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Autore Discussione: MONICA RUBINO.  (Letto 61477 volte)
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« Risposta #60 inserito:: Gennaio 22, 2018, 02:00:12 pm »

Bersani sulle alleanze: "Parlare con il M5s è un dovere. Fare governo assieme è tutto un altro film"
L'esponente di Leu a Circo Massimo su Radio Capital: "Renzi sul milione di posti di lavoro inganna le persone". E sulle larghe intese fra Pd e Forza Italia: "Tracce di inciucio ci sono, ma scarsa fattibilità"

Di MONICA RUBINO
22 gennaio 2018

ROMA - "Parlare con i Cinque Stelle è un dovere, fare un'alleanza di governo è tutto un altro film". Pier Luigi Bersani a Circo Massimo su Radio Capital commenta così la possibilità di un accordo con il M5S dopo il voto. E precisa: "È chiaro che se Di Maio viene a dirmi: 'vado fuori dall'euro, sull'antifascismo balbetto, sugli immigrati sto un po’ con la destra, sul fisco viva la mammà, io gli dico ciao".

• DIRE CHE C'È PIU' LAVORO È UN INGANNO
Sul tema del lavoro replica poi a Matteo Renzi, che vanta di aver creato nuovi posti di lavoro con i Jobs Act: "Io sconsiglio di dire alla gente che c'è un milione di posti di lavoro in più, perché le famiglie sanno bene come è la situazione dei giovani. È un inganno che genera rabbia". E aggiunge: "Non si può chiamare posto di lavoro un'occupazione statistica che consente di dire che è occupato uno che lavora un'ora in una settimana o una settimana in sei mesi. Le famiglie - anche quelle del ceto medio - sanno benissimo qual è la situazione del lavoro giovanile oggi".

Elezioni, Bersani: ''Renzi inganna quando dice di aver creato 1 milione di posti di lavoro''
• BASTA BONUS, SERVONO INVESTIMENTI
Se andasse al governo, Bersani però non eliminerebbe gli 80 euro renziani: "Non vado a tirar via quello che c'è stato ma io lo chiudo quel libro lì. Invece di bonus e sgravi dobbiamo fare investimenti: il lavoro lo fai solo con gli investimenti e un lavoro decoroso lo fai solo abbattendo la precarietà se vuoi ridurre le diseguaglianze". Rilancia la proposta di Leu sul fisco fatta di "progressività fiscale più accentuata e lotta all'evasione". Mentre non è convinto dal salario minimo sostenuto dai dem: "Per chi ha un contratto c'è già, bisognerebbe imporlo per tutti i lavori extra contratto. C'è anche il tema della dignità minima: la produttività accresciuta grazie alle innovazioni tecnologiche deve tradursi in una riduzione di orario".

Elezioni, Bersani: ''Oltre al salario minimo esiste anche una dignità minima''
• SE IL PD PERDE NON È COLPA NOSTRA
Sul tema del voto utile invocato dal segretario del Pd, l'esponente di Leu ribatte: "Chi dice che noi facciamo vincere la destra ha perso il senno. Perchè noi portiamo a votare chi altrimenti non voterebbe". E aggiunge: "È come se Renzi non sapesse che la gente che voterà noi lui non lo vota".  Torna poi sul caso Gori: "Il Pd in Lombardia perde da solo non per colpa nostra. Pochi mesi fa il centrosinistra è riuscito a perdere Monza, Sesto San Giovanni e mi fermo lì. Eravamo insieme, ma ha vinto la destra. C'è un pezzo di elettorato di sinistra che non ne vuole più sapere".


• INCIUCIO RENZI-BERLUSCONI? LE TRACCE CI SONO
L'ex ministro pensa inoltre che un inciucio fra Renzi e Berlusconi sia possibile, ma difficile da realizzare in concreto: "Se seguo le tracce non posso avere dubbi su questo, la legge elettorale l'hanno fatta insieme". Il "giaguaro" Berlusconi si è rimesso qualche macchiolina e "nel suo istinto sa che è meglio parlare con Renzi -  che qualche macchiolina gliel'ha rimessa pure lui -  piuttosto che con la Lega e Salvini". E anche Renzi pensa "che facendo fuori la sinistra si può ereditare l'elettorato di Berlusconi ormai in tramonto. Ma i numeri non ci sono - conclude -  penso abbia scarsa fattibilità". Del resto per Bersani la prospettiva delle larghe intese, come in Germania, "non aiuterebbe l'Italia a superare disuguaglianza e precarietà".

© Riproduzione riservata 22 gennaio 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/01/22/news/pier_luigi_bersani_circo_massimo_radio_capital-187013967/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S2.5-T1
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« Risposta #61 inserito:: Gennaio 24, 2018, 11:50:09 pm »

Lorenzin: "Gentiloni ottimo premier, governo per la prossima legislatura"

La ministra della Salute, ospite di Circo Massimo su Radio Capital interviene anche contro l'alleanza fra Pd e Leu nel Lazio: "Senza soluzione andremo da soli".

Di MONICA RUBINO
23 gennaio 2018

ROMA - Si schiera apertamente a favore di un governo Gentiloni bis. Bacchetta il Pd sulla vicenda del Lazio. E sostiene che la spesa sanitaria nei prossimi anni debba aumentare rispetto al Pil. La ministra della Salute Beatrice Lorenzin, leader della lista centrista Civica popolare alleata con i dem, a Circo Massimo su Radio Capital afferma senza mezzi termini: "Votare per la coalizione di centrosinistra significa votare il governo in atto". E continua: "Tra Renzi e Gentiloni non mi metto a fare le classifiche, ognuno governa nel momento in cui si trova. Nessuno chiede un passo di lato a Renzi. Ma io credo che Gentiloni abbia un grande gradimento e dovremmo convincere gli italiani che questo esecutivo dovrebbe continuare a governare".

Elezioni. Lorenzin: "Gentiloni ottimo premier. Campagna di Renzi, molto coraggiosa"
La ministra torna a criticare la scelta del Pd di allearsi con Leu in sostegno di Nicola Zingaretti alle prossime regionali nel Lazio: "La vicenda laziale lascia un segno, non ci fa partire col passo giusto. Non sono furiosa - prosegue rispondendo alle domande di Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto - ma c'è un problema politico. E se non si trova una soluzione politica, nel Lazio andremo da soli". In tal caso chiarisce che non sarà lei la candidata. E conclude: "È un'alleanza di palazzo, non si parla di programmi".

Quanto all'accusa di "trasformismo" politico e del passaggio da uno schieramento di centrodestra a uno di CentroSinistra, Lorenzin ribatte: "Quando si è chiuso il Pdl cinque anni fa non abbiamo aderito alla nuova Forza Italia perché non rappresentava le nostre posizioni. Oggi questo centrodestra ha una preponderanza di stampo lepenista, una posizione culturale in cui non mi ritrovo, io vengo da una famiglia riformista". E aggiunge: "Non siamo trasformisti ma coraggiosi. Stiamo lottando per raggiungere il 3% e per costruire un progetto politico che abbia la sua dignità e la sua voce, che non venga tirato per la giacca. Abbiamo messo in campo una forza politica che ha una collocazione chiara e che viene dall’esperienza di governo".

Affrontando poi la questione dell'alleanza tra la sua lista Civica popolare con + Europa della leader radicale Emma Bonino, la ministra risponde: "Ci si confronta con buon senso, poi su alcuni temi c'è la libertà di coscienza, su altri io e Bonino abbiamo già trovato la sintesi quando governammo assieme".

Sul tema della Sanità, trascurato dalla maggior parte dei politici come fanno notare anche i sondaggisti, Lorenzin forte dell'esperienza maturata in questi anni ha le idee chiare: "Credo che la spesa per la sanità debba aumentare gradualmente rispetto al Pil".  E conclude: "Deve esserci una scelta molto chiara per il welfare: le risorse devono essere impiegate qui e bene. Serve anche la riforma della socio-assistenza con fondi vincolati, altrimenti la gente esce dagli ospedali e dopo poco ci torna". Infine la proposta: "Ripresenterò la riforma del titolo V per sottrarre alle Regioni alcune competenze in materia di Sanità".

