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Autore Discussione: Moni OVADIA - Quel nonsenso ossequiante su Le parole, i pensieri  (Letto 2432 volte)
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« inserito:: Marzo 30, 2013, 11:21:26 pm »


Quel nonsenso ossequiante su Le parole, i pensieri

Autore: Moni Ovadia

Data: 2013-03-30


Google alert, questa settimana, mi ha portato un gioiello di logica proberlusconiana di raro pregio, apparso sul sito Giornalettismo a firma Massimo Zamarion.

Lo riporto integralmente per la delizia del mio lettore:
«Quando si tratta di liquidare un avversario politico, la prima mossa del giacobino è quella di negare al malcapitato la dignità di avversario politico. Ciò lo legittima ad usare altri mezzi. La seconda mossa è quella di denunciare la profondità del male che sta corrodendo la nazione e l’urgenza di porvi rimedio. Ciò gli permette d’eliminare l’infame in forza di una misura di salute pubblica, termine con cui i cultori della legalità nobilitano l’arbitrio. Alla manifestazione per l’ineleggibilità del Caimano promossa dai fanatici di Micromega c’era anche Moni Ovadia, il quale, in obbedienza stretta alla regola sopramenzionata, ha parlato di Berlusconi come “di un Re Sole che non è un avversario politico perché è pieno di privilegi” e del berlusconismo come di “una patologia che si protrae da venti anni ma non per questo ciò significa che è meno grave”. Attraverso le sue opere l’artista di origine ebraica è alfiere, credo di capire, di una tollerante, carnevalesca e cosmopolita fratellanza. Che a me andrebbe anche abbastanza bene, se non fosse che l’umanitarismo intransigente di queste icone della società civile, quando si tratta di abbattere il “male”, si distingue immancabilmente per la sua disumanità».
L’estensore di questa perla mi definisce giacobino e fanatico perché chiedo, insieme ad altri cittadini, di applicare una regola fondamentale di ogni democrazia liberale ovvero che nessuno, si chiami Berlusconi o pinco pallino, possa essere candidato ad elezioni qualora sia titolare di concessioni pubbliche e, in particolare, nel campo dei media. Fare un appello raccogliendo firme per chiedere il rispetto della Costituzione e l’applicazione corretta di una legge vigente promulgata dal parlamento sovrano sarebbe «liquidazione di un avversario politico» con altri mezzi (quali? La ghigliottina? La garrota?).
Come se non bastasse questa stupidaggine, Zamarion mi definisce disumano contro ciò che io stesso diffondo nei mie spettacoli, ovvero l’umanesimo etico e spirituale del mondo yiddish. Ma quel mondo glorifica lo splendore dell’uomo fragile, la bellezza malinconica dello sradicato che elegge come patria l’esilio e per questo sa librarsi fra cielo e terra. Berlusconi incarna l’esatto opposto di quell’umanità sublime perché celebra l’idolo del privilegio, della disuguaglianza, della mistica del capo. Non a caso non perde occasione per incensare Mussolini. Ma i suoi sacerdoti, apologeti del nonsenso ossequiente ai desideri del Principe, sono proni a tal punto che non si vergognano di chiamare umanesimo l’incessante sfregio della democrazia.


da - http://leparole-ipensieri.com.unita.it/mondo/2013/03/30/quel-nonsenso-ossequiante/
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« Risposta #1 inserito:: Agosto 04, 2014, 08:56:21 am »

Moni OVADIA

I cittadini dello Stato d’Israele in questi giorni sono vittime di una pioggia di missili che provengono dalla striscia di Gaza e vivono l’angoscia degli allarmi che li costringono a correre nei rifugi per evitare di essere colpiti. Fortunatamente, l’efficacia dei missili lanciati dall’ala militare di Hamas o di altri gruppi jihadisti o islamisti è molto limitata. Cionondimeno vivere sotto la minaccia di quelle armi ancorché poco efficienti non cancella la condizione di vittima e men che meno il sentimento di essere tale. I sostenitori delle ragioni di Israele sempre e comunque, senza se e senza ma, oggi come ieri, proclamano tuttavia che Israele sia vittima in ogni circostanza e qualsiasi cosa faccia, qualunque sia la politica praticata dal suo governo.

Non vedono altro, non vogliono che la loro fede sia neppure sottoposta al vaglio di disamine critiche. Per esempio, Gaza dopo l’evacuazione dei coloni ad opera di Ariel Sharon è stata ridotta a una gabbia sigillata, il suo territorio, le sue acque territoriali, i suoi confini, il suo spazio aereo sono sotto il controllo dell’esercito israeliano, le risorse idriche, l’energia elettrica è sotto il controllo delle autorità israeliane, i movimenti dei cittadini, persino la loro identità sono sottoposte al controllo di Israele, il flusso delle merci e di quali merci lo decidono sempre gli organi di controllo dello stato di Israele, la popolazione palestinese gazawi vive in una condizione infernale, sottoposta allo stillicidio di un assedio permanente, il numero delle sue vittime civili e innocenti dei ripetuti conflitti con l’assediante è pauroso… Chi è la vittima? Israele. Il popolo palestinese vive da quasi 50 anni sotto occupazione, le sue terre legittime secondo il diritto internazionale vengono espropriate, colonizzate, le sue topografie esistenziali vengono stravolte a favore dell’occupante, le sue case demolite o alienate, i diritti di proprietà negati per mezzo di leggi speciali, le colonie si espandono in continuazione, i suoi confini sono unilateralmente ridisegnati dall’occupante che non avendo una legge costituzionale non ha né dichiarato né definito i suoi confini. La popolazione palestinese subisce continue vessazioni come centinaia di migliaia di detenzioni amministrative senza processo ad opera dell’occupante che è potentissimo, la 4ª potenza militare al mondo… Chi è la vittima? Gli israeliani.

Ora, sarebbe un errore considerare ironicamente questo sentire vittimistico di un vastissimo numero ebrei in Israele e nella diaspora. Esso è alimentato dal formidabile propellente della immane tragedia della shoah. Lo sterminio degli ebrei è mille volte rivissuto, rimetabolizzato senza fine, usato strumentalmente da politici cinici e accolto dalla vile comunità internazionale occidentale come lavacro di un ignobile complesso di colpa espiato con impudicizia colonialista sulle spalle dei palestinesi a cui viene negata dignità e identità. Per questa ragione i governanti dell’Occidente non chiamano quelli israeliani al rispetto della legalità internazionale. Ma, sia chiaro, se il drammatico e micidiale circuito della vittimizzazione psicopatologica e insieme strumentale non viene superato con un grande progetto politico culturale promosso dalle istituzioni internazionali, non ci sarà mai pace.

DA - http://leparole-ipensieri.comunita.unita.it/2014/07/19/lunica-la-sola-la-sempiterna-vittima/ L’unica, la sola, la sempiterna vittima
19 luglio 2014
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