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Autore Discussione: Susanna Turco. - Primarie, chi sta con chi  (Letto 1768 volte)
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« inserito:: Novembre 21, 2012, 04:03:30 pm »

Inchiesta

Primarie, chi sta con chi

di Susanna Turco

Battiato, la Melandri e Diliberto a fianco di Bersani. Jovanotti, Baricco e Feltri sostenitori di Renzi.

Ecco come si schierano apparati, simpatizzanti e antipatizzanti del Pd in vita della consultazione di domenica prossima

(19 novembre 2012)

Dentro il partito, pesa di più il Segretario. Fuori, il Rottamatore raccoglie consensi talmente frastagliati da rendere indecifrabile
il risultato delle primarie che si stanno per celebrare. Il corpaccione del Pd, da Massimo D'Alema in giù, sta col suo capo - come tradizione vuole. «Dormiremo tranquilli, e speriamo che vinca Bersani», è la sintesi brusca con la quale Rosy Bindi ha chiuso l'Assemblea nazionale di metà ottobre, tra teste che annuivano. Per il sindaco di Firenze, del resto, parteggia giusto un pugno di parlamentari, tra cui Roberto Giachetti, Paolo Gentiloni, Mario Adinolfi, Andrea Sarubbi, Pietro Ichino, qualche sindaco come il presidente dell'Anci Graziano Delrio (Reggio Emilia), Andrea Ballaré (Novara), Lorenzo Guerini (Lodi). Questi, e poco più.

La questione però già si complica se si guarda ai fondatori del Pd. Sia Romano Prodi che Walter Veltroni, infatti, si sono attestati sulla linea del «vado a votare ma non dico per chi». Atteggiamento da pesci in barile che si riflette nella attenta suddivisione dei fedelissimi tra i due schieramenti. Un gruppo di veltroniani doc guidati da Walter Verini (tra cui Marco Minniti, Marco Causi, Luigi De Sena, Giovanna Melandri, Olga D'Antona e Mauro Agostini) ha sottoscritto un documento di sostegno alla candidatura del segretario in quanto unico adatto a «governare»; ma altri, come Lino Paganelli, Stefano Ceccanti e Salvatore Vassallo, si sono esplicitamente schierati per Renzi.

Tra i prodiani, la ex portavoce Sandra Zampa sta dalla parte di Bersani, si schiera invece con Renzi Fausto Recchia, mentre Arturo Parisi (che di Recchia è il punto di riferimento) per ora ha spiegato soltanto che per l'ex ministro dello Sviluppo economico non voterà. Capolavoro. Angelo Rovati, già consigliere economico del Professore, si è superato rasentando il nonsense: voterà Bersani premier e Renzi vicepremier, ha spiegato al Foglio, «anche a rischio di annullare la scheda». Insomma, tutto un agitar d'acque: come se non fosse palpabile l'inclinazione (anche vendicativa, al limite) in favore del sindaco di Firenze e del suo ruolo di guastatore. Non è un segreto, del resto, che Rovati abbia partecipato alla cena milanese di Renzi organizzata dal finanziere Davide Serra, né che il Rottamatore a luglio abbia cercato (e trovato) conforto in un lungo incontro col Professore nel suo buen retiro bolognese.

Fuori dalle porte di largo del Nazareno, Bersani miete simpatie nella sinistra più radicale. Frammenti dei partitini rimasti fuori dal Parlamento, per dire, che magari vorrebbero rientrarvi. E' di qualche giorno fa l'endorsement (pubblicato su "l'Unità") di Cesare Salvi, ex ministro Ds e ora leader del Movimento per il Partito del Lavoro. E anche Oliviero Diliberto, capo del Pdci, ha ribadito a "Pubblico": «Che Bersani sia meglio di Renzi mi pare un dato inequivocabile». Il sindaco di Firenze, invece, continua a essere avvolto da affettuosità di pensatori e politici di centrodestra (ci si mette persino il Cavaliere, che non ha scordato l'incontro ad Arcore). Non a caso Vittorio Feltri, guida spirituale del "Giornale", in più occasioni si è speso in favore del Rottamatore, («non dico che sia inviato del destino, ma se non a lui i progressisti a chi si affidano?») arrivando, nel corso di "Domenica In", alla dichiarazione di voto eventuale: «Metterei la croce su Renzi».

E chissà che non si presenti davvero, alla fine. Anche fuori dal recinto della politica, del resto, è il sindaco di Firenze a poter contare una costellazione imprevista di testimonial e simpatizzanti. Da Paolo Flores D'Arcais, che teorizza il «primum destabilizzare», a Fabrizio Rondolino, controverso ex dalemiano (la cui moglie Simona Ercolani cura la comunicazione di Bersani), passando per Lorenzo Jovanotti, Antonello Venditti e Alessandro Baricco. Anche Bersani, tuttavia, riserva qualche sorpresa. Non solo per il cantautore (e neo assessore) siciliano Franco Battiato, che si è prodotto in una ordinatissima quanto sorprendente pre-dichiarazione di voto. Ma anche per lo psicanalista Massimo Fagioli, già folgoratore di Fausto Bertinotti: una settimana fa, il guru dell'Analisi collettiva è calato al teatro Eliseo tra ali di "fagiolini" per ascoltare il segretario, e ne è uscito distillando il suo enigmatico sì: «Sto con Bersani, anche se gli manca il logos».


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