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Autore Discussione: SAM DRYDEN Fame in Africa, incentivare gli aiuti all'agricoltura  (Letto 2047 volte)
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« inserito:: Settembre 30, 2011, 03:41:31 pm »

30/9/2011

Fame in Africa, incentivare gli aiuti all'agricoltura

SAM DRYDEN *

Il recente impegno per 350 milioni di dollari da parte dei leader africani e della comunità internazionale per aiutare oltre 13 milioni di persone a fronteggiare la fame nel Corno d’Africa, sottolinea la necessità di continua attenzione e sovvenzioni per fare sì che questa tragedia non costi altre vite. Ma, mentre c’è ancora molto da fare per soddisfare le esigenze immediate delle vittime di questa carestia, dovremmo anche pensare ora a soluzioni a lungo termine per impedire, in primo luogo, che crisi alimentari di questa portata si ripetano.

Molti ritengono le carestie espressione di forze naturali del tutto fuori dal nostro controllo. Ma non sono solo le condizioni meteorologiche a scatenare le carestie. Si tratta di eventi complessi collegati e interdipendenti dalla governance, dalla sicurezza, dai mercati, dall’educazione e dalle infrastrutture.

Abbiamo gli strumenti per prevenire le crisi alimentari, operando investimenti mirati e a lungo termine in agricoltura. Tre quarti delle persone più povere del mondo si guadagnano cibo e reddito coltivando piccoli appezzamenti di terreno, e la maggior parte di questi piccoli agricoltori sono donne. Non hanno alcun margine di errore, quindi hanno bisogno di ottimizzare le loro possibilità di produrre un raccolto. Quando gli agricoltori riescono a produrre di più e a guadagnare di più diventano più forti rispetto a eventi perniciosi come il maltempo e riescono ad assicurarsi la sussistenza.

Nel 2008, quando i prezzi degli alimentari salirono alle stelle in tutto il mondo, la carestia colpì tutta l’Etiopia, mettendo a rischio la vita di oltre 14 milioni di persone nel Corno d’Africa. Oxfam America, con il sostegno della Fondazione Bill e Melinda Gates, organizzò una risposta alla crisi divisa in due fasi. La prima si focalizzava su 225.000 tra i contadini etiopi a maggior rischio per dare loro ciò di cui avevano esigenza immediata: il cibo. Il secondo passo fu organizzare progetti a pronta consegna per realizzare dighe, ripristinare sorgenti, costruire strade, in modo da aiutare la gente a rendere più solide le piccole aziende, migliorandone la resistenza in vista delle siccità future.

Quando quest’anno è tornata la siccità questi investimenti hanno pagato. Invece di aver bisogno di assistenza alimentare, molte famiglie di agricoltori sono state in grado di far fronte alle intemperie e di avere un raccolto.

Questo non è un esempio isolato. Grazie alla leadership dei Paesi africani che hanno fatto dello sviluppo agricolo una priorità e all’instancabile impegno di molte organizzazioni internazionali, sono stati compiuti reali progressi contro la fame e la povertà nel continente.

Il Ghana, per esempio, ha drasticamente ridotto sia la povertà sia la fame negli ultimi 25 anni puntando sugli investimenti nel settore agricolo. Il risultato oggi è un’agricoltura fiorente, che sta crescendo di oltre il 5% l’anno, mentre i livelli di fame sono calati del 75% rispetto al periodo 1990-2004.

Allo stesso modo, l’Etiopia ha fatto passi avanti investendo di più nelle politiche agricole e negli incentivi al miglioramento della produttività per i piccoli agricoltori, con un aumento della spesa destinata ad accrescere i raccolti nel corso degli ultimi anni.

Varietà di colture più resistenti stanno aiutando gli agricoltori quando le condizioni atmosferiche sono difficili. Nuove varietà di mais resistenti alla siccità, per esempio, stanno già beneficiando più di due milioni di piccoli agricoltori in Africa. Entro il 2016 si prevede un aumento della resa del mais di ben il 30%, in grado di soddisfare il fabbisogno di almeno 40 milioni di persone in 13 Paesi subsahariani.

Altri progetti - compresi quelli sostenuti dai programmi statunitensi Feed the future (Alimenta il futuro) e Global Agriculture and Food Security Program (Programma globale per l’agricoltura e il cibo sicuro), e organizzazioni come The Alliance for a Green Revolution (Alleanza per una rivoluzione verde) in Africa - stanno trovando nuovi modi per rafforzare la produttività dei piccoli agricoltori nei Paesi via di sviluppo.

In un momento di intenso dibattito sui budget, tutti devono ricordare che questo genere di investimenti non solo salva vite umane, migliora le condizioni di vita e promuove la stabilità, ma serve anche a risparmiare denaro nel lungo periodo. Le stime dimostrano che mandare aiuti d’emergenza in caso di carestie costa sette volte di più che prevenirle.

Ecco perché è più importante che mai che i donatori internazionali e i governi africani continuino a sostenere i programmi che danno ai piccoli agricoltori l’accesso alle buone sementi, agli strumenti di qualità e ai mercati affidabili e mercati di cui hanno bisogno di diventare autosufficienti. Spetta a tutti noi fare sì che questa terribile carestia sia l’ultima.

*Direttore del Programma di sviluppo agricolo della Fondazione Bill e Melinda Gates Copyright: Project Syndicate, 2011. www.project-syndicate.org

[Traduzione di Carla Reschia]
da - http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=9260
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