© Riproduzione riservata 23 gennaio 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/01/23/news/lorenzin_circo_massimo_radio_capital-187084039/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S3.3-T1
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« Risposta #62 inserito:: Febbraio 06, 2018, 08:44:11 pm »

Renzi a RepTv: "Migranti bomba sociale? Berlusconi l'ha causata con accordi Ue e guerra in Libia"
Il segretario del Pd ospite del videoforum: "Ogni voto a D'Alema avvicina Salvini al governo"

Di MONICA RUBINO
05 febbraio 2018

ROMA - "Berlusconi dice che i migranti in Italia sono una bomba sociale? Ma l'immigrazione dipende da due fattori: coi trattati di Dublino ogni Paese gestisce l'immigrazione da solo, ma quegli accordi che ora il capo di Forza Italia contesta li ha firmati lui nel 2003. E se in Italia arrivano i migranti è perché qualcuno ha fatto la guerra in Libia e il presidente del Consiglio era Berlusconi". Matteo Renzi, ospite del videoforum di Repubblica Tv condotto da Massimo Giannini e Laura Pertici, risponde al leader azzurro sul tema dei migranti dopo il raid razzista di Macerata di sabato scorso.

FACT CHECKING - Quanto costano i rimpatri chiesti da Berlusconi

• DOPO MACERATA ABBASSARE I TONI
E in merito alla strage nella città abruzzese, invita ad abbassare i toni: "Chi si rende conto della gravità del momento deve usare tutto il buonsenso, l'equilibrio e la responsabilità che altri non hanno. Quando un ex candidato della Lega in consiglio comunale prende la pistola e spara su quelli di colore, la prima cosa da fare è abbassare i toni, tutti. Il mio appello è recuperare la calma: chiamare le cose con il loro nome. Che sia un atto razzista è evidente agli occhi di tutti. E che quella persona sia un pericolo va sottolineato con grande forza. Così come va detto che chi ha ucciso e fatto a pezzi la povera Pamela, deve pagare fino all'ultimo giorno".

• INVESTIRE SULLE FORZE DELL'ORDINE
Poi aggiunge: "Non sono i pistoleri a garantire la sicurezza in Italia. Bisogna investire sui carabinieri e sui poliziotti. Nel nostro programma dei 100 piccoli passi abbiamo scritto dell’assunzione di 10mila carabinieri. Quelli che strizzano l'occhio ai pistoleri sono quelli che hanno bloccato le assunzioni". Rispetto all'accusa di Matteo Salvini sulla sinistra che ha "le mani sporche di sangue", il segretario del Pd risponde: "È una frase talmente stupida da essere incommentabile. Le mani sporche di sangue ce le ha chi ha premuto quel grilletto. Dall'altra parte non si può pensare di buttare addosso alla Lega e a Salvini questa tematica che è molto più grande e complessa. Certo mi fido di più di Minniti ministro dell'Interno che non di Salvini".
Macerata, Renzi: "Non sono i pistoleri a garantire la sicurezza"

• VOTO UTILE
Renzi rilancia inoltre il suo appello elettorale rinnovando l'invito al voto utile: "Ai moderati diciamo che l'alternativa solida e credibile è il Pd. Ogni voto dato alla sinistra radicale e al partito di D'Alema, avvicina Salvini al governo".

• CONCRETEZZA È NOSTRA MISURA ECONOMICA CHOC
Tra i numerosi temi passati in rassegna, Renzi affronta innanzitutto quello economico. "Sul reddito di inclusione l'obiettivo è arrivare sopra i 4 miliardi. Noi non facciamo effetti speciali, non lanciamo la bomba. La nostra misura choc è la concretezza. Il centrodestra ha un programma da 200 miliardi, il M5S va oltre i 100 miliardi di euro. Noi ci diamo una regola: il programma non può superare le manovre fatte. Le nostre misure valgono meno del 2% di Pil".

• FLAT TAX È ROBIN HOOD AL CONTRARIO
Il segretario dem torna anche a criticare la flat tax proposta dal centrodestra: "La flat tax, che Berlusconi propone da anni senza riuscire a farla, è la tassa di un Robin Hood al contrario: Berlusconi e Grillo pagherebbero di meno, gli operai di più. Noi proponiamo una misura di sostegno universale al reddito per le famiglie con figli: 80 euro al mese per ogni figlio fino ai 18 anni". Quanto alle polemiche sulla politica dei bonus, il leader dem replica: "Tutti criticano i bonus dopo che per anni hanno sopportato i malus. Sulle pensioni dobbiamo trovare un equilibrio e dare una mano alle mamme. E per loro prevediamo un contributo, non lo chiamo più bonus ma carta universale per i diritti dell'infanzia".

• JOBS ACT, CRITICHE RESPINTE
Renzi non condivide le critiche sul Jobs Act, che avrebbe creato più lavoro ma prevalentemente precario: "I dati dimostrano che i contratti precari sono paritetici a quelli a tempo indeterminato. Non dobbiamo dimenticare che eravamo a un passo dal fallimento".

• LARGHE INTESE? CI SONO GIA' TRA LEGA E M5S
Sollecitato nuovamente sulla possibilità di larghe intese con Forza Italia, Renzi ancora una volta nega l'ipotesi con fermezza: "Grande coalizione con Berlusconi? Puntano a vincere loro con il centrodestra. Poi una grande coalizione c'è già: è quella tra M5S e Lega. La pensano alla stesso modo sui vaccini, sull'uscire dall'euro un giorno sì e un giorno no. Il Pd è l'unico argine e l'unica vera alternativa".

• IMPRESENTABILI, NO LEZIONI DA DI MAIO
Sul tema dei candidati impresentabili, Renzi ribatte rivolto al M5S: "Non voglio fare la battaglia sugli indagati ma non accetto lezioni dai Cinquestelle. Il gioco di Di Maio è prendere la bandiera dell'onestà e issarla dalla parte del suo campo. Per me un avviso di garanzia non è una sentenza di condanna. Ma Grillo è condannato, Appendino è indagata, Nogarin è indagato, Raggi è sotto processo. Un'impresentabile si chiama Sara Cunial, candidata in Veneto con il M5s: questa signora dice che il vaccino è genocidio, mentre Dessì sta con i picchiatori del clan Spada".

• BOSCHI A BOLZANO? SI È OCCUPATA DI AUTONOMIA
Quanto alla candidatura di Maria Elena Boschi a Bolzano, precisa: "Il tema della candidatura di Boschi non ad Arezzo ma a Bolzano si collega alla scelta di candidare Padoan a Siena, nel collegio più complicato sulla questione banche. Mentre Boschi e Bressa che hanno seguito i temi dell'autonomia si candidano in Trentino Alto Adige". Poi tira in ballo il Capo dello Stato: "Anche Sergio Mattarella - aggiunge - fu candidato a suo tempo nel collegio di Bolzano, per dire uno dei nomi che è stato candidato lì in passato".

• SE PD È PRIMO GRUPPO IN PARLAMENTO, ABBIAMO VINTO
Sull'esito delle elezioni, infine, Renzi si limita a un'affermazione ovvia: "Per me la differenza tra vittoria e sconfitta lo fa se siamo o no il primo gruppo parlamentare". Cosa succede il 5 marzo se i Dem non sono il primo gruppo? "Ne parliamo il 5 marzo", risponde. E scherza, con riferimento al referendum del 4 dicembre 2016: "Già una volta ho detto che mi sarei dimesso in caso di sconfitta e non è andata bene...".

© Riproduzione riservata 05 febbraio 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/02/05/news/renzi_a_berlusconi_migranti_sono_bomba_sociale_firmasti_tu_gli_accordi_-188081476/?ref=nrct-19
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« Risposta #63 inserito:: Febbraio 08, 2018, 06:20:16 pm »

Macerata, Orlando: "Ho ricevuto minacce, ma i fascisti non mi spaventano"
Il ministro della Giustizia a Circo Massimo su Radio Capital: "Salvini e Berlusconi irresponsabili. Provare a giustificare un atto criminale e terroristico come quello di Traini è inaccettabile"

Di MONICA RUBINO
08 febbraio 2018

ROMA - Ha ricevuto minacce e insulti sui social il ministro della Giustizia Andrea Orlando, dopo la sua visita in ospedale ai sei giovani migranti feriti nel raid razzista di Macerata del 3 febbraio. Intervistato da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto a Circo Massimo su Radio Capital, assicura di non avere paura dei fascisti: "Sono andato a Macerata e per questo io e la mia famiglia abbiamo ricevuto offese e minacce. Ma sono stato cresciuto da comandanti partigiani e mi hanno insegnato che i fascisti non vanno tenuti in considerazione perché al momento buono sono sempre scappati. Non mi fanno paura".

Il ministro trova inoltre "inaccettabile" che si cerchino "giustificazioni sociologiche" al comportamento di Luca Traini: "Matteo Salvini e Silvio Berlusconi sono degli irresponsabili: dare una forma di giustificazione a un comportamento criminale e terroristico è un modo per sdoganarlo e dargli un valore politico, è un rischio enorme".

