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Autore Discussione: Nicoletta COTTONE. Anche i fedelissimi chiedono al premier di dimettersi  (Letto 3997 volte)
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« inserito:: Novembre 05, 2011, 07:45:27 pm »

Anche i fedelissimi chiedono al premier di dimettersi

di Nicoletta Cottone

Anche i fedelissimi chiedono a Berlusconi di dimettersi. Nella foto Gianni Letta, Angelino Alfano, Denis Verdini (Ansa)Anche i fedelissimi chiedono a Berlusconi di dimettersi. Nella foto Gianni Letta, Angelino Alfano, Denis Verdini (Ansa)

Anche i fedelissimi chiedono a Berlusconi di fare un passo indietro e di dimettersi. Ieri sera, infatti, il segretario del Pdl, Angelino Alfano, l'uomo "dei numeri'"del partito, Denis Verdini, e il braccio destro del premier, Gianni Letta, sono entrati nello studio del Cavaliere con una di quelle somme che non lasciano scampo: alla Camera la maggioranza non ha più i numeri. Tabulati e ultime defezioni comprese, la matematica ferma l'asticella a quota 306. La linea suggerita dai tre uomini di partito a Silvio Berlusconi sarebbe stata quella delle dimissioni e di un nuovo esecutivo aperto e sostenuto dall'Udc.

Il Cavaliere vorrebbe attendere martedì
Il Cavaliere avrebbe chiesto almeno di aspettare fino a martedì, quando Montecitorio dovrà esprimersi sul Rendiconto, che già una volta costò al premier un passaggio parlamentare obbligato con tanto di voto di fiducia. Linea che non piace ai suoi che giudicano rischioso avventurarsi in voti cruciali con queste contingenze.

Il premier resta a Roma per contattare i dissidenti «uno per uno»
Intanto proseguono i contatti di Berlusconi con esponenti della maggioranza, tanto che il premier ha rinviato la sua partenza da Roma ed è restato a Palazzo Grazioli. Già ieri Berlusconi aveva spiegato, nel corso della conferenza stampa post-G20, di aver intenzione di contattare «a uno a uno» i dissidenti che si stanno manifestando all'interno dello schieramento di centrodestra. D'altra parte il tempo stringe. Il primo test che la maggioranza sarà chiamata ad affrontare è martedì quando a Montecitorio si voterà sul Rendiconto generale dello Stato. E sul vecchio testo l'Esecutivo era caduto.

Ft al premier: "In nome di Dio, dell'Italia e dell'Europa vattene!"
Oggi un grande quotidiano economico come il Financial Time scriva un editoriale in cui, mettendo in risalto le similitudini tra Italia e Grecia, si rivolge a Berlusconi con le parole di Oliver Cromwell "In nome di Dio, dell'Italia e dell'Europa vattene!". Un articolo che non passa inosservato fra le file dell'opposizione. «Se Berlusconi – ha sottolineato Marina Sereni, vicepresidente dell'Assemblea Nazionale del Pd - anziché vedere ristoranti pieni e file agli aeroporti, prendesse finalmente atto di essere lui il principale problema dell'Italia in questo momento, renderebbe finalmente un servizio utile al suo Paese». Sulla stessa linea Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del Pd.«Noi copiamo il prestigioso quotidiano finanziario britannico per dire a Silvio Berlusconi: "in nome di Dio, dell'Italia e dell'Europa, vattene"». Per Ventura, «soltanto un cambio di leadership potrà dare fiducia - dicono dall'inghilterra - e sottolineano che non sarà però automatico restituire piena fiducia ai mercati, certo, sarà difficile e non indolore per un paese che ha sopportato anni di colpi di scena inefficaci, ma oggi a piazza San Giovanni, con il Pd c'é l'Italia che può costruire un futuro migliore».

