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Autore Discussione: Un "NUOVO MODO DI PENSARE”. (note varie non soltanto da FB)  (Letto 16762 volte)
Arlecchino
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« inserito:: Febbraio 23, 2016, 10:36:31 am »

Nel mondo sta accadendo qualcosa di straordinario, ma molte persone non se ne sono accorte

Pubblicato: 18/12/2015 15:38 CET Aggiornato: 18/12/2015 15:38 CET

Molti di noi non si rendono conto che sono in atto cambiamenti straordinari.

Qualche mese fa mi sono liberato dalla società "a procedura standard". Ho spezzato le catene di paura che mi tenevano imprigionato in un sistema. Da allora, vedo il mondo da un'altra prospettiva, mi sono reso conto che tutto sta cambiando e che molti di noi (la maggior parte) ne sono inconsapevoli.

Perché il mondo sta cambiando? In questo post indicherò le otto ragioni che mi inducono a crederlo.

1. C'è sempre meno tolleranza verso l'attuale modello d'impiego.

Stiamo raggiungendo il limite. Le persone che lavorano con le grandi compagnie non sopportano più il loro lavoro. La mancanza di motivazione si fa sentire come se venisse da dentro di noi, simile ad un grido di disperazione.

Le persone vogliono uscirne. Vogliono mollare tutto. Pensate a quante persone sono disposte a rischiare con un'idea imprenditoriale, a chi si concede un anno sabbatico, a quante persone sono affette da depressione o esaurimento legati al lavoro.

2. Il modello imprenditoriale sta cambiando.

Negli ultimi anni, con l'avvento delle startup, migliaia di imprenditori hanno trasformato i loro garage in uffici per dare alla luce le proprie idee da miliardi di dollari. Al centro della nuova imprenditorialità c'era la necessità di trovare un investitore. Ottenere un finanziamento era come vincere la coppa del Mondo.
Ma cosa succede dopo aver ottenuto i fondi?

Torni ad essere un dipendente. Potresti aver coinvolto persone che non condividono il tuo sogno, che non sono d'accordo con il tuo obiettivo e ben presto... tutto gira intorno ai soldi. L'interesse economico diventa la spinta principale del tuo business.

Questo mette in difficoltà diverse persone. Startup eccellenti iniziano a fallire perché il modello incentrato sulla ricerca di denaro è incessante.
C'è bisogno di un nuovo modello d'impresa. Qualcuno lo sta già realizzando.

3. Aumenta la collaborazione.

Molte persone hanno compreso che non ha senso fare tutto da soli. In tanti hanno abbandonato la mentalità "chi fa da sé, fa per tre".

Fermati, fai un passo indietro e pensa. Non è assurdo che noi, 7 miliardi di persone sul pianeta, ci siamo allontanati sempre di più gli uni dagli altri? Che senso ha voltare le spalle alle migliaia, forse milioni di persone che vivono intorno a te, nella tua città? Ogni volta che ci penso mi sento triste.

Per fortuna le cose stanno cambiando. Le teorie dell'economia collaborativa sono sempre più seguite e questo ci dischiude nuove direzioni. La direzione della collaborazione, della condivisione, del sostegno reciproco, dell'unione.

È bellissimo rendersene conto. Mi commuove.

4. Finalmente capiamo davvero cos'è Internet.

Il web è una cosa straordinaria e solo adesso, dopo anni, ne stiamo comprendendo la forza. Grazie a Internet il mondo è aperto, privo di barriere e di separazioni. Ha reso possibile la solidarietà, la collaborazione, il sostegno reciproco.

Per alcune nazioni internet è stato il principale catalizzatore di vere e proprie rivoluzioni, come nel caso della Primavera Araba. Oggi in Brasile stiamo iniziando a fare un uso migliore di questo fantastico strumento.

Internet sta sferrando duri colpi al controllo delle masse. I grandi gruppi mediatici che controllano le notizie in base al messaggio che vogliono veicolare ed a quello che vogliono farci leggere non sono più gli unici "proprietari" delle informazioni. Seguiamo quello che vogliamo. Esploriamo ciò che ci interessa.

Con l'avvento di Internet, i "piccoli" non restano in silenzio. C'è una voce. L'ignoto viene alla luce. Il mondo è più unito. E il sistema può crollare.

