LA LEGA.

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Arlecchino:
LA LETTERA
Un pilota ai comandi c’è

Il vicepremier e ministro dell’Interno risponde all'editoriale di Antonio Polito sul Corriere della Sera

Di Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno

Caro direttore,
prendo punto dall’editoriale di ieri firmato da Antonio Polito per spiegare brevemente quanto abbiamo fatto e quello che vogliamo fare a proposito di immigrazione e non solo. Sono al Viminale da un mese e mezzo e sono sbarcate 3.716 persone. Nello stesso periodo dell’anno scorso erano state 31.421.

Polito sostiene che il sottoscritto abbia subìto «il primo smacco della campagna d’estate» nell’affaire della nave Diciotti. Non sono d’accordo: in un primo momento due immigrati sono stati indagati e tutti gli altri interrogati. D’altronde, le violenze a bordo non sono tollerabili. Per questo avevo chiesto l’immediato accertamento delle responsabilità. E ieri sono scattati dei fermi.

Avrei preferito delle misure più severe fin da subito? Certo. Ma non dipendevano, come è noto, dal ministro dell’Interno. Di sicuro non siamo più un Paese colabrodo. Lo stesso Polito mi riconosce «l’indiscutibile merito» di aver scosso l’ipocrisia europea. L’ultimo risultato sono i cento immigrati che volevano arrivare in Sicilia e che Francia e Malta hanno accettato di accogliere. Non era mai successo. Eppure non mi basta: voglio invertire la rotta rispetto ai disastrosi anni del Pd. Come?

Le Commissioni territoriali (quelle che devono riconoscere o meno la protezione internazionale) hanno 250 funzionari in più. Entro fine anno ne arriveranno almeno altri 170. E useremo fondi europei per tagliare la burocrazia. Risultato: sarà più veloce identificare gli immigrati. Da una parte quelli che devono essere accolti, dall’altra i clandestini. Sempre a questo proposito, abbiamo emanato una direttiva per dare criteri più stringenti per la concessione della cosiddetta «protezione umanitaria». È una anomalia italiana. Sulle nostre coste si sono contati 650mila arrivi e ora si registrano oltre 130mila pratiche pendenti: vanno smaltite in fretta. Non solo. Entro l’anno saranno attivati i nuovi centri permanenti per i rimpatri, come scritto nel contratto di governo. L’obiettivo finale è averne almeno uno per regione.

Anticipo che intensificheremo il monitoraggio sui centri di accoglienza: chiuderemo quelli con i gestori coinvolti in inchieste giudiziarie. E proprio per tenere alla larga i furbetti, ridurremo le spese per l’accoglienza. Lo faremo in collaborazione con l’Autorità nazionale anticorruzione. Nessun intento disumano: semplicemente, vogliamo uniformarci ad altri Paesi europei e togliere ossigeno a chi utilizza l’immigrazione come business. Da 35 euro al giorno per immigrato scenderemo a circa 25 — senza ridurre i servizi — con un risparmio di 500 milioni l’anno e che investiremo in sicurezza.

Polito sostiene che non si parla di espulsioni. Forse non se ne parla abbastanza, ma ci sto lavorando dal primo giorno. L’obiettivo a medio termine è aumentare i rimpatri volontari assistiti, tanto che il 16 luglio sarà sottoscritto con la Commissione europea il primo progetto da 6 milioni. A breve ne seguiranno altri tre. Proprio per moltiplicare le espulsioni e bloccare le partenze (e quindi evitare i morti in mare) abbiamo un piano di aiuti. In particolare per la Libia. Nei prossimi mesi intendo incontrare i leader di tutti i Paesi del NordAfrica per avviare (o rinforzare) gli accordi bilaterali. E a Bruxelles abbiamo già sollevato il tema della revisione della missione internazionale Sophia, quella che si occupa della vigilanza del Mediterraneo. Non sono le solite chiacchiere: ci sarà una riunione ufficiale, il 18 luglio. L’Italia non può più essere il campo profughi dell’Europa. E visto che vogliamo parlare di risultati, mi fa piacere ricordare la direttiva sulle spiagge sicure: per la prima volta gli enti locali avranno dei fondi per fronteggiare commercio abusivo e illegalità. Soprattutto, anticipo l’intenzione di presentare un «Decreto Sicurezza» che, tra le altre cose, affronterà il tema dei cosiddetti profughi-vacanzieri. Parliamo degli stranieri che scappano dal loro Paese ma vi tornano per le ferie (eppure gli abbiamo concesso la protezione: è normale?!).

