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Autore Discussione: Alessandro Barbera. Mercati inondati di liquidità  (Letto 2049 volte)
Admin
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« inserito:: Aprile 11, 2013, 05:22:24 pm »

Economia
10/04/2013

Mercati inondati di liquidità

Ecco perché lo spread cala

La politica di “allentamento monetario” è quella scelta dalla Federal Reserve che, nonostante le notizie di divisioni interne alla banca centrale, ha confermato il programma di “quantitative easing” da 85 miliardi di dollari al mese

Nonostante lo stallo politico la Borsa chiude in rialzo e il differenziale tra Btp e Bund scende sotto quota 300

Alessandro Barbera
ROMA


Com’è possibile che, nonostante il gravissimo stallo politico, lo spread dell’Italia scenda sotto i trecento punti base e la Borsa chiuda in forte rialzo? Com’è possibile che l’Europa lanci segnali di allarme sul debito italiano nel giorno in cui i rendimenti dei titoli di Stato toccano nuovi minimi? Schizofrenia degli operatori di Borsa? Caduta di credibilità delle istituzioni europee? Nulla di tutto questo: solo apparenti contraddizioni. Le ragioni sono tanto semplici quanto logiche.

 

I mercati sono letteralmente inondati di liquidità. La politica di “allentamento monetario” è quella scelta dalla Federal Reserve che, nonostante le notizie di divisioni interne alla banca centrale, ha confermato il programma di “quantitative easing” da 85 miliardi di dollari al mese. Stessa cosa ha iniziato a fare la Banca centrale del Giappone, il cui governatore ha detto di voler “aumentare” la quantità di denaro in circolazione. In breve: due delle tre banche centrali più influenti al mondo hanno deciso di affrontare la crisi stampando nuovi dollari e yen. 

 

La prima conseguenza di questa mossa è che le due monete si deprezzano rispetto all’euro, la quale diventa nei fatti una moneta più sicura.
Più sale il valore dell’euro, più si stringe la cintura di sicurezza attorno ai Paesi più in difficoltà dell’area come l’Italia. L’aumento della liquidità in circolazione fa salire il numero degli investitori disposti a rischiare nell’acquisto tanto di azioni quanto di titoli pubblici, italiani e non. In queste ore ha fatto notizia la decisione di Pimco - uno dei grandi investitori globali - di consigliare l’acquisto di titoli decennali americani: non accadeva da mesi. 

 

Non bisogna però farsi illudere dalle apparenze: come dimostra la storia dell’economia - soprattutto quella più recente - l’aumento della liquidità aiuta sì la ripresa, ma tende a drogare l’ambiente economico. Più aumenta la liquidità, più si creano aspettative miracolistiche sulle prospettive future. In questo esercizio noi italiani siamo maestri. Un minimo segnale positivo può farci dimenticare o, peggio, convincerci dell’inutilità delle politiche di austerità che - per parlare della storia recente - ci ha imposto l’ultimo governo. Non dimentichiamolo: anche se lo spread scende, i problemi italiani restano tutti lì ad attenderci al varco: la disoccupazione che cresce, il debito che esplode, il Pil che non vuole ripartire. Per quanto ci possano far antipatia gli euroburocrati, la loro analisi è lucidissima: “In Italia persistono squilibri macroeconomici”, una “forte perdita di competitività” del sistema Paese e ile banche, invece di rafforzarsi, si sono indebolite, minando “la loro capacità di sostenere l’attività economica e il risanamento”. Per tornare a crescere occorre rimboccarsi le maniche. Le scorcatoie non ce le indicherà nessuno, perché semplicemente non esistono.

 

Twitter @alexbarbera 

da - http://lastampa.it/2013/04/10/economia/troppa-liquidita-sui-mercati-ecco-il-perche-dello-spread-basso-6tfEE20h3pUJ0y2g7VsNlK/pagina.html
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