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Autore Discussione: ANTONELLO GUERRERA. "Così la Russia infiltra i suoi cavalli di Troia anche in...  (Letto 2054 volte)
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« inserito:: Novembre 16, 2017, 08:52:50 pm »

"Così la Russia infiltra i suoi cavalli di Troia anche in Italia"
Uno studio dell'Atlantic Council analizza il "soft power" di Mosca per influenzare le politiche europee e per destabilizzare sempre di più il Vecchio Continente, da Madrid ad Atene. E in Italia, con le elezioni vicine, la propaganda del Cremlino può appoggiarsi a partiti come Lega Nord e Movimento 5 Stelle, scrive il report

Di ANTONELLO GUERRERA
15 novembre 2017

"Attenti ai Cavalli di Troia russi". Mosca vuole "destabilizzare sempre di più l'Occidente" e a rischio è anche l'Italia. E' l'allarme che lancia uno studio, "I cavalli di Troia del Cremlino 2.0", appena pubblicato dal think tank americano Atlantic Council (qui l'integrale), che ha analizzato l'offensiva russa negli ultimi anni: un "soft power" molto pericoloso, secondo gli autori del paper, che è cominciato negli anni della crisi economica dell'Europa e che, in generale, si è intensificato notevolmente con la leadership di Putin.  Come confermò pubblicamente qualche anno fa lo stesso capo dello Staff russo, il generale Valerij Gerasimov, la Russia ha da tempo un "nuovo approccio" per raggiungere i suoi obiettivi politici e militari attraverso "metodi indiretti e asimmetrici", o meglio "misure attive", come venivano chiamate in Unione Sovietica le azioni atte a manipolare i media, la società e la politica straniere. Secondo l'Atlantic Council, la strategia del Cremlino è oramai esplicita e fittissima, non solo nei paesi dell'Est Europa storicamente influenzati dalla Russia ma anche in tutto l'Occidente, dagli Stati Uniti all'Europa.

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Mosca sfrutta le debolezze e le fratture interne europee e americane infiltrandosi nelle istituzioni, nella politica, nei pilastri democratici dell'Occidente per promuovere la sua visione del mondo e perseguire i suoi obiettivi economici. Non investe all'estero come la Cina, ma "semina caos a buon mercato". Al di là degli sfuggenti attacchi hacker (di cui è sempre difficile individuare responsabili e mandanti), lo studio si concentra soprattutto sulla propaganda dei media vicini al Cremlino e della tessitura di nuove alleanze di quest'ultimo con leader populisti locali degli altri paesi "sotto attacco". La strategia di influenza e destabilizzazione della Russia si adegua anche ai contesti. Il report la analizza in tre paesi europei, Italia, Spagna e Grecia.

Per quanto riguarda la penisola iberica, per ora risparmiata dalla propaganda del Cremlino, il report scrive come Madrid potrebbe presto finire nel mirino, come dimostra l'apertura della versione russa del canale tv legato a Mosca, Russia Today. Inoltre, c'è l'incognita Podemos, un partito antisistema che potrebbe essere sfruttato dalla propaganda russa per "disseminare tensioni" anche in Spagna.

La Grecia è invece un caso particolare: il paese è molto più coinvolto della Spagna, per ovvie ragioni storiche, non ultimo il legame religioso della Chiesa Ortodossa. Tsipras, inoltre, il leader di Syriza (partito di sinistra radicale) ha strizzato più volte l'occhio alla Russia nello scontro con le autorità europee per allentare le misure di austerità e questo, secondo l'Atlantic Council, ha reso il Paese molto più vulnerabile alle spinte di Mosca.

ITALIA
Secondo il report, in questa parte curato da Luigi Sergio Germani (Direttore del Centro Studi “Gino Germani”) e Jacopo Iacoboni (giornalista de La Stampa), l'Italia è a forte rischio. L'influenza russa è cresciuta di pari passo con la crisi economica e le spinte anti-establishment all'interno della società, e Putin è diventato un simbolo molto potente del nuovo "sovranismo" e della lotta contro le èlite. La Russia ha molti potenziali alleati politici nel nostro Paese, una vasta area che include Lega Nord, Movimento 5 Stelle, Fratelli d'Italia, il partito di estrema destra Forza Nuova e alcune piccole formazioni di estrema sinistra. Tutti condividono in gran parte la linea di politica estera di Putin e sostengono - volontariamente o no - gli interessi geopolitici di Mosca.

La complicità del Cremlino con queste forze anti-establishment italiane si sarebbe intensificata, secondo il report, tra 2012 e 2013, subito dopo la crisi ucraina, quando Mosca ha cercato di aumentare propaganda, influenza e peso politico all'estero. Sforzi ricambiati dal sostegno più o meno velato degli stessi partiti italiani. La Lega Nord e il M5S sono i protagonisti di questa attrazione fatale, secondo lo studio.

