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Autore Discussione: MONTI: “Gli italiani non sono cretini”. - (lo spero ma...)  (Letto 3484 volte)
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« inserito:: Gennaio 25, 2013, 04:33:04 pm »

Politica
22/01/2013

Monti: “Gli italiani non sono cretini”

Il premier Mario Monti negli studi di Radio 2 Rai

Il Professore: «Il futuro del Paese dipende dal voto». A Berlusconi: «Dal Pd nessun rischio comunista»


Berlusconi sbaglia, il pericolo comunista nel Pd non esiste; ma è vero che il partito di Pier Luigi Bersani, così come quello del Cavaliere, non possono riformare davvero il Paese perché frenati dalle ali estreme, come Lega e Sel. Ecco perché per sapere se l’Italia sia salva bisognerà attendere il risultato delle urne. Mario Monti continua nella sua opera di “demolizione” dell’alleanza fra Bersani e Vendola, ammonendo sui rischi che il Paese continua a correre sul fronte economico, ma senza attaccare direttamente il Pd, possibile alleato dopo il voto. Nel farlo, come di consueto, non lesina attacchi al Cavaliere, bollato come un ´«provinciale» poco ascoltato all’estero.

 

«Non credo che forze politiche così condizionate dalle estreme possano fare politiche più radicalmente innovative». attacca il leader di Scelta Civica, intervistato da Barbara Palombelli, negli studi di Radio Due. Il professore ricorda che a spingerlo a ´salire’ in politica è stato proprio l’atteggiamento dei due soci di maggioranza della sua «strana» coalizione: il Pdl si è riavvicinato alla Lega, un partito con una «impostazione pericolosamente populistica e critica nei confronti dell’Ue»; mentre il Pd, non volendo avere avversari a sinistra, ha allacciato i legami con Sel.

 

Mentre al partito del Cavaliere spranga però le porte, con i democrats l’atteggiamento è ben più conciliante. Al suo predecessore replica senza tante cortesie: «Fa comodo dire che ho chiesto agli italiani certi sacrifici perché imposti dalla Germania», ma è un discorso «provinciale», attacca il professore. Che ricorda i problemi di Berlusconi nelle relazioni internazionali: nonostante un atteggiamento «ammicchevole e cordiale», aveva una certa «difficoltà ad incidere» sui dossier. E poi - aggiunge con tono risentito di chi, dopo averlo votato nel ’94, si è sentito tradito - la sua «doveva essere una rivoluzione liberale», ma non è stata «né rivoluzionaria, né liberale». 

 

In serata, ospite a Ballarò, il premier rincara la dose. «Alfano- dice rivolto al segretario Pdl- ha una straordinaria capacità di riscrivere la storia. Ma gli italiani non sono cretini». Poi aggiunge: «Quando Alfano è in presenza del suo capo non è così vivace». 

 

Un Mario Monti decisamente all’attacco. «Ho una profonda sfiducia nella capacità della coalizione guidata da Berlusconi” e in quella di Bersani di governare l’Italia («Non ho la capacità di Bersani di immaginare di poter svolgere una attività di governo con Vendola e Camusso»); poi una dichiarazione d’intenti decisa: «Non governerò con Vendola». E ancora, sulle liste preparate dal Pdl: «Chi ha gestito nel Pdl gli impresentabili lo ha fatto con il bilancino. Hanno calcolato quanto sarebbe costato in termini di voti il lasciare fuori un impresentabile. Ma siamo matti? Il Pdl - ha aggiunto Monti - ha avuto il problema degli impresentabili, io il problema degli impersuadibili, di quelle persone della società civile che non volevano entrare in politica e che l’hanno fatto e io personalmente sono molto contento di questo». 

 

Poi Monti ha annunciato i primi impegni sull’agenda in caso di vittoria elettorale e di un altro incarico come premier: «Se vinco, subito un disegno di legge costituzionale per dimezzare i parlamentari e uno per la riforma della legge elettorale. Io sono entrato in politica perché i politici erano di ostacolo alle riforme; quando le riforme intaccavano i loro interessi, si sono sfilati». E il finanziamento pubblico ai partiti? «Penso che debba essere tagliato drasticamente a tutti». Infine la rassicurazione del premier : «Non serve una manovra di aggiustamento».

da - http://lastampa.it/2013/01/22/italia/politica/monti-gli-italiani-non-sono-cretini-Z0ez1fDK2AlCmJ2M5Nl3WI/pagina.html
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« Risposta #1 inserito:: Gennaio 25, 2013, 04:36:23 pm »


Renzi: "Monti mi ha deluso". E avverte il Pd: "Non sottovalutate Berlusconi. Affitta la speranza"

Il sindaco di Firenze ospite di Daria Bignardi. "Sono leale, resto accanto a  Bersani".

