I valori, la storia della Sinistra e il Partito Democratico
I valori, la storia della Sinistra e il Partito Democratico. Per una associazione.
«E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». Art. 3 della Costituzione
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Facciamo LA COSA GIUSTA, e NECESSARIA, e POSSIBILE.
Vogliamo fare sorgere una "Associazione nazionale della Sinistra per il Partito Democratico".
Non sarà una aggregazione INTERNA ai DS o alla Margherita o ad altre forze politiche.
Al contrario: l'obiettivo è quello di una Rete di iniziativa, composta da iscritti e non iscritti ai partiti, ed a tutti i partiti, dell'Ulivo.
Una associazione nazionale per l'Unità dell'Ulivo, per il Partito Democratico, che trova la sua specificità nella riaffermazione, attualizzati, dei valori dei momenti più alti della Sinistra: pace, ambiente e salvaguardia del pianeta; solidarietà, cambiamento sociale e sviluppo sostenibile; eguaglianza delle persone, nella cittadinanza e nelle condizioni e scelte di vita, nei diritti e nei doveri.
Valori e storia che hanno inciso profondamente nella democrazia italiana, come l’articolo 3 della Costituzione della Repubblica, quello dei compiti della Repubblica per garantire sostanza concreta ai diritti di libertà a cui vogliamo riferirci anche nel nostro nome, così bene indica.
La responsabilità pubblica resta il riferimento, ancora più forte, nell’epoca nostra di grandi prove, per la pace, l’ambiente, la salvaguardia del pianeta.
Guardare alto ha condotto, sempre, la Sinistra a guardare alla qualità concreta della propria proposta, alla via del governo e non della passiva accettazione della marginalità.
L’Italia ha vinto, alle ultime elezioni politiche, una “battaglia per la vita”. Abbiamo vinto. Dobbiamo governare.
Abbiamo vinto per poco. Serve una forte capacità di coinvolgere ed allargare il consenso.
Serve una iniziativa nella società.
Bisogna chiarire sempre per chi si governa, far parlare i bisogni, portarli ad avere voce.
E’ necessario agire nella società civile per campagne che pongano le questioni di riforma e sorreggano poi l’azione del Governo.
E’ un’occasione che è imperativo cogliere, nell’oggi, ma è anche una prova per avviare una riforma della politica, lo strumento per assicurare democrazia e futuro.
C’è un punto di contatto fra il dovere di tenere unità e forte la maggioranza di governo e la prospettiva di riformare partecipazione e politica.
E’ nel punto centrale, in questo quadro politico, della ricomposizione dell'Ulivo in un unico soggetto politico.
Non condividiamo proposte che richiedono o la negazione di questo obiettivo o il suo approdo unicamente federativo, già sperimentato negativamente, o il suo rallentamento.
Il nocciolo del problema è “FARE LA COSA GIUSTA”, scegliere e battersi per il sostegno al Governo ed all'Unione, la sua qualificazione riformatrice, l'urgenza di compiere la scelta unitaria,
Questa scelta è un segno di RESPONSABILITA', non conduce ad arrendevolezza ma al contrario a dare un contributo ad una azione di rinnovamento.
Non saranno le posizioni burocratiche ad assicurare che si giunga al Partito Democratico. Servono nuovi impegni ed adesioni.
Non sarà una scelta facile o "comoda". Già i congressi di DS e Margherita si annunciano difficili come tutta la fase politica.
Siamo convinti che fare congressi tutti interni è già "perdere" i congressi.
Nel rispetto di chi mostra un dissenso di fondo bisogna impegnarsi per fare "congressi aperti” insieme con tutti i cittadini dell'Ulivo, per far esprimere forze e persone nuove.
E’ GIUSTO E RESPONSABILE scegliere l’unità, ma è anche POSSIBILE.
Ci sono le forze, i soggetti, le volontà necessarie per andare avanti.
Non è vero che bisogna sempre e solo scegliere fra omologazione e minoritarismo.
La cultura della democrazia, il mondo del lavoro, il protagonismo delle donne , la necessità di futuro dei giovani richiede e può realizzare qualcosa di più.
Non è una scelta facile per noi che veniamo da percorsi ed opinioni diversi. E non vogliamo rinunciare alle nostre diverse convinzioni.
Per noi l’Ulivo non è un apriori, un pensiero unico, Ma, per noi tutti il progetto di un “partito dell’Ulivo” è un terreno di confronto decisivo, al quale non vogliamo sfuggire.
