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Autore Discussione: SHAHID JAVED BURKI - India-Pakistan prove di dialogo  (Letto 1693 volte)
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« inserito:: Novembre 27, 2011, 03:25:13 pm »

27/11/2011

India-Pakistan prove di dialogo



I leader dei paesi membri del Saarc (Associazione dell’Asia meridionale per la cooperazione regionale) si sono incontrati la scorsa settimana alle Maldive per il loro 17° vertice annuale. I summit precedenti avevano ottenuto poco in termini di cooperazione regionale.
Se sono meritevoli di essere ricordati è solo per i progressi ottenuti nel dialogo tra India e Pakistan. Anche se stavolta non è stato molto diverso ci sono segni crescenti di un disgelo nelle relazioni. Il miglioramento del rapporto tra India e Pakistan - il principale ostacolo ad una maggiore cooperazione economica in Asia meridionale - è cominciato quando i governi dei due Paesi hanno deciso di lavorare insieme per raggiungere un comune vantaggio.

È successo nel 2004, quando, dopo aver accettato di avviare quello che chiamavano il «dialogo articolato» in grado di coprire gli otto nodi che li aveva tenuti separati per decenni, l’India e il Pakistan concordarono di adoperarsi per la creazione del Safta, la zona di libero scambio dell’Asia meridionale. Senza tali minimi accordi, la stasi in Asia meridionale è la regola. La Safta è stata varata nel luglio 2006, ma ha fatto poco per incrementare gli scambi tra India e Pakistan, che si sono evoluti assai poco dal 1947, quando i due Paesi intrapresero la prima di molte guerre, commerciali e non, l’uno contro l’altro. Nel novembre 2008, dopo l’attacco di un gruppo di terroristi a Mumbai, il centro finanziario dell’India, l’India accusò il Pakistan di coinvolgimento negli attacchi e sospese tutti i rapporti con il suo vicino. Il dialogo articolato è stato messo in attesa, essendo entrambe le parti incapaci di liberarsi del pesante fardello di decenni di ostilità e rivalità. Non di meno, le relazioni bilaterali si sono leggermente ammorbidite negli ultimi 18 mesi.
Il processo è iniziato durante un incontro in Bhutan tra il primo ministro indiano Manmohan Singh e Yousaf Raza Gilani, il suo omologo pakistano.

L’India ha acconsentito ad iniziare a parlare di nuovo con il suo vicino, accettando l’argomento del Pakistan che è anch’esso vittima del terrorismo. Dopo quella riunione, i primi ministri dei due Paesi si sono incontrati quattro volte, sempre a margine di incontri internazionali. I loro ministri degli Esteri si sono incontrati tre volte, e i loro ministri del commercio una volta. Gli indiani hanno accettato di riprendere il dialogo sospeso con il Pakistan, nonostante il totale fallimento del tentativo di risolvere per via legale gli attacchi di Mumbai, così come l’incapacità o l’indisponibilità del Pakistan ad agire contro i due gruppi terroristici nazionali che l’India aveva accusato di aver ideato questi e molti altri attacchi sul suo territorio. Il risultato più importante di questi nuovi contatti è stato la decisione del governo pakistano, il 2 novembre, di concedere all’India lo status di Mfn (Most favoured nation), nazione privilegiata nelle relazioni commerciali. In base alle regole dell’Organizzazione mondiale del commercio, lo status di Mfn avrebbe dovuto essere concesso solo dopo l’ingresso di entrambi i Paesi nell’associazione.

L’India ha concesso lo status di nazione privilegiata al Pakistan nel 1996, ma il Pakistan ha temporeggiato, nella speranza di ottenere dall’India concessioni sulla questione irrisolta del Kashmir. Questo, naturalmente, non è accaduto, e il Pakistan ha finalmente cambiato idea. Questo implica che il commercio con l'India sarà condotto secondo lo stesso insieme di regole e tariffe che disciplinano il commercio di altri Paesi con il Pakistan. L’India ha risposto al gesto del Pakistan sostenendo la sua candidatura per l’adesione al Consiglio di Sicurezza dell’Onu e ritirando le sue obiezioni alla scelta dell’Unione europea di concedere particolari privilegi agli esportatori tessili del Pakistan. Così l’incontro del Saarc alle Maldive ha offerto l’opportunità per un ulteriore allentamento delle tensioni. Il vertice è iniziato con un incontro bilaterale tra i primi ministri dei due Paesi. Dopo un’ora insieme, sono usciti per annunciare alla stampa che non era stato raggiunto un accordo su nuovi passi volti a migliorare le relazioni.

Gilani, tuttavia, ha detto che avevano «discusso tutte le questioni fondamentali, tra cui il Kashmir», e che speravano «che il prossimo giro sarà più costruttivo, più positivo, e aprirà un nuovo capitolo nella storia di entrambi i Paesi». Dato che le relazioni del Pakistan con gli Stati Uniti sono senza dubbio al livello più basso di sempre, i leader pakistani sembrano determinati a raffreddare i dissidi con le altre potenze mondiali, in particolare con l’India. Gilani ha di nuovo invitato Singh a visitare il Pakistan. Singh, in linea con la prassi del passato (ha ricevuto almeno sei inviti da vari leader pakistani, a partire dall’allora presidente Pervez Musharraf), è rimasto nel vago, ma si è rivolto con calore al suo omologo pakistano. «Ho sempre guardato a Gilani come a un uomo di pace, e ogni volta che lo incontro la mia convinzione si rafforza ulteriormente», ha detto alla stampa.

Dal vertice Saarc ci si aspettava di più di quello che è stato ottenuto, in gran parte a causa delle aspettative disattese per l’incontro tra i primi ministri indiano e pakistano a margine della manifestazione principale. La «Dichiarazione di Addu», rilasciata dopo la conclusione della riunione, ha promesso piccole mosse dagli otto Stati membri della Saarc, piuttosto che una svolta su questioni quali la risoluzione delle controversie commerciali, la concessione di diritti di transito e gli incentivi agli investimenti transfrontalieri.
 
La perdurante ostilità tra India e Pakistan, le maggiori economie della regione, rimane l’ostacolo fondamentale a tale svolta.
Né Gilani, né Singh erano certi dell’appoggio della pubblica opinione nazionale a un ulteriore miglioramento delle relazioni, così sono andati sul sicuro, piuttosto che adottare la coraggiosa leadership che l’occasione richiedeva.


*Ex ministro delle Finanze del Pakistan e vice presidente della Banca Mondiale, è attualmente presidente dell’Institute of Public Policy di Lahore.

Copyright: Project Syndicate, 2011.
www.project-syndicate.org

Traduzione Carla Reschia


da - http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=9485
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