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Autore Discussione: GIUSEPPE GIULIETTI  (Letto 4570 volte)
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« inserito:: Maggio 02, 2013, 05:42:59 pm »

GIUSEPPE GIULIETTI -

Non sappiamo se e come Rodotà risponderà alla proposta di governo ombra lanciata da Paolo Flores d’Arcais, tuttavia si tratta di una suggestione che sarebbe sbagliato lasciar cadere nel nulla.

Di fronte alla ipotesi di un governo che veda insieme Pd e Pdl, é necessario mettere subito in campo una proposta politica capace di andare oltre la declamazione e l’invettiva quotidiana  e di incalzare gli interlocutori sulle contraddizioni che si apriranno inevitabilmente.

Basti pensare agli F 35, alle missioni militari, alla patrimoniale, alle riforme dell’università e della scuola pubblica, per non parlare di lotta alla corruzione, del conflitto di interessi, della controriforma della giustizia, della stretta sulle intercettazioni e sul diritto di cronaca…

Dei diritti civili non si potrà parlare per non scontentare gli integralisti, dentro e fuori il governo.

Non basterà dire di No, sarà anche il caso di dare forma politica al dissenso sociale, civile, culturale che si manifesterà giorno dopo giorno, ammesso che il governo nasca davvero.

L’idea del governo ombra può essere una strada, a patto che lo coordini davvero Rodotà e che a Lui sia concesso di scegliere liberamente i collaboratori e le collaboratrici, senza vincoli di parte o di partiti, senza bilancini, aprendo decisamente anche ad associazioni e movimenti, e pescando le migliori energie professionali disponibili.

Per questo occorre che ciascuno, partito, movimento, associazione che sia, rinunci a qualcosa, faccia un passo indietro, riduca la dose quotidiana di narcisismo politico e mediatico, altrimenti anche questa proposta naufragherà e il professor Rodotà sarà costretto a declinare l’invito.

Giuseppe Giulietti

(26 aprile 2013)

da - http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/04/26/giuseppe-giulietti-un-governo-ombra-senza-ombre/
« Ultima modifica: Gennaio 17, 2015, 04:56:19 pm da Admin » Registrato
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« Risposta #1 inserito:: Luglio 28, 2013, 05:28:16 pm »

 Sei in: Il Fatto Quotidiano > Blog di Beppe Giulietti

Quando il cardinale Tonini disse: ‘Hanno ucciso Biagi’

di Beppe Giulietti | 28 luglio 2013

Il cardinale Ersilio Tonini é morto all’età di 99 anni. Molti lo ricorderanno per le sue qualità di uomo, di religioso, di studioso, e per la sua capacità di dialogare con tutti, a partire ovviamente dai più distanti.
Noi come Articolo 21 lo ricordiamo anche per lo straordinario coraggio con il quale, all’epoca dell’editto bulgaro, decise di prendere posizione, di partecipare ad una puntata di “Anno Zero” di Michele Santoro e dichiarare che il suo amico Enzo Biagi era stato “ucciso” e, con lui, ovviamente anche il diritto di milioni di persone a poter scegliere liberamente il loro programma preferito ed il loro giornalista di fiducia.

Lo fece quando tanti altri preferirono stare zitti per non compromettersi e non incorrere nei fulmini del sovrano di quella stagione e nelle ire dei suoi ” bravi”. Per quelle parole fu sottoposto, ovviamente, al consueto massaggio politico e mediatico, ma non arretrò di un millimetro. Per questo, e non solo per questo, ci associamo al ricordo del Cardinal Tonini un uomo che, con la sua azione, ha dimostrato di avere nel cuore i valori racchiusi nell’articolo 21 della Costituzione.

da - http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/28/quando-cardinale-tonini-disse-hanno-ucciso-biagi/669604/
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« Risposta #2 inserito:: Agosto 09, 2013, 04:59:09 pm »

 Sei in: Il Fatto Quotidiano > Blog di Beppe Giulietti

Perche Biagi non piaceva a Berlusconi?

di Beppe Giulietti | 9 agosto 2013


Perche Biagi non piaceva a B.? Aggiungiamo anche i nostri auguri a quelli de il Fatto Quotidiano per i 93 anni che oggi avrebbe compiuto Enzo Biagi. Benissimo ha fatto questo giornale a non dimenticare la data, non solo perché è giusto ricordare un amico di tante stagioni e di tante battaglie contro i bavagli, ma anche perché quella storia, la sua storia non si è ancora conclusa, come per altro ci ha ricordato Loris Mazzetti, amico e compagne di quelle battaglie.

Coloro che stilarono l’editto bulgaro e che chiesero ed ottennero il silenzio di Enzo Biagi, di Michele Santoro, di Marco Travaglio, di Daniele Luttazzi e di Carlo Freccero, sono ancora in azione ed anzi aspirano ora a diventare padri costituenti. Sono gli stessi che non esitarono a magnificare le “tante cose buone fatte da Mussolini”.

A definire una “vacanza” il confino per gli antifascisti.
A marciare contro i tribunali.
Ad abbracciare i vari Gheddafi, Putin, Nabarzyev, Mubarak con tanto di nipoti.
A cambiare le norme per sfuggire il giudizio.
A preferire gli stallieri mafiosi, ai magistrati antimafia.
Ad oltraggiare la Costituzione perché “impedisce di governare”.

