CRISI ECONOMICA
Pensioni, coro di no dai sindacati
Marcegaglia: "No veti, ma paghino tutti"
Cgil, Cisl e Uil attaccano duramente l'ipotesi di blocco dell'adeguamento all'inflazione e l'innalzamento dei contributi per l'anzianità allo studio del governo.
"Misure inaccettabili che sono l'esatto contrario dell'equità". Camusso: "È l'ora che governo chiami le parti sociali".
La leader degli industriali: "Niente è intoccabile, qui bisogna salvare il Paese"
Pensioni, coro di no dai sindacati Marcegaglia: "No veti, ma paghino tutti"
ROMA - Unite nel chiedere al governo Berlusconi di adottare provvedimenti per la crescita ben prima che la crisi si palesasse in tutta la sua gravità, la leader Cgil Susanna Camusso e la presidentessa degli industriali Emma Marcegaglia tornano a fronteggiarsi su posizioni contrapposte in vista dei provvedimenti dell'esecutivo tecnico guidato da Mario Monti in tema di pensioni.
I sindacati sono sul piede di guerra contro le ipotesi di intervento sul sistema previdenziale 1 che, stando alle indiscrezioni, sarebbe allo studio del governo. "Il governo deve sapere che 40 è un numero magico e intoccabile" ha affermato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. "Ad oggi inoltre - ha aggiunto la Camusso prima di partecipare a un incontro a Bologna sul tema del lavoro - non è arrivata nessuna convocazione da parte del governo. Si rischia di continuare a commentare indiscrezioni, indicazioni - prosegue Camusso -. Credo sarebbe giunta l'ora che il governo chiami le parti e ponga il tema di quali scelte intende fare e di come intende discuterne".
Ma alla Camusso replica Emma Marcegaglia: "Ormai di intoccabile non c'è più niente. Certamente credo che vadano toccate le pensioni: 40 anni non è un numero invalicabile. Questo non è il momento di porre veti. Noi siamo disponibili a fare tutto quello che è necessario, però non è questo il momento di porre veti, qui bisogna salvare il Paese", ammonisce severa a margine del direttivo di Confindustria. La manovra "è necessaria" ed è "importante che ci siano anche misure che aiutino la crescita, perché il Paese è in recessione - afferma ancora la presidente degli industriali -. Non ammazziamo del tutto l'economia".
Secondo la Marcegaglia, bisogna che "tutti capiscano che o ci salviamo tutti o perdiamo tutti. Siamo d'accordo sul fatto che la manovra debba essere equa. Certamente penso vadano toccate le pensioni di anzianità e 40 non è un numero invalicabile. Bisogna poi far pagare tutti. Non possono essere solo i pensionati a pagare. Che poi non significa pagare ma lavorare un po' di più, come succede in tutti i paesi del mondo perché in nessun paese si va in pensione a 58 anni. Tutti facciano i sacrifici, che devono essere equi".
Sulla stessa linea l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, che esprime grande fiducia nel presidente del Consiglio. Parlando a Washington, dove si trova per la conferenza organizzata dal Council for the United States and Italy, Marchionne ha affermato che "Monti ha tutte le qualità e la credibilità internazionale per fare quello che deve essere fatto". Secondo il numero uno del Lingotto, ora c'è bisogno di "fatti non promesse. Per reagire alla crisi l'Italia necessita di azioni concrete e non di annunci. L'Italia", ha proseguito, "deve mostrare determinazione e rigore per risanare le finanze pubbliche e deve fare le riforme strutturali delle pensioni e del mercato del lavoro, deve costruire le fondamenta sulle quali il Paese, ad un certo punto possa tornare a crescere".
Il mondo sindacale resta comunque in agitazione in attesa delle mosse di Monti. "Se fossero vere le notizie anticipate dalla stampa riguardo alle misure sulle pensioni, ci troveremmo di fronte a provvedimenti inaccettabili", afferma Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil. "Se sono vere le anticipazioni - aggiunge - l'approccio ai temi più generali della previdenza sarebbe ancora una volta basato sulla volontà di fare esclusivamente cassa con le pensioni, e sarebbe anche la dimostrazione che il tema giovani viene usato solo strumentalmente, e non per dare risposte effettive".
"Il ventilato blocco dell'adeguamento all'inflazione delle pensioni in essere è esattamente il contrario dell'equità - rincara la dirigente Cgil - perché colpisce le fasce più deboli, già impoverite dalla caduta del potere d'acquisto di salari e pensioni, e non in grado di reggere ulteriori colpi a condizioni di vita che si sono fatte sempre più difficili, con effetti anche sulle condizioni generali del paese segnate dalla caduta dei consumi e delle dinamiche recessive in atto".
Valutazioni fortemente negative anche dalla Fnp Cisl. "Diciamo un no deciso all'ipotesi di un blocco totale del recupero dell'inflazione per le pensioni che il governo vorrebbe attuare nel 2012", replica il segretario generale Gigi Bonfanti. Si tratterebbe, prosegue, di una decisione che "andrebbe ad aggravare la situazione già fin troppo difficile di fronte alla quale si trovano i pensionati, che ancora una volta sarebbero chiamati a farsi carico di sacrifici enormi per dare respiro al paese di fronte a una crisi che colpisce i soggetti più deboli della società".
Netta contrarietà anche dal leader della Uil Luigi Angeletti che punta l'indice in particolare contro le ipotesi di portare a 43 gli anni di contribuzione necessari per accedere alla pensione di anzianità. "Sarebbe ingiusto - dice il segretario - I lavoratori non avrebbero nessun aumento alla pensione; lavorerebbero gratis. E' un obolo, una donazione alle casse pubbliche".
Le misure economiche che sarebbero attualmente al vaglio del nuovo governo, ricevono anche la sonora bocciatura del Codacons. "I provvedimenti allo studio dell'esecutivo, emersi in queste ore, trovano la netta opposizione dei consumatori - spiega il presidente del Codacons Carlo Rienzi - Dall'Iva alle pensioni, passando per l'Ici, sono tutte misure che danneggiano il ceto medio-basso, il quale già versa in condizioni pietose, e che determineranno l'ingresso di migliaia di cittadini nella fascia di povertà".
Tra le misure che l'Italia dovrà intraprendere per adeguarsi alle richieste dell'Unione Europea 2 e alle previsioni di recessione della Ocse 3, stando alle indiscrezioni trapelate ieri, ci sarebbe, come detto, anche un'innalzamento del numero di anni necessari per il riconoscimento della pensione di anzianità 4 e una stretta sui vitalizi dei parlamentari 5.
(30 novembre 2011) © Riproduzione riservata
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http://www.repubblica.it/economia/2011/11/30/news/sindacati_contro_ipotesi_pensioni-25836847/?ref=HREA-1