29/8/2011
Non scordate il barattolo di acciughe
Le ferie sono finite: fenomenologia del rientro e qualche consiglio per ridere di noi
BRUNO GAMBAROTTA
Il rientro dalle vacanze ha l’odore della plastica sudata. I vacanzieri risalgono in disordine quelle autostrade che solo qualche settimana prima avevano disceso con orgogliosa sicurezza. Perché gli indumenti che alla partenza erano entrati nelle valigie, stirati e piegati per bene, per il ritorno hanno raddoppiato il loro volume? Non importa, mettiamo tutto nel baule dell’auto, come viene viene, poi a casa ti daremo una mano. Bisogna trovare posto anche per la collezione di ciottoli del bambino, per le pinne comprate sul posto, per il barattolo da dieci chili di acciughe sotto sale preso alla sagra, per l’enorme peluche vinto al luna park, per la pianta in vaso che era un vero affare. Se ci sediamo in due sull’auto riusciamo a chiudere il coperchio del bagagliaio; poi in viaggio magari facciamo una macumba che allontani il rischio di dover tirare fuori la ruota di scorta.
Si parte e ciascuno srotola in silenzio le sue private malinconie; il padre di famiglia cerca di sceneggiare il rientro e lo colpisce come un pugno allo stomaco l’immagine del frigo spento, vuoto, con le porte spalancate, che invoca pietà. Sussurra alla moglie seduta accanto, piano in modo che i ragazzi mezzo addormentati sul sedile dietro non sentano: «Se stasera, per guadagnare tempo, andassimo a mangiare una pizza?». La signora dà una manata affettuosa alla borsa termica tenuta in grembo: «C’è già tutto qui dentro, compresi gli avanzi che sarebbe un delitto sprecare. Se poi hai ancora fame ci sono sempre le acciughe che hai voluto comprare». Si trova ancora un parcheggio libero di fianco al portone di casa. I ragazzi che fino a un attimo prima erano degli zombie ora schizzano fuori dall’auto per andarsi a rinchiudere nelle loro stanze. All’arrivo ti daremo una mano, avevano promesso. Se è per questo anche il governo aveva promesso che non avrebbe aumentato le tasse. La moglie deve mettersi a trafficare in cucina e il padre di famiglia inizia a svuotare il baule dell’auto. In una ventina di andirivieni riesce ad ammucchiare tutta la mercanzia nell’atrio davanti all’ascensore e qui l’occhio gli cade sulla cassetta delle lettere, gonfia di pubblicità, di bollette da pagare e di avvisi del corriere con l’invito a ritirare i pacchi in un deposito dall’altra parte della città. L’ultimo gesto, prima di andare a dormire, sarà quello di riporre negli scaffali i libri che anche quest’anno si era portato dietro nell’illusione di trovare il tempo per leggerli, Don Chisciotte, Anna Karenina, Delitto e castigo. Si ricorda che alle elementari chiudeva il primo tema del nuovo anno scolastico con la frase: «Tornammo a casa lieti e contenti per la bella vacanza trascorsa».
da -
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=9140