5. Il consumismo sfrenato è diminuito.

Per troppo tempo siamo stati manipolati per consumare il più possibile. Comprare ogni nuovo prodotto sul mercato, l'ultimo modello di automobile, di iPhone, tonnellate di vestiti e scarpe. Praticamente tutto ciò su cui potevamo mettere le mani.

Andando controcorrente molte persone hanno capito di essere sulla strada giusta. Il "lowsumerism" (basso consumismo), una vita più lenta, il ritorno allo "slow food" sono solo alcuni esempi delle iniziative intraprese che ci mostrano l'assurdità del modo in cui organizziamo le nostre vite.

Sono sempre meno le persone che utilizzano l'auto o spendono più del dovuto. Mentre invece aumenta il numero delle persone che ricorrono allo scambio di indumenti (lo swapping), comprano oggetti usati, condividono risorse, macchine, appartamenti, uffici.

Non abbiamo realmente bisogno di tutto quello che ci impongono. La consapevolezza che esiste un nuovo modello di consumo può colpire al cuore delle società che si fondano sul consumismo esagerato.

6. Alimentazione sana e biologica.

Siamo stati così folli da accettare di mangiare qualsiasi cosa! Bastava che avesse un buon sapore, per noi andava bene.

Siamo stati così incoscienti che le aziende hanno iniziato ad avvelenare il nostro cibo e noi non abbiamo detto una parola.

Ma poi qualcuno ha iniziato a svegliarsi, rendendo possibile un’alimentazione sana e fondata sul biologico.
Questo cambiamento è sempre più forte.
Cos'ha a che fare con l'economia e con il lavoro? Praticamente tutto, direi.

La produzione di cibo gioca un ruolo chiave nella nostra società. Se cambiamo il nostro approccio mentale, le nostre abitudini alimentari e i nostri consumi, le multinazionali dovranno rispondere e adattarsi al nuovo mercato.

Il piccolo produttore è di nuovo importante per l'intera catena di produzione. Le persone stanno coltivando piante e semi nelle loro abitazioni.
Questo trend può dare nuova forma all'intero sistema economico.

7. Il risveglio della spiritualità.

Quanti dei vostri amici praticano Yoga? Quanti si dedicano alla meditazione? Ora tornate a 10 anni fa, quanti conoscenti erano dediti a queste attività?

Per troppo tempo abbiamo associato la spiritualità a persone "strane", mistiche.

Per fortuna anche questo sta cambiando. Siamo arrivati al limite della ragione e della razionalità. Ci siamo resi conto che affidandoci solo alla nostra parte cosciente non possiamo capire davvero tutto quello che succede intorno a noi. C'è qualcos'altro e sono certo che volete esplorare questo mistero.

Vogliamo capire come funzionano le cose, la vita. Cosa succede dopo la morte, cos'è questa energia di cui le persone parlano così tanto, cos'è la teoria dei quanti, come i pensieri possono essere materializzati e plasmare la nostra percezione della realtà. Cosa siano le coincidenze e il sincronismo, come funziona la meditazione, com'è possibile curarsi usando solo le mani, come queste terapie alternative (non sempre approvate dalla medicina ufficiale) possono funzionare davvero.

Le aziende permettono ai dipendenti di meditare. Nelle scuole si insegnano ai ragazzi tecniche di meditazione. Pensateci.

8.  L'ascesa del cosiddetto "un-schooling" come modello d'istruzione alternativo.

Chi ha creato questo modello d'insegnamento? Chi ha stabilito le lezioni che dobbiamo seguire? Chi ha deciso le lezioni del programma di storia? Perché non ci insegnano la verità sulle altre civiltà antiche?

Perché i bambini dovrebbero seguire un determinato insieme di regole? Perché dovrebbero osservare ogni cosa in silenzio? Perché devono indossare un'uniforme? E perché dobbiamo sostenere dei test per dimostrare quello che abbiamo imparato?

Il modello che abbiamo sviluppato non fa altro che formare dei seguaci del sistema. Che trasforma le persone in esseri umani ordinari e mediocri.

Per fortuna molte persone stanno lavorando per rivedere questo modello attraverso i concetti di unschooling (letteralmente imparare senza andare a scuola), "hackschooling" e homeschooling (nuovi modelli educativi, in cui ognuno può modellare il proprio insegnamento a seconda dei propri interessi e del proprio stile di apprendimento).

Forse non ci avete mai pensato e potreste restare scioccati. Ma il cambiamento è in atto.
In silenzio le persone si stanno risvegliando, rendendosi conto di quanto sia folle vivere in questa società.

