Admin
Utente non iscritto
|
|
« inserito:: Settembre 10, 2007, 10:41:16 pm » |
|
Rosa Calipari: «Solidarietà a Guccione, ma in Calabria serve rinnovamento»
Eduardo Di Blasi
Rosa Villecco Calipari, senatrice della Repubblica e coordinatrice del comitato Veltroni in Calabria, è preoccupata.
In viaggio da Reggio a Cosenza (due ore e mezza sulla Sa-Rc) per un appuntamento politico, con il cellulare della Tim che, come d’abitudine quando ritorna in Calabria, non prende, è preoccupata dall’evolversi degli eventi dopo l’ultimo attentato che ha coinvolto l’auto di Carlo Guccione, segretario regionale dei Ds, e tuttora candidato, da un gruppo di sostenitori vicini al vicepresidente regionale Nicola Adamo, alla segreteria del Pd. Guccione ha già ricevuto la solidarietà di Veltroni, di esponenti politici di destra e sinistra, dei sindacati. Anche, ovviamente, quella di Rosa Calipari. Alla quale, però, resta una preoccupazione: «Al di là della mia solidarietà sia politica che personale a Carlo Guccione, c’è anche una componente politica che mi preoccupa. Perché si intersecano fattori terzi in un momento in cui in questa regione si fa un discorso di rinnovamento della politica». Discorso incentrato anche sulla candidatura alla segreteria regionale che vede per adesso (il termine per la presentazione dei candidati scade mercoledì) schierati due Ds in contrapposizione (politica) tra loro: da una parte Guccione, dall’altra Marco Minniti, viceministro all’Interno. Il punto è delicato. Il rischio «di inquinamento», come spiega la Calipari, alto.
Oggi è stata riconvocata a Crotone un’assemblea regionale da parte di coloro che avevano sostenuto una settimana fa la candidatura di Guccione. «Lì - spiega la senatrice - si vorrà discutere se e come trovare una sintesi unitaria per la candidatura alla segreteria regionale del Pd. Mi auguro e auspico che questa sintesi possa avvenire. È importante che ci sia unitarietà in questa regione. In questo momento ci vuole una candidatura giusta, autorevole, sicura e coraggiosa nell’affrontare il rinnovamento». Rinnovamento e sicurezza, parole complicate in una regione dove il problema più avvertito non è quello dei lavavetri ai semafori. «Non la microcriminalità, anche se non ritengo che i lavavetri siano dei microcriminali, ma la criminalità». C’è una richiesta che arriva dai cittadini e che la senatrice avverte: «La cosa più rilevante che i Calabresi stanno chiedendo alla politica è di recuperare in credibilità.
Credibilità non legata a fatti personali, ma alla risoluzione pragmatica dei problemi. Viviamo situazioni croniche. Ci dicono: le criticità le conoscete tutti, oggi dovete dare soluzioni. Tutti sappiamo che c’è disoccupazione ed emigrazione intellettuale, ma cosa si fa per incentivare il ritorno dei nostri qualificatissimi ricercatori? Come attrarli in questa regione che ha bisogno di una rivoluzione culturale?». Ecco perché Rosa Calipari ha spinto Walter Veltroni ad andare in Calabria «prima di iniziare qualsiasi percorso per l’Italia come candidato a segretario nazionale del Pd». Qui la sicurezza passa dal «rafforzamento degli organismi giudiziari e degli apparati delle forze dell’ordine». Anche da una proposta: «Provvediamo anche a un turn over di forze dell’ordine che sono sul territorio da troppi anni».
Ma, soprattutto, dalla cultura. «Nel nuovo partito dobbiamo recuperare quegli intellettuali calabresi che si sono sentiti esclusi in questi anni», spiega. E circoscrive: «C’è stato per esempio il professor Vito Teti, di Vibo, e con lui un gruppo di intellettuali, che hanno lanciato un’idea che condivido pienamente, come quella del “turismo culturale” a San Luca. Non è un’idea bislacca. Se Veltroni ha detto che vuole la caserma a San Luca perché vuole che ci sia un presidio dello Stato. Nel contempo, però, i giovani di San Luca devono avere la capacità di fare un salto culturale rispetto a quello che purtroppo è il loro modus vivendi.
La baronessa Teresa Cordopatri, che ha combattuto la ‘ndrangheta e in questa battaglia ha perso anche un fratello mi ha detto: “Io voglio un’edicola!”. Cioè io voglio un’edicola in paesini dell’Aspromonte, io voglio che la gente possa informarsi e leggere perché voglio che cresca la presa di coscienza dei propri diritti. La legalità in Calabria significa anche acquisire la coscienza dei propri diritti. Perché quando uno pensa di affermare un diritto è ben diverso di quando va a chiedere un favore. Quello crea anche il meccanismo deviato tra cittadino e politica. Diventa il problema di uno scambio, di una subalternità.
Per rompere lo schema bisogna anche affrontarlo attraverso queste forme». È un progetto politico ampio, difficile, «che non riguarda solo San Luca ma tutta l’Italia, perché la ‘ndrangheta investe in Emilia Romagna, Toscana, Lombardia...». Che richiede tempo. E che passa, secondo la senatrice Calipari, dal rinnovamento della politica, a partire dai livelli locali.
Pubblicato il: 10.09.07 Modificato il: 10.09.07 alle ore 13.18 © l'Unità.
|