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Autore Discussione: Michela Nicolussi MORO. - Sanità, ancora 200 milioni da tagliare Luca Coletto...  (Letto 2257 volte)
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« inserito:: Settembre 25, 2011, 11:04:59 am »

Conti e tagli

Sanità, ancora 200 milioni da tagliare Luca Coletto: «Ora meno degenze»

L’assessore regionale: «Bisogna rinforzare territorio e ambulatori».

Critico il Pd: «Mancano i livelli base di assistenza». E le Usl insorgono: «Abbiamo già dato abbastanza»

   
VENEZIA — Chiuso il bilancio 2010 con un attivo di 12,5 milioni, per la sanità veneta si riaprono i giochi. Entro il 31 dicembre le 24 aziende devono rientrare di circa 200 milioni (sono 175,3 senza l’Istituto oncologico, le Usl di Pieve di Soligo e 10 San Donà, i cui dati sono in elaborazione), per rispettare i tetti di spesa imposti a luglio dalla Regione. «Vincoli insuperabili e strumento per il conseguimento dell’equilibrio di bilancio», dice l’assessore alla Sanità Luca Coletto, capaci però di mettere a dura prova i direttori generali, in questi giorni a colloquio con il segretario di settore Domenico Mantoan. Ogni manager presenta il proprio «sforamento» e il dirigente indica le voci da «limare».

«Il problema è che ormai hanno raschiato il fondo del barile — denuncia Claudio Sinigaglia (Pd), vicepresidente della commissione Sanità — e quindi, nonostante il governatore Luca Zaia continui a dire il contrario, sono costretti a tagliare anche i livelli essenziali di assistenza. Parlo di ricoveri, inserimenti nelle comunità terapeutiche, screening, visite specialistiche, farmaci, infermieri. I dg devono adeguarsi ai diktat economici e non ai bisogni di salute». In effetti, sia pur in termini più felpati, i manager ammettono un «maggior rigore nella ricerca dell’appropriatezza ».

«S’impone un piano di revisione regionale — spiega Claudio Dario, a capo dell’Usl 9 di Treviso—per raggiungere l’equilibrio di bilancio non si può intervenire solo sul sistema. A Treviso stiamo riflettendo sulle prestazioni di Riabilitazione, molto numerose, a cicli e caratterizzate da una varabilità notevole di fruizione da una realtà all’altra. Dipende dall’offerta, che va riequilibrata ». «Noi abbiamo eliminato 300 ricoveri prolungando a 72 ore l’osservazione in Pronto soccorso—rivela Daniela Carraro, dg dell’Usl 21 di Legnago —. E’ stata inoltre riorganizzata la Geriatria, potenziando il rapporto con le case di riposo. Altri 700 mila euro di risparmio arrivano dal passaggio delle radiografie da pellicola a Cd, infine stiamo rinegoziando alcuni contratti, come quello del bar, e rivedendo tutte le voci di spesa». L’altro cruccio è che le aziende si devono attenere ai costi del 2010, tarati su quelli del 2009.

«Abbiamo già ridotto drasticamente le spese e dobbiamo pure fare i conti con fondi statali limitati ad un aumento dello 0,80%, contro il 3,5% di incremento della spesa — avverte Antonio Alessandri, dg dell’Usl 6 di Vicenza — un ridimensionamento è inevitabile. Mancando quattrini sarebbe assurdo non cambiare nulla: noi, oltre a rimandare gli investimenti per attrezzature e beni strutturali limitandoci alla manutenzione eccezionale, stiamo studiando un’organizzazione più flessibile. Modificheremo i turni del personale, per spostare più in là possibile la ricaduta sui servizi, sperando che intanto cambi qualcosa». E se un po’ si può ancora rosicchiare su mense, pulizie e verde, va abbassata la spesa farmaceutica (-5 milioni all’Usl 16 di Padova), anche convincendo medici di base e specialisti a prescrivere soprattutto i generici (il cui principio attivo, però, varia fino al 30% rispetto a quello dei medicinali «griffati»). «Scontiamo inoltre l’aumento dell’Iva, che alla mia Usl costa 700 mila euro, e la compartecipazione al nuovo ticket sulla specialistica per gli utenti meno abbienti, che pagano 5 euro invece di 10—aggiunge Renzo Alessi, capo dell’Usl 5 di Arzignano — sono altri 500 mila euro di spesa».

Lo scostamento più importante riguarda l’Usl di Vicenza: 26 milioni da tagliare. Seguono le Usl di Padova (21,2 milioni), Verona (13), Venezia e l’Azienda ospedaliera universitaria integrata scaligera (entrambe 12), le Usl di Rovigo e Treviso (10), l’Azienda ospedaliera di Padova (9,5), le Usl di Belluno (9,2), Este (9), Bussolengo (8,5), Bassano e Arzignano (7), Legnago (6), Cittadella (5) e Chioggia (4). Più serene Asolo (2,5), Mirano (1,9 milioni) e Feltre (1,5), mentre Thiene e Adria sono a regime. «Stiamo riducendo i ricoveri a 140 per mille abitanti — chiude Coletto— e potenziando territorio, Day-Hospital e Week-Surgery. Monitoriamo tutto, cercando di limare dove si può, senza incidere sull’assistenza. Ma c’è crisi per tutti e dobbiamo anche riprendere gli investimenti».

Michela Nicolussi Moro

21 settembre 2011© RIPRODUZIONE RISERVATA
da - http://corrieredelveneto.corriere.it/vicenza/notizie/politica/2011/21-settembre-2011/sanita-ancora-200-milioni-tagliare-luca-coletto-ora-meno-degenze-1901595066242.shtml
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