Fini: non a un governicchio da ribaltone
Il Fli e il Terzo Polo, se dovesse essere sfiduciato l'esecutivo presieduto da Berlusconi, non sono disponibili per formare «un governicchio da ribaltonista». Lo ha detto oggi a Viterbo il presidente della Camera Gianfranco Fini. «Noi auspichiamo un governo di larghe intese, presieduto da una importante figura, individuata dal presidente della Repubblica - ha aggiunto - di cui faccia parte il Pdl. Anzi, a mio avviso, il partito che ha vinto le ultime elezioni ha anche il diritto di indicare il successore di Berlusconi».

Casini: serve un nuovo governo con base parlamentare ampia
Inutile «litigare per guidare una nave che sta andando ad infrangersi contro gli scogli» serve piuttosto che tutti «facciano un passo indietro» nell'interesse nazionale. È il messaggio lanciato da Torino a esecutivo e
opposizione dal leader dell'Udc. Pier Ferdinando Casini. «Non si tratta di chiedere un passo indietro solo a qualcuno come a Berlusconi, qui la questione è che tutti noi dobbiamo fare un passo indietro per far fare un passo avanti all'Italia», ha osservato Casini. La ricetta dell'Udc non sono nuove elezioni ma piuttosto «un governo che abbia una base parlamentare ampia, che faccia le scelte impopolari che servono al paese e che ci vengono sollecitate dalle autorità finanziarie internazionali».

Rutelli (Api): l'Italia rischia di fallire per l'incapacità di Berlusconi
«Sono necessarie riforme difficili, il dramma del Paese si riassume in questo blocco, in questa paralisi», ha sotolineato il leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli. «L'Italia ha bisogno di riforme coraggiose e difficili, ma Berlusconi non ha la voglia, né la capacità di farle, e tuttavia pretende di restare al potere», sottolinea Rutelli. «È per questa condizione paralizzante che l'Italia rischia di fallire».

Belisario (Idv): Berlusconi lasci perdere il pallottoliere e si dimetta
«Berlusconi lasci perdere il pallottoliere e la contabilità parlamentare - ha detto il capogruppo dell'Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario - e guardi in faccia alla realtà: ormai non ha più i numeri per governare, la sua maggioranza continua a perdere pezzi ogni giorno e ora anche i fedelissimi si stanno dando alla fuga. Il premier riconosca di aver fatto il suo tempo e si faccia da parte».

Il Sole 24 ORE - Notizie (12 di 36 articoli)

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« Risposta #1 inserito:: Novembre 25, 2011, 10:46:29 pm »

Monti: nuove misure con il consenso delle parti sociali.

Il premier riceve Canzio a palazzo Chigi

di Nicoletta Cottone

25 novembre 2011

Nel corso del Cdm il premier, Mario Monti, fa fatto una relazione all'Esecutivo sugli incontri europei, riconfermando l'impegno a raggiungere gli obiettivi stabiliti in sede europea (e in particolare il pareggio di bilancio nel 2013), «identificando con chiarezza un programma di riforme strutturali "equo ma incisivo" da perseguire con il consenso delle parti sociali». Lo riferisce la nota di Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri. Durante il Cdm non si è parlato della questione legata alle nomine di sottosegretari e viceministri.

Sarkozy e Merkel hanno espresso piena fiducia in Monti
Il premier Monti, parlando degli incontri europei ai suoi ministri, ha sottolineato «che l'Italia ha dimostrato nel suo recente passato di aver compiuto progressi significativi in materia di consolidamento fiscale, mentre l'impegno a rendere tale consolidamento sostenibile sarà attuato in tempi rapidi attraverso misure di impulso alla crescita». Da parte loro, ha riferito il premier, Sarkozy e Merkel hanno espresso «piena fiducia nel presidente Monti e nel suo Governo e ribadito il sostegno all'Italia dicendosi consapevoli che un crollo dell'Italia porterebbe inevitabilmente alla fine dell'euro, provocando uno stallo del processo di integrazione europea dalle conseguenze imprevedibili».

