«SERVIZIO PUBBLICO»
Provenzano Jr : «Mio padre malato senza cure Falcone e Borsellino? Vittime della violenza»
Ingroia: «Linguaggio mafioso».
Audio della deposizione della vedova Borsellino: «Paolo mi disse della trattativa Stato-mafia»MILANO - «Chiedo che si faccia una perizia per capire se mio padre è capace di intendere e di volere e se a livello neurologico possa essere curato. Non posso stabilirlo io, deve stabilirlo lo Stato. Noi siamo consapevoli che sarà difficile che mio padre possa essere scarcerato, ma quello che chiediamo e continueremo a chiedere è che venga curato». Angelo Provenzano, figlio del boss Bernardo, intervistato da «Servizio Pubblico», la trasmissione di Michele Santoro, chiede che al boss vengano riconosciuti «diritti e dignità» e usa un linguaggio che viene definito «organico all'ambiente in cui è cresciuto» da più di un ospite della trasmissione, alla quale partecipa in collegamento video il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia.
DIRITTI E DIGNITA' PER IL BOSS - «Mio padre vive un decadimento neurologico tale da non poter permettere la somministrazione di cure chemioterapiche per il suo tumore alla prostata - ha detto Angelo Provenzano -. È sempre un cittadino italiano, un essere umano, la dignita umana va rispettata. Se mio padre è così scomodo allora qualcuno si prenda allora la responsabilità di istituire la pena di morte, anche ad personam». Alla domanda su chi siano per lui Falcone e Borsellino, il figlio di Bernardo Provenzano ha risposto: «Per me sono due vittime immolate sull'altare della Patria. Sono due vittime della violenza».
INGROIA, VELTRONI E MARTELLI: LINGUAGGIO MINACCIOSO - Linguaggio e struttura del discorso di Provenzano Junior che a un certo punto parla anche di «violenza che chiama violenza» hanno sollevato la reazione tra gli altri di Walter Veltroni, Claudio Martelli e il fratello di Paolo Borsellino, Salvatore. Per tutti si è trattato di un intervento inquietante.
LA TRATTATIVA - «Paolo mi ha accennato che c'era una trattativa tra la mafia e lo Stato. Dopo la strage di Capaci mi disse che c'era un colloquio tra mafia e pezzi infedeli dello Stato. Questo è accaduto a metà giugno». Questa è la deposizione della vedova del giudice Paolo Borsellino, Agnese, ai pm di Caltanissetta, che hanno riaperto le indagini sulla strage di via D'Amelio. L'audio dell'interrogatorio è stato mandato in onda durante la trasmissione . La vedova, come già emerso, ha raccontato che il marito, sconvolto, le parlò di contiguità tra pezzi dello Stato e la mafia e le disse di avere saputo che l'ex capo del Ros, Antonio Subranni, era «punciuto» (uomo d'onore, ndr). «Paolo mi disse - ha raccontato la donna - 'mi ucciderà la mafia ma solo quando altri glielo consentirannò».
15 marzo 2012 (modifica il 16 marzo 2012)
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http://www.corriere.it/politica/12_marzo_15/multimedia_santoro17_f96f4dfa-6e8e-11e1-850b-8beb09a51954.shtml