Pensate a tutte queste nuove metodologie e provate a rintracciare ancora un po' di normalità in tutto quello che ci hanno insegnato finora. Non credo la troverete.

Sta succedendo qualcosa di straordinario.

Gustavo Tanaka è un autore e imprenditore brasiliano, che sta cercando di creare un nuovo modello, un nuovo sistema, per l'avvento di una nuova economia.
Questo blog è apparso per la prima volta su Huffington Post America ed è stato tradotto da Milena Sanfilippo.

Da - http://www.huffingtonpost.it/gustavo-tanaka/nel-mondo-sta-accadendo-qualcosa-di-straordinario-ma-molte-persone-non-se-ne-sono-accorte_b_8837690.html?ncid=fcbklnkithpmg00000001
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« Risposta #1 inserito:: Febbraio 07, 2017, 04:19:55 pm »

Un contatto importante "in ogni caso”!
Come per ogni Cittadino anche per la politica dobbiamo inaugurare un "NUOVO MODO DI PENSARE”.

Immaginare e Conoscere ci permetterà di Realizzare (ICR) una consapevolezza che oggi non abbiamo ancora ... non soltanto sui nuovi USA.

Da FB del 5 febbraio 2017
Telefonata di Trump con Gentiloni.
« Ultima modifica: Maggio 03, 2017, 10:17:44 am da Admin » Registrato
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« Risposta #2 inserito:: Febbraio 07, 2017, 06:45:30 pm »

“Abbiamo bisogno di un nuovo modo di pensare per risolvere i problemi causati dal vecchio modo di pensare”.

A. Einstein

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« Risposta #3 inserito:: Marzo 01, 2017, 05:17:54 pm »

A mio parere dovremmo cambiare alcuni punti di riferimento (parole sul tema Eutanasia Legale).

Per esempio se continuiamo a parlare di Morte e non di Fine-Vita restiamo invischiati in un gorgo gestito da chi, sulla Morte, da 2000 anni strumentalizza le coscienze catechizzate, delle persone più semplici.

Allo stesso modo se parliamo di Diritto a finire una Vita solo per chi la subisce, resa impossibile dalla malattia, si agisce da freno sulle decisioni da prendere in uno Stato Laico.

Io penso che il Cittadino debba partecipare, con DIGNITA', alla sua Vita dalla nascita sino al suo Finire la Vita.
Quindi abbandoniamo il concetto di Diritto alla Morte Voluta e Gestita, sostituendolo con Eutanasia Con Dignità e nel Libero Arbitrio del Cittadino.

Ciaooo

Da FB del 28/02/2017
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« Risposta #4 inserito:: Marzo 01, 2017, 05:20:42 pm »

Arlecchino Batocio
Pubblicato da La Stampa · Ieri alle 12:50 ·

Caro Renzi, con il fascismo alle porte, affrontare il futuro in conflitto con gli ex-PCI non solo non ci convince, ma ci preoccupa.

Il POLO DEMOCRATICO (ne scrivo da tempo) che si metta a lavorare ad un Progetto Unitario da realizzare insieme, ma ognuno dalla propria Casa (il proprio Partito) toglierebbe molti sassi dalle scarpe, consentendovi di dedicarvi al Progetto (e al relativo Governo) con efficacia togliendoci il fastidio di sentirvi e vedervi "bisticciare" invece di produrre Giustizia Sociale.

Pensaci. ciaooo

DA FB DEL 23/02/2017
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« Risposta #5 inserito:: Marzo 05, 2017, 11:18:21 pm »

EURO, EUROPA E SINISTRA: LA PAROLA CHIAVE È “CONDIVISIONE DEI RISCHI”
   
