Benedetto CROCE. Fare e studiare la storia

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Arlecchino:
FICO, Ficus carica L. (MORACEAE)- (Foto di A. Travaglini)
 
Il fico è una delle sette piante della Terra Promessa, citato spesso nell’Antico e Nuovo Testamento. La sua origine risale probabilmente a 5000 anni fa, in un’area corrispondente all’Asia occidentale. Da allora le popolazioni nomadi hanno provveduto a diffondere i semi di fico da un luogo all’altro, a migliorarne la coltura e l’uso e a tramandarlo per lunghi secoli ai popoli mediterranei (Egizi, Greci, Romani). Papiri egiziani ne parlano come di una novità importata dalla Siria e lo ritenevano un elemento importantissimo per l’alimentazione del popolo. Il suo frutto, consumato fresco, seccato, pressato, accompagnava l’uomo durante le lunghe peregrinazioni, mentre la fronda offriva riparo dai cocenti raggi del sole. Era inoltre usato come medicamento, legno per il fuoco ed era simbolo di fertilità e prosperità, di felicità terrena e ultraterrena.

Da - https://www.avvenire.it/agora/pagine/le-10-piante-della-bibbia
 

Arlecchino:
Ci chiamiamo SCRIPTORIUM (Scriptoria) perché nei monasteri nacque la diffusione della cultura APERTA GRADATAMENTE AI PIÙ.

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La storia della diffusione dell’ordine benedettino è inseparabile da quella della sua azione civilizzatrice: le diverse abbazie, proprietarie di grandi estensioni di terreno, sovente messo a coltivazione per la prima volta, furono alla testa della rinascita agricola e misero le loro risorse a disposizione delle popolazioni e dei pellegrini, accolti negli ospedali e negli ospizi.

Furono altre-sì grandi centri di cultura: gli scriptoria divennero luoghi di conservazione e di trasmissione dei testi antichi, a Montecassino si sviluppò un tipo speciale di scrittura libraria adoperata fra l’8° e il 13° sec. e nei monasteri sorsero scuole aperte per lo più anche a esterni.

Da treccani.it

Arlecchino:
Il progetto di vita che spinge all'esodo.

Parlando con alcuni fuggitivi di oggi ho avuto l’impressione che non sia solo la fame o la disoccupazione a spingerli a lasciare il loro Paese

Di Dacia Maraini

Assistiamo a un esodo oppure a un’invasione come sostengono alcuni, suggerita e sostenuta da Paesi ricchi e interessati a svuotare l’Africa per comprarla a basso prezzo? Fantasticherie? Fatto sta che gli africani stanno fuggendo alla spicciolata, ma con tenacia e persistenza, come se il continente stesse andando in fiamme. Di esodo si parla nell’antico testamento quando Mosè, fermando le onde con la forza della fede, condusse in salvo il suo popolo che fuggiva dalla schiavitù e dallo sterminio dei bambini voluto dal faraone. Ma possiamo trovare qualche somiglianza fra l’esodo del popolo ebreo e quello odierno del popolo africano? L’Africa è un continente povero, pur essendo ricchissimo di materie prime, che gli occidentali hanno contribuito a saccheggiare. Io ho viaggiato in lungo e in largo per il continente. Ho visto tanta povertà, ma non ho mai incontrato nessuno che volesse rischiare la vita per espatriare in cerca di lavoro e benessere. Le cose sono davvero cambiate? Perché proprio ora si inzeppano nei gommoni, sperando, se non muoiono in mare, di raggiungere le nostre coste? Da cosa fuggono veramente? Non c’è guerra in tutti i Paesi africani e la fame non è peggiore di quella passata.

Parlando con alcuni fuggitivi di oggi ho avuto l’impressione che non sia solo la fame o la disoccupazione a spingerli, ma la paura di una malattia che sta contagiando le fedi più antiche: una malattia mortale che vuole il sacrificio consapevole e l’assassinio rituale. Una malattia che sta avvelenando le acque antiche e scorrevoli della religione musulmana che ha sempre convissuto con altre religioni. L’amore però è difficile da fermare, e innamorarsi della morte è una sorprendente e abbagliante promessa per giovani incerti di sé e del proprio futuro. Ma chi fugge acconsente al suicidio o cerca di dare una risposta di vita a un progetto di morte? Apparentemente la fuga è un suicidio, ma nella realtà è una disperata e struggente voglia di vivere e stare al mondo nonostante tutte le difficoltà. Il fatto è che gli innamoramenti sono contagiosi, e anche da noi serpeggia una voglia di suicidio, meno chiassosa e crudele, ma potente, e crea dolorose divisioni, suscita rancori furibondi, e voglie di assassinio dei propri fratelli. Non a caso altri giovani, i nostri figli migliori, scappano verso nord per cercare lavoro. Ma secondo me oltre al lavoro inseguono un desiderio di vita contro una resa lugubre all’innamoramento della morte che sta contagiando anche quei Paesi che si dichiarano laici ed emancipati.

3 luglio 2017 (modifica il 3 luglio 2017 | 18:31)
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Da - http://www.corriere.it/opinioni/17_luglio_04/progetto-vita-che-spinge-all-esodo-f11ffcd4-600b-11e7-89db-f0df40559f50.shtml

Arlecchino:
L'assenteismo è anti-sistema!

Il NO al referendum e il voto di Domenica sono anti-democratici, sia per alcune assurdità lasciate commettere (p.e.: penalizzare chi ha governato), sia perché ha prevalso l'accanimento anti-Renzi e anti-PD. 

Molti non-renziani (ma Italiani) sono convinti che se Renzi e il PD non si imbrattano l'abito politico con inciuci e alleanze stitiche, sono l'uomo politico e il partito in grado, da subito, di fare del bene al paese.

Ma Renzi deve mettersi a studiare e comportarsi da Statista e il PD deve: eliminare "talpe" dei fuoriusciti ancora infestanti all'interno, ridimensionare nei ruoli gli incapaci e valorizzare chi vale (ma non s'inchina), fare squadra intorno a Renzi aiutandolo facendosi ascoltare (anche se non toscani).

Il PD e Renzi devono presentare agli Italiani (renziani o non renziani) un Progetto-Paese (Italia) complessivo sulle cose da fare e da avviare entro la prossima legislatura.

Non chiacchiere ma una Magna Carta Democratica di ricerca della serenità in Italia.

ggiannig     

Arlecchino:
Mercoledì 12 luglio 2017

 Frasi di Michael Novak   

“La felicità non è un'emozione. Non è un sentimento. È una pratica – la pratica dell'eccellenza nell'azione.”

MICHAEL NOVAK

Da frasicelebri.it

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