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Autore Discussione: Angela MAURO.  (Letto 8975 volte)
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« Risposta #15 inserito:: Giugno 25, 2017, 04:11:55 pm »

Prodi guarda al centro e incontra Calenda, un altro passo dell'attivismo del prof per il centrosinistra. Gelo di Renzi
Faccia a faccia a Bologna.
L'idea di aggregare una forza di centro intorno al ministro per costruire poi una coalizione con Pd e Pisapia

 21/06/2017 21:09 CEST | Aggiornato 2 ore fa

Angela Mauro Editor, politics, Huffington Post Italy

Un'area di centro, aggregata intorno al ministro Carlo Calenda, alleata di una coalizione di centrosinistra largo. E' questo il contesto in cui si inserisce l'incontro di oggi tra Romano Prodi e il ministro allo Sviluppo Economico a Bologna. Dopo aver incontrato Matteo Renzi, Enrico Letta, Giuliano Pisapia, il professore mette a segno un'altra tappa della sua marcia per la ricostruzione del centrosinistra. Gelo di Renzi, che con Calenda continua ad avere rapporti a dir poco conflittuali e che si sente un po' assediato in questo nuovo gioco di centrosinistra. Il segretario sospetta sia a rischio la sua leadership.

Prodi e Calenda si sono visti prima del convegno alla Bologna Business School, dove entrambi erano invitati per parlare di "Strategic technology trends and Business Challenges", convegno organizzato dalla edizione italiana di Mit Technology Review in occasione della premiazione dei migliori innovatori del 2017. Lungo faccia a faccia, definito da entrambi "interessante e proficuo" (con Prodi che insolitamente si sbilancia fino a un un "ottimo e abbondante") sulla politica nazionale ed internazionale, l'economia, la cooperazione. Ma soprattutto l'incontro è anche un segnale per Renzi, che all'indomani del suo faccia a faccia con Prodi ha lanciato segnali non proprio unitari al resto del centrosinistra.

E infatti i renziani a Roma vengono presi in contropiede dal colloquio bolognese. Negli ultimi tempi i rapporti tra Renzi e il suo ex collaboratore Calenda sono ai minimi storici. Eppure sono gli stessi renziani a sottolineare l'importanza di una alleanza larga di centrosinistra che non guardi solo a sinistra ma anche al centro. E' il ragionamento che si preparano a ripetere la notte di domenica, se davvero il centrosinistra dovesse perdere la sfida dei ballottaggi contro il centrodestra. Riflettori puntati su Genova, la sfida più importante per il Pd. Sono giorni che i fedelissimi del premier argomentano su quanto il Pd abbia sofferto nei quartieri più borghesi di Genova, sui voti che prima Renzi riusciva ad attrarre e che invece ora sono tornati in area di centrodestra. Ma avere Calenda alla guida di una forza di centro in una ipotetica alleanza di centrosinistra non è prospettiva che faccia fare salti di gioia a Renzi.

Proprio per questo il professore ha incastonato l'incontro con il ministro alla vigilia dei ballottaggi delle amministrative, anticipando così i ragionamenti dei renziani. Se davvero il centro serve, eccolo qui con Calenda, piaccia o non piaccia, personalità corteggiatissima anche dal centrodestra. Da Forza Italia: Berlusconi oggi ha detto che lo incontrerà "nei prossimi giorni". Il ministro la mette così parlando con Huffpost: "Non lo conosco, non ho alcun appuntamento in agenda né nella prossima settimana, né nelle successive. Ma nessun problema a incontrarlo, anzi". Corteggiamento accettato, insomma. Fino ad Angelino Alfano che, soddisfatto del fallimento dell'intesa tra Renzi, Berlusconi, Grillo e Salvini sul proporzionale, lo ha indicato come interlocutore centrista.

Al Nazareno non piace. Per ora il segretario – che ufficialmente tace – e i suoi cercano di resistere a questa sorta di assedio prodiano con la sua rete di centrosinistra. Obiettivo: difendere la leadership di Renzi. "Ci sono ancora troppe variabili. E' la dinamica elettorale che farà il contenuto non il contrario – tergiversano dalla cerchia stretta del segretario Dem – E comunque sia chiaro: in questa ipotetica coalizione, è il Pd che sta al centro. Non è che noi ci aggreghiamo a Pisapia o a Calenda. Semmai è il contrario. Punto".

Queste sono le premesse, ben note al professore bolognese che però evidentemente non si arrende nella sua nuova mission di "collante" tra gli attori del centrosinistra. Per dire: oggi Prodi ha persino telefonato a Gianni Crivello, candidato sindaco del centrosinistra a Genova per fargli l'in-bocca-al-lupo per il ballottaggio di domenica. Renzi invece mantiene le distanze dalla sfida genovese: i sondaggi gli dicono che è persa contro il centrodestra e dunque lui ha messo da parte la tentazione di farsi vedere per gli ultimi giorni di campagna elettorale. E poi Crivello non è esattamente il suo candidato, parla di legalizzazione della cannabis e non solo, i renziani lo considerano troppo a sinistra. "Se vincesse non sarebbe la vittoria di Renzi", ti dicono. E invece, evidentemente, sarebbe la vittoria di Prodi, padre ispiratore dei nuovi tentativi di centrosinistra.

