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Autore Discussione: DACIAN CIOLOS - Dobbiamo decidere insieme che agricoltura vogliamo  (Letto 2521 volte)
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« inserito:: Gennaio 27, 2012, 03:27:03 pm »

27/1/2012

Dobbiamo decidere insieme che agricoltura vogliamo

DACIAN CIOLOS*

Questa mattina a Bra (Centro polifunzionale Giovanni Arpino, ore 10) il commissario europeo all’Agricoltura e allo Sviluppo rurale Dacian Ciolos inaugurerà l’anno accademico 2011/2012 dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche. La cerimonia ufficiale sarà aperta con le relazioni del rettore, Piercarlo Grimaldi, e di Carlo Petrini, presidente dell’Università di Pollenzo.


In un mondo sempre più urbanizzato, è importante rimanere ancorati alla terra e preservare il legame particolare che ci vincola al nostro nutrimento. Per sapere ciò che mangiamo, per mangiare ciò che desideriamo, è necessario un dialogo ininterrotto tra agricoltori e cittadini. Questo dialogo si svolge a diversi livelli.

A livello collettivo abbiamo la possibilità, in Europa, di avere uno strumento formidabile costituito dalla politica agricola comunitaria, di cui mi occupo in qualità di Commissario Europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale. Questo strumento consente di mettere in relazione le aspettative dei cittadini in termini di quantità e durata da una parte e la realtà del lavoro quotidiano degli agricoltori nei campi dall’altra.

Tuttavia, per essere efficace, la politica agricola comunitaria deve essere sostenuta da iniziative dei cittadini e dalle scelte, nel quotidiano, di ciascun consumatore. Ecco la ragione per la quale ci tenevo a rendere omaggio al lavoro svolto dall’Università di scienze gastronomiche e dal movimento Slow Food prendendo parte all’odierna cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico.

Occorre ricordare che, questa volta su scala individuale, il dialogo tra consumatori e agricoltori si incarna nella scelta compiuta da ciascuno di noi, un giorno dopo l’altro. Anche se non ce ne accorgiamo, come accade sul mercato locale, ci sono degli agricoltori dietro ogni ramo alimentare dei nostri supermercati, dietro ciascun alimento che si trova nel nostro piatto. Questo significa che ci sono delle manovre agronomiche, dei territori, delle conoscenze particolari dietro ogni prodotto a cui rivolgiamo la nostra attenzione.

Le nostre scelte gastronomiche hanno implicazioni agronomiche. Non esistono barriere tra i due universi, quello della tavola e quello dei campi, anche se i chilometri percorsi dalle merci tendono talvolta a farci dimenticare che il nostro nutrimento deriva anzitutto da una lunga catena produttiva. Dimentichiamo forse troppo in fretta, in qualità di cittadini-consumatori, che la nostra scelta davanti agli scaffali degli alimenti determina gli orientamenti presi dagli agricoltori. Dobbiamo decidere, insieme ai nostri agricoltori, il tipo di agricoltura che abbiamo, il tipo di agricoltura che vogliamo.

Affinché quelle individuali possano essere decisioni informate, i movimenti come quelli generati da Slow Food e le iniziative politiche per valorizzare e promuovere meglio la nostra alimentazione sono elementi essenziali della nostra sensibilizzazione e della mobilitazione dei cittadini.

Tutte queste iniziative contribuiscono ad armonizzare le nostre scelte alimentari quotidiane e le nostre aspettative nei confronti degli agricoltori. È necessario dedicare del tempo alla riflessione sull’alimentazione, sull’importanza del nutrimento in senso generale: dal punto di vista biologico, economico, ambientale, culturale e sociale. Questo percorso consente di rafforzare la salute pubblica della nostra società con un’alimentazione più sana ed equilibrata, di potenziare la salute economica, sociale e ambientale dell’agricoltura e di evitare di rendere eccessivamente artificiali comparti naturali per definizione: l’alimentazione e la natura.

Aggiungerei che in questo periodo di crisi economica e finanziaria possiamo contare sull’agricoltura e sul settore agroalimentare. Sono forze sulle quali possiamo insistere, cercando di realizzare la crescita e i posti di lavoro del futuro. È importante continuare a investire e attrarre i giovani in questo settore, come facciamo grazie alla politica agricola comunitaria e desideriamo continuare dopo il 2013. È importante non solo per il mercato europeo, ma anche a livello mondiale. Forti di prodotti di eccellente qualità, rinomati nel mondo intero, possiamo, grazie alla nostra agricoltura, creare e conservare il valore aggiunto dei nostri territori.
 

*Commissario Europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale

da - http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=9696
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