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Autore Discussione: Roberto Giovannini. Bolivia, uno dei paesi più soggetti a “land grabbing”  (Letto 2606 volte)
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« inserito:: Ottobre 05, 2012, 03:41:16 pm »

ambiente
04/10/2012 - 04/10/2012

“Land grabbing”, la grande corsa all’accaparramento delle terre

Bolivia, uno dei paesi più soggetti a “land grabbing”

La denuncia del rapporto Oxfam “Chi prende la terra, prende la vita”

Roberto Giovannini
Roma

C’è una corsa all’oro. Grandi multinazionali, banche, Stati stanno investendo letteralmente montagne di miliardi. Ma l’“oro”, stavolta, non è né il prezioso metallo giallo, né tantomeno il petrolio: sono null’altro che i terreni agricoli, un bene “vecchio” che fino a qualche anno fa valeva poco e non interessava a nessuno. La denuncia del fenomeno del land grabbing arriva nel rapporto di Oxfam “Chi ci prende la terra, ci prende la vita” , un’iniziativa della campagna “COLTIVA – Il cibo, la vita, il pianeta”. 

Un accaparramento dovuto alla pressione ambientale, all’esplosione della popolazione, al cambiamento climatico, alla volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari, alla scarsezza dell’acqua. Fenomeni che rendono la semplice terra un bene sempre più prezioso. Soprattutto per chi ha potenza e danaro, e acquista terreni a rotta di collo in Africa, Asia ed America Latina come “assicurazione” per il futuro o per produrre biocarburanti: è il caso della Cina, ma anche degli stati petroliferi del Golfo Persico. L’accaparramento di terre – in inglese, land grabbing – è diventato una realtà impressionante: la terra venduta in tutto il mondo negli ultimi dieci anni ha una superficie pari a quasi 7 volte il territorio dell’Italia. Per la precisione, secondo l’International Land Coalition, 203 milioni di ettari di terreno, 106 dei quali in paesi in via di sviluppo. In questo momento nei paesi più poveri ogni 4 giorni un’area di terra più grande dell’intera città di Roma viene venduta ad investitori stranieri. Questi terreni, se fossero coltivati potrebbero dar da mangiare al miliardo di esseri umani che oggi soffrono la fame. Ma due terzi dei nuovi proprietari prevedono di esportare tutto quello che su queste terre viene e verrà prodotto. Quasi il 60% di questa terra inoltre è destinata a colture utilizzabili per i biocarburanti. Quando invece servirebbero maggiori investimenti a favore dei piccoli agricoltori.

E quel che è peggio, denuncia Oxfam, è che spesso i più poveri vengono sfrattati, anche con la violenza, perdendo le loro case e l’accesso alla terra che è la loro fonte di cibo e guadagno. Senza essere consultati né risarciti. Con i prezzi alimentari mondiali a livelli record, l’associazione propone formalmente che la Banca Mondiale – che ha investito massicciamente in terreni agricoli, e funge da consulente per molte operazioni di land grabbing, tanto che dal 2008 sono stati presentati 21 reclami per violazione dei diritti sulla terra da parte delle comunità – sospenda subito i suoi investimenti in terreni agricoli. “L’agenzia dell’Onu – spiega Elisa Bacciotti, responsabile della campagna COLTIVA di Oxfam Italia - ha la responsabilità di evitare che l’accaparramento di terra diventi uno dei grandi scandali del XXI secolo”. Oxfam chiede di sottoscrivere un appello per premere sulla Banca Mondiale perché sin dal prossimo incontro annuale a Tokyo, dal 12 al 14 ottobre, cambi strada.

da - http://lastampa.it/2012/10/04/scienza/ambiente/land-grabbing-la-grande-corsa-all-accaparramento-delle-terre-lYsN5U2679O9953PTWTJdO/index.html
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