Clini: misure sul risanamento quando saremo pronti
«Presenteremo le misure» per il risanamento del debito pubblico «quando saremo sicuri, non so i tempi», ha detto il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, lasciando Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri. Clini si è poi soffermato sulle parole di encomio rivolte dalla cancelliera Angela Merkel al governo italiano, ieri a Strasburgo. «Quando ha parlato di misure impressionanti, intendeva riferirsi allo sforzo e all'impegno che il governo sta mostrando. Non si possono fare annunci per poi tornare indietro», per cui «presenteremo le misure quando saremo pronti». La Merkel, dunque, «voleva dire - ha aggiunto Clini - che c'è un impegno molto importante. Non sono ancora state prese delle singole misure». Per il futuro, ha concluso il ministro, «dobbiamo attenderci di essere più efficienti e più equi. Sacrifici non è il termine appropriato. Serve impegno, ma non dobbiamo avere paura: il presidente Mario Monti e io stesso non ci saremmo impegnati in una missione tanto importante se non fossimo sicuri che l'Italia potrà uscirne bene».

Monti riceve a palazzo Chigi il ragionere generale Canzio
Al termine del Consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio, Mario Monti - secondo quanto si apprende da fonti di governo - ha ricevuto a Palazzo Chigi il Ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio.

Approvato l'assetto dell'Agenzia per la destinazione dei beni confiscati
Il Cdm ha definitivamente approvato tre regolamenti che conferiscono un assetto definitivo all'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. I decreti riguardano la dotazione organica, la contabilità finanziaria ed economico-patrimoniale, la disciplina dei flussi informativi e delle comunicazioni telematiche. L'Agenzia potrà coadiuvare l'Autorità giudiziaria dal momento del sequestro dei beni fino alla confisca definitiva. Prevista la separazione della contabilità relativa alla gestione dell'Agenzia dalle attività di amministrazione, custodia, destinazione e vendita dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata nonchè l'organizzazione della rete di comunicazione e lo scambio di dati con i soggetti coinvolti nelle procedure di amministrazione e destinazione dei beni.

Ratificati atti internazionali
Approvati anche tre disegni di legge di ratifica di Atti internazionali. Si tratta del Protocollo di modifica della Convenzione fra l'Italia e Mauritius per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e prevenire le evasioni fiscali; dell'Accordo sul reciproco riconoscimento dei titoli di studio universitari rilasciati in Italia e San Marino ai fini del proseguimento degli studi; dell'Accordo fra l'Italia e le Isole Cook sullo scambio di informazioni in materia fiscale. Approvato anche un disegno di legge che autorizza l'adesione dell'Italia alla Convenzione internazionale del 2001 sul controllo dei sistemi antivegetativi nocivi sulle navi.

Stato di emergenza nella provincia di Messina e all'isola d'Elba
Dichiarato lo stato d'emergenza nei territori della provincia di Messina e dell'isola d'Elba, colpiti da eccezionali avversità atmosferiche.

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DA - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-25/clini-presenteremo-misure-quando-124438.shtml?uuid=AaEfZYOE
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« Risposta #2 inserito:: Dicembre 05, 2011, 11:45:14 pm »

Monti: è decreto salva-Europa.

Sacrifici temporanei, fuori dall'euro il baratro della povertà

di Nicoletta Cottone

5 dicembre 2011

Ieri l'ha chiamato decreto salva-Italia, oggi Mario Monti allarga i 'confini' della manovra. «In questa fase è anche 'salva-Europa'», perchè attraverso il decreto «passa pro-quota anche la salvezza della Unione europea». Un concetto che il premier ripete da giorni, ma che oggi rincara dinanzi all'assemblea di palazzo Madama. Poco prima alla Camera, nell'informativa del Governo sul decreto varato ieri dall'Esecutivo, Monti aveva detto che «al di fuori dell'euro e della casa comune dell'Unione europea ci sono il baratro della povertà e della stagnazione, il crollo dei redditi e del potere d'acquisto e l'assenza del futuro per il Paese e le giovani generazioni. Non esiste alternativa».

