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Autore Discussione: L'Eurostat smonta la bufala degli italiani povera gente  (Letto 4399 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Luglio 26, 2022, 11:02:49 pm »

Roberto Cocchis

Parole magiche: Flat Tax.

È un altro tema su cui sarà necessario tornare più volte nel corso delle prossime settimane, affinché il concetto sia chiaro per il più elevato numero possibile di persone (anche se non esiste peggior sordo di chi non vuol sentire, peggior cieco di chi non vuol vedere).
"Meno tasse, meno spesa pubblica" era un refrain di gran moda negli anni '90 e infatti ci cascarono in parecchi. La realtà, tuttavia, è che oltre un certo limite la spesa pubblica non si può comprimere, e quel limite in Italia è stato raggiunto e superato. Il grosso della nostra spesa pubblica è quella per interessi e l'unico modo per comprimerla è essere governati da gente che non parla a vanvera e non fa colpi di testa. È appena il caso di ricordare che le salvinate del 2019 ci costarono quanto due leggi di bilancio.
La spesa corrente, invece, si può ricondurre grosso modo a due ampi filoni: la spesa sociale e la spesa per il sostegno economico. La prima rappresenterebbe la ragione stessa di esistenza dello Stato, ossia i servizi di base; la seconda è legata all'attuazione delle politiche economiche nazionali che si decide di portare avanti.
Se si va a guardare quanto è successo negli ultimi 28 anni, si vede che i governi di centrodestra hanno spostato molta spesa pubblica dalle politiche sociali alle politiche economiche, ossia hanno tolto servizi alle famiglie (salvo poi lamentarsi quando queste non fanno più figli) per finanziare di più le imprese; i governi di centrosinistra hanno mantenuto un equilibrio tra le due voci di spesa; i governi tecnici hanno tagliato il budget da ambo i lati, ma molto più da quello delle imprese che da quello delle famiglie.
La scelta dei governi tecnici non è stata casuale, perché le politiche economiche dei governi di centrodestra sono state spesso e volentieri dissennate (vedi ad esempio il caso Alitalia, gli incentivi che per lungo tempo sono stati concessi perfino a chi delocalizzava e i miliardi buttati via in iniziative a favore dell'edilizia, come la scandalosa circostanza in cui, nel 2010, dopo aver speso 9 miliardi per attrezzare La Maddalena per ospitare il G8, non se ne fece più nulla e si spostò tutto a L'Aquila per farsi uno spottone elettorale internazionale basato sulla rapida ricostruzione della città distrutta dal terremoto, cosa che tra l'altro non era neanche vera).
Fatta questa doverosa premessa, va ricordato (ma ce n'è bisogno?) che lo Stato si finanzia tramite la leva fiscale. Quindi tutti i soldi di cui stiamo parlando vengono dalle imposte pagate dai cittadini.
Ora, contrariamente a quanto una certa vulgata pretende di far credere, le imposte non sono tutte uguali. Per secoli sono esistite solo quelle indirette, che colpiscono i consumi e non le ricchezze personali. Quindi gravano soprattutto sui poveri, che sono costretti a spendere tutto il reddito per la sussistenza e non hanno patrimoni. A titolo esemplificativo, la "gabella sul sale" che ebbe un discreto ruolo nello scatenare la Rivoluzione Francese del 1789 e la "tassa sul macinato" che ebbe altrettanto ruolo nella genesi del fenomeno del brigantaggio nel meridione dopo l'unità italiana erano imposte indirette.
Solo nel XX secolo, per effetto della paura di rivoluzioni analoghe a quella sovietica del 1917, in Occidente, hanno preso piede le imposte dirette, che colpiscono reddito e patrimonio e sono enormemente più eque di quelle indirette, perché costringono anche i ricchi a pagare (prima erano quasi esonerati), in modo progressivo e proporzionale alla loro ricchezza.
Ora, i governi di Berlusconi hanno sempre proclamato di voler ridurre la tassazione, ma in realtà hanno sempre operato sulle sole imposte dirette, ossia a esclusivo vantaggio dei ricchi. Apparentemente ne hanno beneficiato tutti, perché la riduzione delle aliquote ha messo più soldi in busta paga, ma per i poveri il guadagno è stato compensato dalla perdita di potere d'acquisto dei salari (mai rinnovato un contratto di lavoro durante questi governi) e dall'aumento delle imposte indirette.
