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Autore Discussione: Tullia Fabiani. Chi vota Togliatti? «Forse qualche riformista»  (Letto 2074 volte)
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« inserito:: Ottobre 12, 2012, 10:26:22 pm »


Chi vota Togliatti? «Forse qualche riformista»

Di Tullia Fabiani
10 ottobre 2012


In prima pagina. Le primarie: “Forma è sostanza”. Poi una copertina e una dichiarazione sorprendente. Palmiro Togliatti: “Perché voto Renzi”. Clic, ed ecco una lettera ai giovani della Fgci pubblicata su l'Unità nel 1964. Un discorso sulla gioventù che “sa sempre occupare i primi posti”; che fa bene ad “avere dentro di sé qualcosa del distruttore, per abbattere i pesanti ricordi e gli idoli del passato”.

Ora difficile immaginare se a Matteo Renzi, e ai suoi sostenitori, possa far piacere l'endorsement del compagno Ercoli, pseudonimo di Palmiro Togliatti, certo è che chi lo ha pubblicato ha il gusto dei paradossi. E dell'ironia. Altrimenti perché chiamare il magazine Qdr, qualcosa di riformista (www.qdrmagazine.it) facendo il verso alla citazione di morettiana (e dalemiana) memoria?

Lungi dall'essere una qualunque iniziativa editoriale, Qdr rivendica esplicitamente la propaganda politica: “L'abbiamo pensato come un luogo assertivo, dove potessero scrivere i riformisti. Non si fanno dibattiti, si propagandano idee riformiste, punto e basta – racconta Antonio Funiciello direttore del settimanale online – quasi tutti i redattori sono iscritti al Partito Democratico, io sono un consulente del gruppo Pd al Senato, siamo riformisti in senso liberale, ma di varia provenienza; ci sono i cattolici democratici e quelli di formazione socialdemocratica come me. Ci interessa fotografare il vecchio pensiero del Novecento, confrontarlo con le culture politiche rinnovate.

E farlo con un tono ironico, autoironico, perché spesso nel centrosinistra ci si prende troppo sul serio”. Invece su Qdr si scrivono commenti andando “A letto con Marx”; si scruta “Il buio oltre la siepe”, si parla di politica al “Bar Sport”. Tra i collaboratori Pietro Ichino, Enrico Morando, Alessandro Maran, Arturo Parisi, Stefano Ceccanti.

Il riformismo liberal è declinato e divulgato a iosa. Perciò nonostante gli endorsement paradossali le simpatie dei Qdr, in tema di primarie, sono per lo più indirizzate al sindaco di Firenze. E in tema di governo all'agenda Monti. “Indubbiamente i contenuti delle nostre battaglie politiche coincidono più con quelli di Matteo Renzi che con quelli del segretario Pier Luigi Bersani – osserva Funiciello – siamo del tutto favorevoli all'idea di continuare in maniera evolutiva l'operato del governo Monti. Ci auguriamo possa uscire questo impegno dalle primarie”. Ma sul Monti bis, e sulla premiership si fanno precisazioni, distinzioni e si temporeggia: “Per me le primarie non possono assolutamente essere messe in discussione, il leader del centrosinistra è per noi quello che le vince; tra noi c'è anche chi tifa per Bersani, comunque è ancora presto per dire qual è il nostro orientamento prevalente”.

È già tempo invece per muovere qualche critica, rivelatoria: “Quando si accusa Renzi di aver copiato il programma del Pd fa un po' ridere. Siamo nello stesso partito è chiaro che ci siano cose in comune. Io penso di avere cose in comune con Fassina, Letta, Bersani”, dice Funiciello. “Ma se Fassina non ne ha con Renzi è un problema suo”. Un problema di Fassina e non del partito? Una questione personale?

“Una questione politica. Anche per questo avremmo preferito che si fosse fatto un congresso; perché c'è una dilatazione troppo profonda nel partito; penso alla distanza tra quel che dice il vicesegretario Enrico Letta e quello che sostiene appunto Fassina, il responsabile economico. Non aver fatto il congresso fa sì che non si capisca bene cosa vogliamo fare. Però a questo punto dobbiamo guardare alle primarie: il discorso di Bersani all'Assemblea è stato molto convincente e spero che ci sia un'interpretazione concessiva circa le regole. Il blocco previsto tra primo e secondo turno è un non senso, in nessun altro posto al mondo dove vengono fatte le primarie esiste questa cosa. Inoltre, mi preoccupa la partecipazione di Vendola e Tabacci, io sono per le primarie di partito e non di coalizione. Rispetto Nichi Vendola, ma provo forte disagio a fare delle primarie con un esponente politico che inneggia a Chavez. La Carta dei valori comuni deve comprendere il fatto che ci piaccia un leader che è contro la libertà di pensiero?”.

Quindi, le alleanze? “A noi piace la sinistra che guarda al centro e non piace l'alleanza con Sel, ma al momento è una scelta maggioritaria nel partito”. Qdr ha da fare molta propaganda dunque. I tempi chiedono un surplus: “Adesso stiamo pensando di alimentare di più la discussione in questa fase cruciale, di essere anche più reattivi, sempre con ironia, ricordando però che siamo una comunità; siamo agenti di un progetto e di un destino comune per il partito”, rilancia il direttore.

Quando, presentando un libro con Pier Ferdinando Casini, Walter Veltroni si è detto “preoccupato per la tenuta del Pd”, evocando il rischio reale di spaccatura, Funiciello era lì presente. “La preoccupazione di Veltroni è fondata, ma mi sembra che sia Bersani che Renzi abbiano reagito bene a questa sollecitazione. Hanno fatto intendere che l'orizzonte comune non sparirà... però per farlo davvero bisogna evitare personalismi, parlare di più delle cose. Non fare attacchi personali; la battaglia delle primarie deve restare nel recinto della battaglia delle idee, altrimenti facciamo del male al Pd e all'Italia”.

da - http://www.unita.it/italia/chi-vota-togliatti-alle-primarie-br-forse-i-qualcosa-di-riformista-i-1.453969
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