Una crisi dell'unione monetaria avrebbe conseguenze destabilizzanti per l'economia mondiale
Per Mario Monti «una crisi dell'unione monetaria avrebbe conseguenze destabilizzanti per l'intera economia mondiale. Gli sguardi dell'Europa e del mondo sono concentrati su quest'Aula». Se approverete questo pacchetto ha detto Monti, « io potrò rappresentare in Europa con più vigore e credibilità le posizioni che riteniamo migliori» per procedere a uno «sviluppo armonico dell'Unione europea». Dopo il varo del decreto Monti e al termine del vertice Sarkozy-Merkel, il differenziale tra Btp e Bund decennali tedeschi crolla a quota 382.
video

Tra qualche giorno partirà il confronto su mercato del lavoro e welfare
È in partenza anche il confronto tra governo e parti sociali su mercato del lavoro e welfare. La riforma del mercato del lavoro non è stata trattata in manovra perchè necessita di un confronto più approfondito con le parti sociali. «Negli incontri con le parti sociali che sono stati a ritmo serrato per via dell'emergenza - ha spiegato Monti - non c'è stato tempo e modo per affrontare il tema del mercato del lavoro e l'ammodernamento del welfare: è una materia che necessita in misura maggiore di un negoziato con le parti. Sarà il prossimo cantiere che a distanza di qualche giorno partirà».

La riduzione del debito pubblico è una esigenza totale
Il premier Monti ha sottolineato che «il futuro dell'euro dipende anche dalle decisioni che l'Italia sta prendendo». La riduzione del debito pubblico «è una esigenza totale. E ogni deviazione rischia di far sprofondare il paese in un abisso, l'esempio della Grecia è vicino». Ha ripetuto che «non c'é crescita né benessere senza equità» e «il rigore» rappresenta il «volano per lo sviluppo». Nel chiedere forti sacrifici, «non intendo minimizzare le richieste fatte agli italiani, ma sono sacrifici temporanei, circoscritti e distribuiti in modo equo. Sono essenziali per superare questo momento difficile». Parlando di «riforme strutturali volte a togliere i freni all'economia dell'Italia» il premier Mario Monti ha ricordato che nella manovra «è previsto un forte pacchetto di liberalizzazioni e di promozione della concorrenza».

L'Italia non fallirà
Noi «ne siamo sicuri: l'Italia non fallirà», ha detto il premier Mario Monti. Sottolineando anche come sia stata registrata «una grande attenzione positiva per quanto abbiamo deciso ieri». Monti ha detto che «ci si è fatti carico di mettere a disposizione dell'economia un significato pacchetto di misure anticicliche» e ha sottolineato come una parte della manovra sia stata dedicata al rilancio della crescita per contrastare una fase congiunturale negativa. Ha ricordato Il rifinanziamento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese: miliardi alle Pmi che altrimenti non avrebbero accesso al credito» e aiuta anche le banche. A favore della crescita e dell'occupazione, Monti ha ricordato poi la «completa deducibilità dall'Irap della componente lavoro» che "elimina una forte penalizzazione alle imprese che assumono lavoratori», in particolare «a favore dell'impiego di giovani e donne». Nella stessa direzione «il meccanismo Ace», ovvero la riduzione delle imposte sugli utili «connessi al rendimento del nuovo capitale immesso nell'impresa».

Riforma strutturale delle pensioni
Sulle pensioni il decreto salva-Italia contiene «una riforma strutturale di lungo periodo che introduce equità tra i diversi trattamenti con l'estensione a tutti del calcolo contributivo dal primo gennaio», ha deyto Mario Monti aggiungendo che gli altri tre principali capitoli sono una maggiore «equità intergeenrazionale, una maggiore flessibilità di età di pensionamento, di semplificazione».Vengono inoltre eliminati particolari regimi previdenziali, tra questi quelli delle finestre mobili. È poi prevista una accelerazioen del processo di convergenza tra uomini e donne e un aumento delle aliquote contributive». Monti ha poi spiegato che «per fare cassa» è previsto il blocco per l'adeguamento alle pensioni per il prossimo biennio, ma solo per i trattamenti superiori al doppio del trattamento minimo, grazie alla compensazione realizzata con il bollo sui capitali che hanno aderito nel passato allo scudo fiscale.