La Lega Nord è diventata molto putiniana da quando è diventato leader Matteo Salvini, che prima ha cercato di coinvolgere intellettuali, think e rappresentanti di estrema destra in nome di un nuovo sovranismo e poi con la Russia attraverso Alexander Dugin, un politilogo e filosofo ultranazionalista russo. Di qui un legame sempre più stretto tra Salvini e il Cremlino, culminato con le sue varie visite a Mosca e un esplicito accordo di cooperazione con la Russia.

Il Movimento 5 Stelle, invece, all'inizio non era su posizioni filorusse - che tuttora non ammette pubblicamente come invece fa, con un certo orgoglio, Salvini. Secondo gli autori del paper, la svolta è nata con l'arrivo di Davide Casaleggio, figlio del fondatore Gianroberto, al vertice della Casaleggio associati che gestisce il blog e le altre strutture informatiche del partito. Poi, nell'aprile 2015, il leader Beppe Grillo rilascia un'insolita intervista a Russia Today, il canale tv legato al Cremlino. Subito dopo, il M5S lancia una campagna contro le sanzioni europee nei confronti della Russia. E i media e gli account in Internet legati al Movimento ufficiali e non ufficiali incominciano a diffondere sempre più spesso notizie molto favorevoli alla propaganda di stampo russo (in parte bufale). Nel 2016, poi, iniziano i viaggi dei principali politici "grillini" verso Mosca e le accuse a piattaforme e alleanze atlantiche come la Nato. Il paper si conclude poi con uno scenario politico italiano alla luce delle prossime elezioni e al rischio di instabilità che potrebbe incorrere il Paese nel caso in cui le forze anti-sistema e pro Russia dovessero ottenere un grande risultato al voto.

L'Atlantic Council, in un altro studio recente, aveva analizzato anche la situazione di Francia e Germania, che qui riportiamo in ottica europea.

FRANCIA
Qui la Russia ha il sostegno esplicito del Front National, il partito di estrema destra di Marine Le Pen, dove quasi tutti i principali esponenti hanno legami diretti o indiretti con importanti organizzazioni russe. L'Fn, tra l'altro, ha chiesto e spesso ottenuto milioni di euro in prestito da banche russe. Ma l'apparato russo è stato molto abile da costruirsi connessioni anche con una parte del partito repubblicano neogollista (centrodestra), alcuni socialisti e anche con l'estrema sinistra sovranista. Non solo: ha legami con diverse organizzazioni e think tank da tempo installati in Francia, come l'Institute for Democracy and Cooperation (IDC) e anche storicamente ha terreno molto fertile, sin dalla linea bilaterale di De Gaulle e dalla diaspora russa in Francia nel secolo scorso.

GERMANIA
Scrive l'Atlantic Council che in Germania la Russia di Putin ha cercato negli anni di alterare a suo piacimento i rapporti bilaterali, influenzare la politica estera tedesca e anche le decisioni in sede europea tramite le sue reti sul territorio tedesco. Mosca e Berlino hanno avuto rapporti spesso cordiali negli ultimi tempi, che affondano le radici nella "Ostpolitik" tedesca, ma i rapporti si sono raffreddati molto con l'annessione della Crimea.

Una delle strategie più efficaci degli emissari del Cremlino è quella coinvolgere politici tedeschi nei propri progetti energetici. L'esempio più lampante è l'ex cancelliere socialdemocratico Gerhard Schroeder, figura di altissimo livello a Gazprom, ma il sottobosco di intrecci tra politica ed economia tra i due paesi è fittissimo: dal Forum russo-tedesco a imprenditori tedeschi con interessi in Russia come Bernhard Reutersbeger (Eon), Hans Ulrich Engel (BASF), Hans-Joachim Gornig (Gazprom Germania).

Tutto questo è stato molto utile alla Russia: i politici tedeschi socialdemocratici, sempre in nome degli ideali di vicinanza alla Russia e negli ultimi anni al governo con Merkel nei governi di grande coalizione, hanno spesso chiesto una linea morbida nei confronti di Mosca (come l'allentamento delle sanzioni europee) aprendo serie fratture nell'Ue. Il partito di estrema destra Afd, invece, in Germania gioca un po' il ruolo del Fn in Francia: toni ultranazionalisti, incontri più o meno frequenti dei suoi esponenti con quelli russi, lodi a Putin e alla Russia. In tutto questo, i media legati al Cremlino come Sputnik o Rt (di cui in Germania c'è anche una versione in lingua tedesca) aumentano sempre di più la loro pervasività.

© Riproduzione riservata 15 novembre 2017

Da - http://www.repubblica.it/esteri/2017/11/15/news/russia_fake_news_italia_spagna_grecia_influenza_occidente-181205025/?ref=fbpr
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