"Quest'anno - prosegue Orlando - il numero degli stranieri presenti in Italia, dopo anni, è diminuito: sono più gli italiani andati all'estero che gli stranieri arrivati. Berlusconi cosa direbbe se anche gli altri Paesi rimandassero indietro i nostri concittadini? I fenomeni vanno regolati, certo, ma dire che siccome Traini ha sparato bisogna mandare a casa 600mila persone è un modo di ragionare che disonora il Paese, la Costituzione e quella che pomposamente la destra chiama 'patria', che è una cifra di civiltà e di valori".

Il ministro si dice anche preoccupato del fatto che Traini in carcere sia stato accolto dagli applausi degli altri detenuti: "È un segno di profonda involuzione, che segna un clima contro il quale bisogna reagire". E in merito alla decisione del sindaco di Macerata Romano Carancini di annullare il corteo antifascista previsto per sabato prossimo, commenta: "Se il sindaco ritiene sia meglio far calare la tensione, è una posizione rispettabile. Però un momento nel quale si dia la possibilità all'Anpi di testimoniare i valori antifascisti del Paese credo che vada trovato".

Alla domanda se il Pd di fronte a questa vicenda abbia assunto una posizione di ripiego, Orlando risponde: "Non arriverei a trarre questa conclusione, ma il problema è il livello di iniziativa politica che si mette in campo: non rassegniamoci al senso comune, che in questo Continente ha prodotto in passato anche dei mostri".

Il ministro racconta infine che non gli è stato possibile incontrare ieri la famiglia di Pamela Mastropietro, la ragazza assassinata: "Ho sentito telefonicamente lo zio della ragazza, che è anche legale della famiglia, che mi ha ringraziato di averlo cercato, penso ci vedremo nei prossimi giorni".

E conclude "Vi è ipocrisia: ci si muove per lo sdegno di questa vicenda, ma poi chi si dice sdegnato si approfitta e diffonde particolari sulla vita della ragazza".

Raccolgo l'appello dello zio che chiede pietas sulla ragazza rispetto a ricostruzioni che non hanno nulla a che vedere con la vicenda".

© Riproduzione riservata 08 febbraio 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/02/08/news/orlando_minacce_fascisti_circo_massimo-188321159/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T1
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« Risposta #64 inserito:: Febbraio 12, 2018, 06:44:41 pm »

Elezioni, Franceschini: "Salvini cavalca la paura, i moderati riflettano"
Il ministro dei Beni culturali a Circo Massimo su Radio Capital difende il direttore del Museo Egizio di Torino dagli attacchi di Giorgia Meloni

Di MONICA RUBINO
12 febbraio 2018

ROMA - "Salvini cavalca le paure per prendere qualche voto in più". Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini a Circo Massimo su Radio Capital va all'attacco del leader della Lega e fa un appello ai moderati di centrodestra: "Salvini fa come tutti i populisti europei: prende le paure reali dei cittadini e invece di affrontarle le cavalca per prendere qualche voto in più. Non abbiamo niente a che spartire con lui. Un certo elettorato moderato di centrodestra dovrebbe pensarci prima di mettersi in mano a lui".

• L'APPELLO AI MODERATI: LA DESTRA E' POPULISTA
Il ministro si dice preoccupato, infatti, da una vittoria del centrodestra perché "questa coalizione è profondamente cambiata: non è più a trazione berlusconiana, quindi moderata, ma si è trasformata a larga maggioranza in una destra estrema e populista".

Quanto all'effetto Macerata sui sondaggi, che vedono il Pd scivolato al 20% a causa dell'atteggiamento "troppo tiepido", Franceschini aggiunge: "Ci vuole sempre prudenza nel valutare i sondaggi, la mobilità dell'elettorato è cresciuta, si decide negli ultimi giorni, addirittura nelle ultime ore. In ogni caso trovo terribile che i fatti di Macerata siano diventati un argomento di campagna elettorale".

• NO ALLA GRANDE COALIZIONE
Franceschini esclude poi una ipotesi di grande coalizione dopo il voto, se nessuno dovesse vincere le elezioni: "Lo schema non è mai stato in piedi in Italia. In Germania è fatta da partiti che l'hanno già vissuta e dopo aver discusso per tanto sul programma lo attuano. Qui, quando è stata fatta all'inizio di questa legislatura, abbiamo assistito in maggioranza alla stessa conflittualità tra maggioranza e opposizione. Non credo possa funzionare". "Le scelte dopo il voto dipendono da chi vince e dal capo dello Stato  - continua -  tornare a votare con la stessa legge produrrebbe lo stesso risultato". E aggiunge: "Se andasse avanti il governo Gentiloni, di cui anche io faccio parte, sarebbe la conseguenza di un risultato di stallo. E non sarebbe un buon risultato".

• LA DIFESA DEL DIRETTORE DEL MUSEO EGIZIO
Sul caso di Christian Greco, il direttore del Museo Egizio di Torino attaccato da Giorgia Meloni per i biglietti scontati alle coppie arabe, Franceschini ribadisce la sua solidarietà, espressa anche da Matteo Renzi in un tweet in cui loda la presa di posizione del ministro: "Il direttore Greco è bravissimo - ribadisce ancora Franceschini -  Noi a fare i direttori dei musei abbiamo mandato persone competenti; la destra dice invece: 'quando arrivano se non ubbidiscono li cacciamo via'".

In merito alla proposta avanzata dalla sindaca di Roma Virginia Raggi di rendere gratuiti i Fori imperiali, il ministro risponde: "Sull'area archeologica centrale a Roma c'è una mia lettera al Campidoglio ancora senza risposta in cui avevo offerto un tavolo. Hanno detto che ne parleranno con il prossimo ministro: aspetteremo". E aggiunge in risposta al manifesto di 70 intellettuali italiani che lo accuso di aver puntato solo alla fruizione dei beni culturali e non alla tutela: "Con gli incassi si paga l'attività scientifica. Al Pantheon si pagheranno due euro: ci saranno milioni di euro che manterranno in Pantheon e gli altri monumenti. Che c'è di male?".

© Riproduzione riservata 12 febbraio 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/02/12/news/elezioni_franceschini_circo_massimo-188657871/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T1
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« Risposta #65 inserito:: Febbraio 22, 2018, 05:36:02 pm »

Fico: "De Falco? Se i fatti sono reali, non è compatibile con il M5s"

Il presidente della Vigilanza Rai a Circo Massimo su Radio Capital: "Noi truffati, rimborsopoli trattata in modo eccessivo"

Di MONICA RUBINO
20 febbraio 2018

ROMA - "Se il M5s fa un piccolo passo falso, se ne parla per settimane. Magari cose più gravi vengono rapidamente derubricate dalla stampa. Abbiamo le spalle larghe". Roberto Fico, deputato del M5s e presidente uscente della commissione Vigilanza Rai, ospite di Circo Massimo su Radio Capital condotto da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, interviene sulla vicenda dei falsi rimborsi di alcuni esponenti del Movimento. Secondo il dirigente pentastellato, ricandidato a Napoli, il Movimento "non subirà nessun danno" dal caso rimborsopoli, perché oggi "tutta Italia sa che abbiamo restituito dei soldi. È un valore aggiunto". Per Fico è invece il Pd "che subisce dei danni", perché Renzi "è stato divisivo". E chiarisce: "Le nostre liste elettorali sono perfette, immacolate. Abbiamo fatto un'operazione democratica".

A proposito delle dichiarazioni rese dalla moglie del capitano Gregorio De Falco, candidato con il Movimento, Fico afferma: "La situazione va approfondita. È chiaro che se ci fossero elementi reali, De Falco non sarebbe compatibile con il M5s".

In merito all'inchiesta che ha coinvolto Roberto De Luca, figlio del governatore della Campania Vincenzo, Fico invece commenta: "Serve un'operazione di documentazione per far capire che cosa ancora succede nel settore dello smaltimento dei rifiuti in Campania e se ci sono tangenti negli appalti per le ecoballe. Il punto fondamentale è comprendere questo sistema". E spiega il motivo per cui il M5s ha chiesto le dimissioni del presidente della Campania: "Per quale motivo il figlio di De Luca, che è assessore a Salerno, va a trattare gli appalti delle ecoballe di competenza regionale? Avrà avuto una delega dal padre per parlare di queste cose. Per questo il governatore si deve dimettere".

Fico afferma poi che il M5s fornirà la lista dei ministri prima del voto del 4 marzo. E sui risultati alle prossime elezioni ammette: "Non sono consapevole" del fatto che il 40% M5s se lo sogna, "c'è un movimento sotto traccia" che non appare nei sondaggi e "l'onda cresce". "Più è alto il Movimento più possiamo governare da soli e più è possibile che Forza Italia e Pd non facciano un inciucio", osserva. "Spesso i governi cosiddetti di scopo sono diventati politici e hanno fatto il male del Paese", conclude sulla possibilità di tornare presto alle urne nel caso non si riesca a formare una maggioranza di governo.