Chi ritiene di riferirsi ad idealità più forti, ad un impegno politico e civile maggiormente attento alla giustizia, alla pace, alla democrazia ha la possibilità e il dovere di portare un contributo a questo confronto, anzi di richiederlo, di esigerlo.
Proprio la nostra “differenza” può farci dare un contributo per parlare al paese.
La cultura critica, se si libera dal bozzolo delle ideologie, può contribuire ad incontrare la difficoltà della salvaguardia del pianeta, della pace, della sicurezza del lavoro e della vita quotidiana, della condizione umana.
Nei movimenti della Società civile e del mondo del lavoro c’è più voglia di presenza, di tornare ad una politica più forte e c’è la consapevolezza che l’unità è un bene prezioso, la cui perdita sarebbe irrimediabile.
E’ qui il punto più rilevante.
Mai dire: “i movimenti passano, i partiti restano”.
Bisogna essere in sintonia con quella giusta opinione presente nei movimenti che chiede, insieme, di stare nel processo unitario e di portarvi contenuti più forti e caratterizzati.
Il nuovo partito unitario non deve nascere “contro” la storia dei grandi movimenti riformatori e certamente non contro la Sinistra italiana.
Bisogna portare le grandi esperienze della Sinistra italiana di oggi in questo nuovo campo, che sarà comunque quello più vasto nel centrosinistra.
Solo così l’Ulivo potrà essere una storia lunga e feconda di futuro e, nell’oggi, essere la forza trainante e che riesce a tenere unita la coalizione e a reggere la prova del governo.
Cercheremo di essere lievito e reagente perché le grandi culture della democrazia siano interpellate a riproporsi, a riformularsi, nella nuova forza.
I “nostri compiti” sono duplici:
- da un lato contribuire a un arricchimento sui punti di fondazione etici e sociali del nuovo partito dell’“Ulivo” e
- dall’altro lato impegnarsi perché si promuova un ampio e vero processo costituente dell’Ulivo, con modalità di partecipazione vaste e antitetiche all’appello ai gia’ convinti.
E’ qui il modo migliore di opporsi al rischio di veder nascere una forza moderata e fatta solo di ceto politico.
Non ci sono risposte precostituite su come organizzare una buona politica, sono invece ben noti i guasti della cattiva politica.
Serve più politica, non meno, per porvi rimedio, la passione dei grandi temi, delle grandi motivazioni, (il Globale) e lo studio, la discussione comune, l’azione sulla realtà nella quale si vive, e sul come ci si vive (il Locale).
“Globale/Locale” per noi significa anche “Generale/personale”.
Oggi, nuovamente, si allargano gli interessi della politica ai temi del corpo, delle identità, delle relazioni e del quotidiano, dove il limite deve essere quello del rispetto e della laicità non la mancanza di interesse per le dimensioni profonde della persona.
Per queste convinzioni ci siamo impegnati per i diritti umani e una politica di pace, per una nuova politica economica di equità, per la laicità, nel dialogo, e intendiamo proseguire.
Per queste convinzioni vogliamo dare vita a una diffusa iniziativa su tre grandi temi di esemplare priorità:
- la messa al bando della pena di morte e per una giustizia internazionale,
- una nuova dignità e sicurezza del lavoro, nell’epoca del cambiamento e dell’incertezza,
- l’integrazione di liberi individui, di differenti culture, in una scuola pubblica riformata.
Ci misureremo, senza velleitarismi, ma con una volontà chiara, “dare una mano” non solo a discutere sul “come” deve essere l’Ulivo, ma anche sul perché, “per che cosa” lo vogliamo unito.
In sintesi, tutto ci porta a dire: No a “farsi da parte”, no a delegare.
Serve “un impegno nuovo”.
L’Ulivo ha bisogno di coscienze vigili, di vedere le sue energie morali ed intellettuali, che si ritengono e forse sono, più combattive non per forza ghettizzate o minoritarie.
Bisogna esserci e aprire il confronto, coinvolgere chi ha idealità e posizioni simili che chiama, magari, per storia e cultura , con nomi differenti.
Soprattutto bisogna raccogliere la partecipazione di chi è fuori dai partiti esistenti ma vuole fare politica, seguendo idealità, valori, voglia di giustizia, e vuole farlo in un contesto vitale, “democratico” appunto.
La nostra associazione darà il suo contributo.
“Associazione della Sinistra per il Partito Democratico, Articolo 3”
da
www.sinistra.pd.it