Renzi intanto prepara la sua tela: a fine mese sarà a Milano per un'assemblea con i circoli del Pd per rilanciare la sua vocazione maggioritaria. Mentre proprio negli stessi giorni, il primo luglio, Pisapia e gli ex Pd saranno a Roma in piazza Santi Apostoli a invocare un nuovo centrosinistra. Chi la spunterà?

Da - http://www.huffingtonpost.it/2017/06/21/prodi-guarda-al-centro-e-incontra-calenda-un-altro-passo-della_a_22528260/?utm_hp_ref=it-homepage

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« Risposta #16 inserito:: Novembre 16, 2017, 09:02:22 pm »

POLITICA

Matteo Renzi si riprende ancora il Pd: rilancia la coalizione (contro Berlusconi) e incassa il sì di Emiliano, l'astensione di Orlando
A Fassino il mandato per trattare ma il vero obiettivo del leader Dem è ottenere una lista di Pisapia alleata del Pd e spaccare così Mdp

13/11/2017 20:54 CET | Aggiornato 15 ore fa

Angela Mauro
Special correspondent for European affairs and political editor - Huffpost Italy

Le divisioni della vigilia si sciolgono in nemmeno quattro ore di direzione nazionale al Nazareno: Matteo Renzi si riprende ancora una volta il Pd. Quando la sua relazione che rilancia la coalizione di centrosinistra viene messa ai voti, Michele Emiliano dice sì, Andrea Orlando e i suoi si astengono, chiedono passi concreti, ma rinunciano a mettere ai voti il loro documento. Persino Enrico Letta apprezza. Miracolo.

L'ex premier, che Renzi nel 2014 accompagnò all'uscita di Palazzo Chigi, fa questo ragionamento: "Gli appelli all'unità e anche le aperture di oggi di Renzi sono sicuramente positivi, ma auspico che il Pd faccia anche proposte concrete per andare davvero in questa direzione. Ritengo che si debba dare sostanza a questa apertura con proposte concrete con le quali confrontarsi e anche io mi unisco agli appelli di Veltroni e Prodi per scongiurare il rischio che si verifichi anche a livello nazionale ciò che è accaduto in Sicilia".

Sembra una specie di 'punto e a capo' nel dibattito sulle alleanze di centrosinistra per il voto di primavera. Lo è: le regionali in Sicilia le ha vinte la coalizione di centrodestra. Quanto basta per far sparire dal discorso di Renzi i riferimenti al M5s. L'avversario diventa Silvio Berlusconi, ancora oggi leader di quello schieramento di moderati che Renzi in origine pensava di conquistare.

"La sfida del futuro è una pagina bianca: o la scrive il Pd o il centrodestra", sono le parole del segretario del Pd. Perché il rischio, dice, è che sia proprio "Berlusconi a ritornare lì da dove è uscito 6 anni fa", "dobbiamo tenere il fronte aperto con l'ala moderata e centrista: non devono essere risucchiati da Berlusconi".

L'appello all'unità parte da qui. Il mandato per trattare con gli alleati Renzi lo assegna a Piero Fassino, sconfitto dal M5s alle ultime amministrative a Torino, certo, ma pur sempre leader della vecchia guardia del Pd, ex compagno della 'Ditta' di Bersani. Quanto meno li metterà in difficoltà, è il ragionamento che fanno al quartier generale del segretario Dem. E l'ex sindaco di Torino Fassino si sta già organizzando un calendario di incontri. Vuole aprire un confronto anche sul Jobs Act, legge tanto contestata a sinistra quanto rivendicata da Renzi. Ma anche su questo Fassino ha il mandato di trattare per individuare misure che favoriscano la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato creati con il Jobs Act. E anche: misure sociali che ricuciano ferite aperte dalla crisi, un piano straordinario per i giovani con investimenti sulla scuola, formazione, lavoro. In ogni caso, sarà lo stesso confronto a determinare le priorità, confida Fassino.

"Nei primi anni, con incentivi in atto, il Jobs act ha creato più posti di lavoro a tempo indeterminato. Ora siamo più disponibili ad una lotta ulteriore al precariato", dice Renzi parlando ad una direzione Dem che sembra quella delle grandi occasioni. In effetti è una delle ultime di questa legislatura. La sala del Nazareno è affollatissima. Presenze massicce anche dal governo: Gentiloni, Minniti, Lotti, Boschi, Finocchiaro, Franceschini.

Da - http://www.huffingtonpost.it/2017/11/13/matteo-renzi-si-riprende-ancora-il-pd-rilancia-la-coalizione-contro-berlusconi-e-incassa-il-si-di-emiliano-lastensione-di-orlando_a_23275749/?utm_hp_ref=it-homepage
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