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Autore Discussione: EMADEDDIN BAGHI Non facciamo confusione sul tema dei diritti umani  (Letto 1963 volte)
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Utente non iscritto
« inserito:: Giugno 04, 2012, 09:40:20 am »

3/6/2012

Non facciamo confusione sul tema dei diritti umani

EMADEDDIN BAGHI*

Nel mondo i mezzi di comunicazione sono così rapidi e numerosi che per evitare di ripetersi i giornalisti devono continuamente illuminare nuovi aspetti di una stessa notizia, con il risultato di dare risonanza mondiale ad eventi che potrebbero non essere così significativi.
È emblematico il caso dell’attivista cinese cieco Chen Guangcheng che dopo 19 mesi di arresti domiciliari è fuggito di casa per andare
all’ambasciata americana proprio mentre stava arrivando in Cina il segretario di Stato americano Hillary Clinton.

La concomitanza delle due cose ha lanciato la notizia a livello planetario. Chen è apparso sulle prime pagine diventando un personaggio, ma della sua attività in favore dei diritti umani in realtà si è parlato molto poco.

Questo esempio mostra come una notizia venga ingrandita e utilizzata per scopi anche lontani dal contesto in cui è nata. C’è da chiedersi dove siano i confini tra politica e diritti umani e se sia lecito utilizzare i diritti umani come strumento politico. Non c’è dubbio che l’essere umano, qualunque sia il suo pensiero e in qualunque parte del mondo si trovi debba essere rispettato in quanto tale e non c’è dubbio che la Cina è uno dei governi che non rispetta i diritti umani e persevera nonostante le proteste internazionali. Ma bisogna stare attenti, con la scusa di lavorare ad una giusta causa, di non creare danni altrove.

Non dobbiamo nascondere la verità a chi vuole conoscerla e non dobbiamo dimenticare che adesso in Cina, Paese che ospita un quarto della popolazione mondiale, ci sono centinaia di persone che lottano per i diritti umani e sono in carcere senza che nessuno sappia nemmeno il loro nome. Ma all’improvviso qualcuno si reca all’ambasciata americana, approfittando dell’attenzione che suscita la visita del segretario di Stato americano ed ecco che attira l’attenzione della stessa Hillary Clinton e diventa una star globale dei diritti umani. Intanto ci sono altre centinaia di persone che combattono da sole, con le proprie forze, senza rivolgersi a nessuna ambasciata e rimangono in patria dove lottano a loro rischio per i diritti umani restando del tutto sconosciute.

Se esiste un pericolo di vita o si è attivisti importanti allora la richiesta di asilo politico è giustificata. Se Chen si fosse rivolto
all’ambasciata americana per chiedere asilo politico in veste di attivista politico, la cosa sarebbe stata più accettabile perché la lotta politica è diversa dalla lotta per i diritti umani. Probabilmente qualcuno riterrà invece che questo sia il percorso giusto ma molti che sono ai primi passi sulla strada di questa attività potrebbero confondersi e scegliere la via sbagliata, altri ancora potrebbero approfittarne e farla diventare una fonte di guadagno personale. Chi vuole davvero difendere i diritti umani deve invece sapere che i guadagni sono pochi e deve scegliere questa via con la consapevolezza che semmai ha un costo. La strada della lotta politica è diversa da quella dei diritti umani: i diritti umani hanno principi e valori che vanno al di là e vengono prima della politica.

*Uno dei più celebri attivisti per i diritti umani iraniani. Pluripremiato in Europa, ha passato 5 anni in prigione per le sue attività

da - http://lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10182
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