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Carlo Petrini: “I partiti ormai sono superati la politica riparta dalle comunità”

“Nel Pd poca partecipazione. Il discorso M5S sulla povertà ha funzionato”

Pubblicato il 16/03/2018

Luca Ubaldeschi

La lezione del voto in Italia, dice Carlo Petrini, è chiara: «Assistiamo al superamento di schemi ormai vecchi, la politica deve esprimersi attraverso nuove forme». Il fondatore di Slow Food le identifica nelle comunità, organizzazioni più inclusive, capaci di garantire maggiore partecipazione. Il discorso parte dall’ambiente, ma si adatta perfettamente alla politica. Oggi i partiti, spiega Petrini, «sono sempre più caratterizzati dalle leadership, non a caso molte liste avevano il nome di un politico nel simbolo. Bisogna invece coinvolgere di più le persone. Il carisma va bene, ma se diventa prioritario, se rischia di trasformarsi in arroganza, allora tutto salta».  

Viene spontaneo pensare a una critica al Pd, di cui Petrini - figura di riferimento intellettuale per la sinistra - è stato fra i membri del Comitato promotore. Ma lui smentisce: «Non è mio compito e non voglio fare un’analisi interna ai partiti. È evidente che nel Pd sia mancata la partecipazione, ma io credo che sia tutta la politica a dover dare dignità a istanze che crescono nella società, ad argomenti finora tenuti in secondo piano anche dai giornali. Il primo è l’ambiente. Nella campagna elettorale quasi non se ne è parlato».

Per questo ha deciso di fondare le comunità «Laudato si’» che presenterà oggi in Vaticano? Perché chiamarle con il nome dell’enciclica di Papa Francesco del 2015?  

«È un documento politico di straordinaria valenza. Pone in relazione i disastri ambientali con la distruzione della vita per i più poveri, come prima gli ambientalisti non facevano. Pensavano ai panda, giusto, certo, ma non ai poveri. È l’affermazione dell’ecologia integrale, di quell’educazione a tutelare l’ambiente per difendere al tempo stesso le condizioni di vita dell’uomo. È l’obiettivo delle comunità “Laudato si’”».

Come funzioneranno?  
«L’idea è passare dalla democrazia animale a quella vegetale. Nella prima c’è un cervello che dà gli input agli organi, in quella vegetale ci sono una serie di apparati che contribuiscono alla salute della pianta in modo autonomo. Le nostre comunità saranno aconfessionali, trasversali, aperte a tutti. Addio gerarchie o dipendenza centralizzata. E lo stesso voglio fare con Slow Food».

In che modo?  
«Rendendo i nostri convivi più inclusivi. C’è un gruppo di persone che vuole impegnarsi sui temi di Slow Food? Bene, basta che sottoscrivano gli impegni alla base del movimento e si prefiggano un obiettivo. A quel punto sono già parte di Slow Food, senza dover dipendere da referenti regionali, per dire».
Ma che cosa garantisce che queste comunità possano funzionare bene e non finire ostaggio della confusione?  

«Come dice il saggista austriaco Fritjof Capra, le comunità sono pronte a grandi sfide perché hanno la sicurezza affettiva, a differenza delle organizzazioni classiche. E poi perché funzionano sul principio che all’impegno di ogni comunità corrispondono le buone abitudini che ogni componente singolarmente deve mettere in pratica. Così capitava anche per la sinistra quando ero giovane».

Ora non è più così? Il Pd ha perso milioni di voti anche perché si è allontanato da temi come l’ambiente?  
«No, questa è una colpa di tutti i partiti. Quanto al Pd, beh, vedere le divisioni certo non dà fiducia a un elettorato diventato peraltro molto più ballerino. Una volta non sarebbe stato possibile passare in quattro anni dal 40 al 18,7%».

Lei fa un discorso di strutture organizzative e di argomenti. Sono questi fattori che hanno premiato il M5S e la Lega?  
«Mi vengono in mente le tre domande di Woody Allen: “Chi siamo? Dove andiamo? Che cosa mangiamo stasera?”. Forse hanno dato più attenzione alla terza domanda. Certi discorsi dei Cinque Stelle sulla povertà hanno contato più delle polemiche sui rimborsi».

E la Lega? Sul Ceta, il trattato dedicato al commercio globale Slow Food era più in sintonia con Salvini che con il Pd, giusto?  
«Intendiamoci. Io sono convinto che il nostro governo abbia lavorato bene e che il Pd sui diritti civili sia più sensibile di tutte le altre forze».

Ma lei ha votato ancora Pd?  
«Certo, attraverso la Bonino, è di Bra come me».

Dicevamo della Lega e del commercio globale.  

«Noi eravamo e siamo contrari, convinti che così non si difendono i nostri artigiani, i nostri agricoltori. Contraria era anche la Lega, come il Movimento 5 Stelle, non il Pd. Il Piemonte è stata l’unica Regione a guida centrosinistra a esprimersi contro il Ceta. Non mi risulta che da Roma siano arrivati applausi all’assessore all’Agricoltura Ferrero».

Molti hanno parlato di punti di vicinanza tra M5S e Slow Food. L’hanno contattata?  