MARCELLO MINENNA
3 marzo 2017
   
In questi giorni di tensione crescente che ci stanno conducendo a tappe forzate verso la tornata elettorale più problematica di sempre per l’Eurozona, un vecchio mantra, logoro e abusato, si aggira per l’Europa: l’idea di spingere a tappe forzate verso una più avanzata integrazione economico e finanziaria. Dagli “5 scenari per l’Europa” presentati dal Presidente della Commissione Europea Juncker financo alle dichiarazioni del ministro dell’economia tedesco Wolfgang Schäuble, l’euro-burocrazia sta tornando a spingere su un vecchio tasto.  Un concetto su cui, a chiacchiere anche le forze di sinistra di matrice europeista sono (quasi) tutti d’accordo. Bisogna però avere consapevolezza che nei fatti si aprono dei baratri tra la visione “istituzionale” ed un progetto di integrazione che punti realmente “a sinistra”.
Il principio che le parti in causa si contendono può riassumersi in un unico termine, in grado di declinare quella che di fatto è l’unica visione possibile per la sopravvivenza del progetto Euro: la condivisione dei rischi (il risk-sharing). Il successo del progetto dell’Unione europea è un investimento di capitale politico e morale enorme per la Sinistra, che di fatto ne definisce gli intenti e le azioni degli ultimi 20 anni.
Il risk-sharing è un concetto a dire il vero piuttosto banale: un’unione monetaria può avere una chance di funzionare solo attraverso una piena condivisione dei rischi, sia in ambito finanziario che sul piano delle politiche per la crescita e l’occupazione. Questo implica necessariamente la creazione di un bilancio federale europeo, la mutualizzazione del debito pubblico a livello comunitario, trasferimenti fiscali tra Paesi core e periferici e l’istituzione di una garanzia europea sui depositi bancari.
Da questa impostazione si distaccano poi le proposte ancillari: l’idea di uno schema comunitario di assicurazione contro la disoccupazione, alla garanzia unica sui depositi fino al principio di una più rigida applicazione delle procedure di infrazione nei confronti dei Paesi in surplus commerciale. Il risk-sharing investe in senso ampio sia la politica fiscale che quella monetaria; qualche settimana fa ho proposto in queste pagine una revisione critica di molte regole nella prospettiva di una maggiore mutualizzazione dei rischi. In ogni iniziativa, il risk-sharing rimane l’elemento imprescindibile di un credibile percorso di integrazione. Una garanzia comune per il neonato Fondo unico di risoluzione bancaria sarebbe l’obiettivo più immediato ed a portata di mano, dato che il Fondo potrebbe trovarsi a non avere le risorse necessarie per gestire le crisi. Ipotesi non campata in aria, se si considera che alcuni analisti hanno stimato che sarebbero serviti fino a 100 miliardi per affrontare la crisi del 2008.
Pare strano che anche il Fondo Monetario Internazionale, storicamente arroccato su posizioni neo-liberiste ortodosse nelle sue ultime prese di posizioni ufficiali ha ribadito la necessità di sfruttare quanta più flessibilità (il c.d. fiscal space) sia possibile, evidenziando come i Paesi più bisognosi di un’espansione fiscale siano quelli più indebitati e con meno malleva. Da qui la necessità di un “supporto centralizzato con funzione stabilizzatrice”, un eufemismo per affrontare il tema tabù degli Eurobond e di un bilancio federale da utilizzare in senso anticiclico.
Che una reale condivisione dei rischi non piaccia all’euro-nomenclatura è acclarato: in passato qualsiasi richiamo è stato evitato sempre come la peste nelle dichiarazioni ufficiali franco-tedesche e dell’euro-burocrazia. Lo stesso Mario Draghi si è limitato a definirla “non fondamentale” ed infatti tutta l’impalcatura del Quantitative Easing è stata costruita sull’idea che ogni Paese si tiene i rischi dei titoli governativi in casa propria, in ossequio alla visione ultraortodossa della Bundesbank (BUBA).
Vale la pena ricordare come sia stata proprio la strenua opposizione da parte dell’ala oltranzista della Bundesbank all’implementazione del meccanismo unico di assicurazione dei depositi e ad una garanzia comune per il Fondo unico di risoluzione bancaria che ha portato il sistema bancario europeo sull’orlo di una crisi che va oltre i semplici problemi di liquidità. L’assenza di una “gestione centralizzata” della domanda (nel gergo del FMI: un bilancio condiviso) ha aggravato la situazione di scarsa crescita del PIL e di basso livello degli investimenti. Nonostante l’evidenza controfattuale sia schiacciante, fino ad ora lo storytelling ufficiale delle istituzioni europee ha continuato a spingere sulle stesse corde: la necessità promuovere le “riforme strutturali” dal lato dell’offerta e di rispettare ad ogni costo lo schema contabile del “Fiscal Compact”. Una posizione granitica, evidenziata dalla grammatica dei discorsi di Mario Draghi, quasi tutti sovrapponibili alla lettera su questi temi.
Ma se non c’è equa ripartizione dei rischi, su cosa si fonda il processo di integrazione che Bruxelles sta cercando di rilanciare? In fondo anche l’asse franco-tedesco sta spingendo verso l’Unione Bancaria, un budget unico, il super-ministero delle Finanze ed una più fitta armonizzazione in tema di imposizione fiscale. Si tratta a ben vedere di un’integrazione “per sottrazione”, tesa inesorabilmente alla sottrazione di poteri e competenze dalle autorità nazionali verso organismi sovranazionali e non rappresentativi, tramite “riforme strutturali”. Non a caso uno dei sogni proibiti di Schäuble era un’agenzia europea di supervisione dei bilanci pubblici che avesse poteri diretti nei confronti dei governi e fosse svincolata dalle influenze della politica: purtroppo per lui l’istituendo “European Fiscal Board” si limiterà invece a soli poteri consultivi sotto il controllo della Commissione Europea.
L’ostilità verso la mutualizzazione dei rischi diventa poi esplicita su temi più sensibili: il divieto verso la garanzia unica per i depositi, o il trattamento contabile dei titoli di Stato dove lo stesso Presidente del meccanismo di supervisione unico Danièle Nouy auspica una discriminazione dei titoli più “rischiosi” (cioè i BTP). Tradotto in cifre da un lavoro di Mediobanca del 2016, questo corrisponderebbe ad almeno 5 miliardi di € di capitalizzazione aggiuntiva per le nostre malridotte banche. Spicca infine per adamantina coerenza la “riforma” proposta dal Presidente BUBA Weidmann che vorrebbe la ristrutturazione automatica dei titoli di Stato dei Paesi in difficoltà: un bail-in sul debito governativo insomma, dove pagano gli investitori e non il Fondo Salva-Stati. A che serva in quel caso un Fondo Salva-Stati che non salva i governi vale la pena chiederselo.
Il progetto “più Europa” che la Commissione Europea sta cercando di rilanciare prevede dunque riforme volte a consolidare lo status-quo, cioè un’Unione monetaria a trazione tedesca che trasferisce in maniera molto efficiente risorse economiche dalla Periferia al centro: bisogna che tutto cambi perché tutto rimanga com’è. Ironicamente, questo dovrebbe avvenire in ossequio ai principi generali della shock economy che hanno imposto nei Paesi periferici tagli alla spesa pubblica, alle pensioni ed al livello delle retribuzioni per il “bene” dell’unione monetaria (ce lo chiede l’Europa).
La sinistra europea dovrebbe pertanto essere consapevole del vicolo cieco in cui si stanno cacciando le istituzioni: le riforme che Commissione, Eurogruppo e BCE auspicano non salveranno l’Euro e la Sinistra non le dovrebbe avallare. Euro e risk sharing sono facce della stessa medaglia: senza condivisione dei rischi ci aspettano altre crisi, inevitabilmente uguali alle precedenti.