Quanto all'ipotesi di un Gentiloni bis, Fico taglia corto: "Spero che non vada avanti. Non è accettabile" aggiunge.

L'ultima battuta è sull'esenzione dal canone Rai concessa agli over 75: "È un miracolo della campagna elettorale. Ben venga, ma mi sembra una furbata. Noi abbiamo presentato emendamenti per farlo due anni fa e siamo stati bocciati dal Pd. Se governeremo, confermeremo lo sgravio".

© Riproduzione riservata 20 febbraio 2018

Da - http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni2018/2018/02/20/news/roberto_fico_m5s_circo_massimo_radio_capital-189283848/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P4-S2.4-T1
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« Risposta #66 inserito:: Febbraio 22, 2018, 05:37:19 pm »


Elezioni, D'Alema: "Lunare pensare che il Pd vinca. Prodi compagno che sbaglia aiutando i dem"
L'esponente di Liberi e uguali ospite di Circo Massimo su Radio Capital: "Renzi ammicca a Berlusconi".
Grasso: "Gentiloni bis? Ha messo la fiducia su legge elettorale-truffa".
Casini all'ex ministro degli Esteri: "Chiuso in risentimenti e ridicole autosufficienze"

Di MONICA RUBINO
19 febbraio 2018

ROMA - "È lunare pensare che possa vincere il Pd". Il pronostico di Massimo D'Alema, ospite di Circo Massimo su radio Capital, è chiaro. Alle prossime elezioni nessuno otterrà la maggioranza: per il Pd è un miraggio, ma non sarà facile nemmeno per il centrodestra. "Tra la gente - dice D'Alema, in campagna elettorale in Salento - trovo malessere, disagio e rabbia contro chi ha governato", attuando "una politica sbagliata e inconsapevole del grado di difficoltà che c'era nel Paese", aggiunge. Per l'ex premier, "il Pd "pagherà il prezzo alla legge elettorale che ha fatto" anche con l'obiettivo di "schiacciarci".

• LA RISPOSTA A PRODI
L'ex ministro degli Esteri risponde poi a Romano Prodi, che ha definito "compagni che sbagliano" coloro che hanno lasciato il Pd. "Penso lo stesso di lui", esordisce D'Alema. "Diciamo la verità - continua -  con questa legge elettorale, che Prodi reputa scandalosa e Gentiloni ha fatto passare con 8 voti di fiducia, non si vota Gentiloni ma Renzi. Se la lista "Insieme’ “non supera il 3% il voto va a Renzi, quindi Prodi voterà per Renzi e Casini senza dirlo nemmeno a se stesso" ed esprimendo un voto "non utile né per sé, né per il Paese".

Chiamato in causa, Pier Ferdinando Casini risponde a D'Alema a stretto giro: "D'Alema dopo aver passato una vita a cercare alleanze più ampie, oggi si è chiuso nel fortilizio dei risentimenti e delle ridicole autosufficienze", sostiene in una nota. E aggiunge: "Mi dispiace per lui, ma la realtà è difficile da alterare: chi vota una delle liste del centrosinistra ha la speranza di vincere i collegi uninominali. Chi vota Leu ha al massimo la speranza di farlo vincere alla Lega o ai 5Stelle".

Sul tema di un eventuale "Gentiloni bis" interviene da Bologna, a margine di un'iniziativa elettorale, anche il leader di Leu Pietro Grasso: "Non dimentichiamo che l'attuale premier è quello che ha posto tre fiducie alla Camera e cinque al Senato per approvare una legge elettorale truffa, perché come abbiamo visto si dà un voto a una lista e si eleggono altri di un’altra lista".

Oltretutto, aggiunge D'Alema, "se il Pd perde le elezioni mi pare difficile dare l'incarico a Gentiloni". Sul governo del presidente, chiarisce: "Le alchimie non mi interessano, bisogna seguire la prassi costituzionale corretta. Se il Capo dello Stato rileva che non c'è una maggioranza politica, incarica chi ha il maggior consenso parlamentare e se non c'è, deve individuare una persona al di sopra dello scontro politico".

• RENZI AMMICCA A BERLUSCONI
A Renzi D'Alema rimprovera di aver composto "liste con stile padronale", usando una legge elettorale "pessima, che è un insulto ai cittadini, e a mio avviso sotto certi profili è anche incostituzionale". E accusa: "Renzi ammicca a Berlusconi, in un'ottica in cui Berlusconi si separa dalla Lega, ma sono tutti calcoli di cortissimo respiro che non guardano alla ricostruzione del centrosinistra". Quanto al progetto politico di Liberi e uguali, "io voglio ricostruire una sinistra unita innanzitutto al suo popolo", prosegue D'Alema. Dalla gente, "ci viene rimproverato di aver messo troppo tardi in campo la ricostruzione della sinistra, nessuno ci rinfaccia invece di aver detto addio al Pd".

• NO PREGIUDIZIALI VERSO IL M5S
Quanto al M5s, D'Alema ammette di avere pregiudiziali solo nei confronti dei "fascisti" e "i Cinquestelle non li considero tali". Ma precisa: "Certo se governassero farebbero sfracelli". Poi spiega: "Io cerco di contendere al M5s il consenso dei cittadini, i Cinquestelle si alimentano della protesta dei cittadini ma non hanno una visione del futuro del Paese né una classe dirigente, non mi pare una prospettiva per l'Italia".

COME SI VOTA
• NO RITORNO AL VOTO SENZA NUOVA LEGGE ELETTORALE
Se dalle elezioni non verrà fuori una maggioranza, per D'Alema non bisogna tornare subito al voto: "Eleggiamo un Parlamento di assoluta incertezza ma non mi pare responsabile, se non ci fosse una maggioranza, andare a votare subito dopo, perché prima bisogna fare una nuova legge elettorale".

• MAGGIORANZA DIFFICILE ANCHE PER IL CENTRODESTRA
Alla domanda se sia più preoccupato da un governo a guida leghista o berlusconiana, D'Alema risponde: "È una scelta diabolica. Non credo però che si tratti di Berlusconi, girano nomi come quello di Tajani. È chiaro che l'estremismo leghista sia più preoccupante". Detto questo, però, l'esponente di Leu sostiene: "Io non credo che il centrodestra avrà la maggioranza, che superi il 40%. Non capisco perché si sprechi tanto inchiostro...".

• VOTO UTILE? SCIOCCHEZZA
Liquida poi come una "totale sciocchezza" il richiamo al voto utile invocato da Renzi: "Se fosse vero nel Mezzogiorno allora non bisognerebbe votare per il Pd, diciamolo, considerando che lo scontro è tra destra e M5s... quindi sarei cauto nel dire queste sciocchezze". "Il Pd ha reso impossibile il voto utile - attacca ancora l'esponente di Leu - non si è voluto il voto disgiunto. Quindi, con il proporzionale è utile votare chi rappresenta le tue idee. Noi se vogliamo esistere chiediamo il voto per Liberi e uguali" ha concluso.

• NO A CONFRONTO IN TV CON RENZI
Quanto alla disponibilità di un confronto in tv con Renzi, l'esponente di Leu commenta: "Il nostro movimento ha un leader che si chiama Pietro Grasso. Renzi si esibisce in un gioco ineducato di definirci 'il partito di D'Alema'. Io non mi presto a questo gioco, non ho tempo da perdere, sto qui in Salento con le persone vere".

• SE NON ELETTO, NON LASCIO POLITICA
Infine, se non dovesse risultare eletto, D'Alema assicura che non lascerà la politica: "È la politica che non mi lascerebbe, perché è una malattia nel senso di passione, impegno, la forza di alcuni ideali. Me ne ero andato e sono tornato perché mi hanno richiamato in servizio. Il Parlamento l'ho già lasciato da tempo e non sarebbe drammatico rifarlo. Mi batto per i voti".

© Riproduzione riservata 19 febbraio 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/02/19/news/massimo_d_alema_circo_massimo_radio_capital-189203764/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P4-S3.4-T1
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« Risposta #67 inserito:: Febbraio 22, 2018, 05:46:39 pm »

Renzi: "Ha ragione Berlusconi, no a larghe intese con noi". E su D'Alema: "Ha cercato di distruggere il Pd"

Il segretario del Pd ospite di Circo Massimo su Radio Capital: "Con noi ex M5s? Non scherziamo".
E ribadisce: "Saremo il primo partito e primo gruppo parlamentare". Su Di Maio: "Capo degli impresentabili"

Di MONICA RUBINO
21 febbraio 2018

ROMA - No alle larghe intese con Forza Italia e porte chiuse ai fuoriusciti del M5s. Per il segretario del Pd Matteo Renzi, ospite di Circo Massimo su Radio Capital, la "partita è ancora totalmente aperta". E l'obiettivo non cambia: "Vogliamo essere primo partito e primo gruppo parlamentare". Il caso Campania è stato "strumentalizzato da Di Maio, fresco dello scandalo su rimborsopoli". E di D'Alema dice apertamente: "Ha tentato di distruggere il Pd dall'interno, ora lo fa dall'esterno".