Domani il Cipe sblocca 5,2 miliardi
Domani il Cipe sbloccherà circa 5,2 miliardi di euro per opere infrastrutturali. Il decreto, ha spiegato Monti, «contiene interventi di carattere ordinamentale per sbloccare cantieri e infrastrutture». L

Interventi dolorosi sono i semi per l'Italia dei nostri figli
«Gli interventi anche dolorosi deliberati in Consiglio dei ministri contengono i semi di un'azione che mira a designare l'Italia dei nostri figli: un'Italia seria e capace di esprimere crescita duratura», afferma il Professore. Dopo le comunicazioni del premier ci sarà un dibattito della durata di un'ora circa, trasmesso in diretta televisiva. «Il Governo è consapevole di aver ricevuto dal Capo dello Stato e dal Parlamento un mandato limitato nel tempo, per questo c'è la necessità di adottare interventi urgenti».

Guardiamo con fiducia ai titoli di Stato
«Guardiamo con fiducia ai titoli di Stato», ha detto Mario Monti. «Il pacchetto di intervento prevede sacrifici ma anche crescita», afferma il Professore. «Lo spread sta denotando una grande attenzione positiva per quello che ieri ha deliberato» il governo.

Le nuove imposte agevolano la capacità produttiva
Le nuove imposte disposte con il decreto legge varato ieri dal Cdm «preservano e agevolano la capacità produttiva» del Paese. Ne è certo il premier Mario Monti, che parlando alla Camera sulla manovra sottolinea che «l'aumento delle imposte non andrà a pesare sui fattori produttivi, su cui anzi si cerca di alleviare il peso soprattutto sul lavoro, e si cerca di far contribuire ricchezza e patrimonio». Monti ha ricordato l'estensione del bollo sui conti correnti anche agli altri strumenti finanziari e il prelievo «di pari importo rispetto al bollo anche sui capitali rientrati attraverso lo scudo fiscale».

Il Sole 24 ORE - Notizie (1 di 36 articoli)

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« Risposta #3 inserito:: Giugno 23, 2013, 10:54:27 am »

Sì al ddl sul consumo del suolo.

De Girolamo: priorità al riuso e alla rigenerazione

di Nicoletta Cottone

15 giugno 2013


Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al disegno di legge in materia di contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato.

«Abbiamo previsto - ha sottolineato il ministro delle Politiche agricole, Nunzia De Girolamo - un meccanismo per fissare l'estensione massima di

superficie consumabile, attraverso il forte coinvolgimento anche delle Regioni e degli enti locali, in una battaglia che è di tutti per un bene

fondamentale come la terra». La difesa dei nostri suoli, ha sottolineato il ministro, «non è poi la lotta all'edilizia, al contrario con questo disegno

di legge introduciamo un principio fondamentale nella materia di governo del territorio che è la priorità del riuso e della rigenerazione, che

consentirà il recupero di zone già edificate ma degradate». L'intero governo, ha detto il ministro per i Beni culturali, Massimo Bray, «ha voluto

sottolineare che la tutela del suolo é soprattutto tutela del paesaggio, fondamentale per rilanciare il nostro turismo». Ecco i punti salienti del

provvedimento.

Il testo del ddl sul consumo del suolo

Definiti i concetti di superficie agricola e consumo del suolo
Il ddl definisce i concetti di "superficie agricola" (tutti i terreni che, sulla base degli strumenti urbanistici in vigore, hanno destinazione

agricola, indipendentemente dal loro utilizzo), e di "consumo del suolo" (riduzione di superficie agricola per effetto di interventi di

impermeabilizzazione, urbanizzazione ed edificazione non connessi all'attività agricola).

Procedimento per determinare il limite della superficie consumabile
Il ddl illustra il procedimento per la determinazione del limite di superficie consumabile. Procedimento che coinvolge le Regioni e Province autonome e

che culmina con il decreto del ministro delle Politiche agricole d'intesa con il ministro dell'Ambiente, con il ministro per i Beni culturali e con il

ministro delle infrastrutture, che fissa l'estensione massima di terreni agricoli consumabili. Tale decreto viene sottoposto a verifica ogni 10 anni.