Attenzione. Il ministro dell’Interno non può e non deve occuparsi solo di immigrazione. Il mio principale obiettivo è la lotta senza quartiere alla grande criminalità organizzata. Per questo passerò il Ferragosto in Calabria, con il Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Per Polito, qualcuno si chiede «se c’è un pilota ai comandi». Dato che c’è una rotta chiara, mi pare proprio di sì. I cittadini, poi, giudicheranno la qualità delle scelte.

Cordialmente

15 luglio 2018 (modifica il 15 luglio 2018 | 08:46)
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Da - https://www.corriere.it/politica/18_luglio_14/pilota-comandi-c-e-0e47959a-87a4-11e8-bfdc-8bbc13b64da8.shtml

Arlecchino:
VICEPREMIER AL SENATO

Decreto flussi «allargato», stop di Salvini
In arrivo «entro l’estate» un decreto sicurezza.
Polemica con «Famiglia cristiana»

ROMA
Un «no» ribadito più volte «a ogni regolarizzazione». Matteo Salvini ieri nell’audizione programmatica al Senato snocciola i suoi obiettivi: la politica sui migranti resta la priorità strategica. Si profila un decreto legge «entro l’estate»: prima della pausa di agosto (meno probabile) o a settembre (più probabile). Nel corso dell’audizione e delle domande dei parlamentari emerge più volte il tema di una sanatoria per gli immigrati irregolari: Salvini ripete e conferma la sua contrarietà, poi rammenta la validità «di un decreto flussi per 30mila persone previsto per il 2018». Non altro, dunque.
Di fatto un terzo della sua relazione letta ieri a palazzo Madama è dedicata all’immigrazione. A partire dai probabili punti di intervento nel prossimo decreto o disegno di legge (il tipo di normativa deve ancora essere deciso). Ci sarà un a norma di revisione della protezione umanitaria «oggi beneficio maggiormente concesso dal sistema nazionale» anche se «dovrebbe essere di carattere residuale». Nell’ultimo quinquennio, ricorda il ministro, «solo il 7% dei richiedenti asilo ottiene il riconoscimento dello status di rifugiato» e va aggiunto «un ulteriore 15%» per la protezione sussidiaria»: una quota comunque «minoritaria» sottolinea Salvini «rispetto al 28%» di permessi per motivi umanitari.
Nel «pacchetto sicurezza» il ministro dell’Interno vuole inserire anche norme per ampliare il numero di reati in grado di sospendere la domanda di asilo: «Oggi vale per lo stupro aggravato ma, è incredibile, non per quello senza aggravante. Demenziale». La questione andrà concertata con il collega alla Giustizia, Alfonso Bonafede; in generale il provvedimento «coinvolge cinque o sei ministeri». Rimane il fatto che gli sbarchi di migranti vanno verso i minimi termini: «A partire dal 1° giugno 2018 - rileva il vicepresidente del Consiglio - sono sbarcati a oggi 4.677 migranti a fronte di 34.220 nello stesso periodo dell’anno scorso con una riduzione pari a -86%».
Il ministro rilancia sui Cpr (centri per i rimpatri): oggi sono attivi a Torino, Roma, Bari, Brindisi, Palazzo San Gervasio (Pz) e Caltanissetta per circa 880 posti ma entro l’anno saranno «riattivati nuovi centri per circa 400 posti» a Macomer (Nu), Modena, Gradisca d’Isonzo e Milano. Salvini ieri ha incassato anche l’ok della Camera dei deputati al decreto sulle motovedette alla Libia con 266 sì e quattro no (Leu e +Europa).
Ma la copertina di Famiglia di Cristiana ha sollevato una bufera politica. «Vade retro Salvini» il titolo del settimanale cattolico. «Pessimo gusto» replica il titolare del Viminale. Il periodico sottolinea l’impegno della Chiesa «contro certi toni sprezzanti e non evangelici». Attacca l’ex segretario Ps Matteo Renzi: « Se in campagna elettorale - twitta - mostri in modo strumentale il rosario, se fai la battaglia per il crocifisso nelle sale pubbliche, non hai diritto di arrabbiarti per una copertina di Famiglia Cristiana». Il presidente della Camera, Roberto Fico, liquida la questione con una battuta: «Non commento copertine». Il vicepresidente Pd a Montecitorio, Ettore Rosato, sostiene che di rado il giornale cattolico interviene così vistosamente e, «se lo fa, la decenza è superata».
Ieri Salvini ha incontrato il sindaco di Roma Virginia Raggi: uno dei punti di maggior attenzione è la chiusura dei campi rom. «Non sarà la corte europea di Strasburgo a bloccare il ripristino della legalità» afferma il ministro e annuncia di aver «chiesto al Comune di proseguire sulla via tracciata. Ho messo a disposizione la forza pubblica». Ieri infine a Bruxelles al Coreper (comitato rappresentanti permanenti) è cominciato l’esame della proposta della Commissione sui centri di transito e le piattaforme di sbarco: sarebbero stati considerati «una buona base di partenza».

