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Autore Discussione: Juncker: "Serve un accordo che dimostri la stabilità dell'euro"  (Letto 2072 volte)
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« inserito:: Dicembre 08, 2011, 05:31:47 pm »

Economia

08/12/2011 -

Juncker: "Serve un accordo che dimostri la stabilità dell'euro"

Jean Claude Juncker guida l'Eurogruppo, cioè i Paesi dell'Ue che hanno adottato l'euro

Il presidente dell'Eurogruppo: Merkel e Sarkozy sono tornati al buonsenso

MARCO ZATTERIN
inviato a lussemburgo

Nel piano francotedesco per salvare l’euro Jean-Claude Juncker trova ragioni sufficienti «per applaudire il ritorno del buonsenso». Dal summit dei leader Ue che si apre stasera a Bruxelles si attende «un’idea per l’architettura dell’Eurozona che sia definitiva e comprensibile per i mercati». Il suo pacchetto di proposte è pragmatico, gira su maggiori controlli preventivi di bilancio, verifiche severe, sanzioni semiautomatiche e un fondo salvastati più flessibile. Conta sul sostegno di un’Italia ritrovata. «Monti sta affrontando i problemi con stile - spiega il numero uno dell’Eurogruppo -. E’ un tecnico, ma quando tornerà la politica non potrà che ispirarsi al suo incontestabile successo».

Per entrare nel palazzo che ospita l’ufficio del primo ministro lussemburghese basta suonare un banale campanello d’ottone. Oltre una porta di legno chiaro, con pochi passi si arriva alla stanza del premier. Non ci sono scanner, né polizia. Juncker siede a un tavolo di vetro, in un ambiente accogliente e informale. La finestra è spalancata perché fuma. «Abbiamo abusato dell’aggettivo storico in molte occasioni - ammette -, però stavolta è importante davvero. Siamo alla svolta».

Presidente, partiamo dalla fine. Cosa vuole dal vertice?
«Vorrei un’intesa sui punti necessari per dimostrare ai mercati e agli osservatori la volontà di dotarci di strumenti capaci di garantire la stabilità dell’Eurozona in modo rapido, flessibile e senza possibilità di essere bloccati da veti»

Quali sono i cardini?
«Ne vedo quattro. Anzitutto, il rafforzamento della vigilanza sulla politica fiscale, con procedure di voto a maggioranza qualificata inversa per tutte le tappe del processo. Vuol dire che una sanzione parte automaticamente e può essere fermata solo se abbastanza stati votano contro. Noi del Benelux lo chiediamo da sempre. Sono lieto di vedere che dopo tutte le discussioni la Francia, e anche la Germania, hanno cambiato idea».

Gli altri punti?
«È essenziale che Commissione, Eurogruppo ed Ecofin abbiamo strumenti per esaminare in anticipo le leggi di bilancio e vederne la compatibilità col quadro europeo. In parallelo, dobbiamo far si che gli interventi del meccanismo di stabilità (Efsf/Esm) siano decisi a maggioranza. Infine serve che il principio della partecipazione privata ai salvataggi non sia una precondizione per i piani di auto, ma venga valutata in linea con le pratiche del Fmi».

Vede la Bce partecipare attivamente alla vita dell’Esm?
«La Bce è indipendente. Non sta a noi dire cosa può o non può fare. Certo deve ascoltare i governi, ma non dobbiamo mettere alcuna pressione per indirizzare le sue manovre».

Occorre cambiare i Trattati per rafforzare l’Eurozona?
«Dobbiamo prima intenderci sugli obiettivi da raggiungere e poi sugli strumenti da adottare. Una revisione del protocollo 12 è la via più rapida. Se non fosse sufficiente, si potranno scegliere altre strade, purché sia con chiarezza e senza troppi dibattiti di ratificazione nazionali che possono far sorgere disaccordi laddove non ci sono».

Il piano Merkel/Sarkozy annulla il patti di Deauville. Un bene?
«Noto con soddisfazione che Francia e Germania hanno preso le distanza dai loro impegni dell’ottobre 2010 e si ricongiungono a chi si lamentava per le loro scelte. Volevano la partecipazione dei privati ai salvataggi e non le sanzioni automatiche. Ora è il contrario, ora ci dicono che avevamo ragione a protestare».

Abbiamo perso un anno?
«Non lo direi in modo così drammatico. Diciamo che potevamo finire prima. Ma è meglio tardi che mai».

E’ mancata la solidarietà?
«La crisi si risolve con un rapporto virtuoso fra la solidità degli uni e la solidarietà degli altri. La Germania voleva che il paesi del Sud facessero più sforzi, i paesi del Sud chiedevano troppa solidarietà. Adesso le cose stanno andando a posto».

Come giudica il debutto del nuovo governo italiano?
«Ammiro Mario Monti, abbiamo avuto spesso modo di scontrarci, così conosco la qualità delle sue ambizioni. Sta prendendo in mano il Paese con convinzione. Ho fiducia in lui».

Il problema del Paese era politico?
«Le difficoltà fiscali ed economiche sono impressionati e Monti sta cercando di risolverle. C’era però una questione di credibilità rispetto al modo di fare del vecchio governo. Talvolta avevamo l’impressione che gli annunci andassero nel senso giusto e poi tutto seguisse con grande ritardo. La fiducia sta tornando».

Monti, però, è un tecnico.
«L’attuale governo ha la fiducia del parlamento e dunque ha pieni poteri democratici».

Al vertice le mancherà Silvio Berlusconi?
«Ci sarà Monti. Mi fa piacere sapere che sarà al mio stesso tavolo».

da - http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/433504/
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