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Autore Discussione: PAUL KAGAME KANAYO F. NWANZE Africa svolta ecologica per i piccoli agricoltori  (Letto 1764 volte)
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« inserito:: Aprile 19, 2012, 04:57:31 pm »

19/4/2012

Africa, svolta ecologica per i piccoli agricoltori

PAUL KAGAME* KANAYO F. NWANZE**

Fino a quando i piccoli agricoltori del mondo non adotteranno una serie di necessari cambiamenti, i negoziati sul mutamento climatico come il vertice Rio + 20 delle Nazioni Unite, che si terrà a Rio de Janeiro a giugno, non si tradurranno in azione. L’emergere di un’economia verde globale richiede che i governi, i decisori e le imprese delle economie sviluppate ed emergenti riconoscano i legami inestricabili tra il cambiamento climatico, l’ambiente e la sicurezza alimentare. Ciò significa introdurre nella discussione su scala mondiale l’agricoltura su piccola scala.

Ogni giorno, i piccoli agricoltori nei Paesi in via di sviluppo affrontano le conseguenze dei cambiamenti climatici. Spesso sono i primi a cadere preda dei volubili mercati globali o di eventi meteorologici estremi.

Eppure, i piccoli proprietari non possono essere ignorati quando si tratta di trovare soluzioni per i cambiamenti climatici: il mezzo miliardo di piccole aziende agricole a livello mondiale conta per il 60% della produzione agricola globale e provvede fino all’80% della fornitura alimentare nei Paesi in via di sviluppo. Insieme, coltivano vaste aree del nostro pianeta, tra cui l’80% dei terreni agricoli nell’Africa sub-sahariana e in Asia.

Possiamo davvero contare su questi agricoltori, per la maggior parte disperatamente povera, per un ruolo di primo piano per affrontare le due sfide della sicurezza alimentare e della sostenibilità ambientale? Possono produrre più cibo, proteggendo l’ambiente naturale?

Crediamo che la risposta a entrambe le domande sia un sonoro sì. L’esperienza del mondo reale dimostra che lo possono fare. Ma il successo è possibile solo se possono adottare tecniche ambientalmente sostenibili che conservino e valorizzino il suolo e le acque sotterranee.

Esempi di come questo possa essere fatto comprendono terrazzamenti per prevenire la perdita e il degrado del suolo per erosione e inondazioni; la drastica riduzione della coltivazione del terreno, la rotazione delle colture e l’applicazione di fertilizzanti naturali - concime, compost o pacciamatura - per migliorare la struttura e la fertilità del suolo, gli alberi e l’integrazione con la silvicoltura e l’allevamento in sistemi agro-forestali.

La recente esperienza del Rwanda rappresenta un segnale di speranza che una maggiore produzione agricola e la tutela dell’ambiente possano andare di pari passo. Nel distretto di Ngororero, nel SudOvest del Paese, ad esempio, un progetto sostenuto dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo ha aiutato gli agricoltori ruandesi a incrementare i loro raccolti fino al 300% grazie ad accorgimenti quali una migliore qualità delle sementi e delle tecnologie d’impianto e l’applicazione di fertilizzanti al momento ottimale.

Su una scala più ampia, gli agricoltori di tutto il Rwanda stanno sostituendo i fertilizzanti chimici che producono gas serra con il letame. In alcune zone del Paese, i piccoli agricoltori stanno creando dei terrazzamenti sulla loro terra e mettendo in atto altre tecniche naturali per migliorare la capacità del suolo di trattenere l’acqua e la qualità, in modo da aumentare i loro raccolti.

Grazie a questi approcci, il Ruanda ha quadruplicato la produzione agricola negli ultimi cinque anni. Infatti, grazie a tali notevoli progressi in un tempo così breve, il Rwanda oggi è un Paese che può contare sulla sicurezza alimentare.

Gli sforzi del Rwanda volti a promuovere un’agricoltura con un approccio intelligente al clima sono supportati da una più ampia politica e da un quadro d’investimento che mirano a garantire che tutti gli agricoltori, per quanto piccoli, abbiano accesso alle sementi migliorate, al know-how tecnico e a un mercato per la loro produzione. Ogni Paese in via di sviluppo deve capire che siamo in grado di garantire che i piccoli agricoltori producano più cibo in modo sostenibile solo se la loro agricoltura è redditizia.

Resta inteso che, diffondendo un’agricoltura ecologicamente sostenibile tra i piccoli agricoltori di tutto il mondo, sarà necessario ridisegnare le politiche nazionali e l’architettura degli investimenti pubblici e privati affinché gli agricoltori possano imparare queste tecniche, testimoniare il loro valore, e usarle con profitto.

La lezione è semplice: identificare le pratiche agricole e tecniche intelligenti che possono incrementare la produzione agricola, trasmettere il relativo know-how ai piccoli agricoltori, sostenerli durante la transizione e creare un ambiente politico che consenta loro di approfittare di questa conoscenza.

Se le politiche nazionali e le iniziative di sviluppo internazionali sostengono la transizione all’agricoltura amica del clima in questi modi, non abbiamo dubbi che i piccoli proprietari in tutto il mondo faranno un passo avanti e faranno la loro parte per contribuire a salvare il pianeta.


*Presidente della Repubblica del Ruanda
**Presidente del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo Copyright: Project Syndicate, 2012. http://www.project-syndicate.org/

[Traduzione di Carla Reschia]

da - http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=10010
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