• NO ALLE LARGHE INTESE
"Silvio Berlusconi in questa fase ha ragione quando dice che è inutile pensare a larghe intese con il Pd - afferma Renzi, rispondendo a Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto - Ha torto quando pensa che il Pd non tiene. Sta facendo una campagna elettorale che nemmeno il mago Silvan: presenta cose o che non è riuscito a fare in passato o che abbiamo già fatto noi, come la rottamazione delle cartelle esattoriali o lo sblocco dei contratti pubblici". Le larghe intese sono archiviate? "Non sono mai iniziate. Silvio Berlusconi ha votato due governi: quello di Mario Monti e quello di Enrico Letta. Mai il mio".
Elezioni, Renzi a 'Circo Massimo': "Niente larghe intese, Fi votò governi Monti e Letta non il mio"

• PORTE CHIUSE A EX-M5S
Rispetto poi alle "avances" del leader di Forza Italia ai transfughi pentastellati, commenta: "Agli impresentabili dei cinquestelle Berlusconi fa un'offerta che non possono rifiutare. È un'offerta quasi commerciale. Nemmeno fosse alla Standa. Dice: 'venite con noi che almeno avrete la legislatura piena'. Questo dovrebbe far riflettere gli elettori". E ribadisce con fermezza che il Pd non ospiterà gli ex M5s: "Scherziamo? Noi abbiamo un'altra idea della politica. Il punto è che, di fatto, chi vota il M5s elegge questa gente qua".

• IL CASO CAMPANIA
Quanto all'inchiesta sui rifiuti in Campania, Renzi chiarisce: "Sull'indagine è bene che si vada a sentenza e si dica chi sta rubando come, dove e quando. In questa vicenda è evidente la strumentalizzazione di Di Maio, perché da una settimana stava in crisi per rimborsopoli. Si butta sul primo caso che ci riguarda, mostrando scarsa cultura garantista. Roberto De Luca ha fatto un passo indietro, chiudendo le discussioni. Ma Di Maio, nella foga di strumentalizzare questa storia, è arrivato a dire una parola enorme: 'assassini'. Ed è stato querelato da Vincenzo De Luca per questo. Poiché è sensibile alla lotta alla casta, gli dico: rinuncia all'immunità parlamentare e vai in tribunale".

Quanto al giudizio sul governatore campano, il leader del Pd risponde: "Se vogliamo fare una discussione su come è amministrata la Campania parliamo di Pompei, del Litorale Domizio, di Bagnoli. Qui però ci stiamo candidando per governare l’Italia". E puntualizza: "Se vogliamo discutere di candidati, ditemi quali impresentabili abbiamo nelle liste e io rispondo 'zero'. Vincenzo De Luca è stato uno straordinario sindaco di Salerno. Ha uno stile di governo che non tutti condividono, com'è noto, ma non ha mai avuto un problema con la giustizia. La sua onestà non è mai stata messa in discussione".

• LA REPLICA A D'ALEMA
Il segretario dem replica poi a Massimo D'Alema, esponente di Leu, che a Circo Massimo ha escluso nettamente una vittoria del Pd alle prossime elezioni: "Che D'Alema abbia una relazione complicata con tutti i leader di centrosinistra è una cosa nota - afferma l'ex premier - Dal giorno dopo le Europee, dal 40,8%, ha cercato di distruggere dall'interno l'esperienza del Pd. E oggi lo fa dall'esterno". E rilancia il tema del voto utile: "Ogni voto dato a D'Alema e al suo partito è regalato a Salvini e a Berlusconi".
 
• NO A CONCORRENZA CON GENTILONI
Renzi infine non si sbilancia sull'ipotesi di un Gentiloni bis, ma respinge ogni antagonismo con l'attuale premier: "Siamo una squadra e siamo tutti in campo. Fate pubblicità comparativa, fate tre foto di gruppo. Da un lato c'è lo 'spread team' guidato da Berlusconi ma a trazione leghista, dall'altro c'è il M5s, che dove governa fa quel che è accaduto a Roma ed è il partito degli impresentabili e degli ex onesti. Il Pd è la squadra più forte e Gentiloni ha fatto molto bene il presidente del Consiglio".

© Riproduzione riservata 21 febbraio 2018

Da - http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni2018/2018/02/21/news/renzi_circo_massimo_radio_capital-189359456/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P3-S1.8-T1
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« Risposta #68 inserito:: Marzo 09, 2018, 05:05:55 pm »


Chiamparino: "Zingaretti può essere l'uomo giusto alla guida del Pd"
Il governatore del Piemonte ospite di Circo Massimo su Radio Capital: "Opposizione non è Aventino, chi ha vinto faccia proposte". Calenda: "Non mi candido a segretario". Sala: "No a primarie, altra lotta fra galli"

Di MONICA RUBINO
09 marzo 2018
 
ROMA - "Il futuro segretario del Pd? Nicola Zingaretti potrebbe essere una di quelle candidature di peso su cui investire per ricostruire un campo democratico e di sinistra in Italia". Per il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino il presidente del Lazio, appena riconfermato dal voto regionale e pronto a correre per le primarie, potrebbe essere l'uomo giusto per guidare il Partito democratico. E "ritrovare l'unità per rifondare un'identità in cui una comunità politica possa riconoscersi".

"La stagione di Matteo Renzi è finita in questa fase politica", continua il governatore piemontese. "Ora serve un'assunzione di responsabilità". Lo stesso Chiamparino nei giorni scorsi aveva manifestato la sua disponibilità a candidarsi alla segreteria: "Non mi sfilo, sono disposto a dare una mano se non ci fossero proposte credibili. Certo darei la precedenza a chi è più giovane".

Quanto a un'eventuale candidatura del neoiscritto al partito Carlo Calenda, commenta: "L'ho visto agire con grande determinazione sulla vicenda Embraco. Dopodiché, di qui a fare il segretario ce ne corre, soprattutto in termini di proposte programmatiche". Lo stesso ministro dello Sviluppo Economico esclude questa ipotesi e scrive su Twitter: "Ieri ho lavorato su Ilva e Piombino non ho parlato con alcun padre nobile del Pd. Detto + volte considererei poco serio fare il segretario di un partito di cui ho preso 3gg fa la tessera ! Oggi alle 18 vado a presentarmi al mio circolo".
 
E in un successivo "cinguettio" cita la battaglia di Dunkerque per tornare a sottolineare l'importanza di andare in soccorso del partito in difficoltà: "In questo momento la situazione è opposta. Ognuno deve prendere la sua barchetta e andare in soccorso del Pd. Disfatte se vissute con dignità e onore possono essere la premessa per una vittoria futura. #dunkerque".

Sulla possibilità di un'intesa fra Pd e M5s Chiamparino precisa: "La lettera di Luigi Di Maio su Repubblica non è un'assunzione di responsabilità ma un esercizio di arroganza politica. L'ho letta come una riaffermazione di una centralità tolemaica del Movimento sulla cui base mi sembra difficile trovare una mediazione. La posizione assistenzialistica di Di Maio e la politica di ridistribuzione del reddito che noi proponevamo sono distanti, ma l'opposizione per noi non è l'Aventino: si dialoga con tutti". E conclude: "Il M5S è una formazione composita, dentro cui c'è di tutto, anche posizioni compatibili con la sinistra italiana" perché "chi prende oltre il 33% ha dentro di tutto". Certo "non si può chiedere a noi di sostenere un governo, chi ha vinto si assuma la responsabilità di fare proposte".


Chiamparino giudica infine positiva la proposta di una consultazione referendaria della base per aderire o meno a un governo di coalizione, sull'esempio dei socialdemocratici tedeschi: "Se ci fossero proposte che a giudizio del gruppo dirigente vanno prese in considerazione vanno sottoposte alla base, sul modello del referendum tedesco della Spd".

Nel dibattito interno al Pd si inserisce anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Che esclude però l'intenzione di candidarsi alle primarie: "No - ha risposto a Rai Radio 1 - mi sono espresso con chiarezza nei giorni scorsi. Le primarie adesso sono un atto da egoriferiti, non dobbiamo approfittare della pazienza degli elettori di sinistra". Secondo Sala adesso "gli elettori del Pd vogliono sapere qual è il programma, cosa si fa oggi, se ci si allea, con i 5 stelle, con la destra, se si sta fuori". E aggiunge: "Ma quali primarie, vogliono fare un'altra lotta tra galli?".

