Enrico Letta: "Leader non è chi segue i propri follower"
L'ex premier ospite del Festival di Repubblica a Bologna. Parla di Europa e ricorda Kohl. E attacca le attuali leadership politiche
17 giugno 2017
BOLOGNA - Enrico Letta sale sul palco de la Repubblica delle Idee. E nelle sue parole c'è una stilettata: "Di fronte alla rivoluzione di internet ci sono due atteggiamenti della politica: c'è la via finta, quella di chi è follower dei propri follower, in cui loro ti dicono cosa fare. Ma quella non è leadership, ma essere un follower al quadrato". Aggiunge l'ex premier: "Leadership invece è dire qualcosa che in quel momento non è nella maggioranza dell'opinione pubblica. E tu convinci a essere seguito sulle tue idee. Questo ha fatto Kohl e ora Macron. E' stato lui per primo a parlare di Europa quando ha iniziato la sua campagna elettorale in Francia".
Letta è intervenuto nel primo appuntamento di giornata al festival di Repubblica in corso a Bologna. A confrontarsi con lui i giornalisti Andrea Bonanni e Tonia Mastrobuoni, sul tema del "disegno di una nuova Europa". Seduto tra il pubblico anche Romano Prodi, che invece sarà protagonista del dibattito delle 19 con Marco Damilano. "Il 25 settembre, dopo il voto tedesco, mi aspetto un grande rilancio da Francia e Germania di una forte iniziativa, paragonabile a quella dell'89, dei tempi di Kohl e Mitterrand", afferma Enrico Letta concentrandosi sul futuro dell'Unione europea. "A quel punto - sottolinea - l'Italia si porrà l'interrogativo se vuole essere fuori da questo processo o rimettere le sulle mani del volante dell'Europa. E' importante - conclude Letta - che non facciamo i provinciali: non diciamo che non si devono vedere, senza di noi. Se facessimo questo errore allora aumenteremmo la predominanza di Berlino, i cui pericoli vengono percepiti anche dai tedeschi".
Un ricordo particolare viene dedicato proprio all'ex cancelliere tedesco Helmut Kohl, morto ieri a 87 anni: "E' stato un gigante - dice Letta - un grandissimo amico dell'Italia e dell'Europa dei popoli. Fece tanti errori, purtroppo la politica tedesca lo rottamò senza riconoscergli il ruolo che ha avuto, ma la storia gli ridarà il posto che la politica gli tolse". Ed emerge anche un aneddoto legato all'esperienza di Letta come assistente di Beniamino Andreatta: "Dopo un incontro a Roma, una volta in macchina lungo la via verso Ciampino, per prendere l'aereo, Kohl fece inchiodare la sua auto. Scese ed entrò in un ristorante lungo l'Appia. Si ricordò che lì, quando studiava a Roma, mangiò la migliore amatriciana della sua vita. E malgrado fossero le tre di pomeriggio, se la fece servire. A dimostrazione della grande umanità del personaggio".
RepIdee, Letta e il ricordo di Kohl: "Cosa non fece per quel piatto di amatriciana..."
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17 giugno 2017
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