IL premier interviene alla trasmissione di Fazio e indica la linea del governo
Monti: «Non occorrono altre manovre»
Il presidente del consiglio: «Dobbiamo ammodernare alcuni aspetti del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali»
MILANO - «Non occorrono altre manovre». Così il presidente del Consiglio Mario Monti ospite di RaiTre nella trasmissione «Che tempo che fa» condotta da Fabio Fazio smentisce la necessità di altre misure di correzione dei conti pubblici e apre alla fase due della crescita. Quella orientata a una maggiore liberalizzazione di alcuni gangli vitali dell'economia, come i trasporti, l'energia e gli ordini professionali. E soprattutto - ammette il premier - la linea del governo è orientata «a non dissipare il futuro dei nostri figli e non solo perché le misure di rientro ci vengono prescritte dall'Unione Europea».
LA FASE DUE - «L'euro non è in crisi, la moneta ha mantenuto solidamente il rapporto di cambio con il dollaro. Il problema che incombe su di noi è che alcuni paesi Ue hanno una crisi del debito pubblico». Ma il premier aggiunge che ci sono alcuni Paesi - soprattutto quelli virtuosi - inquieti nei confronti di quelli meno virtuosi. «Dobbiamo agire su molti fronti contemporaneamente, perchè la Ue ci impone un cambiamento di rotta anche sul mercato del lavoro e sugli ammortizzatori sociali». Il premier apre anche a un cambiamento del sistema televisivo con una riforma della Rai: «A breve vedrà», ha detto Monti a Fazio, facendo trapelare una necessità di intervento anche sull'emittente pubblica.
L'ITALIA - La situazione italiana - dice Monti - non è così negativa. «Anzi al netto degli interessi sul debito pubblico il nostro Paese ha un avanzo primario del 5% per il 2011, una situazione che ci pone in una situazione di privilegio rispetto ad altri paesi». Riguardo al panorama globale, «la nostra è una crisi di sistema», ha aggiunto Monti.
LE BANCHE - «Il nostro sistema bancario non è a rischio, non ci sono istituti di credito a rischio default» di fatto tranquillizzando risparmiatori e azionisti circa il dossier Unicredit e l'aumento di capitale varato lunedì. Monti ha poi parlato di Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, e ha ammesso le divisioni in sede Ue nell'applicazione o meno dell'imposta tra i desiderata francesi e le resistenze anglo-tedesche.
FISCO - Sul capitolo evasione Monti ha ammesso di voler intervenire per regolare i rapporti transnazionali con i paradisi fiscali. Sull'operazione Cortina - con i controlli della Guardia di Finanza - Monti ha precisato: «Operazioni come quelli hanno il significato simbolico di una lotta seria all'evasione fiscale. Niente danneggia la percezione dell'Italia all'estero, quanto l'evasione fiscale. Il nostro è un Paese ricco, perché la visibilità della ricchezza è evidente, al netto dell'alto debito pubblico». E ancora: «Serve un rispetto per la ricchezza e lotta senza quartiere all'evasione fiscale. Bisogna rispettare la ricchezza che è un valore a condizione che sia il risultato di un merito, di uno sforzo produttivo e di talento. Il profitto del monopolista e di imprese che si arricchiscono alle spalle del consumatore invece deve essere represso. Negli Stati Uniti si va in carcere, in Europa no, dobbiamo renderci conto che evadendo le tasse paga l'intera collettività».
ARTICOLO 18 - «Siamo in una fase di disperato bisogno di lavoro per i precari e i giovani. Per questo non possiamo pensare soltanto alle enunciazioni di principio, ma interrogarci su come favorire l'ingresso nel mercato del lavoro delle nuove generazioni», ha spiegato il premier interrogato sull'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Fabio Savelli
8 gennaio 2012 | 21:37© RIPRODUZIONE RISERVATA
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