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Marco Ludovico

Da - http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/edicola24web/edicola24web.html?testata=S24&edizione=SOLE&issue=20180726&startpage=1&displaypages=2

Arlecchino:
Giorgetti teme un attacco dei fondi speculativi all'Italia a fine agosto
Dice a Libero il sottosegretario leghista alla Presidenza del Consiglio: "Abbiamo visto cos'è accaduto a fine agosto nel '92 e sette anni fa con Berlusconi".

12 agosto 2018, 10:51
 
GIANCARLO GIORGETTI FONDI SPECULATIVI

"A fine agosto i fondi speculativi ci aggrediranno, può accadere quello che è successo a Berlusconi sette anni fa. E l'opposizione, in crisi, farà di tutto per saltarci addosso". È L'allarme che il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il leghista Giancarlo Giorgetti affida alle colonne di Libero nella convinzione che "L'Europa e le èlite temono questo governo" legastellato. Giorgetti si dice "preoccupato il giusto. L'attacco - spiega - io me lo aspetto, i mercati sono popolati da affamati fondi speculativi che scelgono le loro prede e agiscono. Abbiamo visto cos'è accaduto a fine agosto nel '92 e sette anni fa con Berlusconi. In estate ci sono pochi movimenti nelle Borse, è un periodo propedeutico a iniziative aggressive nei confronti degli Stati, guardi la Turchia". Ma "se arriva il temporale, apriremo l'ombrello. L'Italia - ricorda Giorgetti - è un grande Paese e ha le risorse per reggere, anche grazie al suo grande risparmio privato. Quello che mi preoccupa è che, nel silenzio generale, gran parte del risparmio italiano è stato portato all'estero e quindi la gestione dei nostri titoli non è domestica".

Quindi l'Italia è alla mercè del fuoco straniero? "Gliel'ho detto, il governo populista non è tollerato. La Ue teme che, se funziona in Italia, altri Paesi possano imitarci”.

Il governo gialloverde "Durerà finché converrà agli italiani", certo è che "A Lega e M5s converrebbe tornare al voto subito, incassare il consenso e annientare Pd e Forza Italia, ma noi lavoriamo nell'interesse del Paese, non delle nostre botteghe, per questo credo che l'orizzonte non sarà di breve termine. L'accordo è saldo e ne abbiamo dato prova: M5s ci è venuto dietro sull'immigrazione e noi abbiamo tenuto duro sul decreto dignità", sottolinea Giorgetti.

A minacciare il destino dell'esecutivo c'è solo "l'imponderabile, qualche atto o situazione improvvisa alla quale non sappiamo reagire. Poteva accadere sull'immigrazione, se Salvini non avesse tirato fuori l'asso nella manica. È una situazione incredibilmente nuova. Basti pensare che all'inizio tutti erano convinti che la debolezza del governo sarebbe stata la politica estera, che invece si è rivelata il nostro punto di forza". Di qui l'allarme sugli attacchi speculativi esteri e la già sperimentata impennata dello spread.