© Riproduzione riservata 09 marzo 2018
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« Risposta #69 inserito:: Marzo 09, 2018, 06:01:08 pm »

La crisi del Pd, Calenda: "Il partito va risollevato, domani mi iscrivo".

Chiamparino: "Io segretario? Perché no?"

Ma Emiliano attacca: "Renzi finge di dimettersi perché punta solo alla sua autoconservazione"

Di MONICA RUBINO
06 marzo 2018

ROMA - La comunicazione di dimissioni "congelate" del segretario Matteo Renzi, accende il dibattito interno sul futuro del Pd. Con il ministro Carlo Calenda che è pronto a iscriversi al partito. E il governatore piemontese Sergio Chiamparino che non respinge l'idea di candidarsi alla segreteria: "Candidarmi a segretario? Perché no? Io una mano la posso dare", risponde a Rai Radio 1.

Dopo le pesanti critiche di minoranza e veterani del partito, dal ministro Andrea Orlando a Luigi Zanda, in soccorso di Renzi arriva dunque il responsabile dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, che annuncia in un tweet: "Non bisogna fare un altro partito, ma lavorare per risollevare quello che c'è. Domani mi vado a iscrivere al Pd".

© Riproduzione riservata 06 marzo 2018

Da - http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni2018/2018/03/06/news/pd_polemiche_calenda-190573130/?ref=RHPPTP-BH-I0-C12-P1-S1.12-T1
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« Risposta #70 inserito:: Marzo 09, 2018, 06:04:48 pm »


Franceschini: "Mai pensato ad alleanze con M5s e destre “Renzi sfida i suoi: "Chi vuole governo con i 5 Stelle lo dica".

Chiamparino dà la sua disponibilità a fare il segretario. E sul dialogo con i grillini dice: "Nessun tabù".
Orlando: "No a un esecutivo con loro, ma non demonizziamoli". Appello del vicesegretario Martina all'unità.
Serracchiani lascia la segreteria nazionale e si dimettono i segretari regionali in Campania e Umbria

Di ALBERTO CUSTODERO e MONICA RUBINO
06 marzo 2018

ROMA - Travolto dalle polemiche interne per le sue dimissioni 'congelate', Matteo Renzi contrattacca e sfida i suoi: "Abbiamo perso, mi dimetto e ancora mi attaccate? Chi vuole il governo con M5s o con le destre, lo dica in direzione".

A stretto giro di post e di tweet gli risponde su Facebook Dario Franceschini: "Non ho mai pensato - scrive il ministro dei Beni Culturali - che sia possibile fare un governo con 5 Stelle, e tantomeno con la destra. Aggiungo che non trovo nemmeno traccia nel Pd di qualcuno che abbia in mente di farlo, quindi sono inutili polemiche o velenosi depistaggi mediatici". "Lunedì avremo la direzione. Introdurrà il vicesegretario Martina, dopo le dimissioni del segretario, e sono certo che lui troverà i toni e i contenuti per tenere il partito unito e che tutti noi gli daremo una mano".

• CALENDA IN CAMPO. CHIAMPARINO: NON È CONCORSO BELLEZZA
Prima di riunirsi 'uniti' in direzione, tuttavia, i dirigenti dem danno evidenti segni di disaccordo. Carlo Calenda annuncia che si iscriverà al Pd. "Non bisogna fare un altro partito ma risollevare quello che c'è. Domani mi vado a iscrivere".
 
@CarloCalenda
Non bisogna fare un altro partito ma lavorare per risollevare quello che c'è. Domani mi vado ad iscrivere al @pdnetwork. https://twitter.com/alebezza/status/970900491428356096
08:28 - 6 mar 2018
5.408
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Il premier, Gentiloni, lo ringrazia. Il governatore Sergio Chiamparino: "Calenda segretario? Non si tratta di fare un concorso di bellezza o di bravura". Quindi, dopo aver ammesso di essere disponibile anche lui a candidarsi alla segreteria, replica a Franceschini: "Dialogare con M5s dopo il voto di domenica? Io - afferma Chiamparino - quasi quotidianamente dialogo con la sindaca Chiara Appendino, non c'è nessun tabù da sfatare. Il partito deciderà in modo collegiale se e quali risposte dare". A questo proposito parte della minoranza dem potrebbe chiedere alla segreteria di valutare l'ipotesi di un referendum tra gli iscritti per decidere sull'opzione dell'appoggio esterno a un governo pentastellato.

Ufficialmente favorevole è il governatore pugliese Michele Emiliano: "Il Paese non ha possibilità di attendere lunghe trattative, si deve sapere subito che il Pd sosterrà lo sforzo di governo del M5s". Mentre il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, dice: "No a un governo con loro, ma non demonizziamoli". In serata arriva la precisazione di Calenda, che smentisce di puntare alla segreteria. "Grazie ma non conosco il partito, le persone che ci lavorano, la rete territoriale. Candidarsi a qualcosa sarebbe davvero poco serio. E poi non voglio essere in nessun caso un ulteriore elemento di divisione o personalizzazione. Lavoriamo tutti insieme".
Elezioni 2018, Chiamparino sui 5 Stelle: "Dialogare con loro non è un tabù"

• L'APPELLO DI MARTINA A ESSERE UNITI
Nel tentativo di riportare accordo, interviene direttamente il vicesegretario pd Maurizio Martina. "Dobbiamo rialzarci e ripartire tutti insieme, contribuendo all'apertura di una fase nuova che ricollochi il progetto del Partito Democratico nella società e nel sentimento popolare del Paese. Con la direzione di lunedì dobbiamo aprire il nostro percorso di rigenerazione". "Lo dobbiamo fare con generosità e spirito unitario, unendo meglio le nostre forze e non dividendoci. Non possiamo sbagliare perchè in gioco c'è qualcosa di più grande dei nostri destini personali".

• LE DIMISSIONI 'CONGELATE' SCATENANO LE POLEMICHE TRA I DEM
Da parte sua Renzi conferma l'intenzione di lasciare e di non prendere parte alla delegazione dem che andrà al Quirinale per le consultazioni. Anzi, lascia filtrare che lunedì potrebbe non essere proprio in direzione. La relazione sarà affidata al vicesegretario Maurizio Martina. "Le dimissioni non sono finte, le ho firmate. La delegazione che salirà al Colle si decide in direzione lunedì prossimo. Non la guido io, vado a sciare", dice rispondendo al videocommento di Massimo Giannini, il quale, a Circo Massimo su Radio Capital, riferisce il contenuto di una telefonata avuta con il segretario.

Qualche ora dopo le parole di Renzi vengono smentite dal suo portavoce Marco Agnoletti. E Giannini puntualizza a sua volta: "Nella mia trasmissione su Radio Capital non ho mai affermato che Renzi sarebbe andato 'in settimana bianca'. Ho riferito solo quello che il segretario mi aveva appena detto al telefono, e cioè, testualmente: 'Le mie dimissioni sono vere, e non mi interessa nemmeno andare in delegazione al Quirinale per le consultazioni: deciderà la direzione del Pd, io vado a sciare...'. Questo è tutto".

• SERRACCHIANI LASCIA LA SEGRETERIA NAZIONALE
Intanto, la governatrice (uscente) del Friuli Venezia Giulia lascia la segreteria del Pd. Da candidata alle politiche ha perso la sfida diretta all'uninominale nel collegio di Trieste ma rientrerà in Parlamento con il proporzionale. "Oggi stesso farò pervenire al segretario nazionale la lettera formale con cui comunico un atto che reputo doveroso e improrogabile", aggiunge Serracchiani in una nota dopo il tracollo del partito nella sua Regione, dove il centrodestra conquista tutti i collegi uninominali: 7 su 7 (due al Senato e cinque alla Camera) con la Lega primo partito con oltre il 25 per cento dei voti, seguito dal M5s al 24. Solo terza la coalizione di centrosinistra a quota 23 per cento. Un risultato con cui la Lega pone una forte ipoteca sulle prossime regionali in Fvg.

• SI DIMETTONO I SEGRETARI IN UMBRIA E CAMPANIA
L'esempio di Serracchiani viene seguito anche dal segretario del Pd dell'Umbria Giacomo Leonelli, che si dimette dopo che i dem hanno perso tutti e cinque i collegi della regione, compreso quello della Camera a Perugia dove è maturata anche la sua sconfitta. E anche Assunta Tartaglione, segretario regionale del Pd Campania, ha deciso di rassegnare le proprie dimissioni.

