MERCATO DEL LAVORO
Fornero: "Riforma dopo autunno 2013"
Camusso: "Ottimistico, c'è la crisi"
Quarto incontro tra governo e parti sociali dedicato agli ammortizzatori sociali.
Il ministro illustra un sistema su due pilastri: tutela con cassa integrazione guadagni, ricomprendendo credito, assicurazioni e commercio sotto i 50 dipendenti.
E una forma di assicurazione, un sussidio esteso a tutti i settori a sostituire la mobilità.
La leader Cgil: "Più interrogativi che certezze".
Marcegaglia: "Nulla in contrario se il governo va avanti con la sua proposta"
ROMA - "La riforma degli ammortizzatori non potrà partire prima dell'autunno del 2013". Così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, alle parti sociali riunite al dicastero di via Veneto per il quarto incontro sulla riforma del mercato del lavoro, dedicato in particolare al capitolo ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro. Un termine temporale che la leader Cgil, Susanna Camusso, ha giudicato "troppo ottimistico: non sappiamo quanto dureranno gli effetti della crisi".
Presenti al tavolo, oltre al ministro Fornero, il viceministro, Michel Martone, il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera e i leader di tutte e nove le sigle delle organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) e datoriali (Confindustria, Abi, Ania, Rete Imprese Italia e Alleanza delle Cooperative). Elsa Fornero ha subito fissato due nuovi incontri: giovedì 23 febbraio e giovedì 1 marzo, per parlare di flessibilità. Il ministro Fornero ha anche invitato le parti sociali a presentare "le vostre indicazioni" in tema di contratti.
L'attuale sistema degli ammortizzatori reggerà fino all'autunno del 2013 "per attutire gli effetti della crisi - ha spiegato ancora il ministro del Lavoro -. Oggi dobbiamo gestire la crisi con gli strumenti che abbiamo". La riforma degli ammortizzatori, secondo Fornero, partirà "con il riordino cassa integrazione guadagni, assicurazione per disoccupazione involontaria, rafforzamento strumenti di sostegno al reddito, riordino degli incentivi".
Il nuovo sistema sarà articolato su "due pilastri a carattere universale". Il primo: "tutela del posto di lavoro con la cassa integrazione guadagni, riportandola alla sua funzione originale, ricomprendendo in questo settore il credito, assicurazioni e il commercio sotto i 50 dipendenti". Nella cassa integrazione dovrebbero sparire alcune causali quali la cessazione di attività e il fallimento. Di fatto, non potrà essere usata la cassa integrazione straordinaria nei casi di chiusura dell'azienda, come ad esempio lo stabilimento Fiat di Termini Imerese.
Il secondo pilastro è rappresentato dalla "tutela con sistema assicurativo per indennità per disoccupazione involontaria". Lavoratori e imprese dovranno quindi contribuire contro il rischio di perdita del posto di lavoro.
Il nuovo sussidio di disoccupazione dovrebbe essere unico e sostituire tutte le indennità esistenti dopo la perdita del posto di lavoro (disoccupazione ordinaria, con requisiti ridotti, mobilità, disoccupazione speciale). Sarà rafforzato e esteso a tutti i settori. Il governo valuta la possibilità di estendere tale indennità anche al settore agricolo e agli apprendisti.
L'esecutivo pensa inoltre a "incentivi" per la stabilizzazione dei contratti precari. "Vorremmo - ha detto il ministro del Lavoro, concludendo il tavolo con le parti sociali - fossero meglio organizzati" a favore di chi ha "più difficoltà a trovare occupazione" in mondo che ci sia una "convenienza" per i contratti "stabili rispetto a quelli a termine".
Perplesso il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. "E' stata una discussione molto faticosa - ha dichiarato al termine del tavolo -. Usciamo dall'incontro con molti più interrogativi che certezze. C'è ancora molto lavoro da fare". Durante il confronto, Camusso avrebbe fatto notare al ministro Fornero che "dire che la riforma degli ammortizzatori sociali potrà partire dall'autunno 2013 è forse troppo ottimistico. Non sappiamo quanto ancora dureranno gli effetti della crisi". La leader Cgil avrebbe quindi sottolineato come "quello delle risorse è un problema essenziale, se vogliamo costruire un sistema di ammortizzatori sociali universale servono risorse".
Il tema delle risorse è decisivo anche per gli altri leader sindacali. "Se non viene chiarito quanti soldi abbiamo e cosa vogliamo farne, diventa tutto diventa più nebuloso - avrebbe detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, al ministro Fornero -. Mi aspetto dal governo una proposta dettagliata su questi aspetti". Al ministro, il leader della Uil, Luigi Angeletti avrebbe fatto osservare come "la riforma può funzionare solo se si risolve il nodo delle risorse e se sarà possibile attivare meccanismi per trovare un altro posto di lavoro". Angeletti avrebbe anche chiesto al governo di affrontare il problema delle "differenze territoriali nel mercato del lavoro".
Per Emma Marcegaglia, il governo deve comunque avanti sulla strada della riforma. "E' giusto sentire le parti sociali - ha dichiarato al presidente di Confindustria - non abbiamo nulla in contrario che il governo vada avanti e faccia questa riforma. Penso che il termine di fine marzo sia giusto, non siamo per dire che ci vuole più tempo". Marcegaglia ha osservato che "tutti stiamo lavorando con senso di responsabilità", ma sui punti su cui non c'è accordo tra le parti è "giusto che il governo faccia la sua proposta".
(20 febbraio 2012) © Riproduzione riservata
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