Da - http://www.glistatigenerali.com/euro-e-bce_macroeconomia/parole-di-sinistra-europa-condivisione-dei-rischi/
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« Risposta #6 inserito:: Maggio 01, 2017, 05:08:58 pm »

Essere "irresponsabile" a chi vince nel Partito Democratico, non è consentito.

Non lo vogliono Gentiloni e l'Italia tutta.

Bisogna fare molta attenzione a chi bussa alla porta del PD per rientrare e alle loro "talpe" ancora all'interno.
Ci sono due Sinistre, quella antica e di ideologia marxista ottocentesca non è per il CentroSinistra.

Da FB del 1 maggio 2017 (mio commento al post di Martini)
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« Risposta #7 inserito:: Maggio 03, 2017, 10:16:40 am »

68 oppure 70 cosa cambia? Lo davate per "congelato" ne è uscito "abbronzatissimo", nonostante la valanga di veleno e di fango che gli hanno lanciato contro.

Se davvero Renzi ha capito che deve agire in chiarezza con la gente e con azioni concrete che risolvano i problemi, agli avversari interni conviene allinearsi o andarsene con i fuori-usciti.

Ciaooo

Da FB del 2 maggio 2017 (68 no 70)
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« Risposta #8 inserito:: Maggio 03, 2017, 10:19:22 am »


Se il PD, oggi e con Renzi, si può considerare diventato "liberale di sinistra", potrebbe benissimo essere l'asse portante del futuro Polo Democratico.
Il Polo Democratico dovrà raccogliere il consenso e l'adesione del PD e di altri Partiti minori allo scopo di sviluppare un Progetto-Paese da sottoporre agli elettori nelle prossime politiche.