Esempi di questi subdoli prelievi sono la marca da bollo obbligatoria per i ricorsi al giudice di pace (la ragione per cui se vi fanno una multa per sosta vietata vi conviene pagare entro i 5 giorni anche se avete ragione, perché il ricorso vi costa di più) e i bolli sulle carte necessarie ad aprire una successione, il cui costo è stato decuplicato per finanziare l'abolizione della tassa di successione (che pagavano solo i ricchi, dato che era prevista un'abbondante franchigia). Ma ce ne sarebbero ancora altri.
Naturalmente, anche la Flat Tax colpisce solo l’IRPEF, imposta diretta, e dovrà per forza essere finanziata con aumenti delle imposte indirette.
Ma c'è di più. Il progetto di Flat Tax presentato nel 2018 prevedeva espressamente che il provvedimento riguardasse solo l'imposta dovuta allo Stato e non le sue addizionali regionali e comunali, che venivano invece liberalizzate.
Questo è un altro elemento delle politiche fiscali portate sempre avanti dai governi di Berlusconi. Ufficialmente le tasse calavano ma in realtà, per i cittadini, sono sempre aumentate. È il frutto di un gioco delle tre carte, uno di quei trucchi di cui Tremonti era maestro.
Chiunque sappia un minimo di contabilità pubblica sa anche che ogni ente pubblico ha un suo bilancio distinto dagli altri. Il bilancio dello Stato è uno ed è una cosa diversa dal bilancio degli altri enti pubblici, soprattutto quelli territoriali (regioni, province, comuni). Poiché per molto tempo la principale fonte di finanziamento degli enti locali è stata rappresentata dai trasferimenti da parte dello Stato, è bastato ridurre questi trasferimenti per abbassare ufficialmente la spesa pubblica e la pressione fiscale. Ma lo Stato non trasferiva risorse agli enti locali per beneficenza, bensì perché le leggi sull'autonomia degli stessi prevedevano che essi esercitassero una serie di funzioni pubbliche in precedenza affidate allo Stato, che quindi gliele assegnava direttamente o gliele delegava. Ma senza i trasferimenti statali, gli enti locali, come avrebbero potuto fare? Ovviamente l'unica possibilità era reperire risorse proprie tramite una propria potestà impositiva di tributi.
Se ricordo bene, durante i governi di Berlusconi tra il 2001 e il 2006, la tassazione dei cittadini da parte degli enti locali è aumentata del 300%. Tutto questo mentre ufficialmente (riferendo i conti al solo bilancio statale) risultava che fossimo meno tassati di prima.
Mettendo insieme il taglio drastico dell'Irpef e la liberalizzazione delle addizionali, il solo risultato possibile è che verremo letteralmente massacrati di tasse da parte di Regioni e Comuni.
Ma non tutti allo stesso modo, e questo è un ulteriore elemento di iniquità. Perché le aree più povere hanno più esigenze di finanziare servizi di base, quindi chiederanno più soldi ai cittadini. Non solo: anche le aree a più elevata natalità e quelle con il più alto numero di anziani, perché bambini e anziani consumano tanto e non producono nulla. Quindi un altro degli effetti sarà sicuramente una ulteriore contrazione della natalità, che non potrà essere certamente compensato con le solite mance con cui si finge di incentivare le famiglie con figli, visto che il solo modo di incentivarle è fornire dei servizi, e questi si possono finanziare solo con la leva fiscale.
Scusate se il discorso è stato lungo, ma c'erano molte cose da precisare. Capisco che è più comodo leggere un'invettiva del genere "Fascista! Fascista! Fascista!" ma io sono uno che si occupa di cose serie, di problemi reali, e non sento il più lontano bisogno di ricorrere a scorciatoie.

Da FB del 26 luglio 2022
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« Risposta #1 inserito:: Agosto 16, 2022, 10:51:22 am »

L'Eurostat smonta la bufala degli italiani povera gente

Posta in arrivo

ggiannig <ggianni41@gmail.com>
09:03 (1 ora fa)
a me

L'idea che il nostro paese sia drammaticamente arretrato sul fronte del disagio economico e sociale rispetto agli altri maggiori paesi europei &egrave; sbagliata.

I dati
https://www.ilfoglio.it/economia/2019/10/27/news/l-eurostat-smonta-la-bufala-degli-italiani-povera-gente-282865/
 
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« Risposta #2 inserito:: Ottobre 16, 2022, 06:06:38 pm »

La Sanità Regionale.

Non soltanto distrutta dall'inefficienza organizzativa, ma colpevolmente fatta deviare, verso la sanità privata, sia per interessi di parte, sia anche per interessi personali, in non pochi casi.
La Magistratura ci dirà.

Ma soprattutto per la convinzione espressa più volte in pubblico, che le famiglie italiane abbiano troppo risparmio di famiglia.

La predazione come metodica è una tecnica molto conosciuta e praticata dalle destre.
ggiannig   
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