• PD PARTITO PIÚ VOTATO DA ITALIANI ALL'ESTERO
Intanto il Partito democratico si conferma la prima forza politica votata dagli italiani all'estero. A scrutini quasi ultimati - seppur con forti ritardi - i dem sono in testa fuori i confini nazionali sia a Camera che a Senato con circa 260 mila voti (26%). Segue la coalizione di centrodestra con 211mila voti (21,69%) e Movimento 5 Stelle con 170mila voti (17,54%).

© Riproduzione riservata 06 marzo 2018

Da - http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni2018/2018/03/06/news/pd_polemiche_calenda-190573130/?ref=RHPPLF-BH-I0-C4-P2-S1.4-T2
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« Risposta #71 inserito:: Marzo 25, 2018, 06:26:41 pm »

Presidenze Camere, Rosato: "Disposti a confronto se si riparte da zero"
Il capogruppo uscente del Pd a Montecitorio a Circo Massimo su Radio Capital: "M5s e centrodestra propongano persone all'altezza. Non sosterremo candidati non condivisi"

Di MONICA RUBINO
22 marzo 2018

ROMA - "Siamo disponibili al confronto, a ragionare insieme, ma non a sederci a un tavolo dove è tutto deciso. In quel caso basta un sms". Così Ettore Rosato, capogruppo uscente del Pd alla Camera, a Circo Massimo su Radio Capital sul rifiuto dei dem a prendere parte al tavolo unitario chiesto da Silvio Berlusconi. "Per le presidenze del Parlamento ci hanno detto: 'Abbiamo già deciso i presidenti di Camera e Senato, uno a Forza Italia e uno al M5s. Ci vediamo e ve lo diciamo'. Così non va bene. Noi siamo disponibili al confronto e a ragionare insieme se si riparte da zero", aggiunge.

"Il gioco per spartirsi le poltrone lo stanno facendo in modo molto duro, sia nel M5s che nel centrodestra - continua Rosato - se hanno deciso di chiudere un accordo fra loro è assolutamente legittimo. Ci propongano però persone all'altezza sia sotto il profilo della competenza che della rappresentanza".

"È evidente che ove ci venisse proposta una presidenza di Camera o Senato non ci sfileremmo - aggiunge  - ma è una scelta di chi ha vinto le elezioni. Non è successo, non stiamo protestando. Di sicuro in aula la nostra opposizione non seguirà l’esempio del M5s, che ha fatto le barricate quando abbiamo votato per Grasso e Boldrini: avremo un atteggiamento responsabile, certamente non sosterremo candidature che non sono condivise".

Il governo migliore?  Per Rosato sarebbe "un monocolore del Pd con tutti gli altri partiti che ci sostengono dall'esterno. È un po' la pretesa che ha il M5s, non vedo perché non possiamo avanzarla anche noi". Ma confida nel capo dello Stato: "Sergio Mattarella saprà trovare uno sbocco".
 
Infine, l'esponente dem liquida come "gossip" le voci di Luca Lotti alla presidenza del Copasir e Maria Elena Boschi alla presidenza della Vigilanza Rai: "Boschi ha scritto dicendo che non è disponibile per fare tute le cose elencate nelle ultime settimane. È una simpatica provocazione".

Quanto ai prossimi capigruppo di Camera e Senato del Pd "non devono essere renziani o no, devono essere bravi. Non ne abbiamo ancora discusso fra noi", conclude in risposta ai rilievi fatti dal suo omologo al Senato Luigi Zanda, che ha chiesto di non nominare due nuovi capigruppo entrambi renziani.


© Riproduzione riservata 22 marzo 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/03/22/news/presidenze_camere_rosato_pd_radio_capital-191925252/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T1
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« Risposta #72 inserito:: Aprile 04, 2018, 12:24:45 pm »

Nel limbo del Misto, i "senza gruppo" di Camera e Senato
A Montecitorio Leu chiede la deroga, mentre i "sospesi" del M5s attendono la "sentenza" definitiva.
Dodici senatori e trentasei deputati compongono le variegate compagini dei partiti che non hanno i numeri per formare squadre autonome

Di MONICA RUBINO
03 aprile 2018

ROMA - Trentasei deputati e dodici senatori. Il "limbo" del gruppo Misto di Camera e Senato per ora è tutto qui. Numeri -  l'esperienza insegna -  destinati a cambiare nel corso della legislatura, sebbene il nuovo regolamento di Palazzo Madama, approvato a fine 2017, renda più difficili i cambi di casacca.
 
A Montecitorio il presidente del gruppo Misto è Federico Fornaro di Liberi e uguali. Leu, infatti, pur riuscendo di un soffio a superare lo sbarramento del 3% imposto dal Rosatellum, ha ottenuto solo un drappello di 14 deputati, fra cui Pierluigi Bersani, Laura Boldrini, Roberto Speranza, Guglielmo Epifani, Nicola Fratoianni e Stefano Fassina. Ma per costituire un gruppo autonomo ce ne vogliono almeno 20. Per questo motivo il partito di Pietro Grasso ha chiesto una deroga per la costituzione del gruppo, che verrà esaminata nei prossimi giorni dall'ufficio di presidenza della Camera. L'udp infatti dovrà essere prima integrato da un segretario proveniente dal Misto, che verrà votato oggi in Aula. E solo in seguito si potrà deliberare sula richiesta di Leu.
 
Nel Misto di Montecitorio ci sono anche i cinque "sospesi" del M5s, in attesa della "sentenza" definitiva del Movimento. Si tratta di Silvia Benedetti e Andrea Cecconi, al secondo mandato e coinvolti nel caso dei falsi rimborsi. E poi dei neodeputati Salvatore Caiata, patron del Potenza calcio cacciato perché indagato per riciclaggio, Antonio Tasso, finito fuori dal Movimento per una condanna in primo grado, poi prescritta, per cd taroccati, e Catello Vitiello, espulso perché ha nascosto la sua passata appartenenza alla massoneria.
 
Ci sono poi quattro rappresentanti delle minoranze linguistiche e altri quattro, tra cui Maurizio Lupi e l'ex ministro Enrico Costa, di Noi con l'Italia, la cosiddetta "quarta gamba" del centrodestra. Tra gli altri nomi noti spiccano la ministra uscente della Salute Beatrice Lorenzin, il radicale Riccardo Magi (+Europa) e i centrista Bruno Tabacci, eletti con liste alleate del Pd.
 
Al Senato è stata riconfermata capogruppo del Misto Loredana De Petris, ex Sel ora senatrice Leu. Gli altri tre senatori di Liberi e uguali sono Pietro Grasso, Vasco Errani e Francesco Laforgia. Quattro in tutto, anche in questo caso troppo pochi per mettere su una propria squadra. Il regolamento di Palazzo Madama stabilisce il numero minimo di 10 senatori per costituire un gruppo autonomo. I gruppi in deroga (costituiti da un numero minimo di 5 senatori) sono autorizzati solo per i parlamentari appartenenti alle minoranze linguistiche o nelle regioni speciali il cui statuto preveda la tutela di minoranze.
 
Nel gruppo anche qui due "fuoriusciti" dalle file dei pentastellati (Carlo Martelli e Maurizio Buccarella, anche loro implicati nella rimborsopoli grillina), due senatori a vita (Mario Monti e Liliana Segre), la radicale Emma Bonino di +Europa (per nulla intenzionata ad aggregarsi ai dem) e il socialista Riccardo Nencini, entrambi eletti con liste alleate del Pd, e il senatore eletto all'Estero Ricardo Antonio Merlo.
 
Riproduzione riservata 03 aprile 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/04/03/news/nel_limbo_del_misto_i_senza_gruppo_di_camera_e_senato-192842138/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T2
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« Risposta #73 inserito:: Aprile 05, 2018, 05:00:56 pm »

Lavoro, Tridico (M5s): "Ripristiniamo l'articolo 18. Reddito di cittadinanza per 5 milioni di persone"
Il ministro del Welfare in pectore dei cinquestelle a Circo Massimo su Radio Capital: "Fornero? Proponiamo il coefficiente di usura per tutte le categorie lavorative"

Di MONICA RUBINO
05 aprile 2018

ROMA - I cinquestelle rilanciano i loro punti programmatici sul lavoro attraverso la voce di Pasquale Tridico, ministro in pectore del Welfare del M5s, intervistato da Circo Massimo su Radio Capital. Tra i primi obiettivi del Movimento, quello di cambiare il jobs act: "Gli autori del jobs act sono i primi a volerlo modificare - spiega il professore di economia del lavoro all'Università Roma Tre -  Cesare Damiano, ad esempio, voleva proporre una riforma per rendere più severi i termini del licenziamento. Stiamo pensando di reintrodurre l'articolo 18 - insiste - la flessibilità non ha aiutato l'occupazione e nemmeno la produttività. I diritti sono importanti per ridare dignità, non per creare lavoro".