Se il Polo Democratico uscirà vincente dalle elezioni 2018, formerà il suo Governo che avrà il preciso compito di realizzare il Progetto-Paese, nella futura Legislatura (5 anni). 

Da FB del 02/05/2017 (mio commento al post di Salvati)
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« Risposta #9 inserito:: Maggio 29, 2017, 08:47:18 pm »

Agli occhi della Gente non è vero che Gentiloni torna indebolito da Taormina, doveva portare i temi sentiti da molti, ma non da tutti e lo ha fatto con dignità e diplomazia.

Quando si dimostrerà agli Italiani più politicamente "virile" i Pifferai fasulli e i Guasconi inconcludenti, lo dovranno temere.

Il tempo dei giusti dovrà venire prima o poi.

  Ciaooo

Da FB del 28/5/2017 (Gentiloni)
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« Risposta #10 inserito:: Giugno 03, 2017, 11:48:49 am »

La legge elettorale è urgentissima e deve essere ben fatta (altrimenti sconterà l'assenteismo).

Le elezioni anticipate interessano meno a noi elettori (quelli non topati).

A noi (ripetizione voluta) sta benissimo che seguiti a lavorare Gentiloni, sino a fine legislatura.   

Fb del 31/5/2017

ggiannig
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« Risposta #11 inserito:: Giugno 05, 2017, 11:59:33 am »

Serve un nuovo progetto di società che guardi ai valori ... verissimo.

Ma soltanto i Cittadini, evoluti e informati prima sul Progetto-Paese, dovranno decidere quali saranno i valori.

ggiannig

Da FB 4 giugno 2017
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« Risposta #12 inserito:: Giugno 07, 2017, 04:32:57 pm »

La salute pubblica è responsabilità dello STATO. Non è materia da discutere in salotto prendendo un the.

Il problema è un altro: la giusta imposizione pone una piccola parte di Cittadini al rischio di effetti collaterali negativi e in questo che lo Stato deve intervenire e non lasciare soli i malcapitati che ne soffriranno.
Questo mi sembra non sia previsto dalla legge.

A un obbligo specifico deve essere previsto, in caso di incidenti, un provvedimento di assistenza specifico!

Da FB del 26 maggio (vaccini)

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« Risposta #13 inserito:: Giugno 08, 2017, 10:10:47 am »

A noi interessano i provvedimenti utili ai Cittadini (come questo per esempio)!

I Cittadini non si facciamo "annebbiare" la mente seguendo i giochi "particolari" della politica da "labirinto dell'inciucio". 

Il voto lo decide il Presidente Mattarella e si spero nella fine legislatura.

Da FB del 7 giugno 2017 (sulla Tortura ferma da anni)

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« Risposta #14 inserito:: Giugno 17, 2017, 11:16:56 pm »

Stanno emergendo (nel dopo elezioni) delle certezze:

1) in Italia l'assenteista è una parte importante di Cittadini con una precisa opinione sulla politica attuale.
2) I Comuni e il localismo in genere può insegnare alla politica il da farsi urgente (impegnarsi nell'interesse dei Cittadini).
3) Da parte di molti si continua con l'alzare fumo per favorire l'arrosto della tavolata di partito.
4) Il bipolarismo è la speranza dei vecchi della politica, i Poli in Italia sono tre (3). Uno dei tre è il Movimento 5 Stelle.
5) I partitini di quartiere sono rifiutati dagli elettori, non occorre alzare la soglia oltre il 5%.
Il chiacchiericcio-snob dell'élite di cultura “imparata” sarà fastidioso, ma ininfluente se non diventa violenza (esperienza già sofferta in Italia).
6) Le intese tra partiti vanno dichiarate prima delle elezioni e il conseguente programma elettorale deve diventare Progetto da realizzare in 5 anni (le chiacchiere generano figuracce ai leader e alimentano l'assenteismo degli scontenti non topati).
7) Se il PD non realizza, da subito, il POLO Democratico, per realizzare, con i Partiti di CentroSinistra, un Governo di CentroSinistra che realizzi il suo Progetto-Italia in 5 anni, non perderà voti (è troppo forte) ma continuerà a perdere la "bussola".     
ciaooo 

Arlecchino da FB del 13 giugno 2017
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