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Autore Discussione: GUIDO ROSSI. - La lezione americana sull'evasione  (Letto 2010 volte)
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« inserito:: Febbraio 06, 2012, 08:56:55 am »

La lezione americana sull'evasione

di Guido Rossi

5 febbraio 2012

Se è vero che l'attuale crisi depressiva del capitalismo finanziario ha avuto origine negli Stati Uniti d'America, con una speculazione finanziaria lasciata libera, che ha travolto anche l'Europa e le sue fragili istituzioni, la soluzione sembra ancora una volta avere un debole ma pur significativo inizio dagli stessi Stati Uniti. È, in fondo, il risveglio della grande democrazia americana nei confronti di una tecnocratica scadente democrazia europea.

Il caso è semplice. È quello riportato ieri sulla prima pagina di questo giornale e riguarda la lotta all'evasione fiscale e al riciclaggio, promossa dal Procuratore Generale del Distretto di New York, che ha citato la più antica banca svizzera, Wegelin, per tutti i fondi depositati da cittadini americani presso la filiale dell'Ubs Ag in Stamford, Connecticut, cittadini a cui era stata garantita l'assoluta tradizionale riservatezza nei confronti del fisco americano, al quale quei fondi, ammontanti a più di 1,2 miliardi di dollari, non erano evidentemente stati dichiarati. Questa è la prima volta che una Banca straniera è accusata negli Stati Uniti di aver facilitato la frode fiscale da parte del contribuente americano. E fors'anche che in un atto giudiziario si fa espresso e corposo riferimento alle banche corrispondenti come via maestra per il riciclaggio. Nello stesso tempo, il Governo ha sequestrato più di sedici milioni di dollari sul conto Wegelin depositato negli Stati Uniti e il caso è già pendente presso la District Court di New York, davanti al giudice Jed S. Rakoff, già altra volta da me citato su questo giornale, per una sua recente decisione, nella quale aveva fatto prevalere i principi di diritto sulle delibere della Sec. L'udienza è fissata per il 10 febbraio alle ore tre del pomeriggio.

Molte sono le lagnanze che in questo momento un po' ovunque si sollevano contro la finanza, la speculazione, e in fondo anche contro le banche, accusate di diventare strumento sia della grande speculazione finanziaria sia di tutto ciò che l'alimenta, fra cui in primo luogo l'evasione fiscale e il riciclaggio, anziché di adempiere alle loro istituzionali funzioni di raccolta dei depositi e di finanziamento delle imprese a favore e a sostegno all'economia. Non è forse un caso che questo primo risveglio della democrazia americana da parte dell'esecutivo e del potere giudiziario dia all'Europa una dimostrazione, aldilà di tutte le più o meno squinternate ideologie, di cosa ancora significa fare politica economica a beneficio dei cittadini. Sarà pure una bizzarra congiunzione astrale, ma nello stesso giorno in cui veniva depositato il "Complaint" dall'Attorney Preet Bharara, sono usciti i dati inaspettati di una sostanziale riduzione della disoccupazione, ormai pari a quella precedente all'elezione del presidente Barack Obama.

Un'ulteriore considerazione può essere fatta e ci riguarda da vicino. Ed è il singolare atteggiamento tenuto ancora oggi dal Governo italiano nei confronti della grande evasione fiscale, che con vari sistemi è transitata nella vicina Svizzera. Di fronte alle corrette manovre iniziate recentemente contro l'evasione, è rimasta ancora per me sorprendente la risposta data dal Governo a chi chiedeva che anche l'Italia, come hanno fatto già la Germania e l'Inghilterra, concordasse con le autorità svizzere un sistema di tassazione dei fondi evasi dall'Italia e di cui, è notorio, sono ricolme le banche svizzere. La risposta finora data è che qualunque accordo di quel tipo sarebbe contro il diritto comunitario. Come dire che la virtuosa Germania e la a volte insolente Gran Bretagna sono fuori dell'Europa? E come dire che le Autorità europee per la protezione dei dati personali e della privacy, nel perseguire ottusamente le loro finalità, sarebbero costrette a facilitare la manipolazione dei mercati, l'evasione fiscale, le frodi finanziarie e la corruzione? Così non è mai stato in moltissimi noti casi, come ad esempio nella lotta al terrorismo internazionale.

Personalmente credo che, a maggior ragione, in un momento di crisi come quello attuale, qualche eccezione rispetto anche a vecchie direttive sia ben facile da ottenere, ai fini di raggiungere quell'auspicato pareggio di bilancio senza con questo conculcare i diritti dei cittadini con politiche di austerity che prolungano recessione e disoccupazione. Allora forse ancor più che imitare Germania e Gran Bretagna sarebbe opportuno far tesoro del risveglio democratico statunitense.

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