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Autore Discussione: Cambiamenti climatici: Usa e Italia - Corrado Clini ministro dell'Ambiente  (Letto 2671 volte)
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« inserito:: Novembre 03, 2012, 12:08:08 pm »

Interventi & Repliche

Cambiamenti climatici: Usa e Italia


All'inizio di ottobre, a Washington alcuni tra i più stretti collaboratori del presidente Obama, a una mia domanda sul ruolo dei temi ambientali nella campagna elettorale, avevano osservato che il cambiamento climatico non era nell'agenda delle elezioni, perché potenzialmente in contrasto con l'obiettivo primario della ripresa e della crescita economica. Dopo Sandy il cambiamento climatico è entrato prepotentemente negli ultimi giorni di campagna elettorale, e potrebbe avere un effetto decisivo dopo che il sindaco Bloomberg ha deciso di appoggiare Obama perché il presidente «è il miglior candidato per combattere il global climate change». Bloomberg ha aggiunto che «la maggiore frequenza e intensità degli eventi climatici estremi che abbiamo subito a New York City e in tutta la regione (New Jersey) dovrebbero spingere tutti i leader politici ad adottare azioni immediate». Non è poco. Dopo 15 anni di stallo dei negoziati sui cambiamenti climatici per l'opposizione degli Usa al Protocollo di Kyoto, la prossima (dicembre) riunione negoziale di Doha potrebbe aprire una nuova fase. Le conseguenze pratiche di un impegno Usa per l'Europa potrebbero essere molto forti e impegnative. Dopo il fallimento della conferenza di Copenaghen del 2009, il cambiamento climatico è sceso nelle parti basse dell'agenda europea, e in particolare non è mai decollata la strategia europea per l'adattamento ai cambiamenti climatici, ovvero per i programmi straordinari e le misure finanziarie necessari a proteggere le aree più vulnerabili del territorio europeo agli eventi climatici estremi. A livello europeo, e in Italia, le misure per la prevenzione e la protezione del territorio sono di fatto bloccate dalle politiche per la riduzione del debito pubblico e dal Patto di stabilità.

In Italia in particolare i vincoli del Patto di stabilità impedisce di utilizzare risorse disponibili anche per fronteggiare le emergenze e intanto gli eventi climatici estremi colpiscono l'Europa e l'Italia e provocano danni economici di gran lunga superiori ai costi della prevenzione.

È giunto il momento di riportare al top dell'agenda dell'Unione europea il cambiamento climatico e di considerare la protezione e la manutenzione del territorio una misura infrastrutturale chiave per la crescita. È necessario adottare i piani nazionali per l'adattamento al cambiamento climatico e autorizzare l'impiego delle risorse necessarie per realizzarli, assumendo che la prevenzione è un investimento che genera effetti positivi sui bilanci degli Stati e sull'economia degli Stati membri, ovvero che il debito «temporaneo» viene ampiamente ripagato in tempi brevi da maggiori entrate, più occupazione, più sicurezza, costi ridotti per riparare i danni. Di tutto questo parleremo il 26 novembre a Venezia. A Venezia, città simbolo della vulnerabilità ai cambiamenti climatici ho convocato gli esperti Usa e la consigliera del sindaco Bloomberg, gli esperti europei e italiani che hanno lavorato in questi anni sugli effetti ambientali ed economici dei cambiamenti climatici. L'obiettivo è quello di preparare una piattaforma per il prossimo negoziato di Doha, di gettare le basi per un programma comune Europa-Usa, e di proporre uno schema di valutazione dei costi e benefici economici delle misure di prevenzione che vada «oltre» il conto del ragioniere.


Corrado Clini ministro dell'Ambiente

3 novembre 2012 | 9:44© RIPRODUZIONE RISERVATA

da - http://www.corriere.it/politica/12_novembre_03/cambiamenti-climatici-italia-usa-ministro-clini_88d2bce4-2590-11e2-a01c-141eb51207fd.shtml
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