Per Tridico la politica degli sgravi contributivi legata ai contratti a tutele crescenti della riforma del lavoro renziana sono "un modo di drogare il mercato". Bisogna sì fare interventi per far crescere l'economia, "ma non a pioggia". Gli investimenti "devono essere concentrati in settori tecnologicamente avanzati". Industria 4.0? "Si va in quella direzione".

Quanto alla legge Fornero, che Matteo Salvini vorrebbe abolire tout court, Tridico spiega: "Stiamo studiando, e siamo in linea con l'Inps, dei criteri per permettere l'uscita flessibile dal mercato del lavoro studiando un coefficiente di usura per tutti i lavoratori".

Il potenziale ministro del lavoro fornisce, infine, chiarimenti anche in merito al reddito di cittadinanza: "In realtà è un reddito minimo condizionato, uno strumento con un duplice obiettivo: aggredire la povertà e riqualificare soprattutto gli inattivi. ll reddito di inclusione - aggiunge - va nella direzione giusta ma non basta ed è stato introdotto poco prima delle elezioni. Il reddito di inclusione ha lo stesso principio del reddito minimo condizionato, ma copre meno di un terzo dei poveri. I soggetti beneficiari del reddito di cittadinanza, invece, sono circa 5 milioni di individui, come da ultimi dati dell'Istat".
 
© Riproduzione riservata 05 aprile 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/04/05/news/m5s_tridico_radio_capital-193022165/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P1-S3.4-T1
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« Risposta #74 inserito:: Aprile 07, 2018, 12:27:48 pm »

Di Maio: "A Lega e Pd offriamo contratto sui temi".
Giorgetti: "Sbagliato porre condizioni"
Il leader dei Cinquestelle insiste nell'apertura a Carroccio e dem: "Spero in un incontro a breve".
Il capogruppo del Carroccio alla Camera a Circo Massimo su Radio Capital: "Disposti a confronto sul programma ma senza pregiudiziali".
Tajani: "Capo dei cinquestelle antidemocratico".
Toti: "Non spetta a lui scegliere i leader del centrodestra".

Di MONICA RUBINO
04 aprile 2018

ROMA - "Nessuno ha la maggioranza per fare il governo e porre condizioni a destra e a manca è un modo sbagliato di partire, legato alle poltrone. È come se noi ponessimo come pregiudiziale Salvini premier. Prima di mettere veti vorremmo parlare con gli altri e vedere cosa si può fare per questo Paese". Così Giancarlo Giorgetti, capogruppo della Lega per la Camera a Circo Massimo su Radio Capital commenta le condizioni poste ieri sera a Di Martedì dal leader del M5s Luigi Di Maio alle forze politiche. Condizioni ribadite oggi al Senato dal capogruppo pentastellato Danilo Toninelli: "Proporremo al capo dello Stato e alle altre forze politiche un contratto di governo serio, scritto nero su bianco alla tedesca, che abbia all'interno non solo i punti del nostro programma ma anche dei temi del programma delle altre forze politiche. Ovviamente con Luigi Di Maio premier". E lo stesso Di Maio torna alla carica, insistendo: "Spero di incontrare presto i leader del Pd e dei Cinquestelle. Quello che offriamo non è un inciucio ma un contratto alla tedesca".

E poi si rivolge, nel dettaglio, ai due partiti: "La Lega è la forza politica che ha preso più voti all'interno di una coalizione di centrodestra che di fatto non esiste, e che alle elezioni si è presentata con tre programmi e tre candidati premier differenti. Deve decidere da che parte stare: se contribuire al cambiamento o se invece rimanere ancorata al passato e a Silvio Berlusconi, un uomo che ha già avuto la possibilità di cambiare l'Italia e che non lo ha fatto". Quanto al Pd, il leader pentastellato torna all'attacco di Renzi: "Anche il Pd è chiamato a scegliere. Scegliere se seguire la linea di Renzi, che per fare un dispetto al Movimento 5 Stelle vuole lavarsene le mani dei problemi del Paese, o la linea di chi invece vuole contribuire a lavorare per i cittadini. Il Pd ha l'opportunità di non ignorare il messaggio arrivato dagli elettori, che hanno chiaramente bocciato le loro politiche e la legge elettorale che porta la loro firma", aggiunge.

A rispondere al candidato premier pentastellato è anche Antonio Tajani. Il presidente dell'Europarlamento ed esponente di Forza Italia, che contrariamente a quanto annunciato non affiancherà Silvio Berlusconi durante le consultazioni, afferma a Radio Anch'io: "Di Maio usa metodi antidemocratici e non mostra rispetto per i quasi 5 milioni di cittadini che hanno votato Forza Italia". E annuncia quale la linea dei colloqui al Colle di FI: "Di Maio non è il vincitore delle elezioni, ha vinto la coalizione di centrodestra che è solida e si candida a governare. Se Di Maio o il Pd vogliono sostenere il centrodestra è un'altra cosa, ma noi partiamo dall'incarico a Salvini".

Sulla stessa linea anche Giovanni Toti, esponente azzurro e governatore della Liguria, che a Rai Radio 1 attacca Di Maio: "ll suo gioco  mi sembra infantile: "Francia o Spagna basta che se magna. lo faccio con Salvini ma anche col Pd, basta che sia io il premier'. Voler scegliere anche il contraente nello schieramento avversario mi sembra una pretesa francamente assurda. Si va molto lontano dalla mediazione parlamentare. Non spetta a Di Maio scegliere chi siano i leader del centrodestra. Se vuole parlare con il centrodestra i leader sono questi". Ma della linea di Forza Italia al Colle stanno discutendo, a palazzo Grazioli, i vertici del partito insieme a Silvio Berlusconi.

Tornando alla Lega, Giorgetti a Radio Capital esclude ogni possibilità di intesa con il Pd. E afferma che la Lega non intende tradire Berlusconi: "Noi abbiamo proposto un programma di grande cambiamento che Berlusconi ha sottoscritto. Di Maio ci propone un programma alla tedesca con i tradimenti all'italiana, di noi a Berlusconi e del Pd a Renzi. Non lo si può chiedere. Chi ha votato la coalizione di centrodestra ha votato anche Forza Italia. Siamo disposti a confrontarci con i cinquestelle ma senza pregiudiziali e pregiudizi nei confronti di nessuno, altrimenti non si fanno passi in avanti".
Governo, Giorgetti: "Di Maio sbaglia a porre veti. Propone tradimento all'italiana"

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Pertanto lo schema di gioco che la Lega proporrà a Mattarella domani al Quirinale sarà il seguente: "Al presidente della Repubblica diremo innanzitutto che cosa vogliamo fare per cambiare il Paese. Poi arriveremo al resto. Ribadiremo i capisaldi del programma di centrodestra, sui quali siamo disposti a ragionare con chiunque se c'è compatibilità". Tra i punti programmatici quello sulle tasse: "La Lega sola con il centrodestra avrebbe fatto flat tax senza reddito di cittadinanza. Il M5s da solo avrebbe fatto reddito di cittadinanza senza flat tax. Ora bisogna trovare una via di mezzo".

"A meno di miracoli non penso che al primo giro di consultazioni ci sia un incarico. Credo vengano valutate tutte le pregiudiziali che mano a mano spero vengano rimosse", aggiunge Giorgetti. E ricorda che a fine mese ci saranno le elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia e Molise: "Tra un mese, dopo il 29 aprile, tireremo tutti le somme, perchè la democrazia è sovrana. Allo stallo non giova il fatto che ci sono le elezioni in Molise e Friuli, che sono comunque una sorta di controprova o prova del nove".

Quanto all'arresto per voto di scambio di due esponenti della Lega in Sicilia, il capogruppo leghista commenta: "Che la magistratura faccia il suo corso e se sono colpevoli li condannino e anche pesantemente". E all'obiezione che il Carroccio si è portato dietro troppi rottami del centrodestra del passato, risponde: "In alcune zone problematiche è possibile che abbiamo commesso qualche errore. Noi abbiamo tantissimi personaggi nuovi arrivati in Parlamento, giovani che stanno crescendo. In alcuni casi i riferimenti locali hanno sbagliato a puntare su situazioni che arrivavano dal passato. Sono deluso e amareggiato, bisogna fare tesoro di questi errori per non ripeterli più in futuro".
© Riproduzione riservata 04 aprile 2018

Da - http://www.repubblica.it/politica/2018/04/04/news/giorgetti_lega_radio_capital-192921276/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P2-S1.8-T1
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