Se avete correzioni, suggerimenti o commenti scrivete a dir@agi.it

Da - https://www.agi.it/politica/giorgetti_fondi_specultativi_giorgetti-4261669/news/2018-08-12/

Arlecchino:
Perché, secondo Giorgetti, "il Parlamento non conta più nulla"

Di Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev - Agi | 20 agosto 2018, 16:34

"Il Parlamento non conta assolutamente più nulla, perché non è più sentito dai cittadini elettori, che vedono nel parlamento il luogo dell'inconcludenza della politica". Lo ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, al meeting di Rimini.

"Se continuiamo, come un feticcio, a difendere questo modo della democrazia rappresentativa sbagliamo, non facciamo nemmeno bene alla democrazia. Oggi dobbiamo chiedere se c'è partecipazione? Sì, c'è partecipazione. Non possiamo dire che la gente non partecipa; partecipa fin troppo e risolve la partecipazione politica con un like; è una partecipazione superficiale, ma c'è e si basa su quella che oggi è una valanga informativa", ha proseguito, "c'è più informazione e più disinformazione. Mentre una volta c'erano i vecchi libri eravamo costretti a informarci leggendo quei libri, approfondendo e riflettendo, oggi tutto questo diluvio di informazione passa e va, dopo tre o quattro giorni il caso viene espulso e si comincia a parlare di altro. Non vorrei che succedesse anche per Genova, ma già abbiamo qualche segnale in proposito".

Da - https://www.agi.it/video/perch_secondo_giorgetti_il_parlamento_non_conta_pi_nulla-4288706/video/2018-08-20/

Arlecchino:
Giorgetti alla Festa del Fatto: “Fondi Lega? Se il Riesame ci condanna, il partito chiude. Diciotti? C’è un problema con la Guardia costiera, di solito i militari rispondono agli ordini”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, intervistato da Peter Gomez dal palco della Versiliana, ha parlato della sentenza attesa dopo il 5 settembre che deciderà sui conti leghisti.

E sul caso della nave italiana bloccata a Catania con 150 migranti a bordo: "E' un avvenimento che resta da chiarire".

Sulla promessa di Salvini dei 500mila respingimenti? "L'ha sparata grossa". Ha poi annunciato che a breve sarà presentato il ddl Anticorruzione in consiglio dei ministri

Di F. Q. | 31 agosto 2018

 “La sentenza sui fondi della Lega? Se il tribunale del Riesame conferma la condanna, il 6 settembre il partito chiude”. Quindi i problemi con la Guardia costiera che sul caso Diciotti non ha rispettato gli ordini, ma anche le promesse di Matteo Salvini che sui 500mila respingimenti “l’ha sparata grossa”. Infine l’annuncio della presentazione del ddl Anticorruzione in consiglio dei ministri “forse già la prossima settimana”. Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, è intervenuto dal palco della Festa del Fatto Quotidiano in Versiliana. E intervistato dal direttore Peter Gomez per “La Confessione” ha affrontato tutti i temi caldi sul tavolo del governo Lega-M5s al rientro dalle vacanze estive. A partire dalla sentenza attesa dopo il 5 settembre, quando il Tribunale del riesame di Genova si esprimerà sul sequestro dei conti leghisti dopo la condanna per truffa ai danni dello Stato di Umberto Bossi e Francesco Belsito. Una data non ancora stabilita (potrebbe il tribunale prendersi qualche giorno per decidere) che, secondo alcune ricostruzioni di stampa, potrebbe far saltare l’esecutivo e riaprire la strada all’ipotesi elezioni anticipate. Giorgetti, rispondendo alle domande del direttore de ilfattoquotidiano.it, ha spiegato perché il Carroccio contesta l’eventuale intervento della magistratura: “Avrebbe una conseguenza definitiva, la chiusura del partito, senza che quel processo sia finito. Se tutti i futuri proventi che arrivano alla Lega vengono sequestrati, è evidente a quel punto che il partito non può più esistere, perchè non ha più soldi. E’ ovvio che se il 6 i giudici decidono cosi, noi siamo finiti. Arrivasse dopo una sentenza della Cassazione io non avrei niente da dire”. Maglietta maniche corte e toni informali, Giorgetti è l’uomo che più di tutti dall’avvio della legislatura ha tessuto le trame della nuove alleanza tra Carroccio e 5 stelle. E, intervistato da Gomez, pur avendo negato di essere il Gianni Letta del governo gialloverde o il nuovo Richelieu, ha smentito ipotesi di crisi o elezioni anticipate. “Se la Lega avesse voluto staccare la spina”, ha chiuso, “il giorno dell’avviso di garanzia a Salvini nell’ambito dell’indagine sulla Diciotti avremmo avuto un buon motivo. Non lo abbiamo fatto, abbiamo cinque anni davanti per salvare il Paese dal disastro”.

