Cirio, in merito agli alpini morti in Russia in una guerra che allora fu di aggressione. Travaglio ne approfitta ovviamente per riproporre la sua difesa d’ufficio dello storico Barbero, il quale di recente aveva paragonato il riarmo di oggi a quello che ha preceduto la prima guerra mondiale, un’affermazione non condivisa da molti altri storici e soprattutto viziata dall’atteggiamento che con un eufemismo si potrebbe definire “indulgente” del professore nei confronti del regime di Mosca.
Ovviamente da lì è tutto un precipitare verso allusioni e perversioni che mirano ad attribuire alla Russia di oggi meriti dell’Unione Sovietica e a riproporre il mito della denazificazione dell’Ucraina.
Di elementi per farsi delle amare risate ce ne sono a iosa, come il punto in cui il Direttore del Fatto si chiede perché i paesi dell’ex blocco sovietico non dovrebbero celebrare a Mosca la vittoria del ‘45, dimenticando così il loro “principale liberatore”. La risposta è che Stalin fu piuttosto un ri-occupante, cioè cacciò i nazisti non per spirito umanitario, ma per prendere il loro posto. Non a caso i leader dell’est Europa si terranno tutti ben lontani dalla parata del 9 maggio, fatta eccezione ad esempio per lo slovacco Fico, che così intende ricordare la “liberazione” della Cecoslovacchia da Hitler, dimenticando però l’invasione del ‘68, voluta per soffocare le poche libertà che il paese si era ritagliato con la Primavera di Praga.
E poi un classico di Travaglio, ripreso pari pari dalla propaganda del Cremlino: la Russia esclusa dalle celebrazioni per gli 80 anni dallo sbarco in Normandia, dove invece c’era Zelensky “nonostante mezza Ucraina aveva accolto come collaboratori i nazisti e tuttora venera Bandera come eroe nazionale”. Una storiella che piace ai disinformatori seriali, i quali spacciano per “mezzo paese” un numero di collaborazionisti quantificabile in 150mila persone (su quasi 40 milioni), dimenticandosi di dire che solo una parte di loro si macchiò di crimini osceni, mentre molti di loro non aderì tanto per amore dell’ideologia del Reich, quanto piuttosto per odio nei confronti del regime sovietico, che giusto pochi anni prima aveva sterminato almeno 6 milioni di ucraini per fame (holodomor). E omettendo di dire anche che 7 milioni di ucraini si arruolarono nell’Armata Rossa per combattere i nazisti. Altro dato che Travaglio sbadatamente non cita è che la Russia di collaborazionisti di Hitler ne ebbe più del triplo (circa mezzo milione) e che le perdite militari e civili russe nella guerra furono in termini percentuali di gran lunga inferiori (12-13%) a quelle ucraine (18-22%) e bielorusse (25-28%).
Ma da chi si domanda come mai non venga invitato alle commemorazioni per la liberazione di Auschwitz il leader di un paese che invade una nazione sovrana, la dissemina di fosse comuni, rapisce bambini, russifica le popolazioni dei territori occupati, deporta chi si oppone, elimina ogni libertà personale e vive sostanzialmente di economia di guerra non ci si può aspettare certo un guizzo di onestà intellettuale.
Un’ultima chiosa, la merita tuttavia il finale del pezzo, soprattutto in vista del 25 aprile. Perché tutti noi sappiamo bene chi ci liberò (gli Alleati, tutti) e da cosa (il nazismo). Proprio per questo oggi il mondo dovrebbe stare dalla parte di chi difende le libertà e contro chi vuole negarle ed anzi intende imporre il proprio dominio con la forza. Ma mentre io sono felice di vivere in un paese la cui democrazia è costruita su quella straordinaria eredità, prendo atto amaramente del fatto che gente come Travaglio e Barbero fanno di tutto per giustificare chi ha invece scelto di calpestarla.”

da FB del 26 aprile 2025
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