Istituzione di un Comitato interministeriale
Si prevede l'istituzione di un Comitato interministeriale, con rappresentanti anche dell'Istat e della Conferenza unificata. Avranno compiti di

controllo e monitoraggio del consumo di superficie agricola nazionale. Ogni anno Il Comitato dovrà fare un rapporto sul consumo di suolo in ambito

nazionale, che verrà poi presentato dal ministro delle Politiche agricole al Parlamento.

Previsti censimenti comunali
Per la concreta attuazione del principio del riuso del suolo, entro un anno dalla entrata in vigore della legge i Comuni dovranno provvedere: 1) al

censimento delle aree del territorio comunale già interessate da processi di edificazione, ma inutilizzate o suscettibili di rigenerazione, recupero,

riqualificazione; 2) alla costituzione e alla tenuta - all'interno delle aree censite - di un elenco delle aree suscettibili di prioritaria

utilizzazione a fini edificatori di rigenerazione urbana e di localizzazione di nuovi investimenti produttivi e infrastrutturali. Decorso il termine

senza che il censimento sia stato concluso o senza che l'elenco sia stato redatto, è vietata la realizzazione, nel territorio del Comune inadempiente,

di interventi edificatori, sia pubblici che privati, sia residenziali, sia di servizi che di attività produttive, comportanti, anche solo parzialmente,

consumo di suolo inedificato.

Divieto di trasformazione per 5 anni dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuti
È posto il divieto di utilizzo per uno scopo diverso da quello agricolo, per almeno cinque anni dall'ultima erogazione, dei terreni agricoli che hanno

usufruito di aiuti di Stato o di aiuti comunitari.

Incentivi per il recupero del patrimonio edilizio rurale
Viene incentivato il recupero del patrimonio edilizio rurale per favorire l'attività di manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici

esistenti, anziché l'attività di edificazione e costruzione di nuove linee urbane. Priorità nella concessione di finanziamenti statali e regionali

previsti in materia edilizia.

Registro al ministero delle Politiche agricole
Istituito un registro presso il ministero delle Politiche agricole in cui i Comuni "virtuosi" interessati, i cui strumenti urbanistici non prevedono

l'aumento di aree edificabili o un aumento inferiore al limite fissato, possono chiedere di essere inseriti.

Proventi dei titoli abilitativi edilizi destinati alle opere di urbanizzazione primaria e secondaria
Il ddl prevede che i proventi dei titoli abilitativi edilizi siano destinati esclusivamente alla realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e

secondaria, al risanamento di complessi edilizi compresi nei centri storici, a interventi di qualificazione dell'ambiente e del paesaggio, anche ai fini

della messa in sicurezza delle aree esposte a rischio idrogeologico, avuto riguardo alla particolare situazione di rischio che caratterizza larghe parte

del territorio nazionale in occasione di eventi calamitosi.

I paletti
Dall'entrata in vigore della legge e fino alla adozione del Dm di determinazione dell'estensione massima di superficie agricola consumabile e, comunque,

non oltre il termine di tre anni, non è consentito il consumo di superficie agricola ad eccezione della realizzazione di interventi già autorizzati e

previsti dagli strumenti urbanistici vigenti e di lavori già inseriti negli strumenti di programmazione delle stazioni appaltanti.

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« Risposta #4 inserito:: Febbraio 26, 2014, 05:41:02 pm »

Debiti Pa, Renzi: 60 miliardi in 15 giorni dalla Cassa depositi e prestiti
Intervista di Fabrizio Forquet

25 febbraio 2014

di Nicoletta Cottone

«La Cassa Depositi e Prestiti ci può aiutare a fare quello che ha fatto la Spagna, per circa 60 miliardi di euro, con un effetto benefico immediato. Aiuterà i fondi per lotta al credit crunch, e in 15 giorni permetterà di sbloccare i 60 miliardi che sono bloccati per i debiti della Pa», ha detto il premier Renzi a palazzo Chigi intervistato da Giovanni Floris in coda alla trasmissione Ballarò. Pronti due emendamenti per consentire alla Cdp di intervenire, ha spiegato il premier.