“Diciotti? C’è un problema con la Guardia costiera, di solito militari rispettano gli ordini”
Durante l’intervista per la Confessione, Giorgetti ha parlato a lungo del caso della nave Diciotti e della decisione del governo, la settimana scorsa, di tenerla bloccata nel porto di Catania con 150 migranti a bordo. “In questo caso era coinvolta la Guardia costiera italiana, non una ong”, ha detto Gomez. “Ha ragione”, è stata la replica del sottosegretario leghista. “Siccome l’Italia è stato sovrano, resta da spiegare come sia possibile che la nave Diciotti sia entrata in acque maltesi visto che di solito i militari rispondono agli ordini”. “Quindi lei non ha capito perché hanno agito in questo modo?”, ha continuato Gomez. “No, mi risulta che le autorità maltesi abbiano protestato per questo sconfinamento. E’ un avvenimento che resta da chiarire. Il povero Toninelli si sta chiedendo questo e molte altre cose su come funziona la catena di comando”. Quindi, alla domanda del direttore Gomez, “abbiamo dei problemi allo stato attuale con la Guardia costiera?” “Sì”, è stata la risposta. “Tanto è vero che questo è un governo di cambiamento che vuole cambiare le cose anche su questo”. Giorgetti ha anche parlato dell’indagine della procura di Agrigento sul ministro dell’Interno, l’inchiesta che ipotizza cinque reati tra i quali il sequestro di persona: “Io credo che il magistrato volesse in qualche modo indagarlo. E a Salvini non dispiacesse essere indagato”. Quindi, ha commentato ridendo: “Ora sono contenti sia Salvini che il magistrato“.

“Salvini? Sa quando deve frenare. Ma sui 500mila respingimenti l’ha sparata grossa”
Il sottosegretario leghista ha quindi parlato del leader del Carroccio e di questi primi mesi al governo con i 5 stelle. “C’è un pericolo che la gente si stanchi dal suo continuo rilanciare?”, ha chiesto Gomez. “Sì c’è”, ha risposto. “Per guidare bene un’auto di Formula 1, bisogna sapere anche frenare, non solo accelerare, se no vai fuori strada alla prima curva. Anche la politica è così. Salvini sa tenersi tarato sulla pancia dell’elettorato, confido quindi che quando sentirà che la pancia dell’elettorato gli segnalerà che è il momento di frenare, frenerà”. A questo proposito, nel merito dei 500mila respingimenti promessi in campagna elettorale da parte del segretario: “L’ha sparata grossa”, ha commentato. “Mi accontenterei che non arrivassero più”.

“Non abbiamo le risorse per inglobare Forza Italia”
Per il Carroccio rimane sempre aperta la questione del rapporto con gli ex alleati di Forza Italia, un fronte caldo che potrebbe riaprirsi anche in vista delle Europee. “Se portiamo via elettori a Forza Italia, o ad altri partiti, non è colpa nostra, ma loro”, ha detto Giorgetti. Che ha però anche aggiunto: “Non abbiamo risorse per inglobare Forza Italia. Ma le idee di Salvini sono più attraenti di quelle di Tajani. Il fatto che la Lega cresca e gli altri diminuiscano crea di fatto la Lega come partito di riferimento del centrodestra, anche se secondo me non esistono più le categorie centrodestra e centrosinistra. Se portiamo via elettori, non è colpa nostra, ma colpa loro”. Giorgetti ha dato quindi una visione ottimista sul futuro del governo, dicendo che lui e Conte sorridono alle ricostruzioni sugli scontri interni tra i due partiti: “L’unico problema per metterli d’accordo”, ha tagliato corto Giorgetti, “è trovarli insieme. Uno sta in Cina, l’altro in diretta Facebook. Quando riesci a trovare un giorno per chiuderli un’ora in una stanza con il presidente Conte l’esperienza dice che le soluzioni si trovano. A settembre hanno finito di fare i loro giri e troveremo le soluzioni”. Insomma, ha chiuso con una battuta: “Pd e Forza Italia non riescono a portare avanti idee di nessun tipo, l’opposizione non esiste. Facciamo tutto noi: il governo e l’opposizione. Ogni tanto litighiamo per dare soddisfazione alla gente”.