L’elenco potrebbe continuare a lungo. Con queste premesse a Berlusconi non poteva certo piacere uno come Enzo Biagi che ha voluto portate con sé, anche nell’ultimo viaggio, il distintivo della sua brigata partigiana. Ora quelli che lo hanno oltraggiato vorrebbero cambiare la Costituzione, indossando i panni dei costituenti di allora.

Sarà il caso di fermarli subito, magari firmando la petizione lanciata da il Fatto Quotidiano, e preparando cento piazze per la Costituzione già per le prossime settimane. Non abbiamo la prova certa, ma saremmo quasi sicuri che, anche Enzo Biagi, per questo suo compleanno, si sarebbe regalato una firma per “salvare la Costituzione” dai suoi molestatori che, per altro, sono gli stessi di sempre.

da - http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/09/perche-biagi-non-piaceva-a-b/680891/
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« Risposta #3 inserito:: Ottobre 15, 2014, 04:58:57 pm »

Ddl diffamazione, no a nuovi bavagli

Di Beppe Giulietti | 11 ottobre 2014

Meglio lasciar perdere e chiedere a gran voce che la legge sulla diffamazione sia accantonata! La prevista abolizione del carcere per i giornalisti, per altro chiesto dalle istituzioni europee, non può essere barattata con una legge indigeribile ed inaccettabile. Il testo uscito dalla Camera era già largamente insufficiente, ma gli emendamenti depositati al Senato sono tali da rendere la legge ancora peggiore della precedente.

Le multe resteranno altissime, insostenibili per i giornali più piccoli e “meno protetti”. Le modalità di rettifica imposte ai siti e ai blog sono tecnicamente inattuabili e costruite in modo tale da sanzionare sempre e comunque il gestore, sino all’oscuramento finale.

Nulla è stato previsto per arginare il fenomeno delle cosiddette ‘querele temerarie’, diventate ormai uno strumento di intimidazione nei confronti di quei cronisti che ancora vorrebbero mettere il naso nell’Italia del malaffare, dell’illegalità e della trattativa permanente; così delinquenti di ogni risma continueranno a chiedere, sempre e comunque, risarcimenti stratosferici, sapendo che non pagheranno dazio in caso di archiviazione.

Non è più il momento di continuare a chiedere una nuova legge, ma bisogna cominciare a reclamare l’affossamento del testo attuale, senza farsi impressionare dalla minaccia di tenere in vita la previsione della carcerazione.

Per queste ragioni, come articolo 21, chiederemo a tutte le associazioni che hanno promosso le iniziative contro le leggi bavaglio, di tornare ad alzare la voce, perché non vi è ragione alcuna per accettare oggi, quello che non ci piaceva in altre stagioni e sotto altri governi e maggioranze diverse.

Da - http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/11/ddl-diffamazione-no-a-nuovi-bavagli/1151952/
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« Risposta #4 inserito:: Gennaio 17, 2015, 04:56:02 pm »

Greta, Vanessa e Cecilia: quelli che le odiano

Di Beppe Giulietti | 16 gennaio 2015

Greta e Vanessa sono tornate a casa e noi siamo felici e grati a chi ha lavorato, in silenzio e con grande perizia professionale, al raggiungimento di questo obiettivo. Ora speriamo di rivedere in Italia anche Giovanni Lo Porto e Padre Paolo Dall’Oglio, gli altri due “costruttori di pace” ancora nelle mani dei sequestratori. Naturalmente non mancano le polemiche sulle modalità del loro rilascio, sulla liceità di un eventuale riscatto, sulla cifra pagata.

Sin qui la discussione, anche accesa, rientra nella legittima dialettica politica e mediatica. Altra cosa, invece, è la sequela di insulti, di infamie, di volgarità scaricate contro le due ragazze per le loro scelte civili, politiche, private, con l’aggravante di essere donne. Così l’Italia dell’odio e del razzismo usa contro di loro le parole del peggiore sessismo e non mancano gli appelli allo stupro e alla decapitazione.

Le stesse parole, per fare un solo esempio, erano state usate, appena qualche giorno prima contro Cecilia Strada, una delle animatrici di Emergency, gente che ha scelto di dedicare la vita a “riattaccare le gambe” spesso spezzate dalle bombe e dalle mine occidentali.

Tra le tante ingiurie dei “risentiti speciali” colpisce l’accusa rivolta a Greta, Vanessa, Cecilia di essere andate a cercarsela. Le stesse parole usate da Andreotti nei confronti dell’avvocato Ambrosoli “Uno che se le andava a cercare”, infatti fu ammazzato dalla mafia.

L’Italia dei risentiti non può accettare che esistano persone che “se ne fregano”. A costoro non capiterà mai di rischiare qualcosa per gli altri, al massimo gli potrebbe capitare di restare imprigionati nel fango delle fogne dove vivono.

Da - http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/16/quelli-che-odiano-cecilia-vanessa-e-greta/1343973/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=newsletter-2015-01-16
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