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Autore Discussione: Pierpaolo Bombardieri: "Sindacato, ma delle persone"  (Letto 3019 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Ottobre 25, 2022, 10:13:10 pm »

ESTENDERE I DIRITTI, OFFRIRE RAPPRESENTANZA
 Concluso il Congresso, un'intervista al segretario riconfermato all'unanimità
 
Pierpaolo Bombardieri: "Sindacato, ma delle persone"

 
BOLOGNA - Estendere i diritti, aggredire intere aree spazi inesplorati dove la sofferenza non è ascoltata. Venti milioni di astenuto sul 50 milioni di aventi diritto al voto sono un problema enorme di sfiducia che rivela  uno spazio di rappresentanza sociale in questo paese molto grande, dovuto anche alla crisi dei partiti e dei movimenti.
“Noi siamo sempre stati dove siamo, non ci siamo spostati a sinistra come è stato scritto. Noi siamo con il lavoro e con chi soffre. E’ la sinistra che non si sa più cosa sia diventata e non ascolta la sua base”, grida Bombardieri dal palco durante le conclusioni dopo la sua elezione a Segretario generale.
Al termine del 18° Congresso della UIL, Pierpaolo Bombardieri si trattiene in un colloquio coi giornalisti per puntualizzare il nuovo profilo del sindacato che ha deliberato un documento conclusivo che disegna un ampio perimetro riformista su cui rafforzare il confronto e la convergenza con le altre confederazioni, ma soprattutto farsi rappresentante sociale dei temi non solo sindacali ma di politica economica e di welfare con il nuovo governo, indipendentemente dal colore.
 La scaletta degli obiettivi è lunga, ma la candidatura al rafforzamento della rappresentanza di bisogni sia delle imprese che dei lavoratori è sentita come un dovere implicito del sindacato per la ricostruzione della democrazia italiana a partire dalla questione sociale, la più urgente. Resta aperto il tema del vuoto della rappresentanza politica. Ma non è un compito del sindacato, precisa Bombardieri. Fatto sta che un rafforzamento della pressione delle piattaforme unitarie, nella prospettiva costringe la classe politica a definirsi come un interlocutore mano elitario. Per l’AvantI! un punto della leva per un aggiornamento dei propri compiti, un paradigma per noi del tutto naturale a sostegno di un progetto socialdemocratico e laburista.
 
Autonomia dei sindacati, come vede le sfide col prossimo governo?
 
Le vedo impegnative perché abbiamo una guerra e abbiamo una crisi e di tutto questo occorrerà tenere conto. Però siamo pronti a confrontarci e a misurarci e a dare il nostro contributo. Noi pensiamo che il confronto sia un pezzo della democrazia di questo Paese e quindi, al di là dei colori, siamo pronti a farlo con il governo sulla base dele nostre proposte.
Noi auspichiamo che il governo tenga conto del metodo del confronto e anche dei contenuti delle proposte che abbiamo fatto. Vorrei ricordare che in questo Paese c’è un grandissimo numero di lavoratori dipendenti e di pensionati che soffrono economicamente e vivono momenti di grande crisi. Perdono potere d’acquisto a cui si aggiunge il costo delle bollette. Bisogna innanzitutto dare risposte immediate a loro prima che ad altri.
 
Nel congresso si è parlato più volte di rinnovata unità sindacale. Cosa vede in una prospettiva pratica?
 
Noi abbiamo l’obbligo di superare alcune diversità di vedute. Siamo tre grandi organizzazioni sindacali con tre grandi storie. Il pluralismo sindacale in questo Paese è una ricchezza, non è un problema. Dobbiamo avere la capacità di stare insieme anche quando non a vediamo esattamente allo stesso modo. I problemi che abbiamo di fronte sono problemi troppo seri per rimanere divisi di fronte ad essi. Discutiamo intanto sulle piattaforme che sono intanto unitarie, discutiamo insieme come aggredire aree e spazi che sono inesplorati. Noi oggi abbiamo posto il tema di come “estendere i diritti”, di come parlare a tutte quelle aziende, lavoratori e lavoratrici che stanno in aziende sotto i 15 dipendenti, dove lo statuto dei lavoratori non è applicato, dove c’è ancora il ricatto, dove si licenzia senza giustificato motivo: allora è il caso di allargare gli orizzonti e di farlo insieme.
 
Come sarà questa UIL del terzo millennio?
 
Una UIL che sia in grado di allargare la propria rappresentanza , che vuole e intende rappresentare ancora di più chi sta in difficoltà. C’è uno spazio di rappresentanza sociale in questo paese molto grande, dovuto anche alla crisi dei partiti e del movimenti. Noi non abbiamo intenzione di presentarci alle elezioni, ma abbiamo intenzione di dar voce a chi oggi vive in grande difficoltà con gli strumenti che abbiamo a nostra disposizione: contratti, piattaforme, vertenze, aggiungendo a questi strumenti una più forte comunicazione con piattaforme informatiche come Terzo Millennio che siano in grado di ascoltare le tante periferie di questo paese, le tante persone che si sentono da sole. Ecco, proviamo a dare anche a loro una mano.
 
Come si ferma la strage delle morti bianche?
 
Si ferma intanto con una iniziativa culturale: in questo paese c’è una questione di scarsa cultura della legalità. Un aspetto che riguarda il lavoro, riguarda il fisco, riguarda tanti aspetti della vita sociale. Per noi è arrivata l’ora di parlare di omicidi sul lavoro. E’ stato introdotto il reato di omicidio stradale, ebbene ora va introdotto il reato di omicidio sul lavoro: non possiamo più accettare che questa strage sia inviolabile. Occorre aumentare la prevenzione, ma occorrono anche delle pene verso chi in modo irresponsabile vanifica i sistemi di sicurezza per non far remare le macchine, ad esempio.
 
Dare forza politica alla rappresentanza sociale. Il vostro documento conclusivo è molto articolato e preciso, sembra quasi un programma di governo
 
Non abbiamo intenzione di fare un programma di governo (sorride), abbiamo intenzione di rappresentare un’organizzazione sindacale che oggi diventa il Sindacato delle persone, non è un programma di governo, ma un programma che vuole occuparsi di chi è rimasto indietro, di chi forse oggi non va a votare, perché non riesce a trovare nessuno che lo ascolta. Di chi ha un problema e non sa dove andarlo a risolvere perché magari non ha i soldi per rivolgersi al commercialista o all’avvocato. Ecco la nostra organizzazione, insieme a quello che fa (rinnovare contratti fare piattaforme unitarie ecc.) vuole aggiungere anche questo. E vogliamo farlo perché c’è un grande momento di difficoltà e noi sentiamo la necessità e l’urgenza di dare rappresentanza sociale a chi ha questi problemi.
 
 
In una prossima NL ci soffermeremo nell’analisi della piattaforma che consideriamo un punto di riferimento per arricchire e innovare il dibattito politico.

S.Car.
 
 
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