E poi critica il premier uscente: "Poteva fare il Ciampi, e invece ha fatto il Dini. Allearsi con Fini e Casini....".

D'Alema ha cambiato idea su di me? Io no su di lui". E sullo scandalo Montepaschi: "Responsabilità di chi ha governato Siena"


Matteo Renzi ricompare e conferma la linea post-primarie: lealtà a Pierluigi Bersani, ma dalle retrovie. Dopo una lunga assenza, torna in uno studio televisivo per la prima volta dopo il 2 dicembre, giorno delle primarie per la leadership del Pd, perse con un più che onorevole 40% dei voti. Ma questa volta lo fa non per sfidare Bersani, ma per allearsi con lui. Sceglie il programma di Daria Bignardi Le invasioni barbariche per ribadire di essere fedele al leader del Pd. "Per un politico è importante mantenere la lealtà, per questo dopo le primarie mi sono messo a disposizione del Pd".

"Ha vinto Bersani, ora è lui che deve governare", dice Renzi. E dice ancora una volta di voler appoggiare il segretario del Pd: "Voglio che Bersani vinca e che il Pd governi 5 anni". "Ci riproverò. Ora però i miei sforzi sono per riuscire a far governare Bersani". Intanto, il suo ruolo rimane quello di sindaco di Firenze. Nessuno spiraglio sulle ambizioni future, o su impegni previsti nel possibile governo del centrosinistra.

Il primo febbraio Renzi e Bersani saranno insieme a Firenze: "Cosa faremo? Non lo so, ci inventeremo qualcosa. Non sarà un comizio". E aggiunge che Bersani è l'unico in grado di portare avanti il programma di cui l'Italia ha bisogno "molto più di Berlusconi, Monti o Ingroia, per non dire Grillo". Renzi  ricorda che "mantenere
la lealtà è un valore molto importante per un politico. Per questo continuo a impegnarmi come sindaco e anche dando una mano a Bersani".  Ma Renzi non rinuncia alle sue idee e dice  che rimane "delle sue opinioni". Subito dopo lancia un messaggio a chi lo ha criticato nei mesi scorsi."Sono contento che D'Alema abbia cambiato idea su di me, ma le mie opinioni non cambiano. Mi fa ridere che chi mi considerava il male assoluto, adesso mi considera simpatico". E sulla Bindi replica secco: "Bindi? Non l'ho sentita".

Nella lunga intervista alla Bignardi attacca i suoi avversari politici. Il primo a essere criticato è il premier uscente Mario Monti, una "delusione": "E' pieno di politici che non mantengono la parola data. Monti ha detto per mesi 'non mi candido, non mi candido' poi si è candidato. Non giudico, ma le sembra naturale dopo un anno e mezzo che diceva non mi candido salire in politica per rinnovare e poi rinnovare con Casini e Fini. Poteva fare il Ciampi, ha scelto di fare il Dini".

Ma è sull'incognita Berlusconi che il sindaco di Firenze lancia il suo avvertimento più forte al Pd, riconfermando la volontà di porsi come "termometro" degli umori dell'Italia che non vota a sinistra: "Berlusconi non va mai sottovalutato". "E' uno che "tre mesi ogni cinque anni affitta la speranza". Sulla presenza del Cavaliere a Servizio Pubblico commenta: "Il gesto di Silvio Berlusconi che 'spolvera' con la mano la sedie nello studio di servizio pubblico è "pericoloso" perché tende a far credere che "lui in questi anni non sia mai stato al governo".

A fine intervista Renzi affronta la questione delle banche e il caso Monte dei Paschi. "Spero che il governo Bersani faccia una chiara distinzione tra politica e banche". E aggiunge:  "Mps? Responsabilità evidenti di chi ha gestito Siena".

(23 gennaio 2013) © Riproduzione riservata

da - http://www.repubblica.it/politica/2013/01/23/news/renzi_-51165514/?ref=HRER2-1
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