«Ho visto Grillo, è venuto da noi a Pollenzo, ma non per attività politica. Mi ha chiesto di scrivere dei miei temi sul suo blog, ora che lo ha staccato dal Movimento. Lo ha chiesto a me e ad altri figure in giro per il mondo. Gli ho dato disponibilità a patto di poter sostenere le mie tesi in libertà».

Che cosa serve per uscire dall’impasse post voto?  
«Meno risse, più dialogo».

Il Pd dovrebbe aprire ai 5 Stelle per il governo?  
«Il buon senso dice che ascolto e attenzione sono dovute, a patto di non essere insultati. La maggioranza della base lo chiede. Hanno avuto fiducia, bisogna vederli all’opera. In Spagna la sinistra ha dato via libera a Rajoy, no? E in Germania l’Spd non si è alleata alla Merkel?».

In Italia la sinistra da che cosa dovrebbe ripartire?  
«Serve un po’ più di radicalità. Guardi Sanders negli Stati Uniti, Corbyn in Gran Bretagna, ma anche Papa Francesco alle prese con una fronda interna mica da ridere. I giovani guardano a figure un po’ radicali. Ma tutto sommato il mio cuore di uomo di sinistra non è lacerato».

Perché?  
«Sono convinto che il Paese abbia ancora tante risorse positive. Sono trasversali, guardi a esempio il volontariato, il compito della politica è ascoltarle, aiutarle».

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Da - http://www.lastampa.it/2018/03/16/italia/cronache/carlo-petrini-i-partiti-ormai-sono-superati-la-politica-riparta-dalle-comunit-14TX82xCE7JigqeCjwb1kM/pagina.html

Arlecchino:
Il ritorno (già in atto) degli Imperi, che fagocitano gli Stati, ci obbliga a scegliere con intelligenza persino un amministratore di condominio.

Figuriamoci chi deve governarci con un occhio di interesse verso il suo Impero di riferimento.

La Democrazia dei popoli fuorviati non è Democrazia.

ciaooo

Arlecchino:
ICittadini di CentroSinistra (da Fb).

Comprendiamo gli umori di chi, per ragioni diverse, non ha possibilità o desiderio di approfondire i temi socio-politici dell'area di CentroSinistra (non del solo PD o del solo Renzi), noi una traccia sulla soluzione possibile per un vicino futuro l'abbiamo proposta in Fb da mesi.

Lo abbiamo fatto come liberi Cittadini per informare sul nostro punto di vista, non per convincere che siamo su una strada senza uno sbocco sereno.

Oltretutto siamo in pochi e non siamo un partito.

ciaooo

Arlecchino:

Abbiamo (ho) deciso che il termine CentroSinistra sia accantonato dai nostri post.

Continuare ad usarlo ci sembra un accanimento stupido (il termine non l'Idea) visto come i politici dei partiti interessati (di Centro e di Sinistra Democratica) se lo stanno trastullando da decenni senza successo e con molte ipocrisie, dimostrando nessun rispetto per i Cittadini che sostengono quell'Idea.

Quanto scrivemmo qui sotto è quindi superato, oggi abbiamo varato in FB un "Gruppo Il Nostro Modo di Ragionare" che porta avanti l'Idea Di CentroSinistra con un nuovo diverso modo di pensare la politica.

8 agosto 2018
ggiannig 
 


Abbiamo richiesto a Fb che la pagina “iCittadini di CentroSinistra” (attiva da oltre un anno) si modifichi in POLO DEMOCRATICO di CentroSinistra, ringraziando per l’attenzione restiamo nell'attesa di quanto decideranno i Responsabili Facebook.

P.S.1: resterà invariato, nel nome attuale, il collegato Gruppo di Cittadini di CentroSinistra

P.S.2: Fb nulla ha fatto per aderire alla mia richiesta e nulla ci ha comunicato ad oggi 1 maggio 2018.

Grazie Gianni Gavioli  - Amministratore (nickname - ggiannig  - Arlecchino)
Italia - 22 aprile 2018 - (aggiornamento di oggi 1 maggio 2018)

Arlecchino:
Necessario ridefinire il concetto, le tesi e le logiche di CentroSinistra.

Nella comunicazione di massa, seria (quasi sempre criptica), le parole consolidate come luogo comune, servono a non far approfondire ciò che si intende e cosa realmente si vuol comprendere nel concetto espresso come uno slogan.

Il nuovo CentroSinistra dovrà (se vuole essere Nuovo) precisare quale Progetto si intende, far approvare dai Cittadini, con quelle due parole unite in una.

Se, invece, si pensa (ne sono certo) alla solita "stramaledetta coalizione", per arrivare a godere del potere derivato dai voti presi, a molti di noi non interesserà. 

Un Progetto di Centro e di Sinistra approvato dagli elettori oltre ad essere una Determinazione necessaria a ricostruire la politica attuale, avrà una funzione educativa verso i Cittadini tutti. Educativa nel senso che mettendoci a conoscenza delle “azioni-cose da fare” consentirà di “controllare” il progredire delle realizzazioni senza essere cauterizzati dalle chiacchiere tanto utili ai politici (e ai Media) per renderci indifferenti.

Pericolosamente indifferenti e in balia di avventurieri “pifferai magici” della menzogna.     

ggianng

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