Cuneo fiscale: ragioniamo sugli oneri sociali
«Sul cuneo fiscale, ci sono scuole pensiero diverso, Padoan (il ministro dell'Economia, ndr) si è preso tempo per verificarle. Alcuni professori della Bocconi insistono su 20-23 miliardi, altri hanno idea diversa. Un modo è abbassare Irap, un altro è abbassare Irpef, il terzo sul quale stiamo ragionando è quello degli oneri sociali», ha detto Renzi a Ballarò. Assicura che «entro un mese ci sarà un percorso preciso, con quanto prendiamo, da dove, con fonti come spending review, recupero dei denari da accordi internazionali come quello con la Svizzera».

Verificheremo se c'è spazio per aumentare la tassa sulle rendite finanziarie
«Nella discussione verificheremo se c'é spazio per aumentare, non sui Bot ma sulle rendite finanziarie pure, e abbassare invece il costo del lavoro», ha detto Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio ha ricordato che «l'Italia ha una tassazione sul lavoro più alta d'Europa e una sulle rendite finanziarie sostanzialmente delle più basse, anche se aumentata di recente». Dunque un intervento, ha detto ancora, «può essere sui capital gain o sulle transazioni classiche o sui Bot. L'ipotesi emersa dalle parole di Delrio era sui 100mila che non cambiano se si pagano 15 invece di 10 euro di tasse ma io dico di attendere la riforma complessiva sistema del fiscale. C'é la delega ancora aperta».

Con Padoan decidiamo insieme, non è un signor no
Poi ha parlato del suo rapporto con il nuovo ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. ««Con Padoan decidiamo insieme», ha assicurato Matteo Renzi sottolineando che «questo é un punto importantissimo, il fatto che non ci sia contrapposizione o un 'ragioniere' che dica se una cosa si può fare o non si può fare». Il presidente del Consiglio ha assicurato che con il ministro dell'Economia «condividiamo l'idea di fondo che se non mettiamo in circolo denari ...».

Nessun conflitto di interessi per Guidi e Poletti
Ci sono problemi con la Guidi sul conflitto di interessi? «Assolutamente no», ha detto Renzi. «Quando ho chiesto alla Guidi di darmi una mano le ho chiesto come sei messa con il conflitto di interessi. Noi controlleremo giorno dopo giorno. Lo stesso con Poletti, a me piace che il ministro del Lavoro non abbia soltanto cartelline».

Voglio che palazzo Chigi sia una casa di vetro
Poi la trasparenza. «Voglio che Palazzo Chigi sia una casa di vetro in termini di trasparenza, con un investimento sulla comunicazione», ha detto il premier.

Capisco il dispiacere di Letta, ma il Pd mi ha chiesto di accelerare
Ha anche parlato del gelo con Letta, culminato nella cerimonia della campanella. «Sono molto triste per come è stata riportata la vicenda a Palazzo Chigi con Letta, ma il tempo è galantuomo. Lo so io come sono andate le cose, ma sono convinto lo sappiano anche gli italiani. Io la politica la faccio con il sentimento, non con il risentimento», ha detto il premier. «Ho pensato che é comprensibile, dal punto di vista umano, il dispiacere quando si lascia un luogo in cui si é lavorato, ma ora risolvo le questioni degli italiani». Ha detto che avrebbe preferito un'altra soluzione «ma questa accelerazione mi é stata chiesta». Da chi? «Prima di tutto dal Pd e poi dagli altri alleati. È vero o no che il governo era fermo e impantanato». «L'urgenza del cambio della guardia al governo é dettata dall'angoscia delle persone che vogliono che le cose cambino. E io avverto quest'ansia».

