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Autore Discussione: Rio, l'energia del pianeta è un affare per donne  (Letto 2179 volte)
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« inserito:: Giugno 21, 2012, 06:39:58 pm »

21/6/2012

Rio, l'energia del pianeta è un affare per donne

MICHELLE BACHELET, MARGARET CHAN, KANDEH YUMKELLA

Il Summit «Rio+20» è un terreno d’azione per tracciare la rotta verso economie inclusive, uguaglianza sociale e protezione dell’ambiente. Per questo motivo, si deve porre lo sviluppo sostenibile al primo posto dell’agenda globale.

E’ già chiaro che non è possibile raggiungere uno sviluppo sostenibile senza energia sostenibile. Infatti, l’accesso all’energia stimola lo sviluppo su molti livelli – non ultimo in termini di salute, sicurezza e autonomia femminile. Riconoscendo questo, l'Onu ha proclamato il 2012 anno dell’energia sostenibile per tutti, e il Segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha lanciato un' iniziativa globale per raggiungere entro il 2030 tre obiettivi ambiziosi: l'accesso universale a servizi energetici moderni, un raddoppio del tasso globale di miglioramento dell'efficienza energetica, e il raddoppio della quota di energie rinnovabili nel mix energetico globale.

Questi sono temi di portata mondiale. Ma, ovunque nel mondo, l'energia è una questione che riguarda le donne. Può fare la differenza tra la sicurezza e la paura, la libertà e la servitù, e anche tra la vita e la morte. In molti luoghi, soprattutto nelle zone rurali, in assenza di fonti energetiche sostenibili, le donne trascorrono ogni giorno lunghe ore cercando di trovare, ovunque possano trovarlo, del combustibile. A livello mondiale, 1,3 miliardi di persone non hanno ancora accesso all'energia elettrica, e 2,7 miliardi di persone, soprattutto donne, si devono affidare a legno, carbone di legna e letame per cucinare. Sia nella ricerca di legna da ardere, che può esporre loro e le loro figlie al rischio di stupro, sia nello spendere le loro scarse risorse per il cherosene che fornisce un’illuminazione fumosa e inefficiente, le donne quotidianamente affrontano decisioni difficili sulle risorse energetiche familiari e sul loro utilizzo. Sono le donne, poi, a subire un impatto sproporzionato sulla loro salute per l’uso di fonti energetiche non sostenibili. L'esposizione al fumo di pericolosi metodi di cottura, riscaldamento e illuminazione uccide quasi due milioni di persone ogni anno, l'85% dei quali sono donne e bambini che muoiono di cancro, infezioni respiratorie e malattie polmonari. Altri milioni soffrono di malattie legate all'inquinamento.

A livello di comunità, la mancanza di energia nelle cliniche mediche ostacola le competenze del personale medico di fornire un adeguato trattamento e cura. Si stima che 200.000-400.000 strutture sanitarie nei Paesi in via di sviluppo non abbiano accesso a energia elettrica affidabile. Ciò significa che i vaccini e il sangue non possono essere immagazzinati in modo sicuro, le apparecchiature di diagnostica sono spesso inutili e le sale operatorie non possono funzionare di notte.

Per le donne incinte questa mancanza di elettricità affidabile rappresenta un rischio significativo per la propria vita e quella dei loro bambini. In tutto il mondo, 800 donne muoiono ogni giorno a causa di complicazioni della gravidanza e del parto, e la stragrande maggioranza di questi decessi potrebbe essere evitata fornendo servizi sanitari di qualità, che di regola richiedono energia elettrica.

Oggi, le lunghe ore di lavoro non retribuito che le donne svolgono ogni giorno alla ricerca di legna da ardere e altre fonti di energia le privano del tempo per impegnarsi in attività più produttive. Questo, a sua volta, priva famiglie povere di un reddito più che necessario.

Non deve andare per forza così. In Kenya, il miglioramento delle stufe a legna ha ridotto il fabbisogno di carburante di circa il 40%, cosa che non solo ha diminuito il fardello del lavoro non retribuito per le donne e la deforestazione, ma ha anche liberato tempo che le donne possono dedicare all'istruzione, alla formazione, e al lavoro pagato e questo consentirà di ridurre la povertà. Fornire energia sostenibile per tutti creerà nuove opportunità per le donne anche altrove. L'energia solare può rifornire interi villaggi con illuminazione, acqua potabile, refrigerazione e l'elettrificazione di centri sanitari, scuole e altre strutture pubbliche.

Inoltre, l'energia rinnovabile è in grado di fornire una finestra sul mondo esterno, tramite l'accesso a telefoni cellulari, Internet, televisione e radio, e in più fornisce energia a piccole, medie e grandi imprese. E la disponibilità d’illuminazione esterna può prevenire la violenza contro donne e ragazze.

Il raggiungimento dell’obiettivo dell’energia sostenibile per tutti richiede la piena partecipazione delle donne. L’esempio di India e Nepal suggerisce che il coinvolgimento delle donne nel processo decisionale si traduce in una migliore gestione ambientale locale. E, secondo uno studio globale, i Paesi con una maggiore rappresentanza parlamentare femminile sono più inclini a ratificare trattati internazionali in materia ambientale. Come recita la Dichiarazione di Rio, adottata al primo Vertice della Terra, nel 1992: «Le donne hanno un ruolo vitale nella gestione dell'ambiente e nello sviluppo. La loro piena partecipazione è pertanto essenziale per uno sviluppo sostenibile ».

Venti anni dopo, con una posta in gioco ancora più elevata, non possiamo più permetterci di non agire. Questo è il motivo per cui puntiamo sulla parità di genere nelle discussioni e negli accordi per realizzare l'energia sostenibile per tutti entro il 2030.

Michelle Bachelet, ex presidente del Cile, è direttore esecutivo di UN Women.
Margaret Chan è il direttore generale dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Kandeh Yumkella è Direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale e co-presidente dell'Autorità per l’iniziativa Energia sostenibile per tutti. Copyright: Project Syndicate, 2012. www.project-syndicate.org

Traduzione di Carla Reschia

da - http://lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10249
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