Cronache
22/10/2011 - INCHIESTA ENAC, GASPARRI ATTACCA: RICOSTRUZIONE TORTUOSA E POCO CONVINCENTE, RESTA IL DUBBIO
"D’Alema ha saldato i voli Non c’è stato alcun illecito"
D'Alema si difende. E' accusato di finanziamento illecito di parlamentare per i voli della Rotkopf
FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA
L’imputazione è nota: finanziamento illecito a parlamentare. La vicenda, anche: cinque voli su un Cessna della società low cost «Rotkopf Aviation», quest’ultima al centro di un’inchiesta spinosa per corruzione e truffa, che hanno permesso all’ex presidente del Consiglio, Massimo D’Alema, attuale presidente del Comitato di controllo sui servizi segreti, di correre su e giù per l’Italia tra l’estate e l’autunno 2010. Quel che non si sapeva è che la Fondazione «Italianieuropei» e Massimo D’Alema stesso solo alcuni giorni fa si sono precipitati a saldare il conto, staccando un assegno di oltre 7 mila euro a beneficio della «Rotkopf». Già, perché nel corso dell’interrogatorio a D’Alema, quando i pm Paolo Ielo e Giuseppe Cascini gli hanno contestato il reato di finanziamento illecito, il suo legale Gianluca Luongo è sbiancato nello scoprire non tanto che i famosi voli non erano mai stati pagati, ma che la «Rotkopf Aviation» li aveva fatturati a un’altra società, la «Sdb» di Vincenzo Morichini, e che quindi era impossibile sostenere giuridicamente che si trattasse di un regalo tra amici.
«Morichini ha fatto un pasticcio con questa storia delle fatture intestate alla sua società», spiega ora l’avvocato Luongo. «Il presidente D’Alema, poi, era inconsapevole che quei voli non fossero mai stati pagati da Morichini. L’ha scoperto nel corso dell’interrogatorio. Era convinto che rientrassero in una transazione più complessiva tra i signori Paganelli, proprietari della compagnia aerea, e Morichini, amico di lunga data, il quale aveva offerto al presidente quei passaggi aerei come suo regalo personale e aveva detto di essere sul punto di diventare presidente della “Rotkopf” stessa».
Dato però che le cose non erano affatto così, e che anzi tra Morichini e Paganelli era pure insorto un contenzioso sul valore commerciale dei cinque voli, la posizione di D’Alema si è ingarbugliata non poco. Come riconosce l’avvocato, «la legge è chiara: se la regalia a un parlamentare viene da un privato cittadino, può essere un mero fatto amicale; se viene da una società, come è la “Sdb”, occorre una deliberazione societaria e il parlamentare è tenuto a darne comunicazione al Parlamento». Così non è stato, però. E nel corso del suo interrogatorio il presidente D’Alema ha ammesso di non saperne granché su chi pagasse o non pagasse i passaggi aerei.
Scoperto il guaio, Massimo D’Alema si è precipitato a saldare il conto. «Pertanto - conclude l’avvocato - le ricostruzioni effettuate da alcuni organi di informazione, secondo cui l’onorevole D’Alema avrebbe usufruito gratuitamente di passaggi aerei, sono prive di fondamento».
Ora Luongo spera in una rapida archiviazione. Ma un avversario politico come Maurizio Gasparri infierisce: «D’Alema ha pagato il costo dei voli quando si è accorto che nessuno aveva onorato le relative fatture. Resta il sospetto che abbia volato gratis e poi abbia cercato di mettere le cose a posto quando la vicenda è diventata di pubblico dominio».
da -
http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/426010/