Spero che i grillini tornino a parlare di cose concrete
Confessa di essere rimasto «un po'colpito dai grillini» quando «per una sorta di ingenuità ho scritto a Di Maio e loro invece si sono messi, intonati da uno di loro, a schioccare le dita in Aula modello Famiglia Addams». Matteo Renzi, intervistato per Ballarò, mette sul piatto il taglio ai costi della politica e dice ai 5 Stelle: «Vadano sui tetti o dove vogliono ma fuori dei Palazzi, e oggi - annota - siamo stati 9 ore dentro la Camera, c'é gente che aspetta che le cose si facciano. E io spero che i grillini tornino a parlare di cose concrete». .

Vado avanti, al massimo mi mandano a casa
«Non c'è da mediare ma da tirare, da trainare. L'obiettivo finale è la riforma del lavoro, semplificare il fisco, modificare la Pa, cambiare la giustizia, per fare questo sono tutti d'accordo da trent'anni ma poi non lo fanno. Io vado avanti, al massimo mi mandano a casa. Se la politica sbaglia va in malora il Paese», ha detto Renzi.

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DA - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-02-25/debiti-pa-renzi-60-miliardi-15-giorni-cassa-depositi-e-prestiti--232350.shtml?uuid=ABU3Q9y
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« Risposta #5 inserito:: Aprile 07, 2014, 05:36:05 pm »

Chiti sfida Renzi: il Senato elettivo non è una controriforma

Di Nicoletta Cottone

3 aprile 2014

Una Camera bassa con 315 deputati, un Senato delle autonomie formato da 106 parlamentari eletti direttamente dai cittadini (100 in Italia e 6 all'Estero), con funzioni di controllo e garanzia soltanto su materie di natura costituzionale, trattati internazionali, diritti fondamentali delle persone, legge elettorale ed ordinamenti dell'Unione europea. Questi i principali punti del ddl di riforma costituzionale presentato a palazzo madama da Vannino Chiti e sostenuto da 22 senatori della minoranza Pd e da altri tre senatori: due di opposizione ed uno di maggioranza. Il testo mira a introdurre l'elezione diretta dei 106 senatori previsti, con un sistema proporzionale, che escluda ogni rappresentante delle autonomie locali «perché è impensabile poter far bene due mestieri per volta».

Chiti: non è una controriforma
«Non è una controriforma - ha sottolineato Chiti - perché noi spingiamo per il rinnovamento, ma una riforma che affronta il problema molto grosso del bilanciamento dei poteri. Ogni parlamentare ha un vincolo di lealtà verso il suo partito ma anche verso i cittadini. Renzi ha posto 4 paletti per la riforma del Senato. Noi condividiamo appieno 3 di questi, anzi, li superiamo, ma per il terzo poniamo una questione. La sovranità dei cittadini va garantita. Non imponiamo nulla, tenteremo di convincere della bontà delle nostre ragioni. Da oggi si discute».

Mucchetti: non siamo gli infedeli
Il ddl Chiti evidenzia la contrapposizione interna al Pd rispetto alla linea del premier Renzi. Il premier, sottolinea Massimo Mucchetti, «non è il verbo e noi non siamo gli infedeli». Fino a prova contraria siamo ancora senza vincolo di mandato», rincara Corradino Mineo, che ricorda a chi gli chiede come reagirebbe davanti a un ultimatum di Renzi che «non si può porre la fiducia su un ddl costituzionale».

La via, ha sottolineato invece Chiti, «è quella del confronto». In commissione, ha detto Mineo, «potremmo anche presentare emendamenti a un testo di base o diverso, ma potrebbe sembrare ci si voglia mettere di traverso. Noi non vogliamo mettere i bastoni tra le ruote, ma discutere». Il pericolo, paventa Chiti, «è che se si andasse a referendum confermativo da parte dei cittadini, siamo sicuri che tutta la riforma non andrebbe a monte su un punto come questo che poniamo?».

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Da - http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-04-03/chiti-sfida-renzi-senato-elettivo-non-e-controriforma-154051.shtml
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