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Autore Discussione: Cinzia SCIUTO - Una necessaria autocritica.  (Letto 2382 volte)
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« inserito:: Ottobre 20, 2011, 09:35:33 am »

Una necessaria autocritica.

Quelli che ieri erano indignati immagino che oggi saranno incazzati. Incazzati perché, per l’ennesima volta, il titolo di prima pagina dei giornali é stato loro rubato. Tutti i giornali, con l’unica eccezione del manifesto, aprono con la notizia della guerriglia urbana che ha devastato il centro di Roma. Questo blog non può certo essere accusato di solidarietà di casta, molto spesso ho criticato i giornali e i giornalisti, che ritengo responsabili almeno per metà dei guasti di questo paese. Ma stamattina mi sono chiesta: che il centro della nostra capitale sia stato teatro di una guerriglia urbana per ore, che macchine di cittadini qualunque – magari partecipanti alla manifestazione – vengano date alle fiamme, che i mezzi della polizia -quei pochi che riescono ad acquistare dopo i feroci tagli al comparto sicurezza e che paghiamo noi con le nostre tasse, e dunque sono un po’ anche nostri – vengano sistematicamente e intenzionalmente distrutti, che qualche centinaio di guastatori di professione ha violato e violentato quel bene comune che è una pacifica e legittima protesta di piazza, è o no una notizia? E il fatto che in tutte – tutte – le altre città si sia manifestato senza neanche un petardo non fa di questa notizia, purtroppo, LA notizia del giorno? E non è dovere dei giornalisti cercare di capire perché proprio a Roma, e SOLO a Roma, è successo il finimondo? E non dovrebbe essere la prima domanda che si dovrebbero fare anche i movimenti stamattina?

Le proteste erano nell’aria, come hanno scritto i cronisti che hanno seguito le fasi preparatorie della manifestazione. E allora le questioni sono due. La prima: perché il governo non é riuscito a neutralizzare in anticipo quel manipolo di violenti che si accingeva a rovinare la festa a tutti gli indignati d’Italia? Come è possibile che siano anche solo potuti arrivare in piazza? E, una volta in piazza, come è possibile che non siano stati fermati per tempo? Come tutti quelli che hanno partecipato anche ad una sola manifestazione di piazza sanno, questa è gente riconoscibilissima, camminano in squadra, hanno i volti coperti, di solito i caschi pronti a essere indossati, si danno dei precisi segnali di attacco, come ha ben descritto Ilaria Donatio: possibile che Ilaria li abbia “riconosciuti” in anticipo e abbia avuto il tempo di allontanarsi e i poliziotti no? Non è possibile: e allora il sospetto è che abbiano dei precisi ordini di contenere le violenze ma in qualche modo “consentire” che rovinino almeno un po’ la festa. Del resto, il fatto che nelle altre città si sia svolto tutto senza incidenti dimostra che prevenire si può.

La seconda questione è però più importante per la vita del movimento. La sensazione che io ho è che questi guastatori di professione, che il bene comune non sanno neanche dove sta di casa, vadano dove “fiutano” di poter agire pressoché indisturbati. E dunque dove avvertono, da un lato, un governo che – per debolezza o precisa volontà politica – non muoverà un dito per prevenire gli scontri e, dall’altro, una piazza almeno non completamente ostile. E, se è verissimo che molti manifestanti hanno tentato, ormai invano, di allontanare i violenti, è anche vero che nei giorni precedenti non si sono sentite molte voci nette e senza ambiguità contro eventuali violenze. Ogni affermazione non violenta era sempre seguita da un “ma” (”ma la violenza che subiamo noi è la violenza dello Stato, delle banche ecc”) che aveva inevitabilmente l’effetto di “smorzare” la forza dell’appello non violento e forniva quasi una sorta di giustificazione preventiva a eventuali scontri. Un movimento che vuole davvero crescere e rafforzassi deve innanzitutto guardare alle proprie responsabilità per evitare che continuino a rubargli, oltre che il futuro, anche le prime pagine dei giornali.

Cinzia Sciuto

(16 ottobre 2011)
da - http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/10/16/cinzia-sciuto-una-necessaria-autocritica/
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