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Autore Discussione: Maristella Iervasi - Massimo Brutti: «Sbagliano. Per settarismo»  (Letto 2749 volte)
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« inserito:: Dicembre 29, 2007, 12:37:30 am »

Massimo Brutti: «Sbagliano. Per settarismo»

Maristella Iervasi


«Intorno alle foibe c’è la storia di una violenza organizzata di un attacco ai diritti umani che non ha giustificazioni. Andare là e studiare significa soffermarsi su uno dei drammi italiani del ‘900». Massimo Brutti, senatore del Pd, interviene nella polemica scaturita durante la discussione sul bilancio del Campidoglio. E dice: «Il voto contrario sul viaggio della memoria? È espressione di settarismo. Segna un passo indietro rispetto alla riflessione che già era matura nel Pci negli anni Ottanta».

Ha senso un viaggio nella memoria presso le Foibe?
Le foibe sono luoghi dove migliaia di italiani furono uccisi dalle formazioni armate del marasciallo Tito tra il 1943 e il 1945. C’è stata per molti anni reticenza e silenzio su questi eccidi. Andar là significa conoscere, come già avviene per altri viaggi nei luoghi in cui si sono consumati i drammi più irragionevoli del ‘900. Dobbiamo distinguere la peculiarità di ciascuna di queste tragedie. I viaggi organizzati per i giovani servono anche a questo: a farsene un’idea diretta, a ritrovare le tracce di quegli episodi nella memoria della gente che li ha vissuti.

Quindi, bene ha fatto il Campidoglio...
Conoscere significa spiegare storicamente, guardare in faccia la realtà. Nessuna propaganda. La conoscenza diretta della storia ha questa forza: aiuta a cancellare i pregiudizi.

Ma sul maxi emendamento un pezzo di sinistra democratica si è messa di traverso. Qual è il significato di questa opposizione?
Un voto a dispetto ma anche, se guardiamo al merito del problema, un passo indietro che non tiene minimamente conto della riflessione condotta dalla sinistra nell’ultimo quindicennio ma già nettamente delineata nella cultura politica del Pci durante gli anni Ottanta.

Perchè questo “dispetto”?
Per settarismo. Per un errore grave di valutazione.

Si spieghi meglio.
È evidente che quei delitti stavano dentro un meccanismo di ritorsioni terribili. Vi sono stati crimini di guerra dei nazisti e dei fascisti contro gli slavi. Ma gli eccidi commessi dai seguaci di Tito non possono trovare in questo alcuna giustificazione. C’è nella violenza che uccide migliaia di persone inermi gettate nelle Foibe un impasto di guerra ideologica e di sopraffazione etnica, di caccia agli anti-comunisti.

Un attacco ai diritti umani?
Proprio così. Fermarsi a metà strada e non condividere la condanna assoluta di questa violenza è il contrario di un pensiero di sinistra. È una negazione dei nostri valori. È nostro compito promuovere una ricostruzione storica seria di quei fatti e tenere contemporaneamente ferma la condanna morale. Che non può attenuarsi solo perché dietro quei delitti c’erano delle bandiere rosse.

Ma dietro questo voto non c’è anche un’aggressione al Pd?
È miope ed autolesionista per la stessa sinistra radicale contrastare un’iniziativa di studio seria. O ancora peggio: mettere in discussione un principio, come il valore assoluto dei diritti umani, che è quello che dà senso al viaggio per i giovani.

Pubblicato il: 28.12.07
Modificato il: 28.12.07 alle ore 12.22   
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