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Autore Discussione: LAURA FUGNOLI. Torre Galfa, l'appello di Pisapia Ora via Galvani lasciata libera  (Letto 2027 volte)
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« inserito:: Maggio 20, 2012, 11:12:24 pm »

IL CASO

Torre Galfa, l'appello di Pisapia "Ora via Galvani lasciata libera"

Il collettivo dei 'Lavoratori dell'arte' rifiuta però l'offerta del Comune per l'ex Ansaldo

E Fo striglia gli occupanti definendoli "presuntuosi" durante l'incontro in via Tortona

di LAURA FUGNOLI


È un braccio di ferro, una sfida a chi resiste di più. Macao non molla e, seppur smagrito nei suoi partecipanti, insiste nell'occupazione di via Galvani: ancora una notte, almeno, con l'impegno a "sbaraccare" dopo le 13 di oggi.
Le giornate trascorrono nel dilemma sul che fare "dopo", ma la corda tesa rischia di rompersi. L'insofferenza del sindaco, del resto, si è fatta pesante specie dopo l'offerta, rifiutata da Macao, dello spazio ex Ansaldo per continuare l'attività culturale: "Fin dalla settimana scorsa ho detto chiaramente che vanno rispettate le regole - ha detto Pisapia al termine della riunione di giunta - e chiedo che da parte di chi vuole essere protagonista di iniziative culturali si ponga fine a comportamenti che creano grave disagio ai cittadini".

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Un dialogo sempre più difficile, quello tra i ragazzi del movimento e le istituzioni, tra momenti possibilisti e fasi di chiusura reciproca. L'incontro pubblico all'ex Ansaldo, promosso dall'assessore alla Cultura, Stefano Boeri, per sancire la nascita dell'Officina della creatività, avrebbe dovuto sancire il dialogo della giunta con Macao. Invitati caldamente a partecipare e presentati dallo stesso Boeri come coloro che hanno riacceso il tema della cultura in città, i giovani di Macao non si sono palesati. Al loro posto solo un portavoce, Simone, che ha chiarito il suo ruolo di mero lettore di un messaggio "perché Macao non ha rappresentanti" ha spiegato.

Davanti ad associazioni, enti culturali, assegnatari degli spazi dell'ex fabbrica, ma soprattutto davanti a un impassibile Dario Fo, la partecipazione di Macao si è ridotta alla lettura, su un fiammante iMac bianco, di un comunicato: "L'amministrazione dall'alto di spazi e risorse, per quanto illuminata, è cosa diversa dall'autogoverno dal basso, diretto e partecipato" recita il comunicato stampa. Chiuso l'iMac, chiusa la trattativa. Forse quel computer al posto del più usuale foglio di carta, forse la fuga repentina dell'ambasciatore che parla di Macao in terza persona, hanno cominciato a irritare la platea, primo fra tutti Dario Fo, iniziale sponsor del movimento. A sorpresa, il giudizio del premio Nobel ha preso tutt'altro colore: "Ma come, vieni qui a leggere e poi te ne vai? Ti pare questa la dialettica, la democrazia? Questa è solo presunzione! - si è sfogato Fo - Bisogna avere uno sviluppo delle idee per occupare uno spazio. A che serve un'occupazione senza idee?". Fo ha ricordato poi che, durante l'occupazione della Palazzina Liberty, nei primi anni Settanta, "la maggior parte del tempo la passavamo nelle fabbriche, tra la gente per ascoltare i bisogni veri, mentre Macao sembra non interessata ad ascoltare".

Lo sponsor diventa feroce avversario, e Macao sembra appesa solo alla forza del dissenso a tutti i costi. Occupare uno spazio al più presto, questo il diktat. Boeri ha ammesso che se invece della Torre Galfa, proprietà di Salvatore Ligresti, Macao avesse occupato uno spazio comunale, il Comune non avrebbe attuato sgomberi, avrebbe piuttosto ascoltato e avviato un dialogo. Forse il dialogo non fa per Macao, svilisce il cuore ribelle del gruppo. Intanto Riccardo De Corato, parlamentare Pdl, percorre la strada più istituzionale: "Sto mettendo a punto un esposto alla magistratura per invasione di terreni, istigazione a delinquere e radunata sediziosa. E sono pronto - ha continuato De Corato - a fare un'interpellanza parlamentare chiedendo l'intervento del ministro Cancellieri".

(18 maggio 2012) © Riproduzione riservata

da - http://milano.repubblica.it/cronaca/2012/05/18/news/torre_galfa_il_diktat_di_pisapia_dovete_lasciare_via_galvani-35405599/?ref=HREC1-11
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