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Arlecchino:
Hong Kong, via i candidati democratici dalle liste elettorali


Arlecchino Batocio
18:49 (11 minuti fa)
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La decisione del governo in vista delle elezioni di settembre. Fra gli esclusi il volto della protesta, Joshua Wong.
Fermati quattro attivisti del movimento https://www.repubblica.it/esteri/2020/07/30/news/hong_kong_arrestati_4_attivisti_menti_della_rivolta_cina-263255039/

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Rep: Hotpot di Filippo Santelli

18 agosto 2020

Ciao a tutti da Guiyang, capoluogo della provincia del Guizhou, e scusate il ritardo ma ho avuto problemi di connessione.

 
“In Cina le cose più interessanti le ho viste sempre quando sono uscito da Pechino”. Ieri mattina, mentre prendevo il mio primo volo post-coronavirus, ripensavo alle parole di un collega americano con una lunga esperienza di Cina. Gli avevo domandato un consiglio sul lavoro in questo Paese e lui mi ha risposto così: quando puoi esci da Pechino. Forse inconsciamente, ma credo che la sua frase mi ronzasse in testa già qualche giorno fa, quando ho accettato di partecipare a questo viaggio per i media stranieri nella provincia meridionale del Guizhou. Lo organizza l’agenzia stampa di Stato Xinhua e, per esperienze passate, i “contro” mi erano ben noti. Questi tour ufficialissimi, accuratamente disegnati per rispecchiare le priorità del Partito, devono mettere in risalto i successi della Cina. La propaganda può raggiungere livelli di guardia. Eppure sono anche una scorciatoia per avere accesso a realtà altrimenti difficili da raggiungere, in un Paese dove le richieste dei giornalisti stranieri sono accolte con diffidenza estrema, se non ignorate. Soprattutto, sono un’occasione per uscire da Pechino.


Ma che significa “andarsene da Pechino”? Perché è così importante? Potrei usare un’immagine per spiegarvelo. Ieri, quando sono uscito dal portellone dall’aereo sulla pista di Guiyang il panorama mi ha lasciato a bocca aperta. Ero circondato da colline ricoperte di vegetazione, mentre dei nuvoloni lasciavano intravedere un cielo azzurro intenso. Erano settimane che non vedevo colori così vivi. A Pechino tutto è sbiadito, a causa della cappa di inquinamento e umidità che avvolge regolarmente la città, già di suo spoglia e secca come molto del Nord cinese. L’impressione, credo di avervelo già detto, è quello di essere dentro a una teca di plexiglass. La sensazione, specie d'estate, di soffocare.

 
E’ anche una metafora: quella di una città costruita attorno al potere, per preservarlo, e dal potere compressa. Una città dove si decide per tutta la Cina, ma che spesso sembra lontanissima dal resto del Paese. Le storie che arrivano dalle province dell'impero aprono squarci su mondi diversi. In poche ore qui a Guiyang, le prime, ho già visto diverse cose stupefacenti. La prima è una città che sta costruendo all’impazzata. I grattacieli di vetro del centro (sotto, uno scorcio) sono tutti nuovissimi ma, nonostante l’impressione di spazi già sovradimensionati, i cantieri proseguono, le gru svettano ovunque e a fine turno gli operai circolano in gruppi per le strade tenendo in mano i loro caschetti gialli. Siamo nel Sudovest della Cina, in una delle province povere al centro del nuovo piano di sviluppo del governo. E mentre Pechino è ferma, o al massimo si dedica alla manutenzione ordinaria, solo venendo qui si capisce perché l’economia cinese stia rimbalzando e come questa ripresa sia basata su una vecchia ricetta, efficace quanto pericolosa, cioè massicci investimenti in ediliazia e infrastrutture.


La seconda cosa che ho notato è come qui il coronavirus appaia una minaccia lontana, nel tempo e nello spazio. A differenza di Pechino, la città da difendere a ogni costo, dove tutti portano ancora la mascherina e all’ingresso dei locali ti chiedono di mostrare la app con il codice sanitario, qui a Guiyang la mascherina non la mette quasi nessuno, né per strada né ai tavolini dei ristoranti che nel fresco della sera (siamo a 1200 metri) servono deliziosi spiedini d’agnello su una focaccia al sesamo (sotto, la preparazione degli spiedini). Mi chiedevo perché tutti mi guardassero strano, poi ho capito che io, straniero, ero l’unico a indossarla. D’altra parte l’ultimo caso confermato nella provincia risale alla metà di marzo. Eccesso di confidenza? Incoscienza? Non saprei. Però si respira liberamente, ed è anche una metafora.

 
Ecco, forse il consiglio del mio collega va un po’ corretto. Forse per capire bene (o un po’ meglio) la Cina è sempre necessario tenere in mente questa duplicità, o meglio ancora questa molteplicità. Pechino, quello che rappresenta, e tutto ciò che Pechino non è. Una Cina, che è tante Cine.


Letture cinesi

Pure questo è un consiglio per super appassionati, anche detti "nerd". La scorsa settimana ho letto Lavoro e diritti in Cina, un bellissimo saggio di Ivan Franceschini, tra i maggiori esperti al mondo sul tema. Il libro è uscito nel 2016, ma è ancora attuale per capire l'ambiguità del Partito comunista (sì, comunista) cinese nei confronti dei "suoi" lavoratori. Attraverso interviste con gli operai, Franceschini spiega perchè la consapevolezza dei diritti in Cina è ancora embrionale, perchè le forze del lavoro non riescono a organizzarsi e come il Partito agisce per impedire che ciò avvenga. In una formula, visto che siamo in tema di nuove Guerre Fredde: perchè in Cina non vedremo una Solidarność. 

 
Sto raccontando il mio viaggio in Guizhou su Instagram, se vi va seguitemi.

Buon Hot Pot a tutti!

Filippo

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South China Morning Post

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https://www.scmp.com/news/china/article/3100335/xi-jinping-calls-freer-service-trade-china-tries-counter-decoupling
 

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La leggendaria storia delle arti marziali cinesi: dalle origini antiche al live action di Mulan | National Geographic

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https://www.nationalgeographic.it/storia-e-civilta/2020/09/la-leggendaria-storia-delle-arti-marziali-cinesi-dalle-origini-antiche-al
 

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US lawmakers want to stop calling Xi Jinping a President. But will he care? - CNN

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https://www.cnn.com/2020/09/08/asia/xi-jinping-title-us-bill-intl-dst-hnk/index.html
 

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