“Autostrade? Il primo obiettivo è la revoca della concessione. Dubito Anas abbia le strutture tecniche”
Tra i dossier più importanti in discussione sul tavolo del governo in autunno ci sarà sicuramente quello di Autostrade, dopo la tragedia del crollo del ponte di Genova. “Il primo obiettivo”, ha detto Giorgetti, “è la revoca della concessione alla società Autostrade, poi discuteremo politicamente come procedere”, ma “la responsabilità di Autostrade appare evidente, e la vedo difficile pensarla diversamente”. Giorgetti ha però anche precisato: “Io dico rimettiamo a gara la concessione. Poi chi partecipa vince. Non esiste la regola aurea meglio il privato o il pubblico”. Dopo “ci sono due possibilità: decidere di fare le cose in casa e nazionalizzare e utilizzare Anas o non so bene cos’altro per gestire le autostrade. Dubito però che Anas abbia le strutture tecniche” adeguate in questo momento. La seconda possibilità e’ fare “una nuova gara con modalità diverse su tariffe e manutenzione”.

Quindi Gomez ha chiesto come mai è stato votato in Aula nel 2008, anche con i voti a favore del Carroccio, il cosiddetto “salva Benetton”: “Quel decreto nasce dal governo precedente. E’ stato poi ereditato da quello successivo e venduto come un accordo che permetteva di rilanciare e fare ulteriori tratte. Io non c’ero, ma se ci fossi stato, l’avrei votato perché la Lega” nel 2008 “aveva un vincolo di maggioranza. E’ stata un’operazione di clamoroso lobbismo“.

“Non siamo soddisfatti di come sta andando l’economia. Sforare il 3 per cento? Sì, se necessario”
Il rientro dei lavori in Parlamento, significherà anche tra le altre cose, discussione sulla prossima manovra finanziaria. “Quello che è certo è che non siamo assolutamente soddisfatti di come sta andando l’economia”, ha detto Giorgetti. “Abbiamo ambizione, qualcuno dirà la temerarietà, di portare l’Italia a un tasso di sviluppo sopra il 2-3%. Soltanto con lo sviluppo dell’economia si può affrontare il rilancio dello Stato”. Quindi si prende in considerazione l’ipotesi di sforare il limite del rapporto deficit pil al 3 per cento? “Se è necessario per mettere in sicurezza il Paese, anche sì. Credo che sia interesse anche dell’Europa”. Infine sulla pace fiscale, una delle proposte centrali del programma del Carroccio, ha assicurato: “Non ci sarà senza una seria lotta all’evasione”.

“Salvini permaloso. Bossi? Per lui ero troppo buono, ora sono troppo cattivo”
Nel corso de la Confessione, Giorgetti ha parlato anche dei colleghi del partito e dei rapporti costruiti nel corso degli anni. Qual è un difetto di Salvini?, gli ha chiesto Gomez. “Bisogna stare attenti a come si fanno le critiche. Ci sono delle tattiche per fargliele arrivare”. Quindi il leader del Carroccio è permaloso? ”Sì”, ha chiuso il sottosegretario. Per quanto riguarda Umberto Bossi invece, ha detto: “Mi ha insegnato tutto in politica e mi diceva che ero troppo buono per fare politica, forse ora sono diventato troppo cattivo…”. Infine, Gomez ha fatto una domanda anche sul rapporto tra Giancarlo Giorgetti e Gianpiero Fiorani, l’ex banchiere della Banca popolare di Lodi che nel 2004 si presentò nel suo ufficio con 100mila euro in contanti: lui li rifiutò senza denunciare. “Sapevo che c’erano soldi dentro il pacco”, ha chiuso Giorgetti. “Ma avevamo un rapporto tale che non sapevo quali fossero le sue intenzioni. Era un reato oppure no? Non lo so”.


Di F. Q. | 31 agosto 2018

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