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Autore Discussione: MICHAEL H. GERDTS. Come uscire dalla crisi il ruolo di Roma e Berlino  (Letto 1634 volte)
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« inserito:: Marzo 19, 2012, 04:45:12 pm »

19/3/2012

Come uscire dalla crisi il ruolo di Roma e Berlino

MICHAEL H. GERDTS*

Trent’anni or sono la Germania esportava dieci volte di più della Cina: nel 2009 la Cina ci ha sostituito come «campione mondiale delle esportazioni». Questi dati dimostrano che l’Europa deve parlare con una voce sola. Dobbiamo mettere sul piatto della bilancia 27 Stati, 500 milioni di abitanti e la regione economicamente più forte del mondo. Soltanto così l’Europa sarà all’altezza delle sfide del futuro.

In un mondo globalizzato i centri di potere si spostano in altre regioni. Ci sfidano compiti di portata mondiale, che un singolo Paese non è più in grado di affrontare da solo: mutamento climatico, questioni energetiche, terrorismo, regolamentazione dei mercati finanziari e molto di più. Soltanto uniti politicamente ed economicamente, sulla base dei nostri valori comuni, possiamo svolgere un ruolo attivo nella global governance, possiamo contribuire a plasmare il futuro del nostro mondo.

Se sono divisi gli europei non possono diventare un attore globale. Senza un’Europa unita e forte condanniamo noi stessi all’irrilevanza nel mondo del domani. L’Italia e la Germania sono consapevoli di questo. Siamo entrambi membri fondatori dell’Unione europea. Entrambi i nostri Stati possiedono la più forte struttura economica nell’Ue. Siamo entrambi Stati con un forte orientamento all’esportazione. L’Italia e la Germania si annoverano fin dall’inizio dell’Ue tra i sostenitori di un’Unione forte non solo sul piano economico ma anchepolitico,sostenutada un ampioconsensodelle nostrepopolazioni.

La Germania vede nell’Italia uno dei grandi partner con cui può collaborare all’ulteriore configurazione dell’Europa. Nutriamo grande stima per il presidente del Consiglio Monti e il suo governo, che ha avviato in così breve tempo una politica di riforme di successo.

Con le ultime decisioni del Consiglio europeo e dell’Eurogruppo non sono state soltanto adottate misure per risolvere l’attuale crisi, bensì sono state poste le fondamenta per la futura evoluzione dell’Unione europea. Il Patto fiscale, il Six-Pack, il Patto Euro-Plus, il semestre europeo, i fondi Efsf ed Esm creano un quadro normativo allargato per gli Stati partner che finalmente collegherà in modo più stretto le nostre politiche economiche e finanziarie, sottoponendo a regole severe la responsabilità per l’indebitamento pubblico.

Lariduzionedeldebitounitamentea riformestrutturalivolte adaumentare la nostra competitività dovranno consolidare le economie dell’Unione europea e creare i presupposti per una solida crescita. Una tale politica convincerà anchei mercatidellanostra serietàe della soliditàdelle nostreeconomie.

L’Italia e la Germania convengono (e questo era anche il risultato dei colloqui delle settimane scorse, per esempio tra il ministro Federale delle Finanze Schäuble nonché recentemente la Cancelliera Merkel e il presidente del Consiglio Monti e il presidente della Repubblica Napolitano) che la crescita economica urgentemente necessaria debba essere raggiunta sulla base di una rafforzata competitività, di maggiori investimenti nella ricerca, nello sviluppo e nella formazione nonché attraverso la liberalizzazione dei mercati, soprattutto del mercato del lavoro, e la riduzione della disoccupazione, soprattutto di quella giovanile.

La crisi ha riportato al centro dell’attenzione l’Europa, il progetto europeo. Nel fine settimana nella stampa italiana e tedesca è stato pubblicato un appello congiunto italo-tedesco alla politica, in cui la si esortava ad una «dichiarazione di interdipendenza dell’Unione europea». In tal modo dovrà esser proseguito il dibattito sul futuro dell’Unione europea.

Sulla stessa linea si colloca la proposta del ministro federale degli Affari Esteri Westerwelle di far eleggere dai cittadini un presidente europeo e di riprendere il dialogo su una costituzione dell’Ue. Per noi non esiste un’alternativa all’Unione europea con la sua moneta unica per un futuro di successo degli Stati europei.

Io personalmente sono certo che condividiamo questa convinzione con i nostri partner italiani.

*Ambasciatore